MERDASET, IL FALLIMENTO E’ ANNUNCIATO.

Mediaset, annuncio lavoratori
Videonews: ‘agitazione continua’

I dipendenti della testata televisiva,che realizzano programmi come Matrix, Quarto Grado, Verissimo e i contenitori Mattino 5 e Pomeriggio 5 in protesta contro la decisione dell’azienda di non rinnovare i contratti a tempo determinato in scadenza

di Giovanni Luca Montanino

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/16/mediaset-lavoratori-videonews-entrano-agitazione-permanente/178108/

°°° Cosa vi aspettavate da un cialtrone buono a nulla, che ha messo su un impero coi soldi sporchi di Cosa Nostra E COI MILIARDI A VAGONATE RUBATI AL POPOLO ITALIANO? O avete creduto davvero che fosse  un IMPRENDITORE?!

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La Regione Sardegna al fallimento. Politicanti asini e ladri.

La Regione verso il disastro finanziario

Uras: «Nel 2011 speso il 30%, residui in aumento». La Spisa: «Non è colpa nostra»

Sardegna-sorride

CAGLIARI. Un disastro finanziario: se la Regione fosse una Spa avrebbe dovuto già portare i libri in tribunale. Il monitoraggio della spesa è impietoso. I dati sono ufficiali e aggiornati al 10 di questo mese: su quasi dieci miliardi di stanziamento i pagamenti sono pari ad appena tre miliardi e 400 milioni. I residui sono oltre 6 miliardi e 700 milioni.

La denuncia è di Luciano Uras (Sel) che spara sul governo della Regione: «Il monitoraggio della spesa», afferma Uras, «mette a nudo il totale fallimento della Giunta Cappellacci». Al di là del giudizio politico, parlano i numeri. La massa spendibile è adoperata quasi totalmente per il mantenimento della macchina regionale; stiamo pagando un prezzo altissimo per lo stop subìto dalla vertenza entrate con lo Stato e, ovviamente, incide in modo pesante il vincolo del patto di stabilità che impedirà negli ultimi due mesi dell’anno di continuare a spendere. Lo stato della spesa regionale a fine anno sarà di cinque miliardi e 108 milioni tra competenze e residui, rispetto ai 16 miliardi e 617 milioni. Significa che i pagamenti raggiungeranno quota 30,25%.

«Un vero disastro finanziario», afferma Luciano Uras, «dovuto anche ai vincoli del patto di stabilità ma sostanzialmente causato dall’inefficienza della macchina politico burocratica della Regione e alla posizione subalterna della Giunta nei confronti del governo Berlusconi».

°°° STRANO, VERO? COME INSEGNA IL LORO PADRONE, CAV.POMPETTA… E’ SEMPRE COLPA DEGLI ALTRI!

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Silvio Hitler-Riina

IL COMMENTO

Il coltello del potere

di GIUSEPPE D’AVANZO (Repubblica)

bossi-figlio

Ora che si annuncia il character assassination di Gianfranco Fini, come per la brutale liquidazione del direttore dell’Avvenire, non tiene conto discutere di chi preme il grilletto.

Quel che conta è mettersi dinanzi la figura del mandante, le ragioni della sua mossa intimidatoria per fermare l’immagine della scena distruttiva in cui siamo precipitati. Quel che accade, non c’è altro modo per dirlo: Silvio Berlusconi, con il suo giornale, avverte il partner che, en passant, è anche la terza carica della Repubblica. Lo minaccia con

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AHAHAHAH!

GRAZIE AGLI 8.7 MLN € SGANCIATI DAL PIRELLONE DI FORMIGONI APRE OGGI LA CINECITTà PADANA (EX MANIFATTURA TABACCHI DI MILANO) – BOSSI: “DAVAMO I SOLDI A ROMA CHE FACEVA I FILM CHE CI INSULTAVANO. ORA LI FAcCIAMO SULLA NOSTRA STORIA”…

Francesco Spini per “La Stampa”

In fondo lo diceva già il Duce: «Il cinema è l’arma più forte». Ottant’anni più tardi Umberto Bossi concorda. Quindi: anche la Padania avrà i suoi film e soprattutto la sua Cinecittà. O meglio, come l’ha battezzata tempo fa il Senatùr, «Milano Cinema». Dice Bossi: «Finora davamo i soldi alla Cinecittà romana e poi facevano film che ci insultavano. Ora facciamo i film noi sulla nostra storia».

