MEDITATE E FATE GIRARE

ZINGARI, RUMENI, ALBANESI……

“Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito
per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città
dove vivono, vicini gli uni agli altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo
appartamenti fatiscenti.
Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo
pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi
dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti
alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano
pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti. Le nostre donne
li evitano non solo perché poco attraenti e selvatici ma perché si è diffusa
la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando
le donne tornano dal lavoro.
I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma,
soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro
paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o,
addirittura, attività criminali”.
Il testo è tratto da una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del
Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti,
Ottobre 1912.
La relazione così prosegue:
Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di comprendonio e
ignoranti ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che
gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano

il salario. Gli altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima
relazione, provengono dal sud dell’Italia. Vi invito a controllare i
documenti di provenienza e a rimpatriare i più.
La nostra sicurezza deve essere la prima preoccupazione”.

COME ERAVAMO

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da dagospia

CORREVA L’ANNO 1980: AL TEATro QUIRINO ANDAVA IN SCENA SALERNO CON VERONICA TETTONICA – AL RISTORANTE L’ASPETTAVA SILVIO IN COMPAGNIA DI ANTONIO RICCI E JIMMY IL FENOMENO – “la signora era solo un’attrice che faceva il suo lavoro e non il ciarpame DI OGGI”

Riceviamo e pubblichiamo:
VERONICA Lario

Caro Dago, quello che sta succedendo in questi giorni attorno a Silvio Berlusconi e soprattutto alla signora Mirian Raffaela Bartolini, meglio conosciuta come Veronica Lario, mi fa ritornare indietro nel tempo, quando vedevamo l’attuale Presidente del Consiglio – all’ora un 40enne signore milanese elegante e rampante con incipiente calvizie, attendere la sua dulcinea, giovane attrice emergente e soprattutto bonazza verace, di fronte al Bolognese a Piazza Del Popolo.

Allora non era molto conosciuto, anzi a presentarcelo fu la persona che conosceva tutti in Italia, cioè Jimmy il Fenomeno. Una sera, in attesa di Veronica, lo abbiamo persino fatto accomodare nella nostra macchina, era simpatico e raccontava barzellette. Era l’aprile del 1980 e la signora Lario stava lavorando in una commedia al teatro Quirino di Roma, “Il Magnifico Cornuto”, per la regia di Enrico Maria Salerno, tanto e vero che facemmo le foto dentro i camerini, perché si vociferava che tra la promettente attrice e il maturo regista ci fosse una storia.

Altri fotografi, evidentemente imbeccati da qualcuno, si nascosero tra il pubblico e scattarono la sequenza dello spogliarello (delle tette), durante lo spettacolo. Uno di questi era Brunetto Tartaglia che le pubblicò su “Novella 2000”.

In quegli anni i politici non si toccavano; non era ancora nato Dagospia e tutt’al più gli scatti venivano acquistati dai giornali e poi tolti di mezzo per scambio favori. Quando il Cavaliere sposò l’ex attrice, una MITICA signora molto attenta, prese a girare le varie agenzie fotografiche per acquistare i negativi delle foto incriminate.

Brunetto Tartaglia vendette i suoi dietro lauto compenso. Da allora raramente sono ricomparse sulla stampa. Fino ad oggi, quando sono state pubblicate (non si sa da quale provenienza) sulla stampa pro-berlusconiana, JUST TO PLEASE THE EMPEROR, per sputtanare la signora che era soltanto un’attrice che faceva il suo lavoro e non certamente il ciarpame che c’e’ in giro di questi tempi.
Umberto Pizzi

°°° E’ chiaro che quei negativi all’amico e sodale feltri li ha dati Miti Simonetto, una delle anime nere del mafionano. La vendetta più volgare è già iniziata. Io spero davvero che Veronica vada ad Anno Zero e ovunque si possa parlare liberamente e che gli faccia un culo così al nanerottolo malavitoso.

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