La vergogna mondiale dei malati di mente del nord est

Quindi, se ho ben capito, amici, questi beoti di sindachetti legaioli – colti quanto una pietra morta – scaracchiano ai microfoni dei cronisti che i muri antigay e le trincee antisesso, sarebbero  barriere richieste dai cittadini…  Poi vedi i sedicenti cittadini intervistati, senti i loro deliri, e

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BRAVA DEBORA! Batte “Papi”…

La trentottenne di Udine candidata da Franceschini dopo il suo discorso
all’assemblea dei circoli del Pd nella sua regione batte perfino Berlusconi
Friuli, l’exploit della Serracchiani
“Ho preso 9 mila voti più di Papi”

ROMA – “Mi sveglio, un occhio ai dati e … in Friuli Venezia Giulia Debora batte Papi 73.910 a 64.286!!”. Trentotto anni, consigliere provinciali a Udine nelle liste del Pd, Debora Serracchiani era diventata nota a livello nazionale nello scorso marzo. Col suo appassionato, critico intervento all’assemblea dei circoli del partito, e col suo discorso cliccatissimo anche sul web. Forse per questo, Dario Franceschini aveva deciso di candidarla alle Europee. Scelta vincente, la sua: visto che, all’indomani del voto per l’Europarlamento, si scopre che proprio lei ha ottenuto, nella regione di appartenenza, più voti di Silvio Berlusconi, capolista del Pdl.

Oltre novemila consensi in più. E con un distacco siderale anche dal capolista Luigi Berlinguer, fermo a quota 11.244. Dunque una vittoria clamorosa. “Sono molto soddisfatta – dichiara – non solo nel vedere che tanti credono in me, ma anche perchè in Friuli Venezia Giulia ho ottenuto 9.000 preferenze in più rispetto a Silvio Berlusconi”.

Guardando poi non al solo Friuli Venezia Giulia, ma all’intera circoscrizione Nord Est, vediamo che la Serracchiani ottiene in tutto 101 mila preferenze; ma la cifra ancora non è definitiva. “Sspettiamo l’ufficialità dei dati – dice lei – le idee per l’Europa sono tante, quelle che sono state i cavalli di battaglia della campagna elettorale”. E cioé: competitività, innovazione e ricerca.

La Serracchiani afferma inoltre di “essere in generale soddisfatta del risultato conseguito dal Pd, perchè – spiega – anche se c’è stato un calo di consensi rispetto le politiche del 2004, credo che Dario Franceschini in questi mesi abbia fatto quasi un miracolo. Il Pd ha tenuto e non c’è stato quel crollo che qualcuno prevedeva e non c’è stato un exploit del Pdl. Credo che il Pdl sia stato punito perchè non sta dando soluzioni, in particolare non si occupa della crisi come dovrebbe”. Conclusioni, almeno secondo Debora: “Il Paese sta cambiando”.

°°° La “ragazzina”, maggiorenne, ha preso a pappine e UMILIATO il vecchio pedofilo. EWWIWA!

debora

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Istat taroccata

«Vulnerabile» un italiano su cinque

Una famiglia su cinque ha difficoltà economiche crescenti e il 6,3% addirittura non riesce ad arrivare a fine mese. Lo scenario è tratteggiato dall’Istat nel Rapporto annuale 2008. Secondo l’Istituto di statistica, il 22% circa delle famiglie italiane è vulnerabile mentre il 41,5% si può definire «agiato».

Nel dettaglio, l’Istat spiega che del 22% di chi ha problemi circa 2 milioni e mezzo di famiglie (il 10,4%) segnalano difficoltà economiche più o meno gravi e risultano potenzialmente vulnerabili soprattutto a causa di forti vincoli di bilancio. Spesso non riescono a effettuare risparmi e nella maggioranza dei casi non hanno risorse per affrontare una spesa imprevista di 700 euro. Sono la Sicilia (20,1% e la Calabria 17,1% le regioni dove è maggiore la frequenza di questo gruppo.

Le famiglie italiane conseguono, in media, un reddito in linea con quello medio europeo. L’Italia è però uno dei paesi con la maggiore diffusione di situazioni di reddito relativamente basso: una persona su cinque è a rischio di vulnerabilità economica. E forti sono le diseguaglianze nello stivale, con le maggiori difficoltà nel Mezzogiorno dove il fenomeno arriva a riguardare un individuo su tre. Lo evidenzia l’Istat nel Rapporto annuale 2008, spiegando che il 20% della popolazione vive in famiglie che hanno un reddito (equivalente) inferiore del 60% rispetto a quello mediano. Rischi altrettanto elevati si osservano in Spagna, Grecia, Romania, Regno Unito e nei paesi baltici. Questa situazione tocca invece soltanto una persona su dieci nei paesi scandinavi, nei Paesi Bassi, nella Repubblica Ceca e in Slovacchia.

