L’idiozia arrogante al potere: mcdonalds contro mcpuddus

Ivan Puddu, giovane imprenditore di Baunei (Ogliastra), è ancora incredulo: ha ricevuto una diffida dagli avvocati della multinazionale McDonald’s per aver chiamato i piccoli negozi che ha aperto a Santa Maria Navarrese McPuddùs e McFruttus. L’uso del suffisso Mc nelle insegne, sostiene lo Studio legale romano Siblegal, crea «confusione» nei clienti.

«Sono rimasto letteralmente allibito perchè non ho mai pensato che potessi venire accusato di sfruttare il marchio americano a fini pubblicitari. La prima…………. diffidahttp://www.unita.it/news/italia/102676/mcdonalds_contro_mcpuddus

°°° Sono dalla parte di Ivan, naturalmente.  Pensate che dal 1986 al 1996 sono stato derubato di almeno 50 miliardi di royalties da ditte che hanno usato impunemente il mio “CAPPITTO MI HAI”!  Finché si trattava di piccolissime aziende che facevano t-shirt o tute da ginnastica, portachiavi o soprammobili, ho sempre lasciato fare. Così come ho firmato volentieri una liberatoria alla PANINI DI MODENA  per permettergli di sfruttare il mio “marchio” a fini umanitari (col ricavato della vendita delle mie figurine sono state aperte due o tre scuole e un ospedale attrezzatissimo in Africa). Ma quando alcuni mobilieri del sud e addirittura Rovagnati si sono impossessati  proditoriamente di CAPPITTOMIHAI per vendere le loro porcherie, ho stoppato immediatamente i ladroni siciliani e querelato rovagnati. Morale: gli spot (che andavano in onda da una settimana) sono stati immediatamente bloccati dal giudice, ma questi mandarono tre avvocati delinquenti da Milano a Roma (alloggiavano all’hotel Raphael, non so se mi spiego) che comprarono il magistrato e mi costrinsero a pagare le spese e una provvisionale di dieci milioni!!! Io avevo prodotto un quintale di vhs e copertine e articoli di tutta la stampa italiana che celebrava “Mr CAPITO MI HAI” loro andarono a Roma solo con una valigetta piena di contanti per il giudice…. Anch’io ero senza soldi (berlusconi non mi ha MAI pagato il dovuto!), altrimenti li avrei messi col culo per terra. E se Ivan avesse i soldi e un paio di buoni avvocati, porterebbe via anche le mutande a questi avvelenatori yankyes della mc merda’s.

CERTO CHE SE IVAN , INVECE CHE DI BAUNEI, FOSSE STATO IL SULTANO DEL BRUNEI… LI AVREBBE CAGATI MALAMENTE IN TESTA!

piccione-cacata

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Lo sfascio (anche della sinistra)

McDonald’s sotto la Torre di Pisa

Scatta la protesta dei commercianti

………………………………………………
«Non siamo preoccupati». Così il sindaco di Pisa Marco Filippeschi commenta la diffida presentata da Confesercenti. Il fast food, ricorda il sindaco, «verrà realizzato dove prima c’era un ristorante-pizzeria. La vocazione commerciale è identica.

°°° Ma come si fa? Ma perché anche gli amministratori di sinistra vestono la casacca del berlusconismo più becero e disfattista? VERGOGNA!

SINDACO  FILIPPESCHI,  FAI CAGARE!

cacca

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Benefattore

In fila sulla Paullese al «Luna parking»
dove l’amore si fa nel box auto
Trecento coppie al mese. «All’alba suona la sirena». Il proprietario: «Sono stremato: vivo qui 24 ore»

Dal nostro inviato Andrea Galli
BAGNOLO CREMASCO (Cremona) — Il ragazzotto esce dalla macchina, barcolla. S’avvicina alla cassa, deve pagare, ha finito, è stato tre quarti d’ora nel box; c’è una ragazza, rimane a bordo. Il ragazzotto allunga la banconota. «Tutto bene?». «Sì. E faccio l’abbonamento». Forse le ha appena giurato amore eterno, fatto sta che alle due di notte dell’altro ieri la notte di Marco Donarini s’impenna. Con i soldi del ragazzotto timbra il primo incasso pesante di giornata, ma poi pesante si fa per dire. Al «Luna parking» il pienone è venerdì e sabato, «venti, trenta coppie». In un mese, sono «trecento ingressi totali». In un mese quanto incassa? Tremila? «Meno, meno».

Marco Donarini, il proprietario del «Luna Parking»: appartarsi in uno dei trentotto box costa 5 euro (Del Puppo)

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Donarini, 45 anni, separato, tre figli, aveva una ditta di calcestruzzi, e il passato ritorna nei pesantissimi colpi di tosse. Nel 2007 ha venduto, e ha voluto e realizzato un parcheggio dell’amore. Trentotto box, tre pareti, sulla quarta — l’ingresso — scende una tenda che copre. Niente soffitto: si vedono il cielo e le zanzare. Cinque euro l’ora la permanenza. Dice Donarini: «I motel costano troppo, devi dare i documenti. Da me, meno problemi. E meno rischi. Con tutti gli stupri in giro… I genitori mi ringraziano. Un carabiniere mi ha detto: “Bravo. Con mia figlia da te, io dormo più tranquillo”». Un po’ si vede, Donarini, come paladino. Difatti si è messo contro i poteri forti: il vecchio curato (oggi in pensione) organizzò veglie con salmi penitenziali inseguendolo all’urlo di «peccatore!». Il sindaco non lo ama. I bagnolesi non lo degnano di menzione, o forse è solo facciata. «Senta. Ci sono mamme che dopo aver accompagnato i figli a scuola si presentano con l’amichetto, ce ne sono altre che si presentano invece la domenica. Al marito dicono che vanno a messa… Ci sono anziani che anziché stare al circolino a far la briscola il pomeriggio fanno un salto». I vecchietti sono l’angoscia di Donarini. «Deve vedere che volti di color viola… E se con ‘sto caldo ci rimangono?».

