Milano, Pisapia: “Moratti ha mentito sui conti”°°° Vuoi vedere che non è nemmeno la vera mamma di Batman?

Milano, Pisapia: “Moratti ha mentito
Nelle casse possibile disavanzo di 186 milioni”

Le casse del comune di Milano? Più vuote di quanto pensasse il neosindaco Giuliano Pisapia. “Siamo davanti a un disavanzo potenziale di 186 milioni di euro“, ha detto il primo cittadino. Che accusa il suo predecessore, Letizia Moratti, di aver mentito, dicendo di aver lasciato i conti non solo in ordine, ma con un attivo di 48 milioni. Un avanzo che “non esiste”, rincara la dose il nuovo assessore al Bilancio, Bruno Tabacci.  Quanto affermato dai due è stato definito “denigratorio, mistificatorio e falso” dall’ex sindaco. “Temo – ha precisato Moratti – che si voglia semplicemente mettere le mani avanti per giustificare un aumento dell’imposizione fiscale”. Con “la revisione degli estimi catastali” e “l’inasprimento della tassa di occupazione del suolo pubblico”, aggiunge. Una scusa per non mantenere le promesse anche per il capogruppo della Lega in Consiglio comunale, Matto Salvini. Ipotesi smentita sia dall’attuale primo cittadino che dal suo assessore.

“La nostra -continua Pisapia – è un’analisi che si basa su documenti che erano già in possesso all’amministrazione comunale”. “Quanto detto dall’ex sindaco Letizia Moratti – precisa il primo cittadino – non corrisponde dunque al vero”. Un quadro noto alla precedente amministrazione, ne è convinto anche l’assessore Tabacci. “Sapevano perfettamente – spiega – perché c’è una lettera del 4 aprile dell’assessore al bilancio al collegio dei revisori in cui si mettevano le mani avanti parlando della necessità di misure correttive”. Pisapia rivendica di aver formulato fin da principio una riserva sul bilancio che avrebbe trovato dopo il suo insediamento. “Era doveroso – conclude – perché si è confermato quanto detto sin dal

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La casa da Batman per il figlio di una rana.

Moratti jr, una villa in stile Batman
condonata grazie al Pgt del Comune

La vicenda del figlio del sindaco di Milano è riportata sul prossimo numero dell’Espresso
Il caso è venuto allo scoperto a causa del mancato pagamento di una rata al progettista

Moratti jr, una villa in stile Batman condonata grazie al Pgt del Comune Il sindaco Letizia Moratti

Il figlio del sindaco di Milano, il trentaduenne Gabriele Moratti, avrebbe trasformato cinque capannoni alla periferia nord-ovest di Milano in una villa ispirata a quella di Batman – senza permessi – e il nuovo piano regolatore del Comune avrebbe di fatto condonato tutto. E’ quanto sostiene L’Espresso nel prossimo numero. Secondo la ricostruzione del settimanale, Gabriele Moratti ha comprato in via Cesare Ajraghi 30 cinque capannoni coperti da vincolo di destinazione industriale e il 4 agosto 2009 ha chiesto di accorparli in un unico laboratorio, pagando al Comune oneri per 6.687 euro.

A lavori quasi ultimati il gruppo Hi-Lite/Brera 30, specializzato in interni per case di lusso, ha accusato Moratti di non aver pagato l’ultima rata pattuita e l’architetto Gian Matteo Pavanello avrebbe ottenuto un decreto ingiuntivo per 127mila euro e avrebbe portato in tribunale carte dove sarebbe risultato che al posto dei capannoni c’era una villa, ispirata alla casa di Batman. Poi, aggiunge L’Espresso, la proprietà ha versato 102mila euro di oneri urbanistici e il 12 agosto l’immobile è diventato commerciale. Il Comune allora avrebbe mandato i controlli, ma senza trovare traccia della villa che, secondo Pavanello, sarebbe stata risistemata con strutture in cartongesso in vista dell’ ispezione.

Il nuovo Pgt milanese, approvato in febbraio, avrebbe inserito l’immobile di via Ajraghi in uno degli ‘ambiti di rinnovamento urbano’ in cui cadono tutti i vincoli di destinazione. Così, se ora Gabriele Moratti rivendicasse la destinazione residenziale, secondo i calcoli dell’Espresso, vedrebbe il valore della sua proprietà aumentare di un milione di euro.

°°° Ormai Milano è diventata un paesone da fiction di serie Z,  dove comandano le maitresse come Minetti, il Trota, il Pipistrello, la ‘ndrangheta, la lega… era la Milano da bere? Beh, se la sono bevuta insieme al cervello. I milanesi che ho conosciuto io negli anni ’67/’75 li avrebbero cacciati tutti a calci nel culo, questi dementi ladri e incapaci.

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