Magia

I voli di Stato del premier
Il pm: “Archiviare gli atti”

La richiesta dell’accusa al Tribunale dei ministri: “Non rilevante dare passaggi a soggetti non istituzionali in presenza di rappresentanti delle istituzioni”

°°° Lo sapevate? Basta cancellare la legge Prodi, che consentiva di risparmiare 530 milioni di euro all’anno e… voilà! Tutto è permesso. Perfino traghettare zoccole e posteggiatori da pizzeria di quart’ordine a spese nostre e andare a rimpinzarsi di cocaina e champagne, come se fossero impegni istituzionali.

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Stocazzo!

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Bongiorno: il mio addio a Mediaset colpa di Pier Silvio

All’Era glaciale: «Il responsabile è lui, è giovane e inesperto. Nemmeno una targa ricordo mi hanno mandato…»

°°° Patetico. Nemmeno i ministri vanno a pisciare quando hanno lo stimolo, ma quando lo dice Silvio. Figuratevi quello scimunito del figlio se si poteva permettere di cacciare così volgarmente l’uomo che ha permesso alla sua famiglia di ripulire così platealmente i milioni di miliardi di miliardi della mafia! Patetico, spudorato e volgare.

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Amici, perdonatemi

Ma non ne posso più di queste scimmiette sardegnole che inneggiano al mafionano. Oggi sono andato dal Gemellino a prendere un po’ di prosciutto, che lui fa con maiali sani di qui, ma manda a maturare nella ventosa Esterzili: una vera bontà… dico una battuta su Mafiolo e salta su una carampana – una della famiglia Addams, sorella di quella che ruba soldi ai deportati (che qui chiamano “turisti”) con una cagata di casa vecchia con tre foto sgranate e due carabattole… ma si chiama, con la complicità della gang del sindachetto inutile: “CASA MUSEO”… nessun permesso, nessuna licenza, niente tasse… e mi ha pure rubato quattro metri quadri di terra del giardino per un bagnetto, che avevo fatto costruire alla quasi centenaria padrona, 20 anni fa, con l’intesa che alla sua morte gli eredi avrebbero chiuso la porta della sua parte e ne avrei aperto una io A CASA MIA per farci la legnania. Bene, torno qui dopo 11 anni di assenza e mi trovo questa “casa museo dei miei coglioni” con questo cesso arrogante (non il bagnetto, quella brutta) che al mio “Scusa, ma guarda che questo bagnetto è mio. Ho fatto una cortesia a tzia Carmela perché non ne aveva e non poteva andare in campagna a fare i bisogni, ma lei è morta da dieci anni, quindi…” il mostricciattolo salta su con uno splendido: “Vaffanculo! Io ho comprato la casa e quindi anche questo bagno è mio.” “Un par de cazzi. Ora lo butto giù.” Il mio avvocato dice che se lo distruggo passo dalla parte del torto e siamo quattro anni così. Io la piglierei a calci nel culo, la megera orrenda, con suo marito scemo e i due figli che – dicono – sono loro. Ma sono troppo buono e gentile. Quindi… dal macellaio salta su la sorella e sbraita: “Sempre i soliti voi comunisti! Saltate addosso a Berlusconi per qualunque stupidaggine!”
“No, cara. – le ho risposto affabile – Non è una stupidaggine corrompere giudici, finanzieri, e testimoni. Sono reati che ti mandano in galera a vita in qualunque nazione civile… ho detto civile?… ah, certo: che cazzo ne sapete voi scimmiette di cos’è CIVILE?” e me ne sono andato.

scimmie

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Ma non è una cosa seria…

Da ieri la gara per la presentazione dei simboli, finora depositate 59 liste
Al Viminale è ingorgo di falci e martelli, scudocrociati e garofani
Dal Gabbiano all’Italia dei Malori
tutti in corsa per un posto in Europa
Raffica di proposte del dottor Cirillo: Preservativi gratis
Donne insoddisfatte e Partito degli impotenti

di ANTONELLO CAPORALE

ROMA – E’ sempre bellissima l’idea che chiunque voglia possa. Possa permettersi cioè di entrare al Viminale e depositare il suo simbolo, presentare il suo partito, chiamare il popolo al voto, e proprio per lui, senza chiedere a nessuno il permesso. E seppure sia un sogno di cartapesta, resta mirabile il disegno onirico del cittadino italiano dottor Cirillo, che ieri ha avanzato richiesta di partecipare con una sua lista alla competizione elettorale europea.

