Grazie Concita, ma qui nemmeno arriva l’Unità.

Hai firmato anche tu l’appello per dire basta. Ecco, siccome uno dei problemi del nostro Paese è la memoria, abbiamo pensato di non affidare solo al web le 70mila firme. Abbiamo deciso di trasferirle tutte – si’, proprio tutte – sulla carta. Proprio come già avevamo fatto per la campagna a sostegno di Roberto Saviano. Proprio come si usa fare quando l’impegno che si assume è solenne.
Sul giornale di domani, in un inserto speciale di 12 pagine, pubblicheremo tutte le firme, e dunque anche la tua. Una firma che è un mattone del gigantesco argine che abbiamo cominciato a costruire contro la volgarita’, la violenza, il cinismo. Se non ora, quando?

Concita De Gregorio

falcone-borsellino

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Luttacci ha sempre copiato tutto, anche decine di battute mie: FINALMENTE SPUTTANATO!

Copiare è lecito? Le nostre 10 domande a Luttazzi e la sua risposta

di Francesca Fornario

http://www.unita.it/news/culture/99761/copiare_egrave_lecito_le_nostre_domande_a_luttazzi_e_la_sua_risposta

 Caro Daniele, ho visto un video realizzato dai tuoi ex fan che ti accusano di copiare le battute. L’ho visto e ora mi sento come se avessi sorpreso il mio fidanzato a letto con uomo. Non uno a caso: Cesare Previti. Il video, pubblicato con il consenso degli autori sul sito dell’Unità, nasce da un blog (http://ntvox.blogspot.com), dove i tuoi ex fan hanno raccolto centinaia e centinaia di gag e battute di satirici americani accanto alla traduzione presa dai tuoi spettacoli e dai tuoi libri. Ne sentivo palare da giorni ma non volevo crederci. Con i miei amici e colleghi, sembravamo lo staff di Marrazzo: «Ma figurati, sono solo calunnie. Figurati se uno come lui. Di certo c’è una spiegazione. Figurati se davvero c’è un video che lo inchioda. Vedrai che c’è dietro Feltri».

Ho letto qua e là il blog, e mi sono sentita come la moglie gelosa che cerca i bigliettini nelle tasche del marito perché ne ha trovato uno per sbaglio. Non è in discussione la qualità artistica del tuo lavoro, mi dicevo, ma la tua onestà. Più andavo avanti a leggere e più trovavo alcune tra le battute che avevo amato di più. Ne ho trovate tante, e a quel punto era in ballo anche la qualità artistica, ma non me ne fregava niente, perché più banalmente mi chiedevo cose tipo: come fa uno che plagia a criticare chi ruba? Semplice: plagia le battute di uno che critica chi ruba. Mi ricorda qualcuno. Poi ho cominciato a leggere la tua corrispondenza con l’autore del blog, le tue improbabili giustificazioni che sembravano scritte da Ghedini («Non copio ma cito senza citare il nome e comunque le miglioro»), o da Craxi («Ehi, è quello che fanno tutti»), o da Berlusconi («Non ho mai detto che è quello che fanno tutti, anzi, è vietato»), le loro puntuali smentite. Non entro nel dettaglio, chi vorrà leggerà il blog e deciderà se indignarsi o fregarsene o difenderti (lo fanno in molti. Avevi ragione a dire che agli italiani piace prenderla nel sedere. Bella, era tua?).

Sull’Unità abbiamo sempre dato risalto al tuo lavoro – personalmente, anche difendendolo quando suscitava polemiche – perciò volevamo anche darti la possibilità di spiegare e replicare come meglio credevi. Ti ho mandato cinque domande via mail, e un sms: «Ciao Daniele, vorrei intervistarti riguardo al video Il meglio non è di Daniele Luttazzi e darti la possibilità di replicare. Ti ho mandato una mail, riesci a rispondermi oggi? Grazie». Non mi hai risposto né alla mail né al sms. E così ne aggiungo cinque. Fanno dieci. Dieci domande per te.

L’INTERVISTA

1) In un’intervista a Radio Deejay hai detto: «Non mi divertirei a dire battute scritte da un altro», ma alcuni tuoi fan ti accusano di aver copiato centinaia di battute e di gag da altri satirici, soprattutto americani (la lista, in continuo aggiornamento, su ntvox.blogspot.com). Come stanno le cose?

2) Dici ai tuoi fan che tra i satirici è normale e diffuso il costume di prendere gag e battute di altri senza citarne la paternità, ma dici anche che tra comici c’è un codice per cui è vietato copiare: «Nessun comico copia le battute dell’altro». Quale delle due?

3) Per esempio, perché ritieni che tu abbia il diritto di appropriarti delle battute degli altri e attacchi Paolo Bonolis se si appropria di una tua battuta (che poi non è tua ma è di Carlin)?

