Visti dalla Spagna

L’autore dello scoop del Paìs a l’Unità: «Veronica aveva già detto tutto»

«Veronica è diventata la persona che ha denunciato con le parole più giuste lo status quo»: con queste parole Miguel Mora, corrispondente a Roma per il quotidiano spagnolo El Pais e autore dello scoop delle foto di Berlusconi e le veline a Villa Certosa pubblicate dal suo quotidiano, aveva commentato giovedì scorso a l’Unità la vicenda del premier e delle signorine.

«E’ difficile fare opposizione quando di fronte c’è un regime presidenzialista plebiscitario, populista e demagogico cui il parlamento non interessa molto». Secondo Mora, «l’opposizione si doveva fare 15 anni fa, la sinistra è sparita. Quando le cose più di sinistra le fa la chiesa cattolica e le cose veramente dure le dice la moglie del primo ministro, qualcosa non funziona».
«Mi sembra che non ci siano dubbi – questa la conclusione di Miguel Mora – è tutto lì tutto nella sentenza Mills, lui ha fatto un impero in italia e anche all’estero tramite società offshore, era una strategia di lungo termine, lì si vede come lui (Berlusconi, ndr) ha un piano per dominare il mercato dei media italiani da anni, da tanti anni».

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E GHEDINI MINACCIA TUTTI!

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Una legge sensata e moderna

Libertà di Rete. Libertà di software. Il Pd presenta il ddl
di Alessia Grossi

«La Rete come metafora di un’idea diversa di sviluppo». Il Pd raccoglie la sfida della regolamentazione delle reti di comunicazione, di Internet in particolare, e presenta a Roma a Palazzo Marini il disegno di legge firmato dai senatori Vincenzo Vita e Luigi Vimercati.

«Più che una proposta definitiva un pretesto – spiega Vita – per rispondere alle iniziative censorie che riaffiorano in tutta Europa, in Italia ne è un esempio il ddl Carlucci che vuole limitare la Rete in nome di rischi che niente hanno a che vedere con la neutralità di Internet».

Tra i punti fondamentali della proposta dei senatori del Partito Democratico quello dell’accesso neutrale alle reti di comunicazione, assicurare il diritto alla cittadinanza, diffondere l’uso delle nuove tecnologie della comunicazione nelle Università come nelle scuole e metterle anche a disposizione delle imprese. Ultimo ma non ultimo rimuovere gli ostacoli alle Reti, abbattere il digital divide, insomma, per colmare il disagio economico e sociale e valorizzare le diversità.

Ma Internet è anche «il nuovo spazio pubblico comune» nel quale la libertà e la neutralità giocano un ruolo fondamentale. «Quella che raccogliamo – spiega Vincenzo Vita – è la sfida post democratica. Bisogna scegliere fra la Rete partecipata, matura e interattiva e quella autoritaria, quella della Tv, populista».

Due gli obiettivi, dunque, anche per l’ex ministro delle comunicazione Paolo Gentiloni intervenuto alla presentazione – da una parte quello di assicurare a tutti gli italiani il diritto all’inclusione digitale attraverso la banda larga per tutti; il secondo, quello di rafforzare la libertà della Rete in un momento in cui i rischi vengono presi a pretesto per limitarla».

Ma la neutralità della Rete non può che passare anche per la libertà del software. E infatti il ddl propone la diffusione dell’Open Source anche nella pubblica amministrazione.

«A Brunetta domandiamo come mai la Pa rinnovi i contratti con Microsoft e non usi e sviluppi, al contrario, i software open source con un risparmio non indifferente della spesa pubblica» conclude Vita.

Critiche al governo vengono anche dall’ex ministro Gentiloni che richiama l’attenzione sulla mancanza di investimenti per il digital divide: «Questo è l’unico governo che non investe nella banda larga in un momento di crisi in cui Internet è considerato il volano dell’economia». A tutto questo poi si aggiunge la preoccupazione del senatore Vimercati sul rischio che «gli 800 milioni stanziati per la lotta al digital divide spariscano nei fondi per la ricostruzione delle zone terremotate dell’Abruzzo».

Quella di giovedì, comunque, è solo una delle tante tappe della discussione sul ddl Vita-Vimercati che continua ad essere «aperto a suggerimenti e critiche», dal confronto con la maggioranza al governo, alla discussione in Rete con il popolo di Internet su (“Una legge per la rete”). Intanto «entusiasti e felici» si sono detti blogger e rappresentanti del variegato mondo di Internet intervenuti a Palazzo Marini. Perché, per dirla con Alberto Castelvecchi, editore e blogger de «Il Cannocchiale», «non si può mettere limiti alla nuova civiltà della conversazione».


°°° Insomma, amici miei, ecco un’altra sostanziale differenza tra i cervelli di sinistra CHE FUNZIONANO e la demagogia ottusa e becera dei destronzi. Per loro la “banda larga” è una cosca con molti picciotti. Per la carlucci non so… forse l’elastico del suo perizoma.

IL MIO AMICO VINCENZO VITA

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