Mario Dini, l’ennesima testa di cazzo berlusconiana e ladra.

Firenze, arresto per primario di chirurgia plastica. “Protesi in cambio di apparizioni tv”

di Sara Franzini

Ai domiciliari il professor Mario Dini in servizio all’ospedale Careggi. Pesantissime le accuse: peculato, corruzione, concussione, falsità ideologica in atti pubblici e abuso d’ufficio. Secondo gli inquirenti, il dottore avrebbe ottenuto attraverso l’informatore scientifico “amico” in cambio dell’acquisto di grosse forniture di materiale

Il professor Mario Dini, primario del reparto di Chirurgia estetica a Firenze

E’ uno spaccato “desolante e assai poco edificante” che “mostra un totale disprezzo per le regole che dovrebbero improntare l’operato di un medico dipendente di una struttura pubblica”. E’ significativa la descrizione legata all’attività del professor Mario Dini, primario del reparto di Chirurgia plastica e ricostruttiva dell’Azienda universitaria ospedaliera di Careggi, contenuta nell’ordinanza di misura cautelare del giudice per le indagini preliminari di Firenze, Paola Belsito. Lo specialista, direttore della Scuola di specializzazione di Chirurgia plastica ricostruttiva estetica dell’Università di Firenze, è stato raggiunto stamani nella sua abitazione dagli uomini della Guardia di Finanza che hanno dato esecuzione alla misura degli arresti domiciliari.

Lunga e complessa l’attività d’indagine che ha

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Marco Travaglio

(da L’Unità)

Lodo Pisello

Chi pensava, anzi sperava, che i talloni d’Achille di Al Tappone fossero la mafia, le tangenti, i fondi neri, i conflitti d’interessi, aveva sopravvalutato l’Italia e gli italiani. Ora che l’”utilizzatore ultimo” sprofonda per gli eccessivi “quantitativi di donne” (secondo le poetiche definizioni ghediniane), chiediamo umilmente scusa a un paese ridotto a un film minore di Alvaro Vitali per esserci troppo occupati delle quisquilie di cui sopra. Là dove non poterono le ultime parole di Borsellino e le indagini di valorosi pm milanesi e siciliani, potranno forse gli stock di signorine a tassametro traghettate da un fabbricante di pròtesi nelle magioni del Premier Utilizzatore su mezzi aerei e nautici degni dello sbarco in Normandia; e la candid camera di una delle “utilizzate”, sfuggita alla formidabile security di Palazzo Grazioli. Ogni epoca ha il 25 luglio che si merita. Restano da capire alcuni particolari: 1) chi saranno il Dino Grandi e il Galeazzo Ciano di questo film dei Vanzina che si sta girando fra Palazzo Grazioli e Palazzo Chigi; 2) che ne sarà della Guardia Repubblicana alla caduta del satrapo (l’altreoieri Ostellino lo paragonava a Cavour, mentre Chirac raccontava le visite guidate ai bidet di Villa Certosa, accompagnate da apprezzamenti berlusconiani sulle “chiappe” che vi si erano posate); 3) con quali leggi ad personam, anzi ad pisellum, Al Tappone conta di salvarsi dall’inchiesta di Bari. Essendo stato intercettato non da una toga rossa, ma da un’amica escort armata di cellulare, abolire le intercettazioni non basta più. Bisogna abrogare i telefonini.

bduce5

bervattene

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