Le “FESTE ELEGANTI” con stupri di minori e cocaina a manetta.

Ruby, il Caimano e la difesa con stupro

C’è un altro Gianpi: si chiama Traversi, condannato per violenza su una minorenne. E’ teste al processo a carico del premier

È testimone a difesa di Berlusconi nel processo Ruby. Dovrebbe dimostrare che le serate di Arcore erano innocenti incontri a base di Coca Cola light e che il Cavaliere non è colpevole di prostituzione minorile. Invece ha una

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Ladrusconi e Bertoladro. L’ultima beffa della Maddalena: addio al sogno dell’hotel del G8

L’ultima beffa della Maddalena
Addio al sogno dell’hotel del G8

L’ultima beffa della Maddalena Addio al sogno dell’hotel del G8 Licenziati i dipendenti, la Mita pronta a ridare le chiavi alla Regione.La struttura era stata data in gestione per 40 anni al gruppo Marcegaglia. I lavori furono affidati da Bertolaso al cognato Francesco Piermarini.
LA SUITE di Obama, adesso, più che una leggenda rischia di passare alla storia come il simbolo di una grande incompiuta. Alla Maddalena sull’ex Arsenale, l’unica struttura costruita per il G8 tenuta in vita, potrebbe calare presto il sipario. Colpa dei ritardi del governo e della Regione.

Per la bonifica di questo spicchio di mare antistante l’hotel del G8 – dato in gestione dalla Regione per 40 anni alla Mita Resort del gruppo Marcegaglia, canone da 60 mila euro l’anno più 30 milioni post-bonifica – Guido Bertolaso, l’ex capo della Protezione civile, ha speso 72 milioni di soldi pubblici. I lavori sono stati affidati al cognato Francesco Piermarini: ma la pulizia della discarica marina – in perfetto stile Cricca – non è mai stata completata. E così in porto le barche non possono navigare. Come un campo da calcio dove è impossibile tirare calci al pallone. Non pervenuti nemmeno i permessi per l’hotel che doveva ospitare i capi di Stato: primo fra tutti l’abitabilità. Mita le aspettava già questa estate le carte, ma la Regione Sardegna – proprietario di questo sito di 150mila metri quadrati dove un tempo sorgeva l’Arsenale militare – non ha ancora effettuato nemmeno la perimetrazione dell’area. E’ questo il quadro di Porto Arsenale, la struttura sorta dalle ceneri dello scandalo del G8 (un affare costato 500milioni di euro, 327 per le opere alla Maddalena, il resto per l’Aquila) che nei piani del gruppo Marcegaglia doveva diventare il porto turistico più importante del Mediterraneo.
Ora potrebbe trasformarsi nell’ultima beffa della Maddalena.

Il 31 dicembre i lavoratori ancora sotto contratto con la Mita Resort – una dozzina tra guardiani e marinai – se ne andranno a casa. Gli altri essendo stagionali se ne erano già andati a settembre. L’unica azienda maddalenina che ancora lavora nell’ex Arsenale è la Roland Garden, che cura il verde. Che sia solo la prassi invernale per un porto collegato a una megastruttura turistica? Secondo il capitolato d’appalto, Mita – che ha ottenuto la concessione dell’ex Arsenale a un prezzo certamente vantaggioso – avrebbe dovuto presentare al Comune un piano industriale a garanzia che il suo business sarebbe stato per l’isola anche un’occasione di rilancio – e di indennizzo. Il piano non si è ancora visto. Secondo quanto filtra da fonti vicine alla società – che ufficialmente non dichiara nulla -, prima di fare nuovi passi ( la sola manutenzione della struttura costa 2 milioni di euro l’anno) il gruppo Marcegaglia vuole vederci chiaro. Che significa capire alcune cose: primo, se le acque dell’Arsenale continueranno – nonostante il piano della Protezione civile – a essere infestate da idrocarburi e quindi non navigabili. Secondo, se la Regione manterrà fede – finora non lo ha fatto – agli impegni presi. In pratica: non essendo nelle condizioni di poter sviluppare il proprio progetto Mita potrebbe valutare l’ipotesi di rivedere il suo impegno nell’affare di Porto Arsenale. I magazzini sono pieni di materiale ancora incellofanato: banchine galleggianti, divise del personale, attrezzature subacquee, gommoni, macchine elettriche. Tutto con il logo “Porto Arsenale”. Se sono inutilizzati non è certo per colpa di Mita. La società della Marcegaglia risulta danneggiata dalla celerità elefantiaca della Regione e dagli effetti imprevisti retaggio della scriteriata azione della Protezione civile (Bertolaso&Co) sull’isola. “Siamo di fronte a un paradosso – tuona il sindaco Pd Angelo Còmiti – c’è una società che deve fare i suoi investimenti – che servono come il pane a questa città – ma non viene messa nelle condizioni per farlo. Governo e Regione ci hanno abbandonato al nostro destino”.