°°° Mi sembra esagerato parlare di FILM: per la vostra storia basta uno short  di 30 secondi. A meno che non vogliate parlare della vostra STORIA GIUDIZIARIA… allora ci vuole

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Se permettete…

E ora la procura indaga
anche sulle feste a Cortina
«Undici anni fa mio padre si è ucciso perché non riusciva a portare a termine il progetto del residence»

Patrizia D’Addario (Rocco De Benedictis)
PATRIZIA D'ADDARIO

BARI — La replica di Patrizia D’Addario all’accusa del premier di essere stata «mandata e retribuita» è secca: «Smentisco che ciò sia accaduto. Qualora l’onorevole Berlusconi sia in possesso della minima prova a sostegno della sua affermazione, lo invito a volerla trasmettere all’autorità giudiziaria. Se così non fosse vorrei pregarlo di astenersi da simili affermazioni». Reagisce duro la donna. Dopo essere rimasta «blindata» per una settimana, consapevole che ogni sua mossa sarebbe stata controllata e analizzata parla per rispondere «a frasi infamanti». E la rabbia monta «perché le altre si spacciano per ragazze-immagine e prendono soldi, mentre io che ho soltanto raccontato la verità vengo massacrata». C’è soprattutto un punto che Patrizia ribadisce: «Non sono stata io a presentare una denuncia. Il magistrato mi ha convocata perché voleva sapere che rapporti avessi con Gianpaolo e se lui mi avesse portata a palazzo Grazioli. È stato in quel momento che ho deciso di ammettere quanto appariva già evidente».

Il pubblico ministero aveva infatti ascoltato centinaia di conversazioni telefoniche dell’imprenditore barese che ingaggiava squillo da portare a feste e vacanze a Roma e a Villa Certosa in Sardegna. E lei, che in quei colloqui compare spesso, è stata chiamata come testimone. Non nega Patrizia di aver maturato in questi mesi risentimento nei confronti del premier «ma solo perché sono stata ingannata. La seconda volta che l’ho visto, quando ho trascorso la notte con lui, non ho preso soldi: mi sono fidata della sua promessa di aiutarmi a costruire il residence sul terreno della mia famiglia. È il cruccio della mia vita perché mio padre si è ucciso quando ha capito che non sarebbe riuscito a portare a termine quel progetto. Ci aveva investito tutti i suoi soldi, pur di realizzarlo aveva accumulato debiti. Undici anni fa, quando era ormai sull’orlo del fallimento, si è suicidato».

L’inchiesta della Procura di Bari va avanti e trova nuove conferme. Alcune ragazze hanno ammesso quanto emergeva già dalle intercettazioni: fine settimana trascorsi a Cortina in compagnia di facoltosi clienti nelle suite di alberghi di lusso oppure nella villa di un noto industriale. E soprattutto hanno confermato il ruolo di un «mediatore» che avrebbe aiutato Tarantini a organizzare le trasferte. Si chiama Max ed è l’uomo che gli ha presentato Patrizia. Nelle audiocassette che la donna ha consegnato due giorni fa, la voce di Max è stata registrata più volte. A metà ottobre 2008 fu lui a dirle che c’era una festa a Roma e poi la portò da Gianpaolo. L’accordo fu chiuso in meno di un’ora: «2.000 euro per una cena da Berlusconi», anche se poi Patrizia ne prese «soltanto 1.000 perché non ero rimasta». Max era ospite nella villa di Tarantini durante la vacanza in Sardegna nell’estate dello scorso anno e a metà agosto partecipò con lui alla cena per una sessantina di invitati a Villa Certosa. Portarono un gruppo di amici e lì trovarono Sabina Began, la donna ritenuta molto vicina al presidente del Consiglio che gli avrebbe presentato l’imprenditore barese. Un vorticoso giro di eventi mondani nel quale Patrizia è stata coinvolta e che adesso ha contribuito a svelare. «Sapevo che mi avrebbero accusata delle peggiori nefandezze — chiarisce — ma io sono inattaccabile perché ho sempre detto la verità e infatti Berlusconi non può negare le circostanze che ho rivelato. Io non sono in cerca di successo. Avevo soltanto chiesto un aiuto per finire la costruzione di quel residence. I ritardi mi hanno costretto a pagare un mutuo altissimo».

La donna — che il Pdl ha candidato alle elezioni comunali con la lista «La Puglia prima di tutto» — spiega che «tutti erano a conoscenza di quello che facevo per mantenere la mia famiglia, visto che da quando mio padre non c’è più sono io ad occuparmi di mia madre, oltre che di mia figlia. E se ho deciso di raccontare la verità l’ho fatto anche per loro. Ero stata chiamata dal magistrato e volevo che non ci fossero ombre. In questi mesi Tarantini mi ha chiesto più volte di tornare a Roma, gli ho detto di no perché il patto non era stato mantenuto. Lui sapeva che avevo le prove degli incontri e quando casa mia è stata svaligiata ho cominciato ad avere paura. Ho capito che non dovevo nascondere nulla di quanto era accaduto».

Fiorenza Sarzanini
24 giugno 2009

berlusconi_urlomunch_bis

°°° Se permettete, amici, tra una ragazza coraggiosa che ammette di fare un mestiere non proprio invidiato: pur sapendo di attirarsi contro le ire del farabutto più potente d’Italia, e uno dei più grandi cazzari della Storia del mondo… beh, mi sembra evidente che credo fino all’ultima virgola di ciò che dice Patrizia. Conosco sulla mia pelle i metodi di Mafiolo. Patrizia D’Addario svetta in questo confronto mille anni luce avanti. Il Cavaliere (de ‘stogazzo) è sempre più patetico: pensate che a un attacco del Guardian (uno dei più prestigiosi quotidiani del mondo) replica con un’intervistina fasulla a “Chi”… Questo è il livello, gente!

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