“Mai più signorine”. Le francesi in rivolta: “A un uomo si chiede se è sposato?”

“Mai più signorine”
Le francesi in rivolta

"Mai più signorine" Le francesi in rivolta

Nella patria dei diritti civili vige ancora il linguaggio dell’Ancien régime dal nostro corrispondente
GIAMPIERO MARTINOTTI

PARIGI – “Mesdames, Mesdemoiselles, Messieurs”: la formula per rivolgersi al pubblico è sempre la stessa da qualche secolo. Tutti sanno che è desueta, ma continuano a usarla nei discorsi più o meno ufficiali. E quei tre termini, signora signorina signore, restano da scegliere quando si riempie un qualunque documento, pubblico o privato: Isabelle Dupont dirà insomma se è sposata o non sposata nel riempire un semplice ordine su Internet o una richiesta di certificato in comune. Nel paese che si vanta, spesso a ragione talvolta a torto, di essere la patria dei diritti dell’uomo, le donne sono ancora catalogate secondo la lingua dell’ancien régime. Certo, nel Quattrocento, Mademoiselle era la

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Rivolta delle donne arabe:«Guido con Manal» E sarà un bruciante ANAL per i dittatori maschilisti.

La rivolta delle donne arabe al volante
contagia le italiane: «Guido con Manal»

donne al volante in Arabia Saudita

Hanno risposto agli appelli lanciati dalle loro sorelle attraverso i social network: le saudite si mettono oggi al volante per la prima manifestazione ufficiale dal 1991, quando un gruppo di pioniere velate lanciò il guanto di sfida all’unico paese al mondo che proibisce ancora alle donne di guidare.

«Stiamo tornando dal supermercato. Mia moglie ha deciso di cominciare la giornata mettendosi alla guida sia all’andata che al ritorno» ha scritto sulla sua pagina Twitter Tawfiq Alsaif, editorialista.

«Mia moglie Maha ed io siamo appena rientrati da un giro in auto di 45 minuti. Ha guidato per le vie di Riad» ha annotato fiero in un altro tweet Mohammed al-Qahatani, presidente dell’Associazione saudita dei diritti civili e politici.

Decine di donne saudite si sono autodenunciate con migliaia di post su una pagina Facebook dedicata alla protesta contro il divieto di guida per le donne nel Regno wahabita. La campagna ‘io guidò, lanciata due mesi fa sui social network, andrà avanti «fino alla pubblicazione di un decreto reale che autorizzerà le donne a guidare» secondo la pagina Facebook degli organizzatori.

Diverse famiglie saudite hanno almeno un autista con uno stipedio medio di circa 2mila riyal (circa 370 euro), chi non può permetterselo è costretto ad accompagnare fisicamente mogli, sorelle o figlie.

«Permettere a una donna di guidare significherebbe provocare un miscuglio di generi che metterebbe la donna in serio pericolo, e porterebbe al caos sociale» recita una fatwa (precetto religioso) in materia, che risale al 1991.

Negli ultimi tempi le cose sono però cambiate: la 26enne Manal Sharif è stata arrestata alle tre del mattino del 22 maggio scorso per aver caricato su YouTube un filmato che la ritraeva alla guida, ed è stata rilasciata ben nove giorni dopo grazie a una ritrattazione che aveva tutta l’aria di essere stata estorta con la forza dalle autorità. È dal suo e altri casi simili che è nata la campagna ‘io guidò, che invita le donne, soprattutto quelle che hanno una patente rilasciata da un paese estero a muoversi per conto proprio.

In un comunicato, Amnesty International ha rivolto un appello alle autorità perché «smettano di trattare le donne come cittadini di seconda classe e aprano le strade del regno alle donne al volante». «Le donne mediamente sono molto più coraggiose degli uomini e da tempo stanno dimostrando questo coraggio sfidando i divieti imposti dai vertici sauditi» ha commentato l’attivista Mohammed al Qahtani, citato da Arab News.

«Non mi sorprenderebbe se avessero un ruolo determinante nella nostra battaglia per le riforme» ha aggiunto, lasciando intendere che proprio le donne potrebbero essere per l’Arabia Saudita, come lo sono già state in Tunisia e in Egitto, l’elemento trainante del cambiamento.

17 giugno 2011
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IMMIGRATI in rivolta a Cagliari. Ma ci sarà un motivo se questa povera gente si ribella, o no?

Rivolta al Cpa, immigrati sulla pista
Riaperto l’aeroporto di CagliariLa polizia fa irruzione nel Centro di prima accoglienza, nell’area militare dello scalo. Nel primo pomeriggio un centinaio di clandestini aveva preso il controllo della struttura, una decina di nordafricani era scappata raggiungendo anche la pista. L’Enac aveva annunciato la chiusura fino alle 22, rientrata dopo la cattura di tutti i fuggiaschi.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/11/news/cagliari_cpa-7949234/?ref=HREA-1

°°° Ma ci sarà un motivo se questa povera gente si ribella, o no? Vengono da noi rischiando la vita e abbandonando la propria terra inospitale e le loro famiglie, in cerca di un po’ di luce e di un futuro migliore, invece si trovano trattati come delle bestie da un regime di malavitosi ignoranti e razzisti. Ma questa marmaglia al potere crede davvero di risolvere così i problemi dell’immigrazione? Scommetterei, sicuro di vincere, che se non arrivasse a breve un governo VERO e DEMOCRATICO, il nord Italia verrebbe presto occupato dai cosiddetti “clandestini” che la farebbero pagare cara a tutti i razzisti trogloditi di questa destra indecente.

LEGAIOLO DESTRONZO

Ascel-pour-Homme

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Pastori sardi in rivolta, per ora pacifica…

Da Cagliari ad Alghero, pastori
in rivolta bloccano la Sardegna

Trattori nelle strade del capoluogo. Davanti all’aeroporto di Alghero gli agenti in assetto antisommossa bloccano gli accessi ai manifestanti.

°°° Con buona pace di kossfiga, c’è un regime di polizia che  a lui  piaceva tanto. Io spero solo che i pastori e gli allevatori vadano finalmente fino in fondo. Arrivando anche a dispedere i celerini, qualora  questi dovessero insistere a proteggere i delinquenti a discapito di chi lavora e sputa sangue.

BASTA FARSI INCHIAPPETTARE DAI FARABUTTI DELLA FILIERA!

cane.scimmia

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Come si ammazzano i detenuti

La Procura abruzzese ha aperto un’inchiesta sulle voci registrate

di due guardie carcerarie che discutono sul pestaggio di un uomo

“Un detenuto non si picchia in sezione”

Audio shock dal carcere di Teramo

“Queste cose si fanno sotto… Abbiamo rischiato la rivolta, perché il negro ha visto…”

http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/cronaca/carceri-affollamento/pestaggio-teramo/pestaggio-teramo.html

°°° Ecco, ormai, con il pessimo esempio e con la propaganda razzista e arrogante del regime, tutti gli spostati si sentono autorizzati a dare sfogo ai peggiori istinti. Ormai siamo un popolo alla deriva, vittima della strategia della paura e della prepotenza coi deboli… Che VERGOGNA e che SCHIFO!

polizia1

STIAMO  PIGLIANDO UNA BELLA TRANVATA…

ostacolo

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