Ammessi tutti i dieci referendum regionali, si vota in primavera
Tra le riforme previste: la cancellazione delle Province, la riscrittura dello Statuto dell’autonomia e il ridimensionamento delle indennità per i consiglieri regionali. Si voterà in primavera, tra il primo aprile e il 10 giugno.
I primi cinque quesiti. La metà dell’impianto referendario è destinato all’abolizione delle Province; quattro referendum abrogativi che corrispondono ad altrettante leggi regionali da abolire per cancellare le Nuove Province. Poi un referendum consultivo per dichiarare la volontà popolare di abrogare anche le quattro Province storiche.
Stipendi. Un referendum abrogativo è previsto per la legge che determina le indennità e lo status dei consiglieri regionali. In sostanza, si prevede una grande sforbiciata ai compensi dei consiglieri sardi.Voto segreto. Un altro quesito, stavolta solo consultivo, riguarda l’abrogazione del voto segreto in Consiglio regionale. Si sa che il «parlamento sardo» è ingabbiato da un regolamento interno davvero farraginoso e ilvoto segreto è spesso usato per inviare «avvisi» o per tendere imboscate parlamentari per assessori o addirittura per le leggi.
Enti regionali. È un referendum consultivo che tende alla cancellazione dei Consigli d’amministrazione degli enti regionali. Si tratterebbe di cancellare una serie di organismi molto costosi per la collettività.
Elezione del presidente. Il nono quesito è consultivo e concerne l’elezione diretta del presidente della Regione «previa scelta delle candidature attraverso le primarie» che diventerebbero obbligatorie.
Statuto. Un tema enorme: riscrivere lo Statuto sarde tramite l’Assemblea costituente. È l’obiettivo dell’ultimo referendum che potrà essere solo consultivo ma che, se dovesse essere approvato, avrebbe un grande valore politico.