Nella giornata vissuta in altri momenti con presidi notturni e scontri verbali finiti a volte pure a spintoni per l’accaparramento del miglior posto sulla scheda (in alto a sinistra, in basso a destra) l’orizzonte si apre noiosamente su cinquantanove stemmi politici che, in teoria, dovrebbero affacciarsi al voto. Entro oggi infatti le quattro bacheche del corridoio al pianterreno del ministero dell’Interno si riempiranno tutte di colori e di segni. Tondini possibili e altri impossibili. La loro morte è annunciata, avverrà al momento in cui la commissione elettorale provvederà alla verifica delle firme necessarie per la presentazione. All’esame bisognerà vedere quante falci e martello ammettere tra quelle presentate (due per adesso), quanti partiti comunisti (ancora due), o partiti socialisti (ce ne sono già tre), e democrazie cristiane (le solite moltitudini). E’ un giudizio al quale, spesso, seguono conflitti giudiziari.

Si pensi che il detentore, ora sembrerebbe già ex, del simbolo di una delle Dc in circolazione, il signor Pino Pizza, è sottosegretario di questo governo all’Università e alla Ricerca, proprio in ragione del compenso, chiamiamolo così, che Silvio Berlusconi gli ha riconosciuto per aver evitato di posizionare nella scheda la sua Dc, conquistata dopo liti interminabili in tribunali.

Si ritiene infatti che esistano quantità significative di voti espressi per pura confusione o raccolti grazie a una evidente alterazione della identità politica. In pratica molte migliaia di italiani, soprattutto i più anziani, votano o per sbaglio sul simbolo più conosciuto o anche per pura e solitaria affezione, associandolo a volte erroneamente a protagonisti che concorrono invece in altri schieramenti. Questo errore produce vantaggi enormi per chi detiene il solo marchio di fabbrica: ruba voti. E i voti contano e costano.

Proprio per evitare i furti di identità i funzionari del Partito democratico hanno presentato anche il vecchio simbolo della Margherita e della Quercia diessina. Depositandoli evitano atti di pirateria. Così come è stata tutelata Forza Italia, oggi Popolo della libertà.
La realtà e la finzione viaggiano appaiate. Qualche gabbiano, oltre quello di Antonio Di Pietro, un filosofico partito “Spirito del Tempo”, lo zeitgeist, un’aquila, molte leghe (della Padania, della sola Lombardia, delle Venezie, del Meridione) e naturalmente parecchie Italie.

I soliti nomi tracciati nei simboli: di Berlusconi, Bossi, Casini, della coppia radicale Bonino-Pannella. E infine il citato dottor Cirillo. Salernitano 45enne ha esposto le sue idee sotto il suo nome in alcune varianti fantastiche: Italia dei Malori, la prima. Interrogativa la seconda: Italiani poca cosa?, poi il sesso naturalmente (vota la lista “Donne insoddisfatte e incomprese” o anche “Preservativi gratis”). Si è saputo che il titolare di questa fabbrica di marchi si è presentato altre quattro volte a consultazioni elettorali. L’anno scorso propose gli “Impotenti esistenziali” che divenne il titolo anche di un film in cui Tinto Brass non ha voluto far mancare un suo segno.

Alle otto di ieri il portone del Viminale si è chiuso. Si riprende oggi, e alle quattro del pomeriggio, orario di chiusura, la parete del ministero sarà tappezzata di centinaia di segni in gara in questa Canzonissima della politica.

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