4) I tuoi ormai ex fan sostengono che tu abbia modificato la data e il contenuto di alcuni post del tuo blog per avvalorare la tesi della «Caccia al tesoro» e delle citazioni da una lista di autori. È vero?

5) È probabile che alle domande precedenti tu abbia risposto che non plagi ma «citi migliorandole» le battute e le gag di altri. I tuoi ex fan hanno realizzato un video che mette al confronto alcuni pezzi dei tuoi spettacoli con le parti a loro dire copiate, ma il video e il trailer vengono regolarmente e rapidamente rimossi da YouTube su richiesta della tua casa di produzione, ossia tua. Dal momento che sostieni di non copiare le battute ma di migliorarle, e che questo sia normale tra i satirici, non sarebbe meglio lasciare che tutti vedano il video per difenderti dall’accusa di plagio e rassicurare i tuoi fan?

6) Davvero pensavi che la scusa della caccia al tesoro reggesse?

7) No, dai davvero?

8) Davvero?

9) Davvero?

10) Ok. Naaaa, davvero?!

Luttazzi mi ha risposto via mail dopo le 23, quando il giornale era già in stampa. Ecco la sua risposta e la mia replica:«Cara Francesca, la mia replica ufficiale è: Il video in questione è diffamatorio. Infatti non scopre nulla che ioi non abbia già detto da anni.
Ad esempio sul mio blog nel 2005 e nel 2007:
http://www.danieleluttazzi.it/node/285
http://www.danieleluttazzi.it/node/324
Chi adesso finge di “scoprire” una cosa che “Luttazzi tiene nascosta” diffama consapevolmente, per ovvi motivi.

Caro Daniele, mi spiace che tu non abbia risposto a nessuna delle mie domande (questa è di D’Avanzo, ma io l’ho migliorata. Dai, non si può più scherzare…). Quanto a ciò che sostieni nei post, rimando alla replica degli autori del blog ntvox.blogspot.com, che hanno sviscerato e argomentato la vicenda per anni con una dedizione che io riservo soltanto all’esegesi dei Peanuts. Sono così meticolosi che ricorrono addirittura a web.archive.org, un grande registro dei contenuti della rete che tiene traccia di tutte le modifiche, per provare come tu abbia modificato il contenuto dei post che mi inviti a consultare solo dopo essere stato scoperto. È un loro puntiglio, come il riportare la risposta basita di Emo Philips, il satirico dal quale riprendi molte battute sostenendo che fosse lui a usare i tuoi sketch (Emo scrive ai ragazzi: “Queste battute le ho scritte io per me nel 1985 e non le ho né vendute né cedute a nessuno!”). È tutto nel blog, per chi avrà voglia di leggere. Personalmente, consiglio di più la lettura dei Peanuts. Sarà che mi interessa poco sapere quando hai tirato fuori la giustificazione della Caccia al tesoro o quella della lista o quella dell’escamotage contro la censura o tutte le altre perché le trovo comunque ridicole e inaccettabili.Saluti da una ex fan delusa

°°° Insomma, alcuni amici di FB mi conoscono di persona, altri conoscono la mia carriera meglio di me e ricordano battute mie molto più di me. Altri amici sono solo virtuali, ma mi conoscono da quando frequentavo il NG  it.media.tv e sanno perfettamente che denuncio da 16 anni questo ridicolo frillo di Luttacci, senza faccia né tempi comici né talento, per i suoi innumerevoli (direi TOTALI) plagi.

Si è fatto un nomino grazie a fortissime sponsorizzazioni politiche (come tutti,  escluso me: basti vedere quanto spesso (e a sproposito) viene citato da Santoro o dai raccomandatissimi e senza talento, dandini e fazio) e grazie al fatto di aver ospitato Travaglio, in un programmino completamente copiato da David Letterman. Insomma, un misero remake di Arbore (che non sa fare un cazzo – non ha mai fatto ascolti – e sfrutta da una vita qualcuno bravo: da Benigni ai compositori, ai musicisti) ma è passato alle cronache come “lo scopritore di Benigni”…ma quandomai?! Benigni, e lo ha dimostrato soprattutto DOPO arbore, è Benigni!  e lo era anche prima di fare il programmino poco visto di arbore. Luttacci NON è stato censurato da nessuno, anzi! Gli davano programmi anche se  faceva sempre ascolti ridicoli. Fu cacciato da La 7 perché non lo guardava nemmeno sua mamma e gli sponsor erano imbestialiti. Questa è la verità. E questo pezzo serve anche per quelle tre capre decerebrate che mi accusarono di parlare così di luttacci  per… invidia!!!

