Regime bananifero

L’Italia giustifica la violenza contro le donne
Articolo di Società cultura e religione, pubblicato mercoledì 13 maggio 2009 in Spagna.

[Publico]

In Italia i maschilisti assassini possono tirare un sospiro di sollievo. Da oggi potranno evitare le pene più dure se ammetteranno di aver ucciso la loro compagna per gelosia. Lo stabilisce la Cassazione limitando ad un massimo di 14 anni la condanna nei confronti di un uomo che uccise a coltellate la sua compagna.

Il Tribunale giustifica la sentenza affermando che, “secondo il sentire comune” degli italiani, la gelosia non è del tutto “illecita”. I principali partiti hanno protestato, però nessuno finora ha proposto una legge che rettifichi la sentenza maschilista della massima carica giudiziaria.

La concezione della donna come un essere creato per il piacere dell’uomo, che nei casi più gravi conduce a maltrattamenti e persino alla morte, è ancora molto radicata in Italia, ed il suo leader politico Silvio Berlusconi, non ha alcuna intenzione di combatterla.

Neppure i mezzi di comunicazione, escluse alcune onorevoli eccezioni, si mobilitano contro la violenza di genere. I programmi televisivi non solo sono pieni di veline, donne utilizzate al solo scopo di mostrare la loro bellezza, ma omettono le notizie sui i maltrattamenti.

Come racconta Susanna Bianconi, presidente della Casa Delle Donne Per Non Subire Violenza di Bologna, quando un uomo uccide la sua compagna i mezzi di informazione parlano solitamente di “raptus di follia, di gelosia, a volte perfino di eccessivo amore”.

Esiste addirittura un programma chiamato Amore Criminale. “Quando si parla di violenza contro la donna ci si focalizza molto sulla violenza da parte di sconosciuti. E la destra si è mobilitata sopratutto nei casi in cui l’aggressore era straniero”, aggiunge la Bianconi.

Il Governo di Berlusconi si è mosso sulla base di una serie di stupri commessi in un parco di Roma ed ha approvato un decreto che prevede l’ergastolo per l’assassino che abbia prima stuprato la sua vittima, considerando per la prima volta delitto la violenza sessuale.

Le associazioni femminili hanno applaudito la misura, ma denunciano l’assenza di una normativa che, come quella spagnola, contempli la violenza di genere in forma integrale. Però neanche l’opposizione la richiede, come spiega Vittoria Franco del Partito Democratico, perché si preferisce dare una opportunità alla nuova legge.

Mancano i fondi

Quello che invece denuncia la Franco è che “il Governo ha congelato le risorse contro la violenza”. Il precedente esecutivo di Romano Prodi (centrosinistra) aveva approvato un piano da 20 milioni di euro l’anno per la protezione e la prevenzione. Il Governo attuale lo ha sospeso dichiarando la mancanza di fondi, e si limita così ad azioni isolate, come pubblicizzare un numero di telefono gratuito per le vittime di maltrattamenti.

Un portavoce del Ministero per le Pari Opportunità assicura che il piano sarà ripreso a settembre con uno stanziamento di 29 milioni di euro. Le associazioni contro la violenza sulle donne chiedono, tuttavia, che il progetto si concretizzi e che finalmente si risolva l’arretratezza italiana sul numero dei centri di sostegno per le vittime di maltrattamenti.

La società civile esige che si vada oltre e si combatta il maschilismo alla radice. L’unico modo è promuovere un’altra immagine della donna, una cosa difficile da ottenere in un paese in cui il primo ministro, la scorsa settimana, è apparso in un video nel quale si avvicina ad una assessore donna chiedendole se può “palparla un po’” per farsi una foto di gruppo. Qualche giorno prima aveva detto a un medico che gli sarebbe piaciuto tanto essere rianimato da lei.

Solo sua moglie Veronica Lario è riuscita a frenarlo. Ha ottenuto che modificasse il suo progetto di includere nelle sue liste elettorali un pugno di donne elette per la loro esuberanza fisica e non per le loro capacità politiche.

Però quando è andata oltre chiedendo il divorzio e accusando suo marito di essere un donnaiolo capace perfino di frequentare minorenni, la metà della societá italiana non l’ha compresa, come rivelano i sondaggi. In televisione sono comparse addirittura donne che chiedevano al primo ministro di picchiare sua moglie.

[Articolo originale “Italia justifica la violencia contra las mujeres” di Sandra Bruxaderas]

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