Povera Sardegna, come ti hanno ridotta i sardi stupidi!

Stanotte ho dormito poco e male e mi sono rivisto il film del mio ritorno in Sardegna, 11 anni fa.

Dal 1973, rientrato da Milano, fino al 1978 ho goduto una Sardegna colta, informata… VIVA. Ho aperto la mia casa discografica, ho fondato due radio che facevano molto più ascolti della Rai locale, ho collaborato con programmi miei alla Rai di viale Bonaria, ho inventato il Cabaret (che qui non sapevano cosa fosse). Ho allestito un grande show che si chiamava SARDEGNA VIVA, col quale ho riempito le piazze, gli stadi, e i teatri fino a quando Nanni Loy non mi ospitò nel suo programma RADIO ANCH’IO e mi convinse a trasferirmi a Roma. Verso la fine del ’78 ero sicuramente l’artista sardo più importante e più pagato. Mollai tutto e tornai a fare gavetta, con molta umiltà e con tanta “fame” di imparare. A Roma mi sistemai benissimo alla radio (Radio uno) e ripresi a fare il mio Cabaret di satira politica con grande successo: teatri sempre pieni, stadi sempre pieni, quando feci un tour, come comico, col BANCO DEL MUTUO SOCCORSO. Lavorai coi più grandi e con tutti i mostri sacri del cinema mondiale. Le televisioni mi corteggiavano, ma non accettavano i miei progetti e quindi – per andare a fare comparsate inutili – ne stetti alla larga. Finché non mi contattò Ricci e mi fece una corte spietata per sei mesi. Capitolai e accettai di lavorare per Fininvest. Tutti sapete come andò a finire: divenni una grande star, non mi pagarono, mi cendurarono a manetta e infine mi cancellarono. I motivi? Conoscete anche questi: a) Kossiga ricattò Berlusconi, dicendo che non gli avrebbe rinnovato le frequenze se non mi avesse levato immediatamente dal video. b) Burlesquoni mi offrì ponti d’oro per essere il vessillifero di Forza Italia e al mio “NO, GRAZIE” MI DICHIARò UNA GUERRA SPIETATA CHE DURA ANCORA OGGI.

Così, avendo terra bruciata intorno, 11 anni fa me ne tornai in Sardegna.

“Sono sempre l’artista più importante, mi dissi, e sicuramente nella mia terra non morirò di fame.”

Le ultime parole famose.

Approdai a Oristano con circa mezzo miliardo di lire, un nome grande quanto un palazzo e un sacco di idee nuove e di progetti.

Trovai un paese morto, mummificato, indolente e ignorante. Ma carissimo! Oristano è molto ma molto più cara di Roma e di Milano. E non offre nulla!

Finii i soldi, girando come una trottola per anni, portando i miei progetti a sindaci e assessori asini e/o ladri ignoranti. Alla fine mi dovetti arrendere: non avevo più i cinque e passa milioni al mese per campare nel nulla oristanese, e così mi trasferii a Sadali, dove avevo una casa e molti amici.

Tutto cambiato anche lì: l’amico più caro era defunto e gli altri erano cambiati. Cambiati in peggio. Arretrati culturalmente o chiusi in casa e in se stessi. Il paese in mano a due/tre cricche di decerebrati, ladri, alcolizzati, drogati. Persi sei anni della mia vita e della vita di mia figlia e della mia compagna. Un incubo. Una di queste cricche di scimmiette ritardate, per un mio rimprovero, mi incendiò una macchina di grande prestigio. Tutti sapevano e sanno chi è stato, ma l’omertà li fotte e quindi nessuno ha mosso un dito. Riesco finalmente a scappare da quell’inferno e mi trasferisco a Olbia. “Finalmente si torna a vivere!” mi dico… macché! Qui – fatti salvi alcuni gruppi di persone in gamba (come a Oristano e Sadali) – per la maggioranza sono allo stesso livello degli oristanesi e dei sadalesi: lenti, ignoranti, fancazzisti, berlusconiani, disinformatissimi, presuntuosi, poca voglia di fare, terrore delle novità e della cultura. Basti vedere cosa succede l’estate: NULLA! Quattro bancarelline con chincaglieria e basta. E vogliono i turisti.

Insomma, grande sconforto, amici, e voglia di piantare tutto ed emigrare all’estero. Che vergogna!

SARDISTAN, DESERTO CULTURALE

 

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

La visita a Obama

Eravamo nella sala ovale della Casa Bianca: io, Giangi Pallina, Orso Gigio, Barack Obama, Maga Maghella e Gina Lollobrigida in tanga. Nel patio, due stupidi della scorta di Burlesquoni che si bruciavano i nasi con uno zippo e ridevano. Minca! Se ci sono due dei gorilla di Mafiolo allora ci dev’essere anche lui qui a WASHINGTON! E infatti, che ve lo dico a fare?… esco con la scusa di pipparmi una Stuyvesant e lo vedo: era nell’orto a fare il tacchino con Michelle, solo che lei era in ginocchio che interrava dei fagioli e Silvio era in piedi sopra i suoi tacchi… anche accucciata era ancora più alta Michelle Obama. Volevo proprio godermi la scena, così mi sono messo a svuotare i portaceneri della mia vecchia Bmw in un vaso di ortensie, che mi copriva parzialmente. Alla terza minchiata in inglese maccheronico del mafionano, Michelle si è alzata in piedi, si è piegata con le mani guantate sulle ginocchia come si fa per parlare ai bambini e ha sibilato:
“Mister, lei oltre ad essere terribilmente disgustoso non ha proprio il senso della misura… e meno male che non fa il sarto o il geometra!” Detto questo, gli ha vuotato sul testone trapiantato il secchio del letame disciolto e se n’è andata nasino all”aria.
Me cojoni! Son tornato dentro e, mentre cercavo un bagno per lavarmi le mani, l’occhio mi è caduto nelle cucine: dove i camerieri stavano sputando a turno nel bricco del caffè destinato a Silvio (c’era proprio una elegante targhetta al centro dell’enorme vassoio “President Berluccioni”) e uno si faceva roteare il bordo della tazza nel solco tra le natiche scoperte. Barack si stava già incazzando per il ritardo del premier italiano, quando finalmente Silvio ha fatto il suo ingresso… Imbarazzante. La servitù, vedendolo e “sentendolo” puzzolente di letame organico, prima lo ha lavato con la pompa da giardino, poi ha cercato qualcosa per coprirlo; ma i vestiti di Barack sono quelli di un uomo prestante di circa un metro e novanta, come farci entrare un botolo di 1,55 formato scaldabagno? E così la vecchia Nunny delle bambine ha infilato Mafiolo in un costume da Biancaneve comprato a Disneyland. Barack, da grande statista, non ha fatto una piega. Ha premuto un pulsante e subito sono arrivati i camerieri col caffè per l’ospite, mentre lui e noi ci siamo fatti raboccare i bicchieri col mirto che avevo portato io. Burlesquoni ha cominciato subito a dire che non voleva essere frainteso, che Zappadu è un coglione, che Noemi è vergine, che vuole molto bene a Fede e Apicella e… tante altre cose di somma importanza internazionale e strategica, insomma. Barack gli ha detto che lo ammira molto e che spera di vederlo presto. Liquidato. Silvio è stato accompagnato alla porta da un solenne ma deciso maggiordomo e noi ci siamo scatenati con le risate.
Un tassista rasta ha portato il capo del governo italiano alla pizzeria Bella Napoli, nel quartiere italiano, e lì Berlusconi ha espresso la sua gratitudine nei confronti degli “amici americani per quanto fatto per liberare l’Italia nella seconda guerra mondiale“. In serata il presidente del Consiglio lascerà Washington per tornare in Italia. Se il giudice gli concederà la libertà provvisoria: visto che è stato arrestato per una rissa con un bambino giapponese più alto di lui, che non gli voleva cedere il passo all’uscita del locale. Le sue body guard, dite? Quelle sono ancora in infermeria del centro grandi ustionati.

berlusconi-clown1

b-dream1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Si mette male…

Il RAPPORTO
Allarme migrazioni di massa
In fuga dal clima impazzito
I mutamenti climatici stanno già causando spostamenti significativi della popolazione. E nei prossimi decenni metteranno a rischio intere comunità con ripercussioni globali

di ALESSIA MANFREDI

UNA MAREA umana in fuga da siccità, inondazioni, mari che si innalzano fino a mangiare la terra, e da altri fenomeni figli dei mutamenti del clima. Migrazioni di massa, alla ricerca di una vita migliore o, più semplicemente, di un modo per rimanere vivi, che si verificheranno su larghissima scala nei prossimi decenni, coinvolgendo decine di milioni di persone: qualcosa di mai visto prima, per ampiezza ed estensione. E’ lo scenario tratteggiato da un nuovo rapporto presentato oggi a Bonn a margine dei negoziati per un nuovo accordo contro il riscaldamento globale, curato dal Center for International Earth Science Information Network della Columbia University, di New York, dalla United Nations University e da Care International. Che non azzarda cifre precise – anche se altri studi hanno indicato fra i 25 ed i 50 milioni di potenziali sfollati e profughi entro il 2010 e 700 milioni entro il 2050, mentre l’Organizzazione internazionale dei migranti si tiene su una cifra mediana, di 250 milioni nel 2050 – ma sottolinea quanto il clima giochi e giocherà sempre di più un ruolo chiave in questo fenomeno, a fianco di altri elementi come l’instabilità politica ed economica, e la distruzione da parte dell’uomo di specifici ecosistemi oltre allo sfruttamento eccessivo dei terreni per l’agricoltura.

Pensare che riguardi solo i paesi più poveri è un’illusione: le ripercussioni, scrivono i ricercatori nel rapporto “In search of shelter, mapping the effects of climate change on human migration and displacement”, si faranno sentire per tutti, su scala globale. Perché “il clima è il contenitore nel quale ognuno di noi vive quotidianamente la propria vita”, ricorda Alexander de Sherbinin, coautore dello studio.

Cause – ed effetti – dei “profughi del clima” sono a tutto campo. E vanno dalla distruzione delle economie basate su ecosistemi di sussistenza specifici come la pastorizia, agricoltura e pesca, fattore dominante nelle migrazioni forzate, all’aumento per frequenza ed intensità di calamità naturali come cicloni, inondazioni e siccità, dovuti al cambiamento del clima. Le piogge in Messico ed America Centrale, ad esempio, nel 2080 caleranno dell’80 per cento. A causa di queste modifiche ambientali, gli allevatori, in alcune parti del Messico così come nel Sahel africano, stanno già oggi lasciando le loro case per spostarsi in zone più accoglienti.

Il livello dei mari, poi, è una minaccia per moltissimi Paesi e città, da Mumbai a Los Angeles, da Rio de Janeiro a New York. L’arrivo di acque salate, insieme ad inondazioni ed erosioni, rischia di distruggere l’agricoltura nei popolati delta del Mekong, del Nilo o del Gange. Con danni inimmaginabili: un innalzamento del livello del mare di due metri – ampiamente previsto in diverse proiezioni per questo secolo – inonderebbe quasi la metà dei 3 milioni di ettari di terreni coltivati del Mekong. E isole del Pacifico stanno già considerando un esodo di massa della popolazione: è il caso ormai famoso delle