Grillo vince col 51% e cominciano i problemi.

 a) Non ha abbastanza candidati.

b) Tutti entrano in parlamento e si pisciano addosso uno dopo l’altro: non sanno nemmeno trovare i bagni.

c) Chiamano i capi di stato e di governo stranieri per le congratulazioni di rito, ma nessuno risponde: a palazzo Chigi non c’è nessuno.

d) Grillo ricoverato alla neuro.

e) Le piazze si riempiono di gente incazzata che chiede diritti, lavoro, studio, meno tasse, pensioni congrue, sanità efficiente, dignità e tutte le altre belle cose promesse in campagna elettorale.

f) Di notte, furtivamente, pullman carichi di deputati e senatori grillini lasciano Roma per Civitavecchia, dove li aspettano dei gommoni per farli fuggire in Tunisia.

g) Grillo ha un attimo di lucidità e chiama Bersani e Vendola pregandoli di levarlo dalla merda.

FINE

P.S. Possiamo evitare questa catastrofe: votiamo in massa per il centrosinistra governativo.

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Altro che perdere tempo sulle intercettazioni temute dai criminali come burlesquoni!

Ci sono ben altri problemi da affrontare nella giustizia devastata dal mafionano!

Manca la carta per le fotocopie, slitta il processo in tribunale

http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/07/10/news/manca-la-carta-per-le-fotocopie-slitta-il-processo-in-tribunale-1.5385824

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Rifiuti a Napoli: la solita propaganda fascista di berlusconi, che crea i problemi e li lascia marcire.

Rifiuti, l’accusa dell’Asìa
“L’Esercito è qui per il Tg 1”

Una durissima nota dell’azienda comunale di rimozione della spazzatura denuncia l’utilizzo strumentale del contingente di soldati a beneficio delle telecamere Rai. Uno spot elettorale mentre Napoli è sommersa da 3800 tonnellate: “Possono prelevare pochissima immondizia e in discarica hanno la precedenza sui nostri mezzi”

di CONCHITA SANNINO

Rifiuti, l'accusa dell'Asìa "L'Esercito è qui per il Tg 1" Rifiuti in via Medina

Arriva il contingente (incolpevole) di 160 militari. Divisi in quattro turni potranno affrontare ogni giorno solo 60 tonnellate di rifiuti. E tuttavia va in onda il marketing della rimozione. Ed esplode la guerra sull’uso elettorale della crisi. La scintilla si accende dinanzi all’impianto di Giugliano. È bastato che, a dispetto di una immobile colonna di 52 camion dell’Asìa, carichi di 1500 tonnellate e in attesa di scaricare da 19 ore, avessero la precedenza a entrare 8 automezzi dell’Esercito che portavano soltanto 19 tonnellate: ma scortati da polizia e telecamere Rai.

Esplode così la rabbia dei dipendenti di Asìa, e a sera arriva una durissima nota del Consiglio di amministrazione. Asìa usa toni durissimi: «A Napoli è disastro». Condanna le

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Altri problemi a causa del cazzaro

Teheran, la milizia basiji
attacca l’ambasciata italiana

Lo ha detto il ministro degli Esteri Frattini. Decine di uomini dei gruppi filogovernativi tentano l’assalto all’edificio della rappresentanza diplomatica (mappa). Gli slogan: “Morte all’Italia e a Berlusconi”. Respinti dalla polizia iraniana. Chiaro il collegamento con il discorso di Berlusconi in Israele contro il presidente Ahmadinejad

°°° Insomma, ogni volta che il mafionano apre quella cazzo di fogna, ci procura tanti di quei guai che la metà farebbe a pezzi l’Australia. Ma è circondato da mafiosi ignoranti e da pappagallini ammaestrati e venduti che… chi cazzo glielo spiega che il mondo non è quella cazza di fiction, piena di cocaina e di zoccole, nella quale campa malamente lui?

b.duce

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Dieci quesiti sul premier «privato»


di Nando Dalla Chiesa

Gossip da Novella 2000 o affare di Stato? Credere al Tg1 o alla stampa di tutto il mondo? In proposito avrei anch’io, come si usa, dieci interrogativi da proporre.

