E ora Palazzo Grazioli è un sito porno.°°° Perché prima cos’era?

Palzzo Grazioli sito porno

Basta digitare www.palazzograzioli.com, oppure it, oppure org. Ma appena si avvia la connessione, invece della casa romana del premier – ovvero dimora istituzionale – appaiono ragazze in pose discinte.  La home page di un sito porno, insomma. Ad acquistare i domini è stato un ragazzo torinese che ha comperato gli spazi web per pochi spiccioli e ha lanciato la provocazione.

“Ancora nessuno mi ha telefonato. L’obiettivo è ovviamente quello di venderli, mi sembrava tra l’altro veramente strano che non si fossero davvero comprati i domini”, racconta il giovane ad ’AgenParl. Che aggiunge:  “Se si facessero vivi per acquistare i domini, quanto chiederei? “Non ho idea della cifra. Posso farmi un’idea, ma sto a guardare. E’ da capire anche se è di interesse che tutto venga pubblicato a livello istituzionale, cioè che torni ad avere le sembianze di un dominio che ha la caratteristica di essere quello di un palazzo importante e che preferiscano non avere un sito con delle ‘donnine nude’. Poi certamente loro avranno pensieri più grandi del dominio internet”.

Certo, come fanno notare i siti specializzate in tecnologica e web, è davvero incredibile che palazzograzioli fosse un dominio in vendita. Scrive Blitzquotidiano.it:  “È come se la Casa Bianca o il Quirinale si fossero lasciati scappare la loro identità sul web correndo il pericolo di essersi trasformati in siti porno”.

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Anemone-Berlusconi: “piccoli lavori a Palazzo Grazioli”°°° Piccoli? Di piccolo, Mafiolo, ha solo il cervello e il pisello!

Anemone, spunta una nuova lista
Tra i nomi c’è anche un Berlusconi
“Sono piccoli lavori a Palazzo Grazioli”

°°° Ma come ci potevate pensare che Berlusconi fosse esente anche da una sola delle porcate che infestano questo povero Paese ? E’ ovvio che lui ha le mani sporche infilate in tutti i raggiri e in tutte le ruberie. Piccoli lavori, dice…conle sue manie di grandezza, dovute ai complessi d’inferiorità che se lo magnano vivo, piccoli lavori vuol dire che come minimo costano quanto il Duomo di MIlano. Magari si è fatto costruire un eliporto in camera da letto…

GESU’  CRISTO BASTONA LA CRICCA

b.cristo1

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Una giornata a palazzo Grazioli

Il boss fa con calma. Lascia che i suoi ospiti aspettino, mentre lui fa colazione. Lascia che gli ospiti aspettino, mentre lui fa le telefonate quotidiane che nessuno può ascoltare. Dai vari cellulari schermati, anti intercettazione, registrati in Russia a nomi fittizi, chiama i suoi sgherri dei servizi deviati per monitorare i nuovi dossier fasulli in allestimento, contro chiunque gli rompa i coglioni; chiama i servi dislocati a merdaset, partendo da antonio ricci e chiudendo con confalonieri (al quale racconta nei particolari la “trombata appena conclusa con vattelapesca”… ovviamente, ha passato la notte a guardare per l’ennesima volta – tra un attacco di diarrea e un altro –   le sue figure di merda internazionali  e tra una sniffata e una spennellata alle emorroidi, sempre più impertinenti, pallamadonna (cit). Poi chiama gli sguatteri al Giornale, al Tg1,tg2, tg4, tg5, studio aperto, Libero, Chi, panorama, ecc. Sbraita, insulta, ordina, rabuffa, sputtana, minaccia, ricatta…

 I suoi ospiti passeggiano nervosamente nella sala da pranzo e ammirano – per la milionesima volta – i ritratti  (troppo) benevoli del gran capo, pasticciati dagli imbrattatele di mediavideo e delle aste taroccate delle tv locali, che lo ritraggono in pose auliche e con personaggi davvero illustri. Passeggiano e sbuffano, ben attenti a non essere osservati dai domestici titolari.

