Ecco gli angeli della monnezza “Ora basta, Napoli la puliamo noi”

Ecco gli angeli della monnezza
“Ora basta, Napoli la puliamo noi”

Tam tam sul web e patti condominiali, si mobilitano i cittadini. Con scope e palette raccolgono rifiuti nelle piazze. E parte il riciclaggio “fai-da-te”. Ogni 10 giorni i ragazzi si autoconvocano su Facebook e scelgono una piazza cittadina da ripulire di CONCHITA SANNINO

Ecco gli angeli della monnezza "Ora basta, Napoli la puliamo noi" Una volontaria al lavoro nei vicoli di Napoli

NAPOLI – Hanno messo le braccia al posto delle parole, quello che fa un piccolo risorgimento al suo primo varco. Hanno cominciato con una piazza, due scope e guanti spaiati da chirurgo. Ora sono duecento alle assemblee pubbliche e tremila soltanto su uno dei social network coinvolti, e hanno adottato quattro aree della città. A volte basta che sia uno a indicare: “La città è nuda”. Succede che, allo sbando, si trovino le forze.

Le forze si trovano non per un altro grido, ma per fare un passo e guadagnare ossigeno. Capita quasi sempre mentre stai per arrenderti o affogare. È un clic che stavolta muove Napoli, capitale incline alla sorda indolenza quando l’onda della crisi – si chiami rifiuti o degrado – diventa compagno promiscuo, intima violazione. E infine morso quotidiano a cui non si vuole offrire altra carne.

La cura diventa ripartire dal basso. Pulire prima una strada, poi una piazza, poi un’altra. Tirare le erbacce dagli interstizi insieme alle carte dai marciapiedi. Ridarsi appuntamento e fare un altro pezzo di “pulizia”. Da soli. “Senza partiti, senza padroni”. Quando finiscono, si passano la parola. Che poi è diventata un programma e una sigla felice, in due sillabe, buona per bambini, laureati e nonni: CleaNap.

Un’idea forte dietro la quale c’è la tenacia di un anziano libraio, Rino De Martino, custode ormai di Piazza del Plebiscito abbandonata. E, dopo, l’intuizione di una 27enne, Emiliana Pellone, una laurea in Organizzazione e gestione del patrimonio culturale, una faccia alla Audrey Tatou, a cui piace ignorare che Napoli non sia il mondo di Amelie. E che dal suo blog, il 4 giugno lancia un appello: “Facciamolo noi, facciamo piazza pulita”.

http://www.repubblica.it/cronaca/2011/07/17/news/ecco_gli_angeli_della_monnezza_ora_basta_napoli_la_puliamo_noi-19225103/?ref=HREC1-3

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Terzo mondo

Roma, 19:37
CINEMA: HOWARD, CHIESA HA OSTACOLATO MIO FILM

“Il Vaticano ha fatto pressioni perche’ non mi fossero messe a disposizione le location per girare ‘Angeli e demoni’ a Roma”. L’accusa giunge attesa e senza preamboli da parte di Ron Howard, registspot,città,Fellini,Santi,Codice da Vinci,a premio Oscar, che ha presentato oggi alla stampa a Roma in anteprima mondiale il suo ultimo film, “Angeli e demoni”, tratto dal best seller di Dan Brown. La pellicola, interpretata da Tom Hanks, Ewan McGregor, Pierfrancesco Favino e l’israeliana Ayelet Zurer – tutti a Roma insieme allo scrittore per l’anteprima mondiale in programma domani sera a Piazza della Repubblica di Roma – rappresenta uno spot per la citta’ eterna senza precedenti. Lo stesso Favino spiega che a suo giudizio un film che parli’ cosi’ di Roma non si vedeva dai tempi di Fellini. Uno ‘spot’, dunque, fatto ‘a dispetto dei Santi’. “Sapevo che non era possibile girare nelle chiese – spiega Ron Howard -. Gia’ col ‘Codice da Vinci’ mi era stato proibito di girare in Inghilterra, Scozia e Irlanda. Mi aspettavo, quindi, di avere problemi a portare il set nelle chiese romane. Cio’ che non credevo, invece, e’ che non ci fosse alcuna collaborazione per girare in citta’. Ci hanno spiegato che era dovuto alle pressioni fatte dal Vaticano”.

