Cenerentola e il principe

Cenerentola, come sappiamo deve rientrare tassativamente a mezzanotte e lo dice al principe. Ma lui la trattiene a cena e, arrivati alla frutta, il principe si rivolge agli ospiti e fa: “Ed ora vi faccio vedere come si mangia l’anguria!”. Taglia una gran fetta, ed avidamente se la mangia tutta mordendola e leccandola. Tutti sono felici e divertiti, ma il principe prende in disparte Cenerentola e le fa: “Cosa mi dicevi? A che ora devi tornare a casa?”. E Cenerentola: “Mah, alle tre, le quattro…”.

carfagna

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Il prete e il principe

Aperta campagna, piena estate. Un prete cammina lungo l’argine di un fiume leggendo il suo breviario quando improvvisamente sente chiamare: “Aiuto, aiuto!”. Alza gli occhi dalla sua lettura, ma intorno è deserto. Pensando ad un abbaglio si rituffa sul breviario. Fa alcuni passi ed ancora: “Aiuto, aiuto!”. Si guarda attorno e ancora nessuno. Pensa fra se’ e se’ … deve essere l’effetto di questo caldo… allucinazioni. “Aiuto, aiuto, qua in basso”. Finalmente se ne accorge. Ad invocarlo è un rospo vicino all’argine del fiume. Il prete rimane sbalordito ma da buon cristiano risponde: “Dimmi, cosa posso fare per te?”. “Vedi io una volta ero un bel principe azzurro, ricco e buono. Poi una strega maligna mi ha denudato e trasformato in rospo. Se ora tu mi porti a casa tua, mi metti sul tuo letto e mi baci io tornerò ad essere come una volta…”. – Questa, almeno, era la tesi sostenuta dalla difesa –

papagama

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Dieci quesiti sul premier «privato»


di Nando Dalla Chiesa

Gossip da Novella 2000 o affare di Stato? Credere al Tg1 o alla stampa di tutto il mondo? In proposito avrei anch’io, come si usa, dieci interrogativi da proporre.

Primo. A quanto pare il premier trascorre parte ragguardevole del suo tempo coltivando un universo di giovani donne. Pensando a invitarle, a intrattenerle, a inseguirle per telefono, a disegnare e acquistare regali per loro, a raccomandarle. Avere un capo del governo che si dedica a questo invece di lavorare per il paese, e che anzi per loro diserta appuntamenti ufficiali in cui è già stato annunciato, è un fatto privato o un fatto pubblico?

Secondo. Il capo del governo ha trasformato una sede privata (palazzo Grazioli) nella nuova vera sede della presidenza del Consiglio. Alla luce di quello che abbiamo saputo, su questa scelta ha senz’altro giocato un ruolo importante la possibilità di sbarazzarsi degli accertamenti troppo rigorosi di Palazzo Chigi sugli ospiti in entrata e in uscita. Il fatto che la sede del governo cambi per meglio consentire il viavai incontrollato di una folta corte pittoresca e border-line è un fatto privato o un fatto pubblico?

Terzo. Le molte giovani donne che hanno rapporti di amicizia, di tenerezza e di complicità con il capo del governo vengono ricompensate e talora risarcite con incarichi di rilievo nella politica, con candidature a ogni livello, dalle Europee alle Circoscrizionali, con posti nella pubblica amministrazione o enti vari. Il fatto che si sia affermato questo criterio di scelta per reclutare la classe dirigente è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quarto. La normativa sulle intercettazioni telefoniche approvata dal Senato ha preso il via dalla pubblicazione di registrazioni che riguardavano le relazioni e i problemi del capo del governo con alcune giovani signore dello spettacolo, e dunque dalla preoccupazione del capo del governo di tutelare questa sua sfera di intimità. Vivere in un paese che per queste ragioni viene costretto ad abbassare la guardia contro la criminalità è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quinto. Il capo del governo è visibilmente sotto ricatto. Chi ha fotografato, chi ha filmato, chi ha visto, chi ha sentito. Un numero sterminato di persone che deve essere zittito o acquietato (anche con posti e carriere). Ma può permettersi un paese di essere governato di chi è nella condizione di subire ricatti senza fine? Ed è questo è un fatto privato o un fatto pubblico?

