Monti, niente soldi per i malati di Sla, ma altri milioni per un ponte delirante che non si farà MAI!

Vergognoso comportamento di questi sedicenti tecnici. Ogni giorno che passa li scopriamo troppo uguali al macellaio delinquente che li ha preceduti. Niente soldi per le famiglie, scuola e ricerca, ma miliardi a pacchi per bombardieri inutili. CHE SCHIFO!

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E dal ministero rispunta il ponte sullo Stretto°°°Pura follia o scambio di mazzette?

L’infrastruttura più cara a Silvio Berlusconi, che ne fece oggetto della sua campagna elettorale nel 2008, e che il governo Monti si affrettò a definanziare, poche settimane dopo l’insediamento, torna alla ribalta. A dispetto delle critiche che piovono da un decennio sul ponte sullo Stretto, il meccanismo amministrativo si è rimesso pericolosamente in moto.

Meccanismo che potrebbe portare alla posa della prima pietra nel giro di pochi mesi. “Non c’è una scelta definitiva, io non lo considero tra le infrastrutture prioritare”, disse il ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera nel giugno scorso. Dichiarazioni che arrivavano dopo due mosse cruciali volte a bloccare la mastodontica opera destinata ad unire Calabria e Sicilia: alla fine di ottobre del 2011 il piano di investimenti della Commissione europea, che indica i trenta progetti prioritari fino al 2020, ignorò smaccatamente il mega-ponte. Il governo Monti non perse tempo: la riunione del Cipe del 20 gennaio di quest’anno dispose il definanziamento per 1,6 miliardi del Ponte motivando la scelta proprio per l’assenza, dopo tanti anni, di un progetto definitivo.

E dal ministero rispunta il ponte sullo Stretto

http://www.repubblica.it/politica/2012/09/30/news/e_dal_ministero_rispunta_il_ponte_sullo_stretto-43560221/?ref=HREC2-2

°°°Per anni il mondo civile ha riso in faccia a Burlesquoni per questo delirio inutile e pericolosissimo, oltre che troppo dispendioso per un Paese che affoga tra debiti e merda. Non si può costruire nemmeno un pollaio nella zona più sismica d’Europa, figurarsi un ponte di cartapesta affidato alla mafia. Chiaro?

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Passera: «Ponte non è prioritario» E il Pdl s’infuria. Ma ancora con sta minchiata colossale?!

Ma che s’infurino pure tutti e venti, tanti ne son rimasti al partito dei ladri. E’ ASSODATO DA TEMPO CHE QUESTO PONTE FARNETICANTE NON SI FARà MAI: PERCHé I PROGETTI FANNO CAGARE (I GIAPPONESI CHE LI HANNO VISTI STANNO ANCORA RIDENDO CONVULSAMENTE DA TRE ANNI), perché sarebbe costosissimo e inutile, e perché nel perimetro più sismico e ventoso d’Europa una stronzata del genere non ha nessun senso. Tutti sappiamo anche che questa gabola è servita al delinquente per fottersi un altro pacco di miliardi, per mantenere una bella cricca, e per cercare di inchiappettare ancora una volta gli italiani con proposte mirabolanti, dato che non è MAI riuscito a risolvere nemmeno mezzo problema delle migliaia da lui stesso creati.

Da ultimo, un berlusconi al 2/4% non ha davvero più nulla da pretendere né da promettere: gli italiani si sono finalmente svegliati e, fati salvi i soliti mafiosi e i delinquenti incalliti, nessuno se lo caga più da un pezzo. Requiem.

matteoli passera ponte stretto messina

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Ponte sullo stretto: come derubare gli italiani.

Alessio Pisanò

19 ottobre 2011

Il Ponte sullo stretto nel cestino di Bruxelles
Le linee guida Ue bocciano il progetto

“Se l’Italia vuole il Ponte se lo deve pagare da sola (9 miliardi di euro)”. Matteoli: “Il Ponte per il governo resta una priorità essenziale”. Intanto il Corridoio V resta in alto mare e i finanziamenti Ue sempre in forse

A Bruxelles nessuno ci ha mai creduto davvero. Eccetto forse Antonio Tajani quando era commissario Ue ai Trasporti. Con la pubblicazione delle linee guida delle grandi reti infrastrutturali nel campo dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni, il progetto del Ponte sullo Stretto finisce definitivamente nel cestino. Non ce n’è infatti traccia nella lista delle
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Le rapine di Mafiusconi: il ponte (fantasma e delirante) sullo stretto

di GIUSEPPE BALDESSARRO e ATTILIO BOLZONI

Clientele, disegni e quattrocento milioni
sullo Stretto c’è un pozzo senza fondo

Clientele, disegni e quattrocento milioni  sullo Stretto c'è un pozzo senza fondo

