ma con che faccia la rai licenzia e aumenta il canone? Una nuova tassa sull’immondezza?

Io non lo pago perché la rai berlusconiana fa cagare, perché si rubano miliardi di euro (li ho denunciati quasi 20 anni fa con nomi e cognomi, ma d’alema e veltroni hanno insabbiato tutto), perché mi deve 20 anni di vita e tre miliardi per lavori fatti… mai pagati, e per i miei format rubati (alcuni portati da carlo fuscagni, ex direttore di raiuno, a merdaset).

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MEZZA ITALIA SOTTO L’IMMONDEZZA E MEZZA NELLA MERDA. Grazie, Silvio!

Rifiuti, la rivolta di Chiaia

A Napoli 2mila tonnellate di arretrato. Cumuli in centro e in provincia, ma il peggio deve ancora arrivare. La protesta degli abitanti. Blocco di auto alla Riviera: “Siamo stufi di questo schifo”

di CONCHITA SANNINO

Rifiuti, la rivolta di Chiaia

Un vicoletto di Chiaia trasformato in discarica, ridotto a letamaio da paese sottosviluppato, può diventare il simbolo della nuova ineluttabile emergenza che sta precipitando su città e provincia, al ritmo di 10 mila tonnellate già a terra.

A sera, in vico Ischitella, sulle centinaia di sacchetti abbandonati, schiacciati dal traffico di giornata fino a diventare poltiglia, si leva infatti la rabbia di cittadini e negozianti. Bloccano la viabilità, parcheggiano le auto di traverso, gridano: “Basta con questo schifo”. Avviene mentre tre impianti Stir sono al collasso, la discarica di Chiaiano rischia la saturazione e la coda di camion in coda agli impianti dura una notte intera. Ci risiamo, “ma stavolta sarà peggio”, si passano la voce gli autisti dei camion fantasma, i Caronte di quell’immondizia che da tre giorni è tornata a vagare per la regione – da Caivano a Tufino, da Napoli a Santa Maria Capua Vetere – in attesa di pietosa sepoltura.

La città di Napoli già mostra i segni di 2mila tonnellate di arretrato: dalla Riviera di Chiaia, dove la rabbia manda in tilt il traffico serale, al corso Vittorio Emanuele; da via Chiatamone a via Foria. Nel sistema incompleto, a rischio costante di corto circuito com’è noto, Napoli continua a patire la mancanza dei siti in cui sversare. Così il rosario dei 60 autocompattatori della città, in coda agli stabilimenti ormai al collasso di Giugliano o Tufino, per i soliti 1500 euro di spesa al giorno, è destinato ad allungarsi. Con l’aggravante che mancano le prospettive.

Anche l’impianto di Caivano non è utilizzabile, chiuso a tempo indeterminato, salvo la limitata accoglienza dei rifiuti del paese. Palazzo San Giacomo tenta di correre ai ripari individuando due siti di stoccaggio provvisorio, uno nella zona orientale e l’altro ad ovest. “Dobbiamo completare l’iter e quindi chiedere l’autorizzazione alla Regione, ma siamo quasi pronti, il problema è che si naviga al buio e non sappiamo davvero quale potrà essere una soluzione a medio termine”, riflette l’assessore Paolo Giacomelli. Nessuna polemica, stavolta, ma una preoccupazione originata dalla assoluta mancanza di prospettive, in carico alla Provincia di Napoli e alla Regione.