Sesto. Da quel che ci è stato raccontato, donne sconosciute possono entrare nella dimora del presidente del Consiglio, fare foto e registrare. C’è una questione di vulnerabilità del governo. Chi evoca complotti ogni giorno non faticherà a capire che, una volta scoperta l’infallibile via d’ingresso, anche una potenza straniera ostile potrebbe avere accesso a informazioni privilegiate. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Settimo. Imprenditori arricchiti in pochi anni sono in grado di stringere rapporti preferenziali con il capo di governo facendo «bella figura» con lui grazie alla raccolta e consegna a domicilio di donne giovani e piacenti a pagamento. Che effetti ha sul sistema degli appalti, sulle cordate in affari, sulle concessioni, un rapporto preferenziale di questo tipo? Ed è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Ottavo. Una ragazza senz’arte né parte, invitata a cena dal capo del governo, reclama di essere pagata perché «non lo faccio mica per la gloria». In qualunque paese un invito a cena dal capo del governo è motivo di orgoglio. Qui no, non più. Come se Cenerentola chiedesse di essere pagata dal Principe. Ma se il prestigio della carica cade tanto in basso, anche a causa dei comportamenti del capo del governo medesimo, è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Nono. I giornali di tutto il mondo scrivono ciò che le nostre tv tacciono. Il nostro governo è lo zimbello dell’Occidente. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Decimo e ultimo interrogativo.Siccome la centralità politico-culturale dell’harem si è sviluppata di pari passo con lo svuotamento del Parlamento e l’imbavagliamento dell’informazione, si assiste a un surreale scivolamento istituzionale: dalla repubblica parlamentare verso il sultanato. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

P.S. Le stesse ossessioni del capo del governo segnalano qualche sua difficoltà ad essere, come dicevano i latini, «compos sui» (Veronica: mio marito non sta bene). L’equilibrio psichico di un capo di governo è un fatto privato o un fatto pubblico?

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Come ci deride e ci compiange il mondo

Il Cavaliere Benzino Napoloni
Articolo di Personaggi d’Italia, pubblicato venerdì 8 maggio 2009 in Spagna.

[La Voz de Galicia]

Mai, come nell’attuale Repubblica Italiana, è stato tanto falso il detto secondo cui ogni paese ha i governanti che si merita. Bene, questo grande paese, che tanto amiamo ed ammiriamo e senza il cui nervo senza la cui forza industriale, commerciale, culturale e senza il cui spirito d”avventura sarebbe impossibile capire la storia del mondo almeno degli ultimi cinque secoli, non si merita certo un primo ministro come Silvio Berlusconi.

Si, già so che “il Cavaliere” – che è come si sa in Italia, quello che è risultato essere un vero principe dei cafoni – è il presidente del Consiglio perché così ha deciso il corpo elettorale, però questa ovvietà non dovrebbe nemmeno trarci in inganno: Berlusconi vince le elezioni perchè non ha niente ad ostacolarlo, dopo il processo di cannibalismo e di continui tradimenti che si trova a soffrire la sinistra italiana da quando è entrato in crisi il sistema dei partiti del dopoguerra.

È stato così che un soggetto corrotto, autoritario e maleducato fino all’estremo imbarazzo ha potuto trasformarsi in un personaggio della politica europea e, grazie all’importanza dell’Italia nel Mondo, della politica mondiale. Grazie alla sua immensa fortuna personale, accumulata con mezzi che danno adito a sospetti di ogni genere, e al dominio di un immenso gruppo mediatico, Berlusconi ha ottenuto con il voto il posto che il suo vero predecessore ha conquistato con la forza.

Perché il vero predecessore culturale di Berlusconi non è né il corrotto democristiano Andreotti, né il Craxi socialista che sfuggí alla giustizia, né i tanti e tanti dirigenti emersi da quella democrazia consociativa italiana degradata per la mancanza di alternanza.

No. Il suo vero predecessore – quello che ricorda Berlusconi per i gesti, per la sua concezione della politica e per il suo disprezzo per le regole di una vera democrazia -, è un misto del vero Benito Mussolini e delle due sue più celebri parodie: quella che nel Grande Dittatore sarà impersonata da Charles Chaplin (l’ineffabile Benzino Napoloni, alleato del non meno delirante Astolfo Hinkel) e quella comica che realizzata da Fellini in Amarcord.

È questa combinazione patetica, anche se odiosa, che permette di capire il Silvio Berlusconi che accusa alcuni deputati dell’opposizione di essere maleodoranti, quello che pretende di riempire di signorine le sue liste europee, quello rappresentato nudo e alato accanto al ministro Mara Carfagna in un quadro degno del più scadente “tutto a un euro”, quello che dopo il terremoto consiglia agli sfollati dell’Aquila di vivere la loro sistemazione come se stessero in un campeggio! E infine quello a cui piace toccare le donne anche senza il loro permesso. Un Berlusconi irresponsabile, frivolo, maschilista, omofobo e libertino che costa fatica accettare nell’Europa moderna di inizio XXI secolo.

