Incendi ovunque. Come ogni anno. Ai sardegnoli incendiari piace vedere la loro isola FIAMMANTE.

Incendi, elicotteri in azione in diverse zone dell’isola

Diversi roghi hanno impegnato le squadre della macchina antincendio regionale. Gli elicotteri del Corpo Forestale hanno lavorato per spegnere le fiamme che si stavano propagando a Guspini, Mogoro, Ghilarza e Villanova Monteleone

sete

BRUTTE BESTIE. TRA UN PO’ FINIREMO DESERTIFICATI PEGGIO DI ADESSO…

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Ora ti spiego…

Mi alzo, mi lavo anche se non siamo a Giugno, scendo, faccio uscire i cagnolini ed esco anch’io con la tazzina del primo caffé: è scaldato, troppo, e si intiepidisce meglio alla brezza algida delle dieci. Guardo il cielo, dato che lui guarda me, e vedo cirri, cumuli, nembi… Piove, governo galantuomo! Accendo la prima Stuyvesant e torno su, in bagno. Relax e concentrazione. Due ragazzi portano la legna. Mia moglie esce e dal giardino urla: “Quanto volete per mettermela dentro?” Mollo l’enigmistica e mi alzo. Apro la finestra e mi faccio vedere in tutta la mia possanza: ” Ma che dici?!” dico a mia moglie. E poi urlo ai ragazzi:”Scusate, è straniera. Lasciatela lì, adesso scendo.” Pago gli energumeni che mi guardano oltre: sperano di rivedere la dea bionda della gaffe, ma lei è tornata dentro a fare la cuccuma grande. Faccio colazione, accendo il pc e un’altra cicca: minca! già 236 messaggi! Vabboh, ci sono anche quelli di facebook. Leggo alla svelta qualche titolo della stampa online e posto qualcosa, per non morire. E’ ora: “il cielo si è schierato”… come dice il maresciallo dei carabinieri, devo andare a prendere l’acqua. Oggi vado alla fonte della strada per Seui. Dicono che sia la più leggera. Bisogna cambiare spesso la fonte: dicono che tutte le acque abbiano diverse proprietà organolettiche. Dicono. Guido, ondeggio allegro seguendo l’andazzo delle curve, e penso alle teste di minchia che ANCHE QUI, nel paese dell’acqua e tra cento sorgenti, comprano l’acqua minerale che costa quanto il tavernello. Bello! hanno fatto un bello spiazzo ed è agevole per le manovre dell’auto. Fino a pochi mesi fa era un vero autocross nel pantano, col pericolo di restare immobilizzati nel fango. Scendo. Guardo su… nuvolette bianche come piccoli spari nel cielo turchese. Va meglio. Riempio i boccioni da un tubo che disperde almeno un km quadro d’acqua pregiata al minuto… siamo in Sardistan. Aspettiamo che arrivi Ciarrapico e si fotta anche questa. Qui ci dev’essere una qualche religione che impedisce ai giovani sardegnoli di pensare, di rimboccarsi le maniche e i coglioni, e fare una cooperativa per imbottigliarla, almeno l’acqua di una delle mille fonti salubri che la natura ci regala. Compro le verdure e torno a casa. E’ ancora presto per andare a prendere Melina. Scarico la macchina e poggio due boccioni sul grande tavolo dell’ingresso. Ho un tavolo di mia creazione, ottenuto da una grande tinozza rovesciata: dove ho fatto sistemare uno sportello e due piani di mensole all’interno… giusto per risparmiare e ottimizzare lo spazio della living room. Sopra, c’è un grande pianale ovale, che puà ospitare agevolmente otto persone smanaccianti. Ho un bagnetto, il camino tribale: dove posso arrostire mezzo vitello consenziente senza trovare ostacoli, e un prodigioso angolo cottura. Tavolino per il pc e le mie cose, una mensola d’angolo, rimasta così dal ‘700, e una palchetto in canne e muratura per il televisore. Un gaudio. La mia donna polemizza, con le mani a brocca sui fianchi. Lei russa, ma anche io non scherzo, ma è più permalosa dei sardi. E polemica. ” Pirché tu hai detto quella cosa, prima.” Capisco al volo. “Perché, amore, in Sardegna NON si dice ai primi venuti: “QUANTO VOLETE PER METTERMELA DENTRO.”
“Ma pirché? Se tu da quando sei caduto e ti sei rotto le costole devi stare attento e non puoi fare troppi sforzi… e blablabla…”
“Ok… Ok… – faccio io, accomodante – Sparecchia quel pezzo di tavolo. Leva tutto. Ora te lo spiego meglio.” Gliel’ho spiegato per una mezzoretta. Forse ha capito. Quando si riprende glielo chiedo.

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