Il «Luna parking» sta sulla statale Paullese. La Paullese è un’infilata di Mcdonald’s, cantieri stradali, prostitute che la notte si mettono attorno ai fuochi, sexy-shop, motel con doppia vasca idromassaggio, balere che — raccontano — ci si va per un obiettivo soltanto, ponti sull’Adda, prostitute che di giorno aspettano nelle stradine di campagna in mezzo ai trattori, sotto ombrelloni con marche di gelato. Sulla Paullese comandano il traffico e gli aguzzini; incidenti, investimenti, e violenze e barbarie. Inutili gli allargamenti di corsia, e le retate. Di Crema, qui vicina, si ricordano due casalinghe protagoniste di film porno che sconvolsero la città. Dicono che questa sia una terra di provincia, vizio, sesso. E di lavoro. Bagnolo Cremasco, posto molto cattolico (fresca di stampa la storia ufficiale del paese scritta da un sacerdote) ha 5mila abitanti e 300 aziende. Quattrocento gli stranieri, per lo più indiani che lavorano nelle stalle. Il paese è raccolto attorno alla piazza, che ospita il monumento in memoria dei 36 caduti in guerra. Don Lorenzo Roncali, 37 anni, è il curato. Il sindaco è Carlo Peretti, 61 anni; guida una lista civica di centrodestra; è in pensione, lavorava con l’Eni. Don Lorenzo dice che «il parcheggio è in una zona isolata, non lo vede nessuno». Peretti dice che «è un postribolo, ci vanno le prostitute». Donarini s’arrabbia. «Le prostitute no. Questo posto è la sana e semplice celebrazione della camporella, dell’appartarsi. Le coppie stanno insieme, punto. Rischi? Ci sono mura di cinta. Di guardoni, nemmeno l’ombra». In paese si dice che voglia vendere. Che cerchi pubblicità. «Sto rilanciando. Metterò un sistema di pagamento automatizzato e di telecamere. Sono stremato: vivo qui 24 ore. All’alba qualcuno mi telefona, “vieni ad aprire”; certe notti resto fino alle 4, qualcuno si addormenta in macchina, sono costretto a far partire la sirena dell’allarme, per svegliarlo. È una vitaccia. E quel vecchio curato mi accusava di essere un peccatore… Oramai sono l’unico, che non pecca».

Andrea Galli

abbraccio

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sindachetti inutili

Si parlava di sindachetti inutili e dannosi, oggi, mentre compravo un cofano di legna di leccio. Al ritorno, rimuginavo da padre…
Marybel ha una bella laurea, conseguita a Londra, e un ventinaio di master. Ha fatto cento lavori, vive a Londra da molti anni, parla due lingue perfettamente e conosce tutti gli angoli più divertenti della sua città. Marybel è mia figlia maggiore.
Mila si è diplomata a Cagliari in ragioneria e subito dopo si è trasferita a Londra. Ha lavorato come guardarobiera in un ristorante, poi è stata assunta come hostess dalla British Airweis. Gira il mondo da 15 anni e parla perfettamente due lingue. Si è comprata casa a Londra a 25 anni. Mila è la mia secondogenita.
Lucio Wilson ha mollato l’università, troppo preso dallo spettacolo, e – dietro mio invito pressante – si è trasferito a Milano. Ha lavorato da Mc Donalds per un breve periodo e quindi in un Call center. Dopo circa un anno è stato assunto come autore a Zelig. Ha scritto per Zelig per sette stagioni, poi ha scritto Belli Dentro, Comedy lab, Buona la prima, Scherzi a parte, ecc. Parla bene due lingue, è uno dei migliori autori italiani e si è comprato casa a Milano a 25 anni. Lucio Wilson è mio figlio terzogenito.
Melina ha 9 anni. E’ nata a Bracciano e vissuta a Roma per due anni. E’ stata a Mosca più volte, a Milano, Parigi, e a luglio passerà due settimane a Londra dalla sorella. Parla benissimo italiano e russo e sta imparando bene l’inglese. Melina è la mia ultima figlia.
Il sindaco del mio paese parla a malapena l’italiano (scorretto), non sa scrivere, non ha un mestiere, non è MAI uscito dalla Sardegna se non una volta: è andato a Romaper fare un corso e si è perso a Civitavecchia.
Perché i sindaci sardi sono tutti così? Perché per fare i sindaci scelgono delle persone inutili e dannose? Un tempo, in ogni paese, in ogni villaggio c’era LO SCEMO DEL PAESE. Adesso non esistono più gli scemi del paese: li hanno messi tutti a fare i sindaci o i presidenti delle pro loco.

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