Primo. A quanto pare il premier trascorre parte ragguardevole del suo tempo coltivando un universo di giovani donne. Pensando a invitarle, a intrattenerle, a inseguirle per telefono, a disegnare e acquistare regali per loro, a raccomandarle. Avere un capo del governo che si dedica a questo invece di lavorare per il paese, e che anzi per loro diserta appuntamenti ufficiali in cui è già stato annunciato, è un fatto privato o un fatto pubblico?

Secondo. Il capo del governo ha trasformato una sede privata (palazzo Grazioli) nella nuova vera sede della presidenza del Consiglio. Alla luce di quello che abbiamo saputo, su questa scelta ha senz’altro giocato un ruolo importante la possibilità di sbarazzarsi degli accertamenti troppo rigorosi di Palazzo Chigi sugli ospiti in entrata e in uscita. Il fatto che la sede del governo cambi per meglio consentire il viavai incontrollato di una folta corte pittoresca e border-line è un fatto privato o un fatto pubblico?

Terzo. Le molte giovani donne che hanno rapporti di amicizia, di tenerezza e di complicità con il capo del governo vengono ricompensate e talora risarcite con incarichi di rilievo nella politica, con candidature a ogni livello, dalle Europee alle Circoscrizionali, con posti nella pubblica amministrazione o enti vari. Il fatto che si sia affermato questo criterio di scelta per reclutare la classe dirigente è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quarto. La normativa sulle intercettazioni telefoniche approvata dal Senato ha preso il via dalla pubblicazione di registrazioni che riguardavano le relazioni e i problemi del capo del governo con alcune giovani signore dello spettacolo, e dunque dalla preoccupazione del capo del governo di tutelare questa sua sfera di intimità. Vivere in un paese che per queste ragioni viene costretto ad abbassare la guardia contro la criminalità è un fatto privato o un fatto pubblico?

Quinto. Il capo del governo è visibilmente sotto ricatto. Chi ha fotografato, chi ha filmato, chi ha visto, chi ha sentito. Un numero sterminato di persone che deve essere zittito o acquietato (anche con posti e carriere). Ma può permettersi un paese di essere governato di chi è nella condizione di subire ricatti senza fine? Ed è questo è un fatto privato o un fatto pubblico?

Sesto. Da quel che ci è stato raccontato, donne sconosciute possono entrare nella dimora del presidente del Consiglio, fare foto e registrare. C’è una questione di vulnerabilità del governo. Chi evoca complotti ogni giorno non faticherà a capire che, una volta scoperta l’infallibile via d’ingresso, anche una potenza straniera ostile potrebbe avere accesso a informazioni privilegiate. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Settimo. Imprenditori arricchiti in pochi anni sono in grado di stringere rapporti preferenziali con il capo di governo facendo «bella figura» con lui grazie alla raccolta e consegna a domicilio di donne giovani e piacenti a pagamento. Che effetti ha sul sistema degli appalti, sulle cordate in affari, sulle concessioni, un rapporto preferenziale di questo tipo? Ed è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Ottavo. Una ragazza senz’arte né parte, invitata a cena dal capo del governo, reclama di essere pagata perché «non lo faccio mica per la gloria». In qualunque paese un invito a cena dal capo del governo è motivo di orgoglio. Qui no, non più. Come se Cenerentola chiedesse di essere pagata dal Principe. Ma se il prestigio della carica cade tanto in basso, anche a causa dei comportamenti del capo del governo medesimo, è questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Nono. I giornali di tutto il mondo scrivono ciò che le nostre tv tacciono. Il nostro governo è lo zimbello dell’Occidente. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

Decimo e ultimo interrogativo.Siccome la centralità politico-culturale dell’harem si è sviluppata di pari passo con lo svuotamento del Parlamento e l’imbavagliamento dell’informazione, si assiste a un surreale scivolamento istituzionale: dalla repubblica parlamentare verso il sultanato. È questo un fatto privato o un fatto pubblico?