[Articolo originale “Il Cavaliere Benzino Napoloni” di Roberto Blanco Valdésé]

bermuss

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Disastro globale?

CLIMA
“Se non si agisce subito
tra 20 anni sarà catastrofe”

Sull’ultimo numero della rivista “Nature” le ricerche di autorevoli istituti che danno base scientifica alle affermazioni fatte qualche giorno fa a Roma dal principe Carlo di ANTONIO CIANCIULLO

Il principe Carlo lo aveva detto pochi giorni fa in maniera un po’ esoterica: “Ci restano solo 99 mesi prima di raggiungere il punto di non ritorno. Poi la storia ci giudicherà. E se non agiremo, i nostri nipoti non potranno mai perdonarci”. Qualcuno ha alzato il sopracciglio considerando questo nuovo campanello d’allarme sul cambiamento climatico un vezzo reale. E invece la base scientifica – pur con qualche approssimazione sulle date – c’è. Lo dimostra l’ultimo numero della rivista Nature che in The Climate Crunch mette assieme le ricerche di istituti molto autorevoli (dal Potsdam Institute for Climate Impact Research all’università di Oxford). Conti alla mano, risulta che se non si agisce immediatamente, nel giro di un paio di decenni subiremo un danno di portata catastrofica. Le lancette del count down vanno spostate: l’ora X non scatta più nel 2050 ma tra 20 anni.

E’ un risultato a cui si arriva seguendo due percorsi logici diversi e convergenti. Partiamo dal primo: le emissioni di carbonio. Gli scienziati hanno calcolato che, per contenere l’aumento di temperatura entro i 2 gradi (il livello oltre il quale il prezzo per l’umanità diventa altissimo), bisogna stare ben al di sotto del tetto complessivo di mille miliardi di tonnellate di carbonio. Dalla rivoluzione industriale in poi abbiamo consumato quasi metà di questi mille miliardi. Al ritmo attuale di aumento delle emissioni ci giocheremmo la dote restante in una ventina di anni.

Quest’ordine di grandezza torna seguendo un altro ragionamento. Prendiamo la concentrazione delle emissioni di anidride carbonica: in atmosfera c’erano circa 280 parti per milione di CO2 all’alba della rivoluzione industriale, oggi abbiamo superato quota 385 e l’incremento è sempre più veloce: ormai ha superato le due parti per milione l’anno e si avvia verso le 3 parti per anno. Con un incremento di 3 parti per milione l’anno per arrivare a una concentrazione di 450 parti, che è il tetto da considerare invalicabile, ci vorrebbero per l’appunto una ventina di anni.

Tutto ciò ha dei risvolti pratici molto concreti perché l’analisi scientifica lascia aperte due opzioni. O supponiamo che un virus sconosciuto si sia impossessato dei migliori climatologi del mondo portandoli ad affermazioni prive di senso, oppure li prendiamo sul serio e tagliamo subito le emissioni serra che sono prodotte dal consumo di combustibili fossili e dalla deforestazione. La rivista Nature, poco incline a credere all’esistenza del virus che colpisce gli scienziati, arriva a questa conclusione: “Solo un terzo delle riserve economicamente sfruttabili di petrolio, gas e carbone può essere consumato entro il 2100, se vogliamo evitare un aumento di temperatura di 2 gradi”.

E non è detto che anche la stima dei 20 anni non risulti troppo generosa. James Hansen, che per anni ha guidato il Goddard Institute della Nasa, sostiene che il tetto va abbassato e bisognerebbe restare molto al di sotto delle 450 parti per milione. “Anch’io credo che bisognerebbe partire subito e mettere il mondo in sicurezza nell’arco di un decennio perché le capacità di recupero degli ecosistemi stanno arrivando al limite di rottura”, precisa il climatologo Vincenzo Ferrara. “Gli oceani e le foreste che finora hanno assorbito circa una metà del carbonio emesso dalle attività umane sono sempre meno in grado di continuare a svolgere questa funzione: se queste spugne di anidride carbonica smetteranno di catturarla il cambiamento climatico subirà un’accelerazione drammatica”.


°°° Ringraziamo bush, putin, aznar e burlesquoni. Un bell’applauso!

