Quando si capirà in Italia che bisogna costruire case e non porcilaie per fare soldi?

Soprattutto in Sardegna non conosco nemmeno un costruttore serio. Nessuno che conosca la bioedilizia e che non speculi sfacciatamente. Dovreste vedere le cagate che ci sono nelle coste e nelle periferie! Porcilaie costruite col cartongesso e i mattoni forati di settima categoria: due giorni di pioggia e si spacca tutto; ma sono gelide in autunno/inverno e dei forni in primavera/estate. Migliaia di euro per riscaldarle o rinfrescarle. Se arriva una minima scossa qui, crolla tutto in due minuti.

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I pastori sardi bloccano il porto di Olbia °°° Con 60anni di ritardo…

Se i sardegnoli di oggi somigliassero anche solo lontanamente ai SARDI che ho conosciuto io da ragazzo, oggi qui saremmo in un paradiso. Senza speculatori, senza mafiosi, senza miliardi di tonnellate di cemento sulle coste, senza massoni ladri al potere, senza nemmeno l’ombra di berlusconi e fede in Gallura e… con la Gallura motrice dell’economia sarda, invece che feudo di tre delinquenti  servi ignoranti che si sono presi anche la provincia di Olbia e che stanno per asfaltare il porto.

Berlusconi_Sardo

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L’Italia spaccata

A Firenze si sta sgretolando l’asse tra sinistra e borghesia. I fiorentini sono insofferenti, c’è grande voglia di cambiamento. Renzi è vecchio politicamente, il volto nuovo è Giovanni Galli. L’ex portiere è quadrato, uno che sente forte l’impegno per la sua città. Ce la farà. La vittoria a Firenze è nell’aria”. (Paolo Bonaiuti, Pdl, Il Giornale, 5 giugno 2009).

“Firenze, l’Obama del Pd finisce al ballottaggio. Renzi non conquista nemmeno il suo feudo rosso”.
(Il Giornale, 9 giugno 2009. Risultato: Renzi al 60% e Galli al 40).

“La gente torinese ha capito la qualità del nostro programma elettorale”.

(Claudia Porchietto, candidata Pdl alla provincia di Torino, Il Giornale, 27 maggio 2009. Risultato: Saitta del Pd al 57,4% e Porchietto al 42,6).

°°° Ecco come sono finite quasi ovunque le certezze di vittoria di questa destra malavitosa e arrogante. L’Italia è spaccata, amici miei. Da una parte la malavita, il potere mediatico e finanziario, i furbetti, i faccendieri, gli evasori fiscali, gli speculatori, i pasticcioni, i corruttori e i malversatori… dall’altra noi, persone per bene, mediamente colte e informate, senza visibilità mediatica ma con le palle che fumano.

(23 giugno 2009)

brutto

b-magnaccia3

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Complimenti!

La Sardegna, con noi, tornerà a sorridere” millantavano Cappellacci e Burlesquoni in campagna elettorale. Oggi tutti i giornalacci di destra annunciano trionfanti: “L’ASSEMBLEA REGIONALE FA PIAZZA PULITA DELL’ODIOSO BALZELLO DI SORU: SPAZZATA VIA LA TASSA SUL LUSSO!” Complimenti. Questo vuol dire che gli inquinatori e gli speculatori saranno di nuovo autorizzati a fare qualunque porcata in casa nostra. E senza pagare nemmeno un cent di ristoro.
Torneranno a deturpare le coste con le loro porcilaie intonacate, ad inquinare i mari coi motori fuoribordo, a gettare le reti a strascico uccidendo i fondali, a spaccare le sculture in pietra che hanno impiegato millenni a formarsi, a fottersi il corallo e la sabbia… una bella conquista, insomma. Cappellacci ci dovrebbe dire se stanno sorridendo di più i nuovi disoccupati del Sulcis o quelli della Maddalena. Ma non ce lo dirà: è troppo impegnato a leccare il culo del suo proprietario a Roma…

cappella1

berlusconi_sardo

vergogna1

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Tanti messaggi

O Lucio. Mi sembra una buona scelta quella di rifinanziare i corsi
professionali “inutili”, mentre a settembre verranno cancellate più di mille classi nella scuola pubblica! E… non dovremmo criticare Cappellacci?
Ma aprite gli occhi!
Una lettrice attenta