P.S. Le stesse ossessioni del capo del governo segnalano qualche sua difficoltà ad essere, come dicevano i latini, «compos sui» (Veronica: mio marito non sta bene). L’equilibrio psichico di un capo di governo è un fatto privato o un fatto pubblico?

b-pagliaccio-mondiale2

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Il ritorno del Cazzaro

Il premier ringrazia per iscritto che gli ha dato il voto e dice
“Ora il governo è più solido, non mancate l’appuntamento con i ballottaggi”
Berlusconi agli elettori del Pdl
“Primi nonostante le calunnie”

Berlusconi agli elettori del Pdl “Primi nonostante le calunnie”

ROMA – Un ringraziamento, scritto, agli elettori. Silvio Berlusconi sceglio un modo per lui inusuale per rompere il silenzio dopo le elezioni. Un lungo messaggio quello partito da Palazzo Chigi per dire: “Abbiamo vinto nonostante le calunnie su di me”. Il premier sembra non vedere i problemi, che pure i numeri indicano chiaramente, che l’ultima tornata elettorale ha posto al suo neonato partito finito lontano da quel 40% che egli stesso aveva previsto come risultato possibile. Sceglie, da ottimo propagandista, la strada dell’ottimismo.

“Vi ringrazio di cuore – scrive il premier – perché al di là del conforto mio personale, avete sancito la nostra vittoria sia nelle elezioni europee sia in quelle per le amministrazioni locali, cambiando a nostro favore la geografia politica in moltissimi Comuni e Province da sempre dominati dalla sinistra. Con il voto avete confermato che il Popolo della Libertà è il primo partito in Italia in tutte e cinque le Circoscrizioni europee, con un vantaggio più che raddoppiato rispetto ad un anno fa sul maggiore partito d’opposizione”. Il Cavaliere ricorda i 29 europarlamentari eletti e il secondo posto (non il primo come diceva alla vigilia) fra i partiti del gruppo del Ppe.

Poi aggiunge: “E’ un risultato che ci rende orgogliosi, perché conferma una volta di più che il nostro governo ha saputo affrontare meglio di altri in Europa la crisi economica. Mentre in altri Paesi i governi hanno perso consenso, noi i nostri consensi li abbiamo confermati e consolidati e la stabilità del governo ne esce rafforzata. Il nostro governo si è impegnato a non lasciare nessuno solo di fronte alla crisi. Continueremo a farlo, e procederemo con passo ancora più spedito nell’attuare le riforme necessarie per ammodernare l’Italia”.

°°° Lo sconfitto riappare dopo tre giorni di assoluto mutismo. Ma ve l’immaginate se avesse davvero vinto? Cominciamo col dire che se c’è uno aduso a calunniare il prossimo è proprio silvio berlusconi. Nessuno l’ha mai calunniato: è lui che continua a comportarsi da gangster pedofilo e maniaco volgare. Secondo: mentre c’è una paurosa avanzata della destra in tutta Europa, lui è l’unico ad aver perso più di tre punti. Non solo, ma dopo una presenza fastidiosa e pressante a reti unificate, nonostante le menzogne raccontate al popolino da tutti i suoi megafoni, ha preso centinaia di migliaia di preferenze IN MENO rispetto a tutte le elezioni precedenti. Se avessi candidato Melina, la mia bambina di nove anni, come capolista in tutte le circoscrizioni, con soli due o tre passaggi televisivi avrebbe preso almeno sei milioni di preferenze. Mafiolo ne ha prese poco più di due milioni e mezzo: un fiasco totale! Ma se consideriamo che lui, ancora il giorno prima delle elezioni, sventolava i suoi sondaggi che lo davano al 45% e invece si è fermato al 35%… beh, allora si tratta di DISFATTA!
Chiudo con una scommessa… ci mettiamo una bevuta che le giunte dei famosi Comuni e Province conquistati alla sinistra saranno in brevissimo tempo decapitate e falcidiate da arresti per mafia, camorra, corruzione, concussione, abuso d’ufficio, etc? A Cominciare dalla Campania… In Sardegna, intanto, burlesquoni ha perso oltre dieci punti rispetto a pochi mesi fa. Vi dice niente?

b-cazzaronucleare1

bpesto

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Volgare propaganda

«Utilizzano i nostri figli morti sotto le macerie a scopo elettoralistico»
di Mariagrazia Gerina

«Mio figlio era uno studente universitario ed è morto sotto le macerie, cosa c’entra questo con la campagna elettorale?», si ribella Paolo Colonna all’idea della cerimonia già apparecchiata per domani mattina. Quando il presidente del Consiglio sarà per l’ennesima volta a l’Aquila per consegnare alle famiglie degli studenti morti sotto le macerie una laurea honoris causa.

