Burlesquoni prepara un discorso “come quello di Onna”. °°° Ma Onna l’hanno rifatta i “comunisti”. Parla dell’Aquila!

il Cavaliere prepara un discorso “come quello di Onna”.

 

°°° Ma Onna è stata ricostruita dai sardi di sinistra e dalla comunistissima provincia di Trento. Perché non parla della devastazione e dei morti de l’Aquila, causati dal loro menefreghismo e dalle loro cricche, o delle C.A.S.E. fatte da loro, che stanno crollando da almeno sei mesi e dove non ha mai funzionato niente? In compenso, sono costate quanto l’E’rmitage di Montecarlo.

UNA DELLE CASETTE ANTISISMICHE “COMUNISTE” DI ONNA

onna

 

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Precipita il tg1 di minchiolini

Il Tg1 di Minzolini sprofonda negli ascolti
Alle 20 perso un milione di telespettatori

Un documento presentato al cda Rai. Il Tg5 sempre più vicino. E preoccupa la caduta sotto la soglia del 30% di share

°°° E se LORO  danno  questi dati… come sapete, bisogna continuare a scremare di parecchio.

NONNINA  DI  ONNA  SALUTA  MINCHIOLINI  E  IL  SUO  PROPRIETARIO

contadina Onna

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Onna, L’Aquila, e la propaganda

Sconvolgenti rivelazioni di sfollati costretti al silenzio.

L’Aquila, 14 ottobre 2009 ore 20:00.

La colonnina di mercurio segna 0 gradi.

OPERAIO  SCELTO  DA  BURLESQUONI, NOTO PER LA SUA ELEGANZA

operaio

Il 30 settembre le tendopoli dovevano sparire, tutti dovevano avere una casa nell’aquilano, tutti gli follati dovevano tornare a L’Aquila… queste erano le promesse…
Se si tiene conto dei tempi e dei

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Abracadabra, ed ecco il bluff di Mafiolo

Pronto il set di Onna, le casette non sono quelle del governo

di Marco Bucciantini

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“Forza, forza». Quelli della protezione civile spronano gli operai, che hanno ancora mezza giornata di tempo per finire di costruire un paese. Turni da dodici ore di lavoro – dall’alba finché c’è luce – per allacciare i tubi dell’acqua, finire di asfaltare le strade, piantare il biancospino, l’alloro, l’acero. Oggi alle 15 arriverà Berlusconi e con lui

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Berlusconi: il pagliaccio ciarlatano

Ventesima visita del premier nelle zone terremotate dell’Abruzzo

“Siamo in anticipo con i lavori di tre-quattro giorni, le case sono belle”

Berlusconi agli operai di Onna
“Giusto che io oggi sia qui con voi”
“Abbiamo fatto un miracolo all’italiana. Saranno consegnate entro settembre”
dal nostro inviato GIANLUCA LUZI (Repubblica)

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ONNA (L’AQUILA) – “Ecco, queste sono le casette che consegneremo entro settembre, addirittura con qualche

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I bluff

Il governicchio degli incoscienti

Dopo l’ennesima tragedia dell’era burlesquoni: i morti di Viareggio, il regimetto ricorre ai soliti bluff. E’ lapalissiano che sia nei morti di Onna e l’Aquila che in quelli dimenticati di Nassirya, che in questi di Viareggio, ci sia lo zampino… lo ZAMPONE direi, di

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Si riparte con la mafia, grazie Silvio!

INCHIESTA/ IL DOPO TERREMOTO (Repubblica)
Abruzzo, l’uomo che ha avviato i lavori è legato ai prestanome di Ciancimino
L’Aquila, le amicizie pericolose
all’ombra della prima new town

dal nostro inviato ATTILIO BOLZONI

Un depliant che illustra la new town

case

L’AQUILA – Nel primo cantiere aperto per ricostruire L’Aquila c’è un’impronta siciliana. L’ha lasciata un socio di soci poco rispettabili, uno che era in affari con personaggi finiti in indagini di alta mafia.