(Purtroppo, l’ ho conosciuto benissimo nella sua nullità-arroganza-supponenza-megalomania-viscidezza: avendolo avuto nel camerino confinante per quasi 4 mesi in T’AMO TV a TMC nel ’93. Non fece mai ridere nessuno nemmeno mezza volta e la regista RITA VICARIO, lo cazziava ogni giorno con queste parole: “Luttazzi, ma porcaputtana! Avete qui Lucio Salis… e cercate di rubargli almeno i tempi comici,  echecazzo!”

luciu

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Maria Novella Oppo

Maria Novella Oppo
da l’Unità

Tg2 notizie animali

Anche dopo il cambio di direzione, il Tg2 conserva la sua attenzione al mondo animale. Tutto va bene, pur di non dare le notizie sgradite al potere, come le raffiche di aumenti in arrivo. In più, ci si può ben commuovere sulla sorte degli animali abbandonati per strada, senza per questo spendere una parola di civiltà sui nomadi buttati in strada dalla cristianissima signora Moratti, che ama più il cemento (e soprattutto i cementificatori) dei bimbi. Cosa di cui, comunque, gli animali non hanno colpa. Perciò, ben vengano i servizi su cani, gatti e tutti gli altri esseri viventi che abitano la Terra. E ben venga anche il filmato sulla colonia di coniglietti insediatasi, a suo rischio e pericolo, nell’area inquinata di Milano attorno a Porta Volta. Ma anche lì, ovviamente, è in arrivo il cemento e ora si cerca una nuova casa per i conigli, che, per loro fortuna, hanno un’opinione pubblica a favore e non sono nel mirino della Lega.

IL PLOTONE MORATTIANO CONTRO I BIMBI NOMADI

esecuzione

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Berlusconi odia tutti, ma la tv tace

Da l’Unità

Il «post Duomo» e la fiction a reti unificate

Anche Mario Pirani odia? Lunedì 21 dicembre, l’editorialista di Repubblica è tornato a Bonn, riavvolgendo il nastro a prima del lancio sconsiderato e criminale del souvenir, per rileggere quel discorso del Premier e definirlo come un manifesto di un nuovo Stato totalitario. In cui un Capo votato dal popolo annulla gli altri poteri, i contrappesi di una normale democrazia liberale. Questo, era il discorso di Bonn. Basato su presupposti tanto indimostrati (i giudici sono al servizio della sinistra; i giudici della Consulta favoriscono la sinistra giacché in gran parte nominati da Presidenti di sinistra; gli ultimi tre Presidenti della Repubblica, essendo stati votati dalla sinistra, non agiscono imparzialmente) quanto gravi e offensivi, per le persone cui si riferivano e le istituzioni che esse rappresentano.
Un quadro deliberatamente distorto (un “violento attacco”, per Napolitano), propedeutico a un disegno alternativo: uno Stato dall’unico Potere. Totalitario, per Pirani (e Scalfari e Barbara Spinelli). Definizione tecnicamente perfetta, ma moralmente colpevole? Impiegarla per descrivere il progetto di Berlusconi, significa odiare quest’ultimo, e attentarne l’incolumità armando la mano dei più fragili? Così è, per la vulgata (maggioritaria) Cicchitto. E il vittimismo feroce con cui lo si ripete in tv è già una prova tecnica di moderno totalitarismo.
Esemplare, su questo, il dopo-Duomo: nell’etere posseduto e controllato dal Capo ogni giorno, per ore e ore, si è inscenata una rappresentazione unica, a base di Sangue e Fede: le immagini cruente del volto insanguinato si accompagnavano a litanie ossessive, beatificanti la vittima fino a elevarla, con don Verzé a Porta a Porta, a novello Cristo («Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno»); chi osava rifiutare l’equiparazione aggressione-opposizione ri-bollato da tutti, da Capezzone alla Zanicchi, come odiatore e mandante morale dell’aggressore.
Colpiva, da quello show, la sparizione dei fatti. Di molti fatti: gli insulti scagliati da anni da Berlusconi e sottoposti contro chi, per credo politico o dovere istituzionale, ne avversa i piani; le contestazioni toccate a suo tempo a Prodi, tra il tripudio ghignante della destra e la civile accettazione di Prodi stesso; l’attentato patito da quest’ultimo nel 2003, e da lui vissuto con riserbo, senza grancasse mediatiche, vittimismi ringhiosi o patenti di odiatori affibbiate a nessuno. Il fatto che oggi, dai sondaggi, tale rappresentazione risulti premiante, ne conferma il carattere totalitario: le fiction a reti unificate trionfano inevitabilmente.