°°° Cara mia, ma è proprio per questo che hanno speso oltre due milioni di euro della malavita per comprare voti e fare brogli in Sardegna! Qui”DOVEVA” tornare tutto nelle mani della malavita organizzata e della massoneria connivente. Scherzi? Sai quanti miliardi si pappano di nuovo, i soliti noti, tra scuola privata, sanità, corsi fasulli, speculazione edilizia selvaggia, ecc.?
D’altronde, che banditi siano questi della destra italiota lo sanno anche i sassi. Se le scimmiette sardegnole, oneste (si fa per dire), si sono vendute il culo per trecento o cinquecento euro… ben gli sta. Ora vedrai quanti giovani disoccupati riceveranno i 5000 euro a testa, promessi da cappellusconi in propaganda elettorale! Vedrai.

bandito

masson

bmaniaco

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E se meditassero anche i banditi!

La morale del cemento
di FRANCESCO MERLO

La morale del cemento
CHI ha letto il racconto di Gateano Salvemini, che si salvò dal terremoto di Messina appeso a un davanzale, sa che dai sismi e dalle loro tragedie si possono trarre motivi per potenziare la ricerca, l’attività e la strategia anche intellettuale di un popolo. Pure Benedetto Croce perse i genitori in un terremoto e ne trasse un carattere italiano di grande equilibrio, di prudenza e di stabilità. Insomma i terremoti fanno purtroppo parte della storia del nostro paese e del paesaggio delle nostre anime, magari nascosti negli anfratti del carattere nazionale. Non sono emergenze, sono violenze naturali antiche che si affiancano alle violenze sociali, alle mafie, al brigantaggio, alla corruzione.

E però in Italia la magistratura ha giustamente avuto una grande attenzione vero il fenomeni della mafia e della corruzione: abbiamo dedicato seminari, libri, studi, campagne politiche e morali e sono nati persino dei partiti antimafia e anticorruzione. Ebbene, sarebbe ora che l’Italia si dotasse di una squadra di moralisti antisismici, di legislatori antisismici, di un pool di pubblici ministeri che mettano a soqquadro i catasti, gli assessorati all’urbanistica, le sovrintendenze, gli uffici tecnici, i cantieri. Non è possibile che ad ogni terremoto il mondo scopra stupefatto che l’Italia, l’amatissima Italia, è un Paese senza manutenzione.

A leggere i giornali internazionali di questi giorni si capisce subito che un terremoto in Italia non ha lo stesso effetto di un terremoto in Giappone. Anche quando non vengono colpite le città d’arte, come Firenze o Perugia, l’Italia in pericolo coinvolge di più di qualsiasi altro luogo. In gioco – ogni volta ce ne stupiamo – ci sono infatti la nostra bellezza e la dolcezza del vivere italiano, e poi i musei, il paesaggio… È solo in questi casi che ci accorgiamo come gli altri davvero ci guardano: non più sorrisi e ammiccamenti, ma dolore e solidarietà per un paese che è patrimonio dell’umanità.

Ebbene è la stampa straniera a ricordarci che ci sono città italiane incise dalle faglie, e dove le bare per i morti e l’inutile mappa dei luoghi d’incontro dei sopravvissuti sono i soli accorgimenti antisismici previsti. Ci sono città dove la questura, la prefettura, gli ospedali sono ospitati in edifici antichi che sarebbero i primi a cadere. Dal punto di vista sismico, della vulnerabilità sismica, non esiste un sud e un nord d’Italia, non esiste un paese fuori norma contrapposto a un paese nella norma. L’Italia, come sta scoprendo il mondo, è tutta fuori norma. Nessuno costruisce nel rispetto degli obblighi di legge che – attenzione! – non eviterebbero certo i terremoti che uccidono anche in Giappone e in California, anche dove la legge è legge. Neppure lì i terremoti sono prevedibili. Non ci sono paesi del mondo dove le catastrofi naturali non procurano danni agli uomini e alle cose.