I primi lavori del dopo terremoto sono andati a un imprenditore abruzzese in collegamento con prestanome che riciclavano, qui a Tagliacozzo, il “tesoro” di Vito Ciancimino.

Comincia da questa traccia e con questa ombra la “rinascita” dell’Abruzzo devastato dalla grande scossa del 6 aprile 2009. Comincia ufficialmente con un caso da manuale, una vicenda di subappalti e di movimento terra, di incastri societari sospetti. Tutto quello che leggerete di seguito è diventato da qualche giorno “materia d’indagine” – un’informativa è stata trasmessa dalla polizia giudiziaria alla procura nazionale antimafia – ma l’intreccio era già rivelato in ogni suo dettaglio da carte e atti di pubblico accesso.

Partiamo dall’inizio. Dai fatti, dai luoghi e dai nomi di tutti i protagonisti e dei comprimari di questo primo lavoro per il terremoto d’Abruzzo. Partiamo dalla statale 17, la strada tortuosa e alberata che dall’Aquila passa per Onna, il paese che non c’è più, il paese spazzato via alle 3,32 di quasi ottanta notti fa. È qui, sotto la collina di Bazzano, dove sorgerà la prima delle venti “piccole città” promesse da Berlusconi agli aquilani per la fine di novembre – sono le famose casette, i 4500 alloggi per ospitare fra i 13 mila e i 15 mila sfollati – che è stato dato il via in pompa magna alla grande ricostruzione. È qui che sarà costruita la prima “new town”. È qui che hanno alzato il primo cartello: “Lavori relativi agli scavi e ai movimenti di terra lotto Ts”. Ed è qui che l’imprenditore Dante Di Marco, alla fine di maggio, ha cominciato a spianare la collina con le sue ruspe e i suoi bulldozer. Così si chiama l’amico degli amici siciliani che nascondevano in Abruzzo i soldi di don Vito, l’ex sindaco mafioso di Palermo.

Dante Di Marco ha 70 anni, ha amicizie importanti in tutto l’Abruzzo, è residente a Carsoli che è un piccolo paese fra l’Aquila e Roma. L’appalto per rosicchiare la collina di Bazzano e sistemare una grande piattaforma di cemento – è là sopra che costruiranno quelle casette sostenute dai pilastri antisismici – è stato aggiudicato da un'”associazione temporanea di imprese”. La capogruppo era la “Prs, produzione e servizi srl” di Avezzano, la seconda ditta era la “Idio Ridolfi e figli srl” (anch’essa di Avezzano, sta partecipando anche ai lavori per la ristrutturazione per il G 8 dell’aeroporto di Preturo), la terza era la “Codisab” di Carsoli, la quarta era l’impresa “Ing. Emilio e Paolo Salsiccia srl” di Tagliacozzo e la quinta l'”Impresa Di Marco srl” con sede a Carsoli, in via Tiburtina Valeria km 70.

L’impresa Di Marco è stata costituita nel 1993, ha una ventina di dipendenti e un capitale sociale di 130 mila euro, l’amministratore unico è Dante Di Marco (gli altri soci sono il figlio Gennarino e la figlia Eleana), la ditta non è mai stata coinvolta direttamente in indagini antimafia ma il suo amministratore unico – Dante – risulta come socio fondatore della “Marsica Plastica srl” con sede a Carsoli, sempre in via Tiburtina Valeria km 70. È questo il punto centrale della storia sul primo appalto del terremoto: un socio della “Marsica Plastica srl” ha praticamente inaugurato la ricostruzione.

