Altra mazzata a B. dal F.T.

Una lunga e preoccupata analisi dell’inglese Financial Times

“Allo scandalo escort si affianca l’assenza di una alternativa”

Il Ft:

“Silvio è una vergogna

ma l’Italia non sta meglio”

di VINCENZO NIGRO

SIAMO  FRITTI, RAGAZZI

gatto-padella

Partendo dalle rivelazioni sugli scandali di sesso che mettono in serio dubbio il ruolo di Silvio Berlusconi come primo ministro, una lunga analisi pubblicata oggi tra

i commenti del Financial Times getta una luce veramente preoccupante sulle possibilità di ripresa del quadro politico italiano. Quello che in Italia molti provano a rimuovere, all’estero ormai viene percepito con chiarezza sempre più netta: “Berlusconi guida un regime basato sulla proprietà di un impero dei media che si allarga al controllo della televisione pubblica”, ma a questo si aggiunge il fatto che “non c’è né un leader alternativo, né un movimento per il cambiamento capace di offrire al paese una alternativa di governo credibile”.

Il commento è firmato da Geoff Andrews, autore di “,”, e anche in questo caso liquida rapidamente i comportamenti di Berlusconi: “le quotidiane rivelazioni sui suoi scandali sessuali indicano a molti che è inadatto a guidare un governo. Eppure nella copertura internazionale e nella crescente condanna per il comportamento del capo del governo, vengono trascurati alcuni problemi più decisivi che vanno al cuore del declino italiano e la cui correzione non sarebbe possibile semplicemente rimuovendo Berlusconi dal suo incarico”.

Per Geoff Andrews un problema centrale è la “corruzione al cuore del governo e la mancanza di trasparenza e responsabilità che mina gli sforzi per combatterla. C’è una cultura dell’illegalità che attraversa la società italiana, dall’evasione fiscale, al ruolo delle mafie criminali, agli scandali delle partite di calcio truccate (…) E ci sono due motivi perché tutto questo potrà continuare. Uno, Berlusconi guida un regime costruito sul suo impero mediatico che include il controllo delle televisioni nella quasi totalità e di buona parte della stampa scritta. Anche la Rai, la tv di Stato, ha evitato di seguire in maniera adeguata il caso di Patrizia D’Addario sul suo canale principale”.

La seconda ragione che rallenta il miglioramento per il Ft è “la continua incapacità a rinnovare il sistema politico italiano dai tempi di Tangentopoli”. La sinistra italiana ha attraversato una seria crisi di identità, ha cambiato nome di continuo negli scorsi anni ma ha fallito nell’individuare una agenda delle riforme che questo periodo di opportunità le chiedeva”. Per il Ft è stato Berlusconi ad approfittare del vuoto politico aperto dalla sinistra: “Sin dal suo arrivo sulla scena politica nel 1994 Berlusconi ha rimodellato la cultura e i valori della politica italiana a sua immagine (…) Il fallimento della classe politica italiana nel riformarsi ormai da alcuni decenni ha avuto come risultato il fatto che il populismo di Berlusconi sia stato capace di rispondere alla paure quotidiane degli italiani, per quanto inverosimile possa apparire agli osservatori stranieri”.

La parte finale del commento è molto pessimista: “Anche quando Berlusconi dovesse lasciare la scena – e nonostante la sua crisi non c’è motivo di ritenere che questo avvenga presto – c’è poca speranza che la collaborazione incrociata fra i partiti possa portare a un nuovo sistema elettorale, maggiore responsabilità pubblica, maggiore indipendenza dei media, maggiore competizione per aprire i mercati”. Andrew conclude dicendo che “la condanna internazionale dei comportamenti del premier ha portato se non altro all’inizio di un processo di auto-analisi nel paese. Vedremo se questo porterà a maggiore introspezione oppure produrrà l’energia necessaria a rilanciare uno spirito di riforme per il futuro”.

LA  FOTO  DEL  CAOS ITALIANO  SOTTO IL REGIMETTO DEL  MAFIONANO

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