Dietro la nebulosa senza fine che avvolge tutto quello che è passato sotto le grinfie della Cricca Balducci-De Santis-Della Giovampaola-Anemome, aleggia un nuovo spettro: e cioè che Mita di qui a poco decida di riconsegnare le chiavi dell’ex Arsenale alla Regione. “Cappellacci (governatore sardo, ndr) se ne sta lavando le mani”, tuona il consigliere comunale Mauro Bittu. Nell’arcipelago degli scandali e delle beffe c’è rabbia. Altro che riconversione: molto di quello che è stato costruito per il G8 langue e appassisce. L’hotel a 5 stelle sorto nell’ex ospedale militare dista un centinaio di metri dall’Arsenale: è costato 75 milioni, 742 mila euro a stanza (sono 101). A febbraio 2010 – dopo un’inchiesta di Repubblica – Bertolaso promise che sarebbe stato fatto un nuovo bando di gara per l’assegnazione. Che c’erano contatti avviati con due società. Zero. Il bestione è ancora lì, con le erbacce intorno, una cattedrale sul mare e nessuno la vuole. E ancora: più nulla si sa del Water Front, il porto turistico cittadino i cui lavori dovevano partire a ottobre. Doveva essere un’opera collegata al G8 anche quella: ma dopo gli scandali sulla corruzione, gli arresti, i costi fuori controllo, è scivolata “a data da destinarsi” sorride amaro Còmiti. Le spese? Dieci milioni di fondi Fas, altri cinque provenienti dalle casse della Regione: ma è ancora tutto fermo. Roberto La Monica fa il pubblicitario. Con una mostra fotografica aveva già lanciato l’allarme sull'”isola usa e getta”. Ora ha proposto all’amministrazione una campagna di rilancio intitolata “Maddalena c’è”. Forse bisognerebbe aggiungerci un punto interrogativo.

(22 dicembre 2010)

°°° Da pigliare a calci nel culo tutti quei sardi ladroni o decerebrati che hanno dato fiducia a una banda di ladri come berlusconi, cappellacci, corona, bertoladro, e la loro cricca. Mi vergogno sempre di più di certi sardi.

hotel g8

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Tuvixeddu

Amici, a Cagliari si sta vivendo una delle tante assurdità di questo regimetto malavitoso. C’è una NECROPOLI PUNICA che tutto il mondo ci invidia. Bene. La cosca dei cementificatori, capeggiata da Silvio Berlusconi e dai suoi sodali pliripregiudicati, sta per coprire tutto con delle massicce colate di cemento. La cittadinanza più attenta è insorta, ma ai prestanome di Berlusconi non frega una mazza. Il sedicente presidente della regione: Cappellacci, il sindachetto di Cagliari: Floris, e tutta la banda Berlusconi-Zuncheddu (c’è persino un’assessora regionale, figlia di quel malavitoso di ex capo della massoneria: Corona, che sta cementificando le coste con orrente palazzine-porcilaia) STANNO  ACCAPIGLIANDOSI PER UN NUOVO SACCO DELLA PIU’ BELLA ISOLA DEL MEDITERRANEO!!!

FATE GIRARE!