°°° Ma che vergogna! pap’emmerda!!!

papocchio

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Dall’archivio di Travaglio

E se c’ero dormivo

“Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato”

(Silvio Berlusconi, leader del Popolo della Libertà, Repubblica.it, 26 aprile 2009).

“Onorevoli Colleghi! – La presente proposta di legge nasce dall’esigenza di attribuire a coloro che hanno partecipato alla seconda guerra mondiale un riconoscimento analogo a quello attribuito ai combattenti della guerra 1914-1918 dalla legge 18 marzo 1968, n. 263. L’istituzione dell'”Ordine del Tricolore” deve essere considerata un atto dovuto, da parte del nostro Paese, verso tutti coloro che, oltre sessanta anni fa, impugnarono le armi e operarono una scelta di schierament o convinti della “bontà” della loro lotta per la rinascita della Patria. Non s’intende proponendo l’istituzione di questo Ordine sacrificare la verità storica di una feroce guerra civile sull’altare della memoria comune, ma riconoscere, con animo oramai pacificato, la pari dignità di una partecipazione al conflitto avvenuta in uno dei momenti più drammatici e difficili da interpretare della storia d’Italia; nello smarrimento generale, anche per omissioni di responsabilità ad ogni livello istituzionale, molti combattenti, giovani o meno giovani, cresciuti nella temperie culturale guerriera e “imperiale” del ventennio, ritennero onorevole la scelta a difesa del regime, ferito e languente; altri, maturati dalla tragedia in atto o culturalmente consapevoli dello scontro in atto a livello planetario, si schierarono con la parte avversa, “liberatrice”, pensando di contribuire a una rinascita democratica, non lontana, della loro Patria… Attribuiamo al progetto di legge in esame un forte valore simbolico e sociale, che valga a superare tutti gli steccati ideologici che hanno reso difficile per troppi anni la possibilità di riconoscere socialmente i meriti e il sacrificio di coloro che hanno combattuto consapevolmente per il Tricolore; ad essi, dopo oltre sessanta anni dalla fine della guerra e nel sessantesimo anniversario della nostra Costituzione, il Parlamento italiano, per motivi di equità e di giustizia, deve tributare un riconoscimento analogo a quello concesso ai cavalieri di Vittorio Veneto. Questo sarà costituito da un’alta attribuzione onorifica, cioè l’appartenenza all’Ordine del Tricolore e anche da un miglioramento economico, doveroso per chi ha dato tanto per la propria Patria. In questo tempo di ristrettezze economiche ci appare indizio di grande civiltà pensare a chi ha combattuto e da anni attende una revisione migliorativa dei trattamenti pensionistici di guerra…” (XVI Legislatura. Camera dei deputati. Proposta di legge N. 1360 d’iniziativa dei deputati BARANI, ANGELI, BARBA, BARBIERI, BOCCIARDO, CALDORO, CASTELLANI, CASTIELLO, CATONE, CESARO, CICCIOLI, CRISTALDI, DE ANGELIS, DE CORATO, DE LUCA, DE NICHILO RIZZOLI, DI BIAGIO, DI VIRGILIO, DIMA, DIVELLA, GREGORIO FONTANA, FUCCI, GAROFALO, GIRLANDA, HOLZMANN, LABOCCETTA, LO MONTE, GIULIO MARINI, MAZZONI, RICARDO ANTONIO MERLO, MIGLIORI, PETRENGA, ROSSO, SARDELLI, SBAI, TORRISI, VALENTINI, VENTUCCI, VESSA, ZACCHERA. Istituzione dell’Ordine del Tricolore e adeguamento dei trattamenti pensionistici di guerra. Presentata il 23 giugno 2008. Stato iter: In corso di esame in Commissione).

(27 aprile 2009)

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