Da Travaglio

Sono pazzi questi spagnoli

Ci corre l’obbligo di scusarci con i nostri telespettatori per un errore umano di inaudita gravità accaduto nella nostra emittente: violando le regole della casa, l’altro giorno non abbiamo trasmesso in diretta integralmente i fischi dei tifosi catalani e baschi che hanno accolto l’inno nazionale prima dell’incontro di calcio Barcellona-Atletico Bilbao, finale della coppa del Re allo stadio Mestalla di Valencia, alla presenza di re Juan Carlos e della regina Sofia». Così, tre sere fa, la speaker del primo canale della tv pubblica spagnola, Tve, s’è rivolta alla nazione nell’ora di massimo ascolto. Intanto, nel bel mezzo di un putiferio politico con interventi di ministri e leader di partito, il direttore generale della Tve faceva pubblica ammenda annunciando la destituzione del capo dei servizi sportivi Julian Reyes responsabile della censura, che peraltro s’era subito dimesso. Cose che càpitano in Spagna, naturalmente, dove chi censura viene cacciato, anziché promosso. In Italia il vicedirettore di Raisport, Oliviero Beha, non può lavorare da cinque anni perché ha il brutto vizio di non censurare. In compenso si attende da una settimana che la Commissione di Vigilanza e il Cda Rai, ma anche le “authority” e i “comitati etici” dicano qualcosa, una parola non di più, sulla censura subìta da Vauro e Beatrice Borromeo all'”Era glaciale” a opera del direttore Marano e nel silenzio della cosiddetta conduttrice Daria Bignardi. Che poi è la versione giornalistica di Lorena Bianchetti. In Spagna avrebbe qualche problemino, ma in Italia Daria Sbianchetti farà un carrierone.

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dirigenti un po’ così

la sentenza del tribunale di milano
Scopre che la moglie è lesbica da una email Il giudice: non c’è violazione della privacy
La donna aveva denunciato il marito che aveva chiesto l’annullamento del matrimonio alla Sacra Rota

MILANO – Il diritto alla verità prevale sul diritto alla privacy? Sta forse nella risposta a questo interrogativo il motivo che ha spinto ieri il giudice monocratico del Tribunale di Milano, Giuseppe Cernuto, ad assolvere dal reato di violazione della privacy un marito che aveva scoperto da una mail nel computer di casa la relazione della propria moglie con una donna, avviando di conseguenza le pratiche di separazione. Per l’uomo, difeso dall’avvocato Enzo Pacia, il pubblico ministero aveva chiesto una condanna a tre mesi.

I protagonisti di questa storia, che risiedono nella provincia di Como, sono un dirigente d’azienda oggi quarantunenne e la moglie, 36 anni, addetta al marketing. Si conoscono in ufficio all’inizio del 2000 e si sposano con rito religioso nel 2001. Due anni dopo nasce una bimba e, quasi contemporaneamente, lui scopre per caso sul comune indirizzo di posta elettronica, inequivocabili messaggi che la moglie inviava a una donna con la quale, da quanto si capisce, intrattiene una relazione. Chiede spiegazioni, lei ammette la cosa, poi decidono di comune accordo di rivolgersi a uno psichiatra per cercare di risolvere i loro problemi. Ma dopo numerose sedute, singole e in coppia, la situazione invece di migliorare diventa critica e così i due scelgono la separazione. Per sistemare subito le questioni pratiche (alimenti, casa e affidamento della bambina) decidono di procedere con la separazione civile ma si rivolgono contemporaneamente a un noto avvocato comasco che si occupa di annullamento dei matrimoni alla Sacra Rota, esistendo i presupposti della nullità in quanto la donna al momento delle nozze aveva nascosto la propria omosessualità al fututo marito. L’avvocato, per procedere nella pratica, chiede alla coppia di farsi dare una relazione dallo psichiatra che li ha assistiti, un noto professionista milanese, che è anche docente alla Statale.

Quando la donna legge quel documento scoppia però il putiferio. Perchè vengono citate le mail che aveva scoperto il marito e che servono a descriverla come lesbica affetta da disturbi della personalità. Scatta una denuncia contro il marito e anche contro lo psichiatra, accusato di violazione della privacy, sottrazione di corrispondenza e ricettazione della mail (quest’ultima ipotesi di reato, commessa a Milano, toglie la competenza al giudice di Como). Il processo va avanti quattro anni. Nel frattempo la donna ritira la querela per diffamazione e ricettazione. Il pm nei giorni scorsi chiede la condanna a tre mesi del marito e dello psichiatra. Ieri però arriva l’assoluzione per entrambi. Esclusa la violazione della privacy per la lettura della mail da parte del marito in quanto l’indirizzo di posta era comune e l’accesso libero a tutti e due, la violazione sarebbe consistita quindi solo nella diffusione attraverso il documento redatto dallo psichiatra. Ma, sostengono i difensori, la giurisprudenza riconosce il principio secondo il quale quando c’è un conflitto tra due diritti notevoli, in questo caso il diritto alla verità e quello alla privacy, il primo risulta sempre prevalente.

Luigi Corvi

°°° Il giudice si chiama Cernuto… con la E. Il marito è un povero pistola che ha scatenato un casino e messo nella merda almeno tre persone: la moglie, la bambina e se medesimo. Ma, dico io, invece di essere contento che tua moglie si diverte! Ma proponiti come terzo nei giochi saffici e non rompere i coglioni! Ah, già… se la moglie gli ha preferito una donna, lui non dev’essere tutto questo granché.

buonanottina1

corna1

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