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La tragica italietta di Berlusconi

Torino, immigrato fa arrestare rapinatori

la polizia lo denuncia: è clandestino

Un giovane asiatico è stato aggredito e derubato da tre romeni e poi li ha fatti catturare. Ma è stato incriminato in base alla nuova legge e multato per 5-10 mila euro

°°°  I tre aggressori, probabilmente, avranno una taglia in  premio o potranno partecipare  a qualche reality…come il loro collega  corona.

TRANQUILLO,  NON L’HO  DETTO  A  NESSUNO  CHE  SEI  BERLUSCONI… ANCHE  SE  DALLE  MINCHIATE  CHE  DICI  E  CHE  FAI,  SI  CAPISCE  CHE  SEI  UN  ASINO.

asino

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AHI, AHI…

E Berlusconi scrive al Garante
«Bloccate le foto di Villa Certosa»
Nelle immagini la visita dell’allora primo ministro ceco e ragazze in bikini e topless

papiiiii

Adesso saltano fuori le foto. C’è la prova che esistono delle immagini scattate da un fotografo sardo durante la festa di Capodanno a Villa Certosa, alla quale avrebbe partecipato Noemi Letizia insieme ad altre ragazze. Ma non solo. Il reporter sostiene di avere ben 700 istantanee. Alcune documentano la vacanza trascorsa nel maggio del 2008 nella residenza del premier Silvio Berlusconi dall’allora primo ministro della Repubblica Ceca Mirek Topolanek e dalla sua delegazione, altre mostrano gli eventi mondani organizzati nella splendida dimora di Porto Rotondo. Tre giorni fa, per cercare di bloccarne la pubblicazione, il presidente del Consiglio ha presentato un ricorso al Garante della privacy. Quattro pagine firmate di suo pugno per chiedere «tutti i provvedi­menti che riterrà opportuni e in particolare l’inibizione di qualsivoglia utilizzo o pubbli­cazione del materiale fotogra­fico ». Una denuncia è stata in­vece depositata alla Procura di Roma. Il Garante ha avvia­to l’istruttoria e ha chiesto al­le parti una relazione su quan­to accaduto. Ne è seguita una querelle con tanto di controdeduzioni inviate all’ufficio dell’Autori­tà della privacy dal fotografo Antonello Zappadu, che svela­no come la trattativa per l’ac­quisto di alcune foto sia co­minciata nel dicembre scor­so, dunque ben prima che esplodesse il «caso Noemi». È stato lo stesso reporter ad of­frirle a Panorama, il settima­nale di proprietà di Berlusco­ni. La sua proposta è stata ri­fiutata, ma il 26 maggio scor­so ci sarebbe stato un nuovo incontro a Milano con il gior­nalista Giacomo Amadori per trattare le immagini scattate «nel periodo fra Natale 2008 e gli inizi dell’anno 2009», dunque nel corso della vacan­za offerta a Noemi Letizia e ri­velata in un’intervista al quo­tidiano La Repubblica dal suo ex fidanzato Gino Flaminio. Prezzo richiesto: un milione e mezzo di euro.

La stessa cifra che sarebbe stata negoziata anche con il settimanale della Rusconi Gente. A questo punto il reporter racconta di essere stato chia­mato da Amadori e da Miti Si­monetto. È la curatrice del­l’immagine della famiglia Ber­lusconi. Proprio lei, nel 2006, fu contattata da Fabrizio Coro­na per la vendita di alcune fo­to che ritraevano la figlia del premier Barbara all’uscita di una discoteca milanese insie­me ad un ragazzo. «Mi disse­ro di interrompere le altre trattative», dice. Le immagini cominciano a circolare nelle redazioni dei giornali. I collaboratori di Zappadu sostengono di aver ricevuto offerte da tabloid in­glesi, si parla anche di perio­dici francesi che potrebbe­ro essere inte­ressati. Alcu­ne ritraggono l’arrivo di Sil­vio Berlusconi in un aeropor­to — che presumibilmente è quello di Olbia — a bordo del­l’aereo di Stato.

