Referendum, il quorum è possibile. L’affluenza alle 12 supera l’11,6 per cento

Idv: “A Roma si impedisce di votare ai rappresentanti dei comitati”

°°°E’ ovvio che la mafia-P2 di silvio burlesquoni  ha cercato e cerca tutti i mezzi ILLECITI per salvare il culo. Ma noi siamo la stragrande maggioranza del paese e quel culo flaccido glielo spacchiamo!

MANDIAMO LA FECCIA A CAGARE, DE FI NI TI VA MEN TE!

b.cagare


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Il punto

Bassissima affluenze nei seggi allestiti nel mondo: solo il 7,33%
Confermati i dati dei partiti maggiori, premiate Idv e Sl
Italiani all’estero, sparisce la Lega
sorpresa sinistra e Di Pietro

ROMA – C’è una circoscrizione in cui i dati elettorali delle Europee non seguono il trend nazionale, almeno in alcuni dettagli. E’ il voto degli italiani all’estero, che si sono espressi nei seggi allestiti in tutto il mondo. Innanzi tutto facendo registrare un’affluenza radicalmente più bassa di quella già ridotta rilevata sul territorio nazionale: su oltre 1.200.000 iscritti alle liste, solo 88.500 sono andati a votare, circa il 7,33%.

Il dato generale per i due maggiori partiti rimane sostanzialmente invariato: il Pdl ottiene il 34,9 per cento (contro il 35,3% globale), mentre il Pd registra un più basso 22,8% (contro il 26% totale). La differenza più macroscopica riguarda la Lega nord, che per i connazionali all’estero merita un 2,9%, contro il 10,2% registrato sul totale degli elettori. Mentre Sinistra e libertà e l’Italia dei valori decollano: 7,3% per la formazione guidata da Nichi Vendola (che non ha raggiunto il quorum, attestandosi sul 3,1% su scala nazionale) e ben 13,5% per il partito di Antonio Di Pietro (8%).

Sembra dunque non pagare la politica anti-immigrazione di Bossi in una constituency composta da immigrati, che lo siano per scelta – come avviene in gran parte per le ultime generazioni – o per necessità. Mentre l’esperienza di Mani Pulite rimane per molti connazionali emigrati negli anni scorsi un punto di svolta nella politica italiana, da utilizzare magari nella difficile opera di spiegazione della politica italiana con i cittadini di altri Paesi. “Questo dato – commenta Maurizio Ciocchetti, coordinatore Pd degli italiani all’estero – ci consegna un voto in controtendenza. La dispersione del centro sinistra è evidente”.

Singolari alcune situazioni europee. In Austria, ad esempio, si registra il sorpasso del Pd sul Pdl (22,1 contro 20,4%), mentre Sinistra e Libertà ottiene il 13,8. Tra gli italiani che hanno votato in Francia, il Pdl ottiene il 29%, tallonato dal Pd al 26, mentre la Lega si attesta sul 3,3, l’Idv sull’11,8 e Sl arriva al 10,9. Altrettanto macroscopico il dato spagnolo, che penalizza fortemente il Partito democratico (20.5%) sul Pdl (36,7%), e dà l’11,2% a Di Pietro, il 9,4% a Sl, il 4% al Prc-Pdci, e solo il 3,5% rispettivamente a Udc e Lega. In Olanda il Pdl prende il 24%, superato dal Pd che ottiene il 28,9% e l’Idv addirittura il 19,5%.
Più allineati con i dati nazionali il Regno Unito e la Germania. Gli italiani che vivono in Gran Bretagna danno alla formazione di Berlusconi le stesse preferenze registrate nel dato nazionale (35,2%), penalizzano il Pd (22,2%) e travasano molto voto di centro-sinistra su Idv (15,5%) e Sl (6,4%). L’Udc rimane sul 3,5% e al 3,3 la Lega. Gli elettori registrati in Germania premiano il Pdl, che qui sfiora il 40%. Così come la Bulgaria, dove il Pdl ottiene il 60,5% e il Pd precipita al 10,7%.