Ma le norme antisismiche sono al tempo stesso prudenza e coraggio di vivere, sono la stabilità di un paese instabile, la fermezza di una penisola ballerina, sono come le strisce pedonali e la segnaletica stradale che non evitano gli incidenti ma qualche volta ne contengono i danni, ne limitano le conseguenze, ti mettono comunque a posto con te stesso e con il tuo destino. Colpisce invece che la sfida alla natura in Italia sia solo e sempre verbale: “immota manet” è il motto della città dell’Aquila ed è un paradosso, un fumo negli occhi, un procedere per contrari, una resistenza al destino che ne rivela la completa, rassegnata accettazione: la sola immobilità dei terremotati è la paura, è la paralisi.

Da sempre i terremoti intrigano i filosofi e gli scienziati. Si sa che dopo un terremoto aumentano i matrimoni e le nascite che sono beni rifugio, e si formano nuove classi sociali, si riprogetta la vita come insegna appunto Salvemini. Ma le catastrofi attirano gli sciacalli, economici certo ma soprattutto politici e morali. Ricordo che, giovanissimo, nel Belice vidi arrivare i missionari delle più strane religioni, i rivoluzionari seguaci di ogni utopia e i ladri d’anima…

I soli che in Italia non arrivano mai sono gli antisismici d’assalto; le sole competenze che ai costruttori non interessano sono quelle antisismiche; e a nessun italiano viene in mente, invece di ingrandire la terrazza, di rafforzare le fondamenta della casa.
Siamo i più bravi a rimuovere, a dimenticare i lutti, a non tenere conto che la distruzione come la costruzione crea spazi e solidarietà. L’Italia sembra unirsi nelle disgrazie. Nelle peggiori tragedie ci capita di dare il meglio di noi: sottoscrizioni, copiosissime donazioni di sangue, offerte di ospitalità… Davvero ci sentiamo e siamo tutti abruzzesi. Ci sono familiari volti e lacrime che sono volti e lacrime di fratelli. Sta tremando tutta l’Italia. E anche se non riusciremo a dominare la forza devastatrice della natura, mai più dovranno dirci che questo è un paese fuori dalla legge.

Fosse pure un’illusione piccolo borghese, da impiegati del politicamente corretto, abbiamo bisogno di applicare tutti insieme la tecnica antisismica e di misurare il ferro che arma il cemento: abbiamo bisogno di costruttori, di sovrintendenti, di legislatori e di giudici di ferro.

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squalo

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Il sacco d’Italia

Barberi: danni irragionevoli. Gli architetti: serve un piano urgente
«Cadute anche le case nuove»
Il bluff dei palazzi anti-sismici
Il presidente della Commissione grandi rischi: «Si pone il problema della qualità delle costruzioni»

L’AQUILA – Le parole che fanno più male: «Un terremo­to così in California non avrebbe provocato nemmeno un morto». Le pronuncia Franco Barberi, presidente della Commissione grandi ri­schi. Poco prima il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialen­te, ha lanciato il suo allarme: «Qui sono cadute anche le ca­se nuove». E allora Barberi passa all’attacco: «Se è vero che anche edifici che avrebbe­ro dovuto essere costruiti in base alle normative antisismi­che hanno subito danni irra­gionevoli — spiega —, allora si pone il problema del con­trollo della qualità delle co­struzioni. In particolare per le strutture pubbliche e strategi­che: ospedali, scuole, edifici del governo». E invece: l’ospe­dale, un presidio che non do­vrebbe solo restare in piedi ma anche funzionare in emer­genza, è stato evacuato e di­chiarato inagibile. La Casa del­lo Studente, costruita a metà degli anni Sessanta è crollata. Come l’hotel «Duca degli Abruzzi», che non era in un palazzo di pietra antica ed è collassato, si è accartocciato su se stesso. O la chiesa di Tempera, a sette chilometri dall’Aquila, che era un edifi­cio moderno. E i tanti palazzi dei quartieri periferici, case da edilizia popolare, non abi­tazioni vecchie di secoli: con i muri crepati, gli androni in marmo sventrati.