Non a caso tornano le cosiddette “stazioni di trasferenza” dei comuni: il limbo dell’immondizia che si accatasta in attesa di giorni migliori, la montagna di sacchetti che non si sa dove né quando sarà sistemata. Un’idea tampone dei tempi bui, che riporta indietro le lancette di quasi tre anni, e tuttavia inevitabile se non si ha altro. Anche la discarica di Chiaiano è ridotta al lumicino, con capacità di accoglienza sensibilmente decurtata (dalle tradizionali 600-700 tonnellate al giorno si è passati alle 250 degli ultimi giorni). Né è ipotizzabile immaginare che, in assenza di un ciclo integrato, in mancanza di impianti di compostaggio e di stabilimenti di trattamento adeguati, basterebbe un innalzamento della raccolta differenziata a Napoli – su cui il Comune promette di intervenire, allargando a marzo a tutta l’area di Scampia – per ribaltare il corso delle cose.
Anche la provincia torna a sprofondare nell’immondizia. Prove tecniche dell’annunciato disastro, quello di primavera. Nei territori dell’hinterland, l’arretrato ha già raggiunto quota 8mila tonnellate. A Melito, i banchi della vergogna misurano chilometri. Anche a Quarto e nell’area flegrea alcuni rioni sono già ostaggio della viabilità “obbligata”, quella tracciata dalla mappa dei cumuli da evitare. Analoga sofferenza nel nolano o nella zona vesuviana. Difficile nascondere, alla luce dei fatti, che l’accordo di Capodanno si è rivelato un bluff. O solo il legittimo tentativo di ripulire Napoli alla vigilia dell’ultimo ponte turistico dell’Epifania (compresa la visita in città del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano).
Fatto sta che, trentacinque giorni dopo, la dichiarazione di impegni firmata il 4 gennaio a Palazzo Chigi alla presenza del sottosegretario Gianni Letta, del governatore Caldoro, del presidente Cesaro, degli altri vertici delle Province campane, e del sindaco Iervolino, è carta straccia. Zero discariche mentre siamo alle porte della saturazione di Chiaiano, zero progressi per i termovalorizzatori, zero idee sui commissari da nominare per la definizione delle discariche, così come prevede la legge. Anche perché non è previsto compenso per questi ultimi, e non si intravedono commissari-missionari sulla via lastricata di resistenze e guerriglie.

Eppure, al primo punto, quell’accordo romano recitava: “Individuazione e realizzazione di una discarica nella provincia di Napoli per almeno un milione di tonnellate e problemi connessi”. Risultato? Non una proposta concreta, neanche una fondata opzione. Anzi: il trionfo del paradosso sta proprio nella sequenza cronologica. Basta seguire due date. Il 25 gennaio il governo trasforma in legge dello Stato quel decreto rifiuti che, cancellando le tre discariche precedentemente scelte (Cava Vitiello, Terzigno; Andretta, in Irpinia; Serre, a Salerno) sancisce il principio che in Campania non c’è emergenza. Eppure, tre settimane prima, è proprio Palazzo Chigi a vergare una disposizione di immediata individuazione di uno sversatoio a sei zeri di metri cubi. A Roma, il governo appare assorbito da altro.

“L’ennesima emergenza rifiuti, che potrebbe essere la più drammatica, sembra non toccare più di tanto i vertici del Pdl in Campania”, denunciano i Verdi, con Francesco Borrelli e Carlo Ceparano. E aggiungono: “La Sapna, l’ennesima società sui rifiuti voluta dall’attuale presidente Cesaro, ha prodotto per ora solo 800mila euro di consulenti e altre spese accessorie e l’aumento del 10 per cento della tassa sui rifiuti, la Tarsu. Mentre Napoli e la sua provincia, in particolare Pozzuoli, Quarto, Melito, Giugliano, Casandrino, Marano e Mugnano sono travolti, Cesaro è a Roma a svolgere il suo triplo incarico di parlamentare, presidente della Provincia e coordinatore del Pdl”.

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Napoli-Hardcore: L’mmondezza e Cosentino. Cosentino è l’immondezza.

