Pompe funebri

Una vecchia legge del Regno Sabaudo imponeva ai “Signori Uffiziali responsabili delle sepolture” di rendersi “personalmente parte diligente, affronte di testimoni, pria che la cassa sia chiodata”, che quello che stavano per seppellire fosse effettivamente morto. In seguito a tale legge i vari “addetti” usarono diversi metodi, ma ad un certo punto prevalse il metodo di dare un bel morso al ditone di un piede del defunto. Fu per questo che il basso popolo iniziò a chiamarli “Beccamorti” e Becchini”. Fu in tempi molto più recenti che, in occasione delle esequie di un poveraccio mutilato di entrambe le gambe, fu coniato il termine di “Pompe funebri”.

pompa

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da Travaglio

Pompe funebri

Don Gianni Baget Bozzo avrebbe meritato necrologi un po’ più somiglianti. Ma, si sa: chi nasce è bello, chi si sposa è buono e chi muore è santo. Ora, che il defunto sacerdote fosse santo, è possibile: le vie del Signore sono infinite. Ma che fosse un «genio» o un «eretico», come l’han compianto in molti a destra al centro e a sinistra (infatti era stato, talora contemporaneamente, di destra, di centro e di sinistra), sussiste qualche dubbio. Il «genio» è stato il cappellano di tutti i peggiori soggetti della I e della II Repubblica: Tambroni (uomo dell’asse Dc-Msi), Craxi e Berlusconi. L’«eretico» fu sospeso a divinis non certo per posizioni irregolari, ma perché si era fatto eleggere due volte eurodeputato nel Psi. Campionissimo di conformismo, fu con la destra cattolica e democristiana negli anni 50, col Pci negli anni del sinistrismo imperante, con Bottino Craxi negli anni 80 della Milano da bere e dell’Italia da mangiare, poi con Al Tappone. Senza dimenticare il flirt manipulitista nel 1992-’94 («Di Pietro impressiona per la sua dignità, il suo riserbo, la sua schietta popolanità. È una persona in cui gli italiani credono, ma in lui come pubblico ministero, come uomo del dovere quotidiano, di cui il paese vive»). Il tipico intellettuale italiano: sempre a corte, sempre dove tira il vento, sempre dalla parte del potere politico e culturale. Diceva, restando serio, di sentire le voci dello Spirito Santo, che lo guidava nel suo zig-zag politico e gli suggeriva concetti del tipo: «Craxi è come Cristo sul Calvario» o «Berlusconi è l’Uomo della Provvidenza». Una prece.

bozzo

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Dimissioni subito!!!

Speciale terremoto
Ondata di maltempo in Abruzzo
Le tendopoli non reggono l’acqua

Pioggia, fango e freddo stanno provocando gravi disagi nelle tendopoli allestite all’Aquila e nei paesi limitrofi colpiti dal sisma del 6 aprile. Il campo di Castel di Ieri è sprofondato nell’acqua. Foto e testimonianze raccolte da un volontario della Toscana.
di Patrizio Mecacci
“Una cosa indescrivibile”, dice Enrico Lulli, idraulico dell’ospedale di Careggi, volontario nel campo di Castel di Ieri –L’Aquila – , dove il PD toscano ha installato uno dei tendoni solitamente utilizzati nelle feste di partito e gestisce una cucina da campo. “La tendopoli è allestita in un campo da calcio. Stamani era tutto allagato, piove ininterrottamente da 36 ore. Guardando il paese la parte sinistra del campo è tutta allagata, ci saranno 15-20 cm di acqua.

I carabinieri, la protezione civile e il sindaco sono continuamente presenti e cercano di risolvere il problema. Per ora Lucio col suo trattore prova a fare i solchi per il deflusso dell’acqua, mentre i vigili urbani insieme a un’idropompa del marito del sindaco cercano di allontanare il pantano. Stanotte tutti gli abitanti della tendopoli sono andati a dormire al bocciodromo vicino, mentre una ventina di persone, le più giovani e i volontari del campo, sono rimasti a dormire nelle tende circondate dall’acqua. Tutto si rallenta, perché l’emergenza principale dell’allagamento ritarda l’arrivo della spesa, la preparazione dei pasti, i rifornimenti, la vita delle persone.”

“La tensione sta salendo: noi cerchiamo di fare il massimo, ma la situazione è davvero al limite” – dice Manuela Abate, partita da Morreale, in provincia di Palermo, per gestire la cucina e coordinare il lavoro dei volontari. “Oggi sono arrivati tre volontari di Alessandria della polizia municipale, di supporto al campo, e stanno continuando i turni dei volontari del Partito democratico toscano, anche nel campo di Goriano Sicoli, il paese a 6 km di distanza. Dicono che l’epicentro si stia spostando a Sulmona, dove stanotte tutti hanno dormito in macchina, e a Castel di Ieri non vogliono rientrare nelle case perché si teme una scossa più forte. Finché trema non ci tornano. Gli anziani hanno dormito in macchina e al bocciodromo.

I bambini giocano a fare saltare le pietre nel “laghetto” grande mezzo campo di calcio. La farmacia, allestita in una delle tende della protezione civile, è allagata e inagibile: la farmacista è stata portata dentro con la carriola, per tentare di sistemare qualcosa. I tavoli ed i bagni chimici sono stati rovesciati dal vento, la tenda per i pranzi e tutte le tende le abbiamo dovute piantare di nuovo nel terreno, stanotte erano allagate ed erano usciti tutti i picchetti. Almeno il tendone portato dalla Toscana ha garantito un riparo. Mancano gli stivali per le persone, non c’è modo di spostarsi tra le tende. Ora è arrivata una camionetta dei pompieri. Dicono che fino a sabato pioverà: così non sappiamo quanto potremo andare avanti.”

°°° In un paese normale si sarebbero dimessi immediatamente il sedicente presidente del consiglio più amato dagli italiani (che stranamente fa slittare le elezioni PROPRIO IN ABRUZZO…), il capo della protezione civile e tutte le zoccole e i nani dei vari ministeri prét à porter. In Abruzzo si usano le pompe per risucchiare l’acqua, al governo per fare carriera rapidamente. Ma qui si occupano le tv con decine di comparse ululanti di giubilo, mentre la tragica realtà suona il miserere.

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