°°° Amici, diciamo subito che il csx più in basso di così non poteva andare. Bossi e burlesquoni NON hanno vinto un cazzo, ma sicuramente il PD e i comunisti hanno perso molto. Perché hanno perso? Per il tafazzismo che attanaglia i dirigenti ormai da decenni. Ma anche per la fame da “salottismo” e da velinificio che ha divorato i capi e capetti. Sono anni che contesto il loro presenzialismo (deleterio) “in casa d’altri”. NON SI VA DA VESPA! Cazzo! NON SI VA A FARE DA COMPRIMARI insieme a zoccole e portaborse! Questi imbecilli, invece, dalla buonanima di bertinotti ai dalemisti… tutti a fare le misere comparse in tv e a parlarsi addosso DEL NULLA! Come ha reagito la base? Mandandoli allegramente a cagare o NON andando a votare oppure – peggio mi sento – votando Lega! Voi credete che abbiano capito la lezione? Mah, ho i miei dubbi. Altro discorso per gli italiani all’estero. Ho figli e amici che vivono all’estero da tanti anni e so. So che, da cittadini svegli e INFORMATI, NESSUNO si sognerebbe di sprecare il suo voto per berlusconi. GLI ITALIANI AL’ESTERO SI VERGOGNANO COME LADRI DI BERLUSCONI! So che ci sono stati macroscopici BROGLI: So che NULLA è arrivato da parte dei partiti del csx nelle loro case, mentre sono stati bombardati da circolari ministeriali e lettere “personali” di silvio burlesquoni (a spese NOSTRE). Lettere piene di minchiate e di fac simile per votare LUI, ovviamente. Tutta cartaccia prontamente gettata nel cestino. Però… Come si fa a vincere le elezioni in queste condizioni? Io e i miei amici abbiamo votato Orlando, De Magistris e Sonia Alfano. E tutti e tre andranno in Europa. Ho chiesto a migliaia di altri amici, PD ma astensionisti irremovibili, di votare Barracciu e Serracchiani e molti di loro mi hanno ascoltato. Per il resto… siamo messi MOLTO MALE!

tafazzi

la-vittoria-di-tafazzi

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Amici…

Ieri ho scritto non so dove che questo regimetto dei miei coglioni non sa una sega di comunicazione. Ed è vero, basti vedere e SENTIRE i suoi pappagallini in tv. Da gasparri a bondi a tutte le galline che si spacciano per avvocate o laureate in minchilogia applicata. Fateci caso: ripetono pedissequemente gli stessi tre slogan. Non hanno argomenti (e ne potrebbero avere), non hanno nulla di difendibile, non hanno progetti, non hanno cultura, e NON HANNO CULTURA POLITICA! Non a caso sono tutte scimmiette prese da alcove o da loro occulte agenzie di collocamento per fattorini e sguatteri. Portaborse e zoccole. Ora, voi non lo sapete, esiste dal 1992 una vera e propria “scuola” messa in piedi da dell’utri e previti… una scuola dove si addestrano i vari cicchitto, bonaiuti, capezzone e attrezzi similari. In questa “scuola” si prendono i FATTI, si travisano, si distorcono, poi antonio ricci e i suoi centoventi sedicenti autori traducono il tutto in quei tre slogan che i pappagallini DEVONO RIPETERE. Se la sinistra avesse avuto un pizzico di cervello, invece di dare miliardi a costanzo (che non sa nemmeno dov’è messo) avrebbe ascoltato queste cose quando siamo andati a dirgliele con Nanni Moretti. Invece ci ha sfanculati ed ha distrutto un elettorato sano e compatto. Ed ecco come stiamo messi: partitini in cerca di quorum e minestrone del PD, dove tutti i pulcini si credono galli. Così non ne usciamo.

FACCIAMOCI DEL MALE

idiota

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Giochi sporchi sulle nostre teste

Lega in tensione: si rischia grosso. La scelta dopo Pasqua
E nel Pdl c’è chi avverte: fantapolitica le elezioni anticipate
Referendum, mina nel centrodestra
Berlusconi tentato dal 7 giugno
di FRANCESCO BEI