Il rischio di vulnerabilità economica a causa di un reddito insufficiente è particolarmente elevato nelle regioni meridionali: la distribuzione disomogenea sul territorio delle situazioni di basso reddito è una peculiarità italiana. Nel 2007 sono esposte al rischio meno di otto persone su cento nel Nord-est, poco più di dieci nel Nord-ovest e nel Centro e circa una su tre nel Mezzogiorno. L’incidenza di popolazione a basso reddito è massima in Sicilia (41,2%), Campania (36,8%) e Calabria (36,4%). I valori meno elevati si registrano in Valle D’Aosta (6,8%) e nelle province autonome di Bolzano (6,6%) e Trento (3,8%).
Confrontando i diversi tipi di famiglia, il rischio di vulnerabilità economica cresce con il numero di figli, soprattutto se minorenni e in presenza di un solo genitore. Anche per effetto delle disparità territoriali (le famiglie numerose sono relativamente concentrate nel Sud e nelle Isole) in Italia il rischio di vulnerabilità economica per le famiglie con minori risulta particolarmente elevato. Nei paesi europei che investono più risorse nei trasferimenti sociali per la famiglia il rischio di vulnerabilità per i minori viene significativamente abbattuto. L’Italia, però, insieme agli altri paesi del Sud del continente, è caratterizzata da un’efficacia di questi trasferimenti sociali piuttosto bassa.


°°° Amici miei, noi sappiamo benissimo (vi ho raccontato più volte un significativo episodio di prima mano io stesso) quanto siano taroccati ANCHE i dati Istat sotto il regime burlesquoni. A spanne, diciamo che almeno tre italiani su cinque NON CE LA FANNO. E’ quello che vediamo noi, tutti quanti noi, ogni giorno tra parenti, amici e conoscenti. Cionondimeno, anche questa versione molto edulcorata dei dati è più che allarmante. Siamo quelli che stanno peggio di tutti in Europa, nonostante le minchiate fasulle del mafionano e dei suoi pappagallini senza alcuna credibilità. Siamo nel baratro e… la cosa più terribile NON E’ QUESTA, amici, la cosa più terribile è che, mentre tutti gli altri paesi cominciano a vedere un po’ di luce, QUI LA PARTE DELLA CRISI PIU’ PESANTE DEVE ANCORA ARRIVARE!!!

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

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POllice verso

L’atomo non scalda gli italiani
la maggioranza resta contraria

Un sondaggio Eurispes rivela che il 45,75% della popolazione non vuole il ritorno del nucleare: “Pericoloso e non risolve”

ROMA – La campagna governativa per il ritorno al nucleare per il momento non ha fatto breccia nel cuore degli italiani. Malgrado l’attivismo del presidente del Consiglio e del ministro delle Attività produttive Claudio Scajola nel sostenere la necessità di costruire il prima possibile nuove centrali atomiche, una larga maggioranza di cittadini rimane comunque contraria. A confermare l’ostilità che la rivolta del 2003 contro il sito di stoccaggio per le vecchie scorie radioattive progettato a Scanzano Jonico aveva già indicato in maniera molto chiara, è ora un sondaggio svolto dall’Eurispes nell’ambito del Rapporto Italia 2009.

Analizzando attraverso un questionario scritto un campione di 1.118 persone rappresentative dell’intera popolazione nazionale, l’istituto di ricerca ha rilevato una percentuale di contrari al ritorno del nucleare pari al 45,75%. La quota di favorevoli si ferma invece al 38,7%, ma in realtà andrebbe ulteriormente ridimensionata visto che ben l’8,2% di questi “sì” è vincolato al fatto che le nuove centrali vengano edificate lontano dalla loro zona di residenza.

Scavando tra le motivazioni del “no” all’atomo, l’Eurispes ha verificato che per il 27,3% il rifiuto è dettato dai rischi che tale scelta comporterebbe, mentre un 18,4% non ritiene l’atomo una soluzione rapida per risolvere i problemi connessi all’energia. Tra i favorevoli, invece, l’orientamento prevalente (30,1%) è quello di chi giudica il nucleare una buona soluzione per porre rimedio alla crisi energetica.

L’installazione di centrali nucleari sul territorio vede soprattutto contrari i residenti nell’area del Nord-Ovest (49,5%), nel Meridione (47,9%), nelle regioni centrali (47,2%) e nel Nord-Est (45,7%). In controtendenza invece le Isole, con una maggioranza di favorevoli (50%).

Il Rapporto Eurispes ha sondato poi anche la percezione degli italiani sulle problematiche ambientali in generale. Stando alle risposte fornite dal campione intervistato, l’emergenza numero 1 è quella dei rifiuti, con il 30,8% delle segnalazioni. Le preoccupazioni immediatamente successive sono quelle legate al riscaldamento globale (24,8%), l’inquinamento atmosferico (19,9%) e questione energetica (16,4%).

°°° Preoccupanti le scimmiette decerebrate delle isole al 50%. Tutto dovuto all’assoluta DISINFORMAZIONE.

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