MUTAZIONI IN ATTO:

beccato

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vendettadelpollo

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Il pagliaccio in tour

°°° Ecco alcuni brevi saggi di come la stampa internazionale considera questo pagliaccio che si vanta (falsamente) di avere oltre la metà degli italiani dalla sua parte:

1) Berlusconi dimentica di nuovo protocollo e buone maniere
Pubblicato sabato 4 aprile 2009 in Belgio

[Le Soir]

Disturbando sabato l’inizio del summit della NATO in Germania con una telefonata, pur se munito di una buona scusa – una chiamata al suo omologo turco, secondo le fonti italiane – Silvio Berlusconi è rimasto fedele alla sua immagine di re delle gaffe protocollari.

Al suo arrivo a Kehl in auto, il Presidente del Consiglio italiano, incollato al cellulare, si è rifiutato di raggiungere il Cancelliere Angela Merkel che lo aspettava sul tappeto rosso, preferendo proseguire la conversazione.

Questo nuovo passo falso “berlusconiano” è stato subito ripreso dalla stampa italiana, che ne ha visti altri.

Giovedì scorso Silvio Berlusconi si era quasi imposto di forza tra Barack Obama e Dmitri Medvedev per comparire tra il presidente americano e quello russo al momento della fotografia ufficiale del G20 a Londra.

Il giorno precedente, la regina d’Inghilterra, apparentemente irritata, s’era girata verso di lui quando aveva urlato alle sue spalle “Mister Obama !” per attirare l’attenzione del nuovo presidente americano. Buckingham Palace aveva successivamente smentito che la sovrana si fosse risentita per questo slancio di familiarità.

Berlusconi adora fare scherzi durante le foto ufficiali: qualche anno fa, una foto che lo ritraeva mentre faceva le corna alle spalle del Ministro spagnolo degli Affari Esteri fece il giro del mondo.

Il fatto che definisca il presidente Obama “giovane, bello e anche abbronzato” o che dia del “Kapo” a un eurodeputato tedesco, viene sempre rivendicato da parte sua come un diritto alla battuta o alla buona parola, anche se tali frasi cadono nel vuoto o rasentano il razzismo, il sessismo, il ridicolo o la volgarità.

Rifiuto d’avere dei comportamenti “politicamente corretti” e mi diverto a “provocare delle reazioni”, ha spiegato.

Gli italiani non ci fanno caso : secondo i sondaggi, più della metà continua oggi a sostenerlo.

[Articolo originale di Agence France-Presse]

2) ¤ Economia salute e ambiente ¤ Giustizia ¤ Personaggi d’Italia ¤ Politica estera ¤ Politica interna ¤ Società cultura e religione

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L’Italia zittì lo scienziato che aveva previsto il terremoto
Pubblicato lunedì 6 aprile 2009 in Inghilterra

[Reuters]

ROMA – Uno scienziato italiano aveva previsto un grande terremoto intorno a L’Aquila settimane prima del disastro che lunedì ha colpito la città, uccidendo più di 90 persone, ma fu denunciato alle autorità con l’accusa di diffondere il panico tra la popolazione.

Il governo lunedì ha ribadito che gli avvertimenti del sismologo Giacchino Giuliani non avevano basi scientifiche.

Le prime scosse nella regione furono avvertite a metà gennaio e sono continuate ad intervalli regolari, causando un allarme crescente nella città medievale a circa 100 chilometri ad est di Roma.

Dopo che Giuliani, dell’Istituto nazionale di Astrofisica, aveva annunciato che stava per arrivare un grande terremoto, dei furgoni con altoparlanti erano circolati per la città un mese fa dicendo ai residenti di lasciare le loro case e scatenando la rabbia del sindaco.

Giuliani, che aveva basato la sua previsione sulle concentrazioni di gas radon nelle aree sismicamente attive, fu denunciato alla polizia per “procurato allarme” e fu costretto a togliere le notizie delle sue scoperte da Internet.

Dopo che i mezzi di comunicazione hanno domandato se il governo ha protetto in modo opportuno la papolazione alla luce di questi avvertimenti, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nella conferenza stampa è parso sulla difensiva.

Ha detto che ora è il momento di concentrarsi sui soccorsi e che “possiamo discutere in un secondo momento sulla prevedibilità dei terremoti”.

A L’Aquila, la Protezione Civile italiana aveva indetto il 31 marzo una riunione della Commissione Grandi Rischi, radunando scienziati incaricati di valutare questi rischi, per rassicurare i cittadini.