Una costruzione simulata del Ponte

Del Ponte si parla dal 1969. Ma fin’ora non è stata messa neanche una pietra. Secondo la Corte dei Conti, tra il 1986 e il 2008, è costato poco più di 200 milioni di euro. Ma tra trivellazioni, progetti e personale la cifra totale dovrebbe arrivare al doppio. Eppure si continua a spendere senza risultati: la Regione Calabria è pronta a finanziare i primi corsi di formazione professionale

E’ fatto di carta. Non si stufano mai di disegnarlo, di ritoccarlo nel suo slancio a una o due o a tre campate verso l’isola, d’immaginarselo indistruttibile mentre sotto un bombardamento nucleare la Sicilia e la Calabria sprofondano nel mare ma il loro Ponte resta lì intatto e
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Ponte di Messina. I traffici losci della cosca berlusconi con la mafia.

Messina, nuovo accordo per il ponte
Gli ambientalisti: “Ricatto dei costruttori”

Intesa tra Comune e imprese sulle opere di riqualificazione ambientale. Ma per la rete No Ponte si tratta di pochi interventi in cambio di devastazione del territorio e inquinamento

Devastazione del territorio, discariche, inquinamento e rumore, in cambio di uno svincolo autostradale, un depuratore, la bonifica e riqualificazione delle aree di discarica e gli indennizzi per gli espropri. “Un vero e proprio ricatto”: così la rete No Ponte definisce l’accordo per la costruzione dell’opera sullo Stretto raggiunta dal comune di Messina e dai rappresentanti della Stretto di Messina spa e del contraente generale Eurolink (associazione di sette imprese guidata da Impregilo). L’intesa, che per il Comune è un formale “accordo procedimentale” che accelera la procedura per l’avvio dei lavori preliminari alla costruzione, è stata definita formalmente, ma non è ancora operativa: riguarda l’alloggiamento dei cantieri, la gestione delle terre da scavo e dei siti di stoccaggio, la realizzazione delle opere di riqualificazione ambientale dei siti e la loro destinazione all’uso pubblico, e infine gli espropri, che interessano circa 500 soggetti tra semplici cittadini e società.

Secondo il movimento No Ponte, quella offerta dalle imprese costruttrici è una “compensazione ricattatoria. Accettare di trasformare la città per anni in un mega-cantiere, dagli effetti inimmaginabili per la vita di oltre 200mila persone – spiega Luigi Sturniolo, uno dei fondatori del movimento – è il segno della debolezza e povertà delle amministrazioni locali: si cerca di ottenere in altro modo ciò che non è possibile fare con il bilancio ordinario”.

Di accordo importante parla invece Pietro Ciucci, amministratore delegato della Stretto di Messina spa: “Offre al territorio una significativa opportunità di recupero ambientale ed idrogeologico di un’area compromessa che sarà restituita alla sua originaria destinazione agricola”.

Ma Sturniolo non ci sta: “È quantomeno strano l’ottimismo di Ciucci – replica – visto che si stanno pianificando discariche per il materiale inerte in un territorio che, come è noto a tutti, è fragile sul piano idrogeologico e dove ci sono decine di aree di impluvio. Parlare addirittura di ‘recupero ambientale’ mi sembra discutibile». La frequenza delle frane sul versante tirrenico di Sicilia e Calabria non è una novità e questo punto, sottolineano gli oppositori del ponte, potrebbe rivelare l’insostenibilità del progetto già nel primo anno di lavori. Un argomento oggi più che mai attuale, dopo l’alluvione dell’1 marzo che ha devastato Camaro Superiore e Mili San Pietro (100 milioni di danni e nessuna vittima, ma solo per caso), frazioni di Messina non lontane da Giampilieri, teatro della drammatica alluvione dell’ottobre 2009. “L’ennesimo episodio che dimostra come bisognerebbe utilizzare il denaro pubblico – sostiene Sturniolo – e cioè spostando le risorse destinate al Ponte per rispondere alla richiesta di sicurezza degli abitanti delle zone a rischio sismico e idrogeologico. Solo nel 2010, per il Ponte sono già stati sperperati 110 milioni di euro per trivellazioni e progettazione definitiva”.

Pubblici sono finora gli unici soldi stanziati per il Ponte: 1,3 miliardi di fondi Fas. Soldi stanziati ma comunque non disponibili, come conferma la relazione della Corte dei Conti del 15 dicembre 2009. “La maggior parte della spesa sarà però finanziata dai privati (60% del totale secondo lo schema del project financing), che ovviamente non hanno intenzione di investire nella sicurezza del territorio, per loro non redditizia”, spiega al Fatto il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca. Eppure nel libro L’insostenibile leggerezza del Ponte, Domenico Marino, professore di politica economica all’Università di Reggio Calabria, non solo ricorda che al momento non ci sono ancora privati disposti a

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