Quest’impresa, la “Marsica Plastica srl”, è molto nota agli investigatori dell’Aquila e anche a quelli di Palermo. È nata il 22 settembre del 2006 nello studio del notaio Filippo Rauccio di Avezzano. Tra i soci di Dante Di Marco c’era l’abruzzese Achille Ricci, arrestato tre settimane prima del terremoto per avere occultato i soldi di Vito Ciancimino in un villaggio turistico a Tagliacozzo. C’era Giuseppe Italiano (il nome di suo fratello Luigi è stato trovato in uno dei “pizzini” del boss Antonino Giuffrè quando era ancora latitante), che è un ingegnere palermitano in affari di gas con Massimo Ciancimino. C’era anche Ermelinda Di Stefano, la moglie del commercialista siciliano Gianni Lapis, il regista degli investimenti del “tesoro” di Ciancimino fuori dalla Sicilia.

Il 22 settembre del 2006, nello studio dello stesso notaio di Avezzano Filippo Rauccio, era stata costituita anche un’altra società, l'”Ecologica Abruzzi srl”. Fra i suoi soci ci sono ancora alcuni della “Marsica Plastica srl” (la moglie di Lapis e il palermitano Giuseppe Italiano per esempio) e poi anche Nino Zangari, un altro imprenditore abruzzese arrestato il 16 marzo del 2009 per il riciclaggio del famigerato “tesoro” di don Vito. Erano due società, la “Marsica Plastica” e l'”Ecologica Abruzzo”, che con la “Ricci e Zangari srl” – se non ci fosse stata un’inchiesta del Gico della finanza e i successivi arresti – avrebbero dovuto operare per la produzione di energia, lo smaltimento rifiuti, nel settore della metanizzazione. Un labirinto di sigle, patti, commerci, incroci. Tutto era stata pianificato qualche anno fa. E tutto alla luce del sole.

Ecco come ricostruisce le cose Dante Di Marco, l’imprenditore che ha vinto il primo sub appalto per la ricostrizione dell’Aquila: “Ho presentato una regolare domanda per accreditarmi ai lavori di Bazzano e sono entrato nel consorzio di imprese, che cosa c’è di tanto strano?”. A proposito dei suoi vecchi soci siciliani ricorda: “Quella gente io nemmeno la conoscevo, mi ci sono ritrovato in società così, per fare il mio lavoro di movimento terra”. E consiglia: “Chiedete in giro chi è Dante Di Marco, tutti diranno la stessa cosa: uno che pensa solo a lavorare con tutti quelli che vogliono lavorare con lui”.

Proprio con tutti. Dante Di Marco ha una piccola impresa, tanti lavori e tantissimi amici in Abruzzo. È entrato in società non soltanto con i siciliani amici di Ciancimino ma anche con Ermanno Piccone, padre di Filippo, senatore della repubblica e coordinatore regionale del Pdl. Sono insieme dal 2006 – e con loro c’è pure il parlamentare del Pdl Sabatino Aracu, sotto inchiesta a Pescara, accusato di avere intascato tangenti per appalti sanitari – nella “Rivalutazione Trara srl”, quella ha comprato alla periferia di Avezzano 26 ettari di terreno e un antico zuccherificio per trasformarlo in un termovalorizzatore. Fili che si mescolano, finanziamenti, compartecipazioni, una ragnatela. E appalti. Come quello di Bazzano, l’opera prima della ricostruzione. Per il governo Berlusconi è la splendente vetrina del dopo terremoto in Abruzzo. Per Dante Di Marco da Carsoli, socio dei soci dei Ciancimino, era un’occasione da non perdere.

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Onna

Servizio al Tg1 (uguale al tg2,4,5,ecc.) su Onna che non esiste più: si è salvata soltanto la scuola elementare. La colpa? Di nessuno, naturalmente. Dice la pseudo-giornalista inviata: “Non c’è nulla da sequestrare. Tutto crollato. Le costruzioni risalgono a tanti anni fa, con molti apliamenti in epoca recente e qualche ristrutturazione“.Eeee… scusa, ciccia, ti sei dimenticata di dire: ampliamenti senza controllo e 18 condoni della cosca Mafiolo. UN COLPEVOLE C’E’, ECCOME!

MI IMMAGINO ANCHE LA RICOSTRUZIONE E LA RINASCITA DELL’ECONOMIA VENTILATE DA BURLESQUONI…

ricostruzione-affari

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