Referendum, mina nel centrodestra Berlusconi tentato dal 7 giugno

Bossi e i leghisti in visita ai terremotati
ROMA – Accorpare Europee e referendum, risparmiare 400 milioni e rompere con la Lega? Oppure rimandare il referendum al 21 giugno, lasciandolo morire per mancanza di quorum, e salvare il rapporto con Bossi? Silvio Berlusconi si è preso tre giorni per decidere – “ne riparliamo martedì, adesso non è il momento”, ha detto ieri a chi ha provato a chiedere lumi – ma i suoi sostengono che non si tratti soltanto di una tattica attendista per tenere il Carroccio sulle spine. “Oggi davvero tutto è possibile”, confida il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, che insieme a Gianni Alemanno, Gaetano Quagliariello e ai ministri Alfano, Brunetta e Prestigiacomo figura addirittura nel comitato promotore. “Lo stato dell’arte – spiega Capezzone – è “si apra la discussione”, come ha detto il premier.
L’argomento del risparmio dei soldi è forte”.

Certo, se davvero Berlusconi scegliesse il 7 giugno come data, le conseguenze sarebbero atomiche. A rischio della sua stessa sopravvivenza come movimento politico autonomo, la Lega sarebbe spinta a far saltare il banco. E lo stesso Berlusconi (che ha in mano un nuovo sondaggio che lo vedrebbe schizzare al 73% di fiducia per il dopo terremoto) potrebbe lucrare da elezioni anticipate per coronare il suo sogno di sempre: il Quirinale. Ma, come fa notare un esponente di primo piano del Pdl, “questa è fantapolitica, non si può andare al voto anticipato con la più grave crisi economica da governare”.

I segni di nervosismo comunque ci sono già tutti, visto che proprio ieri Roberto Maroni, al Sole 24 Ore, ha dichiarato che con un altro voto contrario sulla questione dei clandestini “la sorte del governo sarebbe a rischio”. Così, consapevole della temperatura in salita, l’ordine che Bossi ha impartito ai suoi è stato quello di “evitare polemiche in giorni di lutto nazionale” per il terremoto. Con la sicurezza che, da qui al prossimo consiglio dei ministri che dovrà prendere la decisione definitiva, basterà un colloquio con il Cavaliere per risolvere la questione. E l’ipotesi che si affaccia sempre più forte, sia da parte del Pdl sia da quella della Lega, è un accorpamento del referendum con i ballottaggi per le amministrative. Ci sarebbero, a dire il vero, altre due alternative. Una è quella suggerita ieri da Ignazio La Russa, che propone un’unica data per Europee, amministrative e referendum, abolendo però il ballottaggio “nei casi in cui almeno un candidato raggiunga il 40 per cento”. L’altra idea appartiene a Giorgio Stracquadanio (nel ’95 fu il portavoce del “no” ai referendum che salvarono le tre reti del biscione), che vorrebbe “rinviare di un anno il referendum, con l’accordo del comitato promotore”.

Ma è la data del 21 giugno, al momento, l’unica che sancirebbe il compromesso tra Bossi e il Cavaliere. “Berlusconi non ha interesse a rompere con un alleato – osserva il pdl Osvaldo Napoli – e, se si va al 21 giugno, si risparmiano parecchi soldi e si dimostra alla gente che governiamo usando il buon senso”. In più il quorum, con gli italiani già in vacanza, sarebbe quasi impossibile da raggiungere. I referendari lo sanno bene, e difatti ieri Giovanni Guzzetta è saltato alla gola del pd Enzo Bianco, reo di aver salutato con favore l’ipotesi di fissare la data al 21 giugno: “Bianco – ha tuonato il presidente del comitato promotore – o mente sapendo di mentire, oppure è profondamente disinformato. Quello al 21 giugno sarebbe un accorpamento-truffa che farebbe sprecare 313 milioni di euro”. I referendari si sono però consolati con Massimo D’Alema che – come ha rivelato Mario Segni a RedTv- ha fatto loro sapere che “andrà a votare e voterà Sì”.

Tra i pochi del Pdl che hanno accesso a palazzo Grazioli si è fatta strada anche la convinzione che il premier stia semplicemente tenendo una pistola sul tavolo per indurre la Lega ad abbassare il tasso di aggressività in campagna elettorale “Tanto per lui – sostiene Guzzetta – la data del referendum è una partita “win-win”: se passa l’abbinamento, riesce a coronare il sogno di un Pdl autosufficiente. In caso contrario, può sempre dare la colpa alla Lega”.

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