Nella discarica c’è Cosentino

di Gianluca Di Feo e Claudio Pappaianni

Gli incontri al ministero con Nucara, quello che sta facendo campagna acquisti per B. I messaggi di Martusciello, che ora sta all’Agcom. E la regia del leader campano del Pdl. Così un pentito descrive minacce e affari.
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/nella-discarica-ce-cosentino/2134618

°°° Non c’è manco da discutere. Che silvio berlusconi abbia basato tutta la sua miserabile vita sulle mafie ormai lo sanno anche i sassi. E’ solo una piccola parte di scimmiette decerebrate italiote che ancora non sa nulla. Sono quei poveracci che si abbeverano ai tg di regime e non leggono un giornale o un libro nemmeno se li ammazzi. Esserini inutili, già troppo fortunati se non si cavano gli occhi con la forchetta quando mangiano. Bestie da soma inutili che, al massimo, si rubano uno stipendietto statale-regionale-comunale. Non dobbiamo chiedere troppo alle loro sinapsi, amici.

cosentino

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Napoli (ma anche Catania, Palermo, ecc.) sommersa dalla spazzatura. I media nascondono tutto

Ma come?! Il vostro presidente del consiglio non ci ha ammorbato per almeno un anno sul “miracolo” che aveva fatto a Napoli? Il miracolo, ovviamente, è stato quellodi chiedere alla camorra di boicottare qualunque piano di risanamento e di inondare città e corsi d’acqua di spazzatura.  Così poi arrivava lui e risolveva il problema. Si è rubato anche quelle elezioni in questo modo. Peccato che l’abbia fatta solo spostare, l’immondezza, inquinando altri siti e creando una mare di nuovi prolemi anche per le future generazioni. Scoperto il trucco, grazie a noi blogger, si è inventato il miracolo dell’Aquila… peccato che sia stato sgamata anche quella puttanata e ora lui in Abruzzo non ci possa più passare nemmeno di striscio.

Ti saluto, mafiosetto, so che stai preparando la fuga. Entro dicembre, spero.

BERLUSCONI  AL MARE

spettacolo

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Che dio vi fulmini!!!

Amici, la tappa più interessante del Giro d’Italia viene interrotta da questa cagata di Tg3 regionale: cloaca massima di servi assolutamente proni e incapaci di gasparri e la russa. Per chi non lo sapesse, il Tg3 delle 19 è l’unico Tg italiano considerato quasi passabile – SECONDO I CANONI OCCIDENTALI DELLA INFORMAZIONE CORRETTA – mentre tutte le altre edizioni, soprattitto quelle regionali, sono nelle mani degli sguatteri suddetti dal 1994. Ci sarebbe da ridere, non fosse perché è la testata “giornalistica” più popolosa del mondo… pensate che ha quasi duemila stipendiati: sette volte più dei notizieri della BBC. Cosa ti sento? Che silvio berlusconi, nominato tre volte, ha raccomandato al sindaco aleMAGNO di porre rimedio ai guasti delle amministrazioni di sinistra, soprattutto contro i graffitari, perché “Roma mi piace, ma sembra una città africana“…