Insomma, a L’Aquila non sono crollate sol­tanto le vecchie case in pietra del centro storico: il terremo­to ha distrutto o danneggiato in modo tale da renderli inabi­tabili anche palazzi moderni. Non è solo un problema del­l’Aquila né dell’Abruzzo, che pure è zona ad elevato rischio sismico. Secondo le ultime stime, in Italia ci sarebbero al­meno 75-80 mila edifici pub­blici da consolidare: 22 mila edifici scolastici sono in zone sismiche, 16 mila in zone ad alto rischio. Circa 9 mila non sono costruiti con criteri anti­sismici moderni. Gian Miche­le Calvi, ordinario di Costru­zione in zona sismica dell’Uni­versità di Pavia e presidente del Centro europeo di ricerca e formazione in ingegneria si­smica: «Se non investiamo nella messa in sicurezza degli edifici, continueremo ad ave­re morti. È scandaloso». Il Consiglio nazionale degli architetti invoca un piano ur­gente di messa in sicurezza di ampie parti delle nostre cit­tà. Il presidente degli inge­gneri, Paolo Stefanelli, spiega che «tutti gli edifici costruiti negli anni 50-60, a causa del tipo di cemento armato usa­to, sono a rischio sismico in un tempo che va dai 5 ai 30 anni. Lo abbiamo detto tante volte, inascoltati. A oggi man­ca ancora una norma che ren­da obbligatorio il monitorag­gio sul tempo di vita delle co­struzioni ».

Però manca dav­vero solo quella, perché di norme sull’edilizia antisismi­ca l’Italia ne ha quattro, tutte contemporaneamente in vi­gore. Il decreto ministeriale 16 gennaio 1996, intitolato «Norme tecniche per le co­struzioni in zona sismica» e seguito, dopo il terremoto del 2003 in Molise, dall’ordi­nanza della Protezione civile numero 3274, che ha rimap­pato e riqualificato il territo­rio nazionale, aggiungendo zone sismiche o elevandone la classe. E poi da altri due de­creti, uno del 2005, l’ultimo del 2008, che si chiama «Nuo­ve norme tecniche per le co­struzioni in zona sismica». Leggi tecniche, moderne. Poi ci sono le costruzioni. I progetti, i materiali usati, le strutture. Nelle case in cemen­to armato degli anni Sessanta si usavano i tondini a barra li­scia, oggi esistono quelli con barre ad aderenza migliorata, che legano meglio con il cal­cestruzzo. Chissà com’erano quelli della casa di via XX Set­tembre, nel centro dell’Aqui­la, che adesso è un mucchio di rovine alto due metri e mezzo.

Mario Porqueddu
07 aprile 2009

°°° Qualcuno su FB si è risentito perché sostiene che io dò sempre la colpa a burlesquoni di tutto. Ora, secondo voi, i democristiani ladri che fecero il “sacco di Roma e il sacco d’Italia” negli anni ’60 e ’70, gli speculatori che hanno costruito questi alveari orribili, malsani, antiecologici e… di cartone… ma cos’hanno di diverso dalla cosca e dalla mancanza di scrupoli di Mafiolo? La genia è la stessa: rubare, truffare, corrompere, lucrare alle spalle della comunità ed evadere le tasse. Io me li ricordo gli “spalloni” che portavano i miliardi in Svizzera. Miliardi che Mafiolo e tvemonti hanno fatto rientrare – in parte – “legalmente” penalizzandoli di un irrisorio 2,5%. Una vera presa per il culo, un altro grande regalo alle mafie. In Europa si applica un 25% di tassa, ma qui no: nel regime mafioso delle banane si fanno “lavare” i miliardi di euro sporchi per un misero 2,5 % di tassa. Meditate.

biscotti

sfoll

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Ecco la prova della deriva

E’ successo a Genova, due sedicenni hanno aggredito una quindicenne
per banali motivi sentimentali. Nessuno è intervenuto: solo video con i telefonini
Botte alla compagna fuori da scuola
E i ragazzi filmano lo “spettacolo”