Enzo Costa

REGALI  UTILI

regalo

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Le truffe di Berlusconi a L’Aquila

La speculazione minaccia i ruderi storici dell’Aquila

di Luca Del Fra (l’Unità)

b-cazzone

FACCENDIERI

Non riesce a darsi pace. Armando Carideo guarda le foto del somiere dell’organo storico di Santa Maria di Collemaggio de L’Aquila ed è incredulo: «Si è imbarcato – spiega -, e così piegato non serve a niente, al massimo potranno metterlo in un museo». Il somiere è il cuore di uno strumento musicale antico e nobile come l’organo. «È rimasto sepolto per

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Le porcherie di berlusconi

Maria Novella Oppo (L’Unità)

Di chi sono le porcherie

Il ministro Scajola ha lo stesso diritto di convocare i vertici Rai che noi comuni cittadini di convocare il consiglio dei ministri a casa nostra. Quello che caratterizza le mosse di questo gabinetto (inteso come governo Berlusconi) è il totale disprezzo della divisione dei poteri in democrazia. Infatti, mentre Montesquieu si rivolta nella tomba, il ministro Maroni accusa i giudici di non interpretare come pretende lui la legge che ha introdotto il reato di clandestinità, ritenuto dai più incostituzionale. Di questo passo, tra poco la Carfagna assegnerà i premi Nobel, Rotondi deciderà i risultati del campionato di calcio e quel megalomane di Berlusconi stabilirà addirittura la canzone vincitrice di Sanremo. Ma, tornando alle accuse di Scajola contro Annozero, se nel programma c’erano «spazzatura, vergogna, infamia, porcherie», queste erano tutte del premier e riferite per dovere di cronaca dalla stampa di tutto il mondo.

LA OPPO, UNA CON LE PALLE

pantaloncini

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Pro memoria x gli amici sardi (replay)

Il buon lavoro di Soru e lo sfascio di Cappellacci

* Il debito totale del bilancio regionale è stato ridotto, in 4 anni, di
oltre 2400 milioni di euro.
In Sardegna, nel 2004, si è arrivati a spendere l’esorbitante cifra di 340
milioni di euro per la formazione professionale.

* Nel 2004, la Regione Sardegna, enormemente indebitata, impiegava il 98%
delle risorse del proprio bilancio per le spese correnti, ovvero stipendi
del personale, locali ecc., mentre ora questa percentuale è scesa al 65%:
ciò consente di investire il restante 35% nelle politiche sociali,
sanitarie, dell’istruzione ecc.
*  Durante l’amministrazione Soru le auto blu della Regione sono passate
da 750 a 50.
L’amministrazione Soru ha eliminato

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AVANTI con le porcate

Scuola

15 luglio, sit-in dei precari

davanti a Montecitorio

L’anno dolente della scuola non è ancora finito. Il 15 luglio in piazza Montecitorio sfileranno i precari. Persone, certe di rimanere senza posto e senza stipendio con l’inizio dell’infausto prossimo ciclo (riapertura il 14 settembre), in cui si sperimenterà il modello Gelmini. L’ELENCO DELLE ASSOCIAZIONI CHE ADERISCONO.
di Fabio Luppino (l’Unità)

luce

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Marco Travaglio (da l’Unità)

Topolanek, Bocchino, Pompa & F.lli

Siccome «nomina sunt consequentia rerum», sulla scena degli scandali berlusconiani, dopo Topolanek, irrompe l’on. Bocchino: «In questa vicenda ci sono apparati dello Stato fuori controllo». Non ce l’ha con l’apparato riproduttivo di Al Tappone, già devastato da un editoriale di Feltri, ansioso di far sparire l’arma del delitto («facendo strame della privacy, affermo che Silvio è senza prostata… e buonanotte al sesso. La scienza fa miracoli tranne uno: quello»). No, Bocchino ce l’ha coi servizi segreti, ovviamente deviati: «Dovrebbero occuparsi della sicurezza del premier, scortarlo, proteggerlo». Invece colludono coi nemici della Nazione: tipo il fotografo Zappadu che, secondo l’autorevole Il Giornale, ha «rapporti coi servizi». Tesi suggestiva, anche perché Al Tappone ha governato 8 anni su 15 e ha sempre trafficato coi servizi. E l’altro giorno ne ha riuniti i capi a Palazzo Chigi: c’erano il coordinatore Gianni De Gennaro, a suo tempo confermato da Al Tappone a capo della polizia nonostante i fattacci del G8 di Genova, o forse proprio per quelli (ora è imputato per induzione alla falsa testimonianza dell’ex questore); e l’ex direttore del Sismi Niccolò Pollari, sebbene sia imputato a Milano per il sequestro di Abu Omar e a Perugia per peculato con Pio Pompa (avrebbero spiato «presunte opinioni politiche, contatti e iniziative di magistrati, funzionari dello Stato, associazioni di magistrati anche europei, giornalisti e parlamentari»), o forse proprio per questo. Dal che si deduce che cosa intendano lorsignori per «servizi deviati»: quelli che lavorano per lo Stato.

foglia

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