Bondi fischietta senza sibilo, serafico, e stringe la mano della sua compagna, che guarda voracemente un cameriere sardo che sta ultimando la mise en place; Bonaiuti  si lecca le palle su un divano, come fanno tutti i cani  fedeli e soddisfatti. Gasparri sbava irrimediabilmente e copiosamente, mentre parla al cellulare con la segreteria telefonica di un nuovo trans, scoperto su Internet da Capezzone, e racconta tra i risolini che lui dorme sempre con due bicchieri sul comodino: uno pieno d’acqua e uno vuoto… perché a volte si sveglia che ha sete e altre volte si sveglia che non ha sete. Capezzone ripassa coscienziosamente la solita frase di saluto da servire al boss: la ripete ormai da un paio d’anni, ma cerca sempre nuove sfumature di piaggeria; è un perfezionista e non è mai soddisfatto. Ogni notte se l’ascolta in cuffia in un loop che manderebbe ai matti perfino Bonaiuti, un criceto scemo,  e il pappagallo Loreto. La Russa sfida a braccio di ferro il vecchio maitre tremolante e malfermo sulle gambe, uno dei pochi superstiti del Titanic che, in casa Berlusconi sente tanto “l’aria di casa” e vede molti iceberg all’orizzonte.

Finalmente, quando Angelino Al  Fano sta cominciando a distribuire panini alla coppa e al crudo (se ne porta sempre uno zaino, tanto finisce sempre così: che il duce  li invita a pranzo, ma poi – dato che soffre di tutte le malattie del mondo ed ha il braccino corto – non si mangia mai un cazzo!)… ecco che compare Gianni Lecca Lecca. Sempre cardinalizio, entra sospingendo con una mano sul culetto un bambino berbero di nove anni e sorride ieratico: “Sta per finire – sussurra – a momenti sarà qui.”

Bossi smanaccia una mezza porzione di polenta taragna che conserva nella tasca della giacca sformata, dentro un cartoccio di carta oleata,  aspira a ventosa e se ne riempie anche gli occhiali e i capelli. Sono quasi le 14 e 30, cazzo di Budda! E loro sono lì dalle 11. Tutti, chi per un motivo chiper l’altro,  si ignorano volutamente e sono molto compresi nell’ignorarsi.

Ma ecco che si spalanca la porta degli appartamenti del boss… ma non appare lui, svolazza la nutria morta che si incolla alla pelata ogni mattina, mentre Silvio maledice il fon, il suo cameriere  personale, e Roberto Saviano.

Silvio fa capolino, con la capoccia piena di  vinavil e maledice Santoro e Travaglio, prima di sbattere la pesante porta alta tre volte lui. Il cameriere la riapre, zampetta verso la pelliccia, e la riporta indietro lottando. Sembra viva.

Ma ecco che, alle 15,30, mentre il maitre – avvertito da un gorilla della sicurezza  preposto all’assaggio  – comincia a versare il consommè di pollo nelle tazze, sbrodolando in giro e scagazzando tutta la tovaglia di Fiandra, fa la sua entrata regale…veramente, piuttosto contrariata e sbilenca, il capo dei capi, in perfetto doppiopetto formato scaldabagno e color elefantino.

“Ma perché si veste sempre come la cara salma?”  pensa inorridito  Capezzone, ma non lo dice. Tutti i servi sono già

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Le porcate della cricca sarda con l’eolico

