Da Travaglio

Garantisti con le mèches

Brutto colpo, per i garantisti arcoriani, il proscioglimento di Luigi De Magistris dalle false accuse di una toga lucana. Il Giornale della ditta l’ha preso maluccio, affidando la notizia alle cure del rosicone con le mèches. Questi sostiene che De Magistris non ha mai chiuso un’inchiesta (già, gliele scippavano prima) e tenta di sminuire la sentenza spiegando che la gip che l’ha emessa è nientemeno che la moglie del fratello di Michele Santoro. Senza contare che «un cognato di De Magistris è pm a Catanzaro e una zia di sua moglie lavora al Quotidiano, schieratissimo a suo favore». Roba grossa. Il fatto che l’archiviazione l’abbiano chiesta tre pm di Salerno che non risultano parenti di De Magistris né di Santoro, è ininfluente (un deputato di An insinuò in un’interrogazione che la pm fosse l’amante di De Magistris; ma anche i due pm maschi erano pazzi di lui). Così come il fatto che nessuno conosca le idee politiche del fratello di Santoro né della di lui moglie. Dettagli: la cognata è prevenuta per definizione. Verde di rabbia, Colpodisole riesce persino a definire «smaccate» le «prove dei reati attribuiti a De Magistris». Ora, per il nostro Codice, le «prove» si formano al processo, che qui non si farà mai perché non esistono nemmeno «indizi». Concetto troppo complesso per i garantisti de noantri. Ed eccole, le «prove»: le telefonate di alcuni cronisti a De Magistris. Ma qui Colpodisole ha ragione: parlare con i cronisti è reato. Se avesse parlato coi delinquenti, come certi suoi colleghi, De Magistris sarebbe ancora a Catanzaro. O scriverebbe commenti sul Giornale.

GIORDANO COL CANE DI BURLESQUONI

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Grande OPPO

Maschi da Pdl

Beatrice Lorenzin (Pdl) ieri mattina ad Omnibus ha lamentato il fatto che, quando viene candidata una donna, le vengano fatte «le analisi del sangue» (per non parlare delle misure anatomiche). Insomma, lo scandalo non sta, per la Lorenzin, nel fatto che Berlusconi metta in lista attricette e amichette sue, ma nel fatto che queste vengano giudicate dalla stampa solo per l’apparenza. Cioè per l’unica dote che di loro si conosca. La difesa della Lorenzin è ad personam, ma qualche ragione ce l’ha. Diciamo pure che non ci riguardano i rapporti che Berlusconi ha avuto, ha o spera di avere con le belle candidate, ma la sua idea della politica sì. I ricchi anzianotti si sono sempre circondati di ragazze in fiore: è squallido, ma umano. Un po’ disumano è invece che Berlusconi si sia sempre circondato, in azienda, in Parlamento e fuori, di condannati per mafia, corruzione e altri gravi reati. Questi signori sono tutti maschi e tutti piuttosto bruttini.

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