Ora, a parte la volgarità e l’offesa all’Africa e alle città africane (dove non lo vorrebbero nemmeno come spazzino e lo avrebbero condannato a morte a raffica dal 1972: data in cui ebbe la prima indagine per traffico di droga, armi, e riciclaggio) ma io, amici, ho vissuto a Roma PRIMA di Rutelli, quando rubavano e devastavano i compari di silvio berlusconi. Roma era una cloaca a cielo aperto, delinquenza, baraccati, immondezza, monumenti derubati e deturpati continuamente, zero cultura e zero civismo. Il sindaco del Psi, cacciato – per fortuna dopo pochi mesi – intanto si era rubato una villa pubblica e pure i 40 milioni di denaro pubblico per restaurarla, proprio a Villa Borghese. Sto parlando di quel ladro di amico di berlusconi che ha comandato per anni le zozzerie del mondo del calcio. Rutelli prima e Veltroni poi – che come leader di partito non valgono un cazzo – sono satati i migliori sindaci della storia. Hanno aperto e chiuso nei tempi prewvisti – E SENZA RUBARE UNA LIRA! – migliaia di cantieri. Hanno ripulito Roma. Hanno finanziato e creato servizi mai sognati. Hanno creato strade, viadotti, raddoppiato l’infernale Raccordo anulare. Hanno risanato la sanità e aperto tanti nuovi ospedali di eccellenza, in accordo con la regione. Hanno creato cultura e centri di cultura: come La città della musica. Hanno inventato l’Estate Romana (di cui mi onoro di essere uno dei padri). moltiplicando ed espandendo l’idea iniziale di renato Nicolini e del sindaco Vetere. Hanno inventato LA NOTTE BIANCA, che costava 24 milioni (soldi degli sponsor) e portava nelle casse del comune 44 milioni di euro, immediatamente spesi per welfare e opere pubbliche. Insomma… Roma era la più bella, la più pulita, la più vivibile e godibile, la più sicura, la più tranquilla, la più colta delle metropoli di tutto il mondo. In soli didici mesi cos’è Roma? Un posto di merda invivibile, buia, sporca, disordinata, insicura, priva di cultura, inquinata (vogliono addirittura fare un GP di formula uno, che la città impiegherà un anno a smaltire). Roma è una brutta città di provincia, fascista, pericolosa, teatro di orrendi spettacoli e di aggressioni razziste e xenofobe. Ho appena visto un paio di minuti del pedofilo mafioso alla CNN: guardate la postura… nemmeno un bambino che ha sgozzato la sorellina si siede così affannato per difendere le due bugie INDIFENDIBILI!
Silvio., LEVATI DAI COGLIONI IN FRETTA!!!

alemagno

berlusconiimbecille1

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LA tassa sul lusso…

Sardegna, la Giunta di destra cancella la tassa sul lusso

«Lo sviluppo va incentivato riducendo la pressione fiscale e non imponendo tasse inutili e idiote». L’assessore del Bilancio Giorgio La Spisa, nelle battute finali del dibattito sulla Finanziaria 2009, ha posto così una pietra tombale su uno dei provvedimenti che avevano caratterizzato la passata legislatura regionale: le tasse sul lusso, un’iniziativa fortemente voluta da Renato Soru più che per tassare i ricchi nell’ottica di accantonare risorse per garantire un fondo perequativo alle zone interne della Sardegna e migliorare la sostenibilità ambientale sulle coste, dove ogni estate arrivano milioni di turisti.

La Manovra varata al termine di una maratona notturna dal Consiglio regionale (oltre 8 miliardi che diventano 9 con un mutuo) segna una decisa inversione di rotta con la cancellazione delle ultime imposte rimaste del provvedimento varato nel 2006 dalla Giunta Soru (quelle sugli approdi di barche e aerei da turismo, nonché la tassa, facoltativa, di soggiorno) dopo che le altre (seconda case e plusvalenze) erano state dichiarate illegittime dalla Corte Costituzionale.

L’altro «ritorno al passato» è la rinuncia al meccanismo dell’anticipazione delle entrate fiscali future – adottato dal precedente esecutivo dopo l’accordo sulla vertenza entrate col governo Prodi – per tornare alla contrazione dei mutui (1,2 miliardi di euro) per effettuare investimenti e coprire parte del disavanzo.

Dal punto di vista politico, il centrosinistra ha criticato l’insufficienza delle risorse rese disponibili, e la destra ha cercato di difendersi annunciando azioni più corpose in futuri e ipotetici disegni di legge collegati, con il programma regionale di sviluppo e con la lontanissima manovra 2010.


°°° In pratica, amici miei, anche a livello regionale torniamo INDIETRO DI SEICENTO ANNI! Da qui portano via TUTTO: G8, miliardi, bellezza, dignità… e ci lasciano: fabbriche che chiudono, disoccupati a vagoni, immondezza, fame, miseria, inquinamento, e vergogna! Bravo la spisa, bravo cappella! I manutengoli della mafia e degli evasori fiscali… E un bell’applauso alle scimmiette decerebrate che hanno permesso questo.

cappella2

laspisa-giorgio1

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