L’Osservatorio sui diritti dei minori: “Cambiare il codice penale minorile”
di MARCO PREVE

GENOVA – Un regolamento di conti all’uscita dalla scuola. Protagoniste due sedicenni che per banali questioni sentimentali, hanno aggredito una quindicenne colpendola con una serie di manrovesci. La studentessa non ha riportato gravi conseguenze (cinque giorni di prognosi per gli schiaffi al volto) ma l’episodio ha riaperto il dibattito sul bullismo. Anche, perché ad assistere alla “lezione”, c’erano almeno una decina di ragazzi, che non solo non sarebbero intervenuti per fermare l’aggressione, ma addirittura un paio di adolescenti avrebbe anche scattato foto e girato dei video con i telefonini. Retroscena, quest’ultimo che non risulta però ufficialmente dai verbali e dalle annotazioni dei poliziotti delle volanti intervenuti sul posto, che si stanno occupando del caso e hanno già denunciato

E’ successo nel primo pomeriggio di sabato nel quartiere genovese di Quarto. La vittima frequenta l’istituto alberghiero Marco Polo. In strada, ad attenderla c’era una sua ex compagna di classe con un’amica. La ragazza ha spiegato al padre, che ha poi presentato la denuncia “pensavo volessero solo parlare”. Così, nonostante i toni accesi l’ha seguita.

Poche decine di metri dopo, in una stradina laterale in mezzo a due palazzi, è scattata la vendetta. Le urla e l’assembramento hanno richiamato l’attenzione di alcuni inquilini che hanno fatto scappare le picchiatrici e gli spettatori. Una signora ha poi atteso con la quindicenne l’intervento della polizia. Già nel tardo pomeriggio gli agenti hanno individuato l’ex compagna di classe che è stata denunciata, mentre per la complice la segnalazione alla procura dei minorenni per lesioni personali potrebbe essere formalizzata questa mattina.

Sull’episodio accaduto a Genova interviene il sociologo Antonio Marziale presidente dell’Osservatorio sui Diritti dei Minori: “Quanto avvenuto non è bullismo – dice – il codice di procedura penale minorile necessita di una revisione, perché obsoleto e saturo di attenuanti. Revisione non significa carcere duro, ma pene contemplanti studio e lavoro socialmente utile, rigorosamente applicate e fatte osservare. La sola e pur necessaria azione di contrasto limitata a provvedimenti disciplinari scolastici non basta”.

°°° Vedete, amici? Se avesse potuto, Mafiolo avrebbe volentieri provocato LUI il terremoto: è un coup de theatre fenomenale per distogliere i cittadini – la gggente, il popolino – dai problemi reali. La deriva sociale, la disperazione delle famiglie, i disoccupati in aumento esponenziale, i morti sul lavoro, le mafie che fanno il cazzo che gli pare, la microcriminalità dilagante, le tv di mmmerda, la scuola che va a rotoli, i musei e i monumenti allo sfascio, la polizia senza auto e senza benzina, la magistratura a pezzi e umiliata, gli evasori più vispi e ladri che mai, la speculazione selvaggia… Insomma: mentre noi cerchiamo gli aiuti per i poveri terremotati, Mafiolo e la sua cosca fanno AFFARI! Sulla nostra pelle.

bulli

cazzaro

speculatori

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Firmate tutti!

Una legge contro il territorio

Le licenze facili e i permessi edilizi fai da te decretano la fine delle nostre malconce istituzioni. Il territorio, la città e l’architettura non dipendono da un’anarchia progettuale che non rispetta il contesto, al contrario dipendono dalla civiltà e dalle leggi della comunità. La proposta di liberalizzazione dell’edilizia, annunciata dal presidente Berlusconi, rischierebbe di compromettere in maniera definitiva il territorio. Ecco perché c’è bisogno di un sussulto civile delle coscienze di questo paese.

Gae Aulenti
Massimiliano Fuksas
Vittorio Gregotti
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http://www.repubblica.it/speciale/2009/appelli/legge-ed-edilizia-del-governo/

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