Fassino-Consorte, il gip: B. a processo°°° Un reato al giorno, insomma…

Fassino-Consorte, il gip: B. a processo

La storia del Watergate italiano

Il giudice di Milano ha respinto la richiesta di archiviazione per Berlusconi nell’ambito dell’inchiesta Unipol in merito all’intercettazione: “Abbiamo una banca”. E ne ha disposto l’imputazione coatta

PER NON DIMENTICARCI DI CHI E’ BURLESQUONI: L’AQUILA COM’ERA E COM’è.

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Chiusa l’inchiesta sulla P3 “Era una società segreta”

Chiusa l’inchiesta sulla P3
“Era una società segreta”

Rischiano il processo Cosentino, Dell’Utri e Verdini. Nella richiesta di fine indagine dei pm di Roma potrebbero esserci nuovi nomi

Chiusa l'inchiesta sulla P3 "Era una società segreta" Denis Verdini

di MARIA ELENA VINCENZI
ROMA – Nuovi indagati, nuovi scenari. L’indagine sulla P3 del procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e del sostituto Rodolfo Sabelli è chiusa. Nei prossimi giorni, forse già oggi, verranno notificati gli avvisi di conclusione indagine per un’inchiesta che aveva messo a dura prova la maggioranza. E non solo: nel registro degli indagati, oltre al nome del coordinatore del Pdl Denis Verdini, del senatore e fedelissimo di Berlusconi, Marcello Dell’Utri, e del sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, anche quelli di molti magistrati e di politici locali. Tra cui il governatore della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, e dell’ex sottosegretario all’Economia e coordinatore Pdl della Campania, Nicola Cosentino.

Una vera e propria “loggia” che aveva mani ovunque, quella che emerge dalla

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Processo lungo salvamafionano. La legge per B. è un papocchio giuridico

Sara Nicoli

Senato verso il voto sul processo lungo
L’ultimo regalo ad personam per B.

Alle undici si voterà la 48esima fiducia posta dal governo del Cavaliere. Ma nella fretta i berluscones sbagliano riscrivere l’emendamento commettendo errori di diritto. Per questo, una volta arrivato alla Camera, il documento dovrà essere riscritto dalla maggioranza

Pongono la (48esima) fiducia a sorpresa, temendo di non riuscire a portarsi a casa prima della chiusura del Senato, l’ultima legge a favore del Cavaliere, il processo lungo. Ma nella fretta spasmodica di mettersi in tasca il risultato, sbagliano clamorosamente a riscrivere l’emendamento cuore dell’articolato (Mugnai) commettendo marchiani errori di diritto che costringeranno poi la maggioranza, una volta alla Camera, a rimetterci le mani. E, a ricominciare tutto daccapo.

Una figuraccia enorme, che

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Il processo Ruby resta a Milano Insorge Ghedini: “Pm violano leggi”°°° Le leggi della mala, naturalmente.

E’ bizzarro che il consigliori del capo della malavita organizzata, il suggeritore di leggi liberticide e ad personam che gridano vendetta al cielo, si azzardi a delirare in questo modo dei più eroici magistrati italiani. Certo, costoro hanno commesso un gravissimo errore politico: non si sono mai fatti corrompere, come gran parte dei loro colleghi. E questo, per Burlesquoni e Ghedini, è intollerabile.

GHEDINI

ghedini3

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Ruby, il processo resta a Milano. Tribunale ministri non competente

Berlusconi non sarà in aula
per l’udienza del processo Mills

Gli avvocati del premier annunciano che il loro assistito non potrà partecipare a causa dell’incontro con Napolitano al Quirinale. Oggi anche il dibattimento sul caso Ruby: i giudici devono pronunciarsi sulle eccezioni sollevate dalla difesa

Berlusconi non sarà in aula  per l'udienza del processo Mills L’avvocato Ghedini

MILANO – Silvio Berlusconi non parteciperà all’udienza del processo in cui è imputato per la presunta corruzione dell’avvocato inglese David Mills. La notizia è stata data da uno dei legali del premier, Piero Longo. Sabato i difensori del presidente del Consiglio avevano garantito che oggi il loro assistito sarebbe stato in aula per ascoltare alcuni testimoni sentiti per rogatoria dalla Svizzera. A far saltare la presenza di Berlusconi, l’appuntamento in agenda per metà mattina con il presidente della Repubblica al Quirinale.

Quello del processo Mills non è l’unico appuntamento giudiziario della giornata per il premier. E’ infatti in programma anche l’udienza del processo sul caso Ruby, con le tre componenti del collegio giudicante della quarta sezione penale che dovranno pronunciarsi sulle 16 eccezioni presentate dai legali del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo. La presenza di Berlusconi a questa udienza era stata esclusa già nei giorni scorsi.

Che il presidente del Consiglio non si sarebbe fatto vedere a palazzo di Giustizia era apparso chiaro fin dalle prime ore del mattino: il servizio di sicurezza non era stato rafforzato, nelle strade che circondano la cittadella giudiziaria milanese c’erano numerosi carabinieri e poliziotti, ma non era stata predisposta nessuna zona transennata come in occasione delle ultime ‘visite’ di Berlusconi.

°°°Il delinquente le tenta tutte, ma ancora una volta gli va malissimo.

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Processo mediatrade: il coniglio scappa come sempre. Ma chi è il malato di mente che crede alla sua millantata innocenza?