“Le scosse avvertite dalla popolazione sono parte di una sequenza tipica… (che è) assolutamente normale in un’area sismica come quella che circonda L’Aquila” ha detto la Protezione Civile in un comunicato alla vigilia della riunione. Aggiungeva che l’agenzia non vedeva ragioni di allarme, ma che in ogni caso stava procedendo con “continui monitoraggi ed attenzione”.

Il capo dell’agenzia, Guido Bertolaso, si è riferito a quella riunione nella conferenza congiunta di lunedì con Berlusconi.

La Commissione Grandi Rischi concludeva che non c’era motivo di prevedere un terremoto più intenso delle scosse precedenti, ha affermato. “Non è possibile prevedere un terremoto, secondo il parere della comunità scientifica internazionale”.

Enzo Boschi, il capo dell’Istituto Nazionale di Geofisica, ha detto che il vero problema per l’Italia è la persistente incapacità di prendere precauzioni adeguate nonostante una storia di tragici terremoti. “Ci sono i terremoti, ma poi dimentichiamo e non facciamo niente. Non è nella nostra cultura prendere precauzioni o costruire edifici in modo adeguato nelle aree in cui ci possono esserci forti terremoti” ha detto.

[Articolo originale di Gavin Jones]

3) Silvio Berlusconi riscrive la storia
Pubblicato sabato 28 marzo 2009 in Spagna

[El Pais]

Al congresso fondando il Partito della Libertà il Premier reinterpreta il suo passato

Ieri sera, a Roma, più di 6000 delegati si sono alzati in piedi per applaudire Silvio Berlusconi, il leader e magnate che ha riscritto la storia contemporanea italiana. Il Cavaliere ha annunciato la fondazione del Popolo della Libertà, la fusione del suo partito antipartitico, Forza Italia, con la postfascista Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, ed altre formazioni minori.

In 85 minuti, Berlusconi ha fatto un bilancio storico della sua carriera politica. È stato un discorso lungo, serio, noioso, senza battute né sorprese. Alla fine ha lasciato intravedere (ma questo lo spiegherà domenica) che la Costituzione italiana deve essere cambiata per “accorciare i tempi dell’esecutivo”.

Com’era previsto, ha ringraziato Fini per la collaborazione di questi anni (grande ovazione) e Umberto Bossi, alleato della Lega Nord (timidi applausi), ha reso omaggio al Papa, agli Stati Uniti e, al più acclamato di tutti, Bettino Craxi, il “carissimo amico” che riuscì a far sì che le sue reti televisive creassero un duopolio con la RAI. Quindici anni fa, quando Berlusconi decise di entrare in politica, il Partito Socialista di Craxi, che aveva generosamente finanziato, stava marcendo in un mare di corruzione. Craxi fuggì dal paese e Berlusconi creò Forza Italia, reclutando, come ha ricordato il suo scudiero siciliano Marcello Dell’Utri, tutti i dipendenti di Publitalia per riempire le liste.

Dopo l’era di Mani Pulite, nel 1994 il Cavaliere vinse le elezioni, ma durò solo pochi mesi al Governo. Dopo venne la “traversata del deserto”, decine di processi contro di lui, le sue imprese ed i suoi collaboratori. Berlusconi se l’è sempre cavata, qualche volta assolto, altre volte grazie alla prescrizione, altre per amnistia, altre ancora perché il reato contestatogli aveva smesso di essere tale grazie ad una legge approvata da lui stesso.

Oggi, niente di tutto ciò importa più. Alla maggioranza degli italiani il conflitto di interessi non importa nulla. Il Cavaliere non ha parlato dei suoi trascorsi giudiziari nel suo discorso, salvo per far cenno alla “magistratura comunista”. Padrone di un impero finanziario, mediatico, editoriale, calcistico e cinematografico, Berlusconi si sente immune. Per una ragione. Governa senza opposizione.

[Articolo originale di Miguel Mora]

4) Il principe d’Italia
Pubblicato lunedì 30 marzo 2009 in Danimarca

[Information.dk]

Non c’è granché di nuovo sotto il sole, dopo che ieri Silvio Berlusconi è stato eletto presidente del nuovo partito italiano, Il Popolo della Libertà.

Il premier era l’unico candidato al posto di presidente del nuovo partito, che riunisce 12 partiti e movimenti di destra, ed è stato eletto all’unanimità.

È Berlusconi stesso colui che sceglie i 120 membri della dirigenza del partito ed i candidati alle elezioni parlamentari, regionali ed europee.