Gli «smemorati» sardi del Pdl che rinnegano la sbornia eolica

di Gianluca Serratutti gli articoli dell’autore È un contagio di massa. Inizia a colpire misteriosamente il centrodestra sardo dallo scorso marzo. Una febbre antieolico virulenta che i maliziosi collegano alla pubblicazione di intercettazioni scomode. Quelle che avrebbero indotto Cappellacci a bloccare l’eolico, fino a due mesi fa senza limiti. Fatto sta che la febbre dilaga e colpisce pure la memoria, facendo diventare talebani i liberisti che per 5 anni avevano accusato la giunta Soru di aver fermato il prolificare di pale eoliche. Mario Diana, capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, l’8 maggio dichiara all’Unione Sarda che «il centrodestra ha invertito la tendenza, siamo passati dall’era Soru alle regole». Allo stesso giornale l’11 novembre 2008 dichiarò: «Soru ha promosso politiche contro l’eolico … si apra la strada alla liberalizzazione». L’attuale assessore della Programmazione La Spisa, commentando le scelte del centrosinistra sull’energia, nell’ottobre 2004 sentenzia: «Saremo un’isola senza energia» (titolo dell’Unione Sarda) e «Si è detto no all’energia pulita del vento». Il 19 febbraio 2005 il ministro Matteoli tuonava «Per lo stop all’eolico il governo chiederà i danni». Antonello Liori, oggi assessore alla Sanità della giunta Cappellacci che due mesi fa blocca improvvisamente l’eolico, l’8 marzo 2005 ricorda a tutti che «La Sardegna non può sopportare all’infinito le bizze degli ambientalisti da salotto che ci hanno anche imposto l’abbandono del nucleare. Adesso ci costringono ad un vergognoso dietro front sull’eolico». Intanto il governo Berlusconi chiama in causa la Corte Costituzionale contro la cosiddetta legge salva coste, che aveva anche bloccato l’eolico in attesa di approvare il piano energetico. La Corte si pronuncia a favore della Regione nel gennaio 2006. Il deputato Cicu non approva, per lui «E’ una norma dannosa». E per Mauro Pili, che da Presidente nel 2003 dà il via libera a 2000 Megawatt di pale , «Una sentenza contro la Sardegna e contro i sardi, la legge blocca lo sviluppo e metterà i sardi in ginocchio». All’alba dell’epidemia verde, il 7 marzo 2010, dalle colonne dell’Unione Sarda rassicura: «Tutti al bando i signorotti del vento». Qualcuno provocatoriamente sostiene che Pili, convertitosi, sia il vero untore del contagio, provocando qualche imbarazzo al suo coordinatore nazionale intercettato, Verdini, e agli altri indagati del partito. Pochi giorni fa, il 12 maggio, i leader maximi dei partiti che sostengono Cappellacci fanno un comunicato congiunto: «La posizione della

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No alla legge Carfagna

“No alla legge Carfagna”

Blitz con rossetto a palazzo Grazioli

PALAZZO  GRAZIOLI, INTERNO

casino

Studentesse, precarie e migranti con rossetto e ombrelli rossi alla mano per protestare contro il ddl Carfagna. Lo slogan: “Rosso è il colore delle escort”. Domani corteo a Roma in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne.

“NESSUNA CASA E’ PIU’ CHIUSA DI QUESTA”

°°° Bellissima

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Il regimetto insiste

Dopo le polemiche e l’annuncio dell’istruttoria del governo

la trasmissione di Raidue torna sulle feste di Palazzo Grazioli

Scandalo escort, Annozero insiste

Domani sera ospite la D’Addario

La replica del viceministro Romani: “Anche in questo caso, verificare se è servizio pubblico”

Repubblica

REGIMETTO  BURLESQUONI IN LIQUIDAZIONE

affari

ROMA – Annozero non molla lo scandalo escort. Dopo le polemiche, gli attacchi del centrodestra e l’istruttoria sul programma di Michele Santoro annunciata dal viceministro Romani, domani sera sarà Patrizia D’Addario a raccontare la sua verità sulle feste di Palazzo Grazioli. Una presenza che secondo lo stesso Romani ribadisce la necessità di verificare se

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Berlusconi- BUGIE: gambe corte

COME  LE  SUE  BUGIE

Aquila, la richiesta di uno sfollato

“Villa Certosa o Palazzo Grazioli”

Antonio Bernardini, come altri terremotati, ha fatto domanda per l’alloggio provvisorio. Alla voce “in affitto” ha indicato le residenze di Berlusconi. “Non è una provocazione. L’aveva promesso”

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

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