E’ uno dei sistemi mafiosi di burlesquoni: IMBROGLIARE, FRODARE, RUBARE, TRUFFARE, DICHIARARE IL FALSO.  Noi sappiamo perfettamente che lui è colpevole al 1000% dei pochi reati che gli hanno scoperto fino ad oggi. E sappiamo perfettamente come ha fatto a diventare ricchissimo prima del fallimento e dal 1994 in poi. Dico pochi, perché conosco l’omuncolo e la sua filosofia distorta: questo merdaiolo ha vissuto 60 anni della sua miserabile vita assolutamente al di fuori della legge. Basti vedere come va in giro: nemmeno Al capone aveva 40 gorilla a parargli il culo. Voi vedete qualche altro leader vero girare nascosto da un esercito (strapagato da noi!)? Prodi, che è stato il miglior PdC della storia, girava da solo e andava in bicicletta: non doveva temere ritorsioni dalle famigghie mafiose truffate né da persone rovinate da lui…

Ma era ed è  Romano Prodi, appunto.

b.aforas

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Davanti al tribunale LASCIAMOLO SOLO coi suoi 4 figuranti. Sta cercando l’incidente per spostare il processo.

Peter Gomez

Berlusconi cerca l’incidente

I duecento manifestanti che, intonando Meno male che Silvio c’è, hanno atteso il premier all’uscita del Tribunale di Milano e il successivo comizio di Berlusconi, illustrano bene la situazione e i rischi corsi in questi giorni dal Paese. Il capo del governo, quasi fosse un Al Capone qualsiasi alle prese con un processo per presunte frodi fiscali, ha definitivamente scelto di rivolgersi alla piazza. Lo ha fatto per la prima volta il 28 marzo quando, dal predellino della sua auto, aveva rivendicato il proprio ben poco glorioso curriculum di presidente più imputato della Storia. Lo ha fatto ieri con una confusa autodifesa chiusa dall’ormai consueto attacco frontale ai magistrati. E lo farà di nuovo nelle prossime settimane, man mano che si avvicina la (per lui) decisiva tornata delle elezioni amministrative.

La strategia seguita da Berlusconi è evidente. Da una parte utilizzare i processi per fare propaganda politica. Dall’altra tentare d’intimidire i giudici, arroventando il clima nella speranza inconfessabile che scoppi un incidente tale (basta una lite) da giustificare una richiesta di spostamento dei dibattimenti ad altra sede per legittimo sospetto. È bene dunque che in futuro i cittadini in disaccordo con i supporter del Cavaliere rinuncino per un giorno al loro diritto alla protesta e lascino sfilare Berlusconi in tribunale da solo.

Del resto proprio quello che è accaduto durante la piazzata di via Freguglia (una strada significativamente laterale rispetto al Palazzo di Giustizia) è la fotografia perfetta dello status in cui versa – politicamente, ma non solo – il premier. Costantemente accompagnato dal suo medico, Alberto Zangrillo, e con il volto coperto da un pesante fondo tinta virato d’arancione, il primo ministro non è riuscito a concedersi il bagno di folla che sperava. Mario Mantovani, nominato coordinatore lombardo del Pdl, dopo aver fatto edificare in quel di Arconate un monumento a mamma Rosa (Berlusconi), aveva detto esplicitamente di attendere un “migliaio di persone”. Sms e email erano stati inviati a tutti i Promotori della libertà. Ma alla fine per sostenere il premier sono arrivati solo dei pullman semivuoti e quasi nessun milanese. Segno che, se si manterranno i nervi saldi, la situazione si rivelerà per quel che è. Grave. Anzi tragica, ma ormai tendente al comico.

Il Fatto Quotidiano, 12 aprile 2011

B.troiaio
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Questo processo si deve fare (A.Padellaro)

Questo processo
si deve fare

Il mondo ci guarda e vorremmo chiedere ai tanti giornalisti giunti a Milano, inviati delle testate più influenti, di non considerare il processo che si apre oggi solo come uno spettacolo unico e sensazionale poiché mai si era visto il premier di una democrazia occidentale subire l’accusa di reati tanto infamanti.

La tragedia di un uomo ridicolo (così titolammo il giorno in cui vennero fuori le prime intercettazioni sul bunga bunga di Arcore) è diventata la tragedia di un grande Paese ostaggio di una masnada di personaggi ridicoli e pericolosi. Di servi il potere ne produce quanti ne vuole, mai però si era vista una tale bramosia di sottomissione in centinaia di parlamentari (per l’esattezza 314) costretti dalla frusta del padrone (e dalle sue laute ricompense) a sostenere la più idiota delle menzogne, che cioè Berlusconi avesse effettivamente creduto Ruby nipote di Mubarak.

Lo sappiamo, cari colleghi che a Londra, Parigi o New York molto si ride del presidente clown e delle sue 43 girls 43 a fare la fila docilmente davanti alla sua camera da letto. E ai vostri lettori che vi chiedono come gli italiani possono sopportare tutto questo risponderete, se siete gentili, che il nostro è un popolo paziente.

Ma invece non è così. C’è una frattura ormai insanabile che attraversa la nazione. Mentre il regime barzelletta si decompone illudendosi di durare comprando altri servi e altri ancora, l’Italia che non ne può più cresce insieme alla sua collera. Forse l’imputato riuscirà a non farsi processare ancora una volta. Peggio per lui perché alla fine la sentenza arriverà comunque.

Il Fatto Quotidiano, 6 aprile 2011

MONTAGGIO  FRANCESE

b.pazzo

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