Quella onorificenza il signor Paolo Colonna non la vuole. E tanto meno la vorrebbe dalle mani del presidente del Consiglio. «Cosa c’entra? Stanno utilizzando i nostri figli a scopi elettoralistici. Non posso accettarlo. Stiamo parlando di ragazzi di vent’anni morti perché facevano il loro dovere di studenti. Come si fa a utilizzarli per prendere qualche voto in più?», ripete con rabbia il signor Paolo Colonna. Tanto più ora che ha saputo che a quella cerimonia parteciperà anche Berlusconi. Nessuno glielo aveva detto.

All’invito del rettore lui e le famiglie di altri sette studenti morti nel terremoto avevano già risposto di no. Il perché lo spiegano in una lettera al rettore firmata con i nomi dei loro figli. «Quella laurea – scrivono – è solo un blando tentativo di chiudere una tragica parentesi che ha sconvolto la nostra esistenza».

Secondo un rapporto della Protezione civile che risale al 2006 – scrivono Paolo e gli altri genitori degli studenti vittime del terremoto – molti edifici pubblici e tutte le facoltà universitarie avevano gravi problemi strutturali e avevano bisogno di essere ristrutturate. «Quegli studi sono stati fatti nel 2006 e sono rimasti nei cassetti dell’amministrazione», denuncia con rabbia il signor Colonna: «Tutti sapevano, solo noi non sapevamo. Se lo sapevamo i nostri figlio li tenevamo a casa».

Suo figlio, Tonino, studiava ingegneria. Non abitava nella casa dello studente, ma in una delle palazzine di via Luigi Sturzo. Nel fine settimana era stato a casa, dai suoi, a Torre de’ Passeri, un paesino dell’Abruzzo. Ma lunedì mattina aveva lezione presto. Perciò la domenica è tornato e il terremoto l’ha sorpreso a l’Aquila nel suo appartamento di studente.

«Siamo stati noi a tirarli fuori dalle macerie», racconta il padre, che, quando ha cominciato a intuire cosa poteva essere accaduto a l’Aquila è corso da Torre de’ Passeri: «Sul posto c’erano dei ragazzi che scavavano, non c’era la Protezione civile, non c’era nessuno, loro sono arrivati solo diverse ore dopo».

Da quel momento in poi per il signor Colonna è tutto un percorso a ritroso, a cercare le responasbilità, quello che poteva essere fatto e non è stato fatto. Trasportato all’ospedale San Camillo di Roma, Tonino non ce l’ha fatta. «È stato il terremoto ad ucciderli», ha spiegato alla famiglia il preside della facoltà di Ingegneria quando ha chiamato a casa per invitarli alla cerimonia di domani. «Ma i nostri figli sono morti perché facevano il loro dovere di studenti, ma il proprio dovere qualcuno non l’ha fatto», insiste il signor Colonna: «Le scosse erano iniziate a ottobre e il 30 marzo alle tre e mezzo c’era stata una scossa del quarto grado: i ragazzi stavano facendo lezione e sono usciti all’aperto. Perché non hanno deciso allora di chiudere l’università?». «Quando ho chiesto al preside della facoltà di mio figlio se poteva dirmi che i nostri figli andavano a lezione in strutture sicure non mi ha replicato nulla».

Ecco è per questo che ora Paolo e gli altri genitori dei ragazzi morti sotto le macerie come suo figlio non vogliono quella laurea honoris causa. Tanto più ora che hanno saputo che, a una settimana dalle elezioni europee, sarà il presidente del Consiglio a consegnarla personalmente ai presenti. «Vuol dire che moralmente abbiamo proprio toccato il fondo e io non ci sto», dice Paolo, che però se riuscirà, proverà lo stesso domani con le altre famiglie “ribelli” a intervenire per spiegare le sue ragioni anche durante la cerimonia. «So già che non mi faranno entrare, ma se ci saranno anche gli altri ci proverò lo stesso».

°°° Siamo oltre ogni limite del cinismo del signor (scusate la volgarità) silvio berlusconi. Ma pare che finalmente i cittadini non siano né beoti né entusiasti.

b-merda2

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