Il congresso di fondazione di Roma è stato pensato come una cerimonia con al centro il fattore X di Berlusconi – uno show, che ricorda soprattutto la cultura politica di paesi come Cuba e Corea del Nord.

Nell’arco di 15 anni, cioè la durata della sua carriera politica ad oggi, da outsider Berlusconi è diventato una figura di riferimento, in un partito cui fa riferimento circa il 40% degli elettori italiani.

”Oggi abbiamo l’ambizione di realizzare la nostra rivoluzione liberale, borghese, popolare, moderata ed interclassista,” ha detto Berlusconi venerdì sera al centro congressi Fiera di Roma, dove ha anche sbeffeggiato la sinistra.

”Mentre noi completiamo il mandato, loro in cinque anni sono riusciti a cambiare governo quattro volte e premier tre volte. Stendiamo un velo pietoso sull’ultima esperienza del governo di sinistra (dal 2006 al 2008). È vero, sono stati buttati via due anni, ma almeno tutti hanno potuto constatare che la sinistra non è in grado di governare.”

Silvio Berlusconi ha elencato i valori del nuovo partito: libertà, democrazia, modernità, meritocrazia, giustizia sociale, identità nazionale e costituzione (Berlusconi si è però riferito alla costituzione italiana solo dopo aver nominato il Papa).

Ma nel suo discorso durato 90 minuti non ha trovato nessun motivo valido per nominare uno dei concetti centrali della democrazia: la tripartizione dei poteri.

Non c’è stato un solo riferimento alle istanze di controllo della democrazia, ma solo molte vaghe parole sul decisionismo e sul mandato popolare di Berlusconi. Il concetto di libertà è stato sventolato come un conflitto tra cittadino e stato, come se la politica si dovesse concretizzare nella figura del principe, dopo che Berlusconi abbia completato la sua ”rivoluzione liberale, borghese, popolare, moderata e interclassista”.

Il presidente del consiglio italiano si è spesso lamentato degli organi di controllo, che rendono un governo democraticamente eletto meno efficace della dirigenza di un’organizzazione privata.

”Berlusconi non è che ce l’abbia con la democrazia, è solo che gli sembra una perdita di tempo”, ha detto una volta il regista Nanni Moretti. Durante il congresso si è perciò parlato anche di modifiche alla costituzione italiana che rendano più efficace il processo decisionale.

L’opposizione in Italia è terrorizzata dalla prospettiva di modifiche alla costituzione.

Molti temono che Berlusconi voglia restringere l’autonomia dei magistrati e dei tribunali, indebolire il controllo parlamentare con il potere esecutivo, compromettere lo stato di diritto per via della sua obbedienza al Vaticano e monopolizzare la vita politica con una modifica della legge elettorale.

Un’ovvia conseguenza è perciò che, essendo proprietario di un impero mediatico per cui si può avvalere, tra le altre cose, di tre canali televisivi nazionali, giornali e case editrici, Berlusconi abbia un’incredibile posizione di potere nel contesto europeo.

È quantomeno paradossale che i neofascisti di Alleanza Nazionale, entrati nel partito di Berlusconi, appaiano adesso come i difensori della democrazia.

”Il partito ha un leader, Silvio Berlusconi. Non ci sono discussioni. Ma Berlusconi sa benissimo che un culto della persona non può costituire in nessuna circostanza una leadership forte ed autorevole”, ha detto l’ultimo presidente di Alleanza Nazionale, il presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini.

Prima del congresso, il premier aveva affermato che l’unica funzione dei membri del parlamento era quella di ”fare numero” per approvare leggi ”di cui non sanno nulla”, cosa che aveva obbligato Fini a correggere il leader del suo partito: ”La democrazia parlamentare ha regole e procedure chiare, che tutti devono rispettare, anche il capo del governo. Naturalmente le regole si possono cambiare, ma non irridere.”

È ancora presto per stabilire se la dialettica tra Fini e Berlusconi è l’espressione della reale volontà di combattere il monopolio del potere in Italia, come Berlusconi sta provando a fare, o se si tratta solo di specchietti per le allodole.

Una cosa però è certa: è la democrazia ad essere in gioco nel cuore dell’Europa.

[Articolo originale di Mads Frese]

°°° Devo aggiungere altro? Tutta Europa si rende conto di che pericolo sia per la democrazia questo cialtrone, tranne un 40% di italioti. Ma credo che se si votasse domani, questi non arriverebbero nemmeno al 30%.

bdittatore

bdimissioni1

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