Con lui c’è il fedele Mariano Apicella, ri­tratto mentre scende dalla scaletta del velivolo dell’Aero­nautica Militare con le inse­gne della «Repubblica italia­na » ben visibili. Il cantante napoletano che alla feste del premier è una presenza fissa ha gli occhiali scuri, il volto sorridente proprio come Ber­lusconi. In un’altra immagine l’ex posteggiatore è ritratto mentre carica i bagagli su una delle auto del corteo pre­sidenziale. Dovrebbe trattarsi di un periodo estivo: le perso­ne sono ritratte con abiti leg­geri, si vede una donna di spalle che indossa sandali in­fradito. Poi ci sono le foto dei giar­dini di Villa Certosa con ragaz­ze in bikini o in topless, altre sotto le docce all’aperto, altre vestite accanto a Berlusconi nel patio delle residenze desti­nate agli ospiti. Lo stesso Ber­lusconi spiega nel suo ricorso che alcune foto fatte circolare con i volti ‘oscurati’, «verosi­milmente ritraggono nel mag­gio del 2008 la delegazione ce­ca oltre a una serie di soggetti che erano stati ufficialmente convocati per le serate di in­trattenimento offerte a Topo­lanek ».

Il premier affronta poi il ca­pitolo che riguarda le ultime vacanze natalizie: «Si tratta di soggetti ripresi in momenti di assoluta intimità del tutto leciti e senza alcun particola­re rilievo o connotazione, ad­dirittura mentre si trovavano all’interno delle abitazioni po­ste a loro disposizione e ritrat­te mediante potenti e intrusi­vi mezzi di riproduzioni delle immagini». Una tesi che Zappadu con­testa nella relazione inviata al Garante, ventilando l’ipotesi che in giro possano anche es­serci altre immagini. «Nella mia disponibilità — scrive in­fatti il fotografo — ci sono fo­tografie riprese lecitamente, in diverse circostanze di tem­po e luogo, nello svolgimen­to della professione giornali­stica. Non ho ricevuto e visio­nato le fotografie alle quali il dottor Berlusconi può fare ri­ferimento, che possono an­che essere estranee a quelle nella mia disponibilità. Quin­di mi riservo ogni valutazio­ne sulla paternità, luogo, tem­po, tecniche e modalità di ac­quisizione delle immagini co­nosciute dall’onorevole Berlu­sconi una volta avuta contez­za delle medesime immagi­ni ».

Fiorenza Sarzanini

°°° Forse si vedono anche le montagne di cocaina sparse ovunque… Ma come si chiamava l’ospite di berlusconia? Topolanek?! Beh, nella casa dello gnomo…

ALTRE OSPITI DELLA FESTA:

noemi6

pacchetto1

jessica2

olio-49

ZONA DEI CACTUS E RAGAZZA CHE SI ALLENA A DIVENTARE MINISTRA

cactus

picante1

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Scusate…

Piccola riflessione prima di andare sottocoperta. Dunque, ho avuto la fortuna di lavorare alla radio, in Tv e in teatro con: Stefano Satta Flores, Nanni Loy, Antonella Steni, Corrado Gaipa, Corrado, Nanni Svampa, Leo Gullotta, Gastone Moschin, Gino Pernice, Carlo Dapporto, Gino Bramieri, e un mare di altri colleghi e Maestri. Ho conosciuto Delia Scala, Walter Chiari, Alberto Sordi, ecc. Ho conosciuto il talento vero, la fatica, la genialità, la personalità. Il pubblico pagava volentieri un biglietto per passare un po’ di tempo con noi, ma SOPRATTUTTO: per vedere e sentire NOI fare delle cose che LORO non sapevano fare nemmeno lontanamente. Oggi… vedi le tv (e i teatri o le rafdio) infarciti di corona, platinette, sgarbi, costantini, tronisti, vallette, e zoccole varie di tutti i sessi. Vi rendete conto? Hanno ucciso anche lo Spettacolo, l’Arte e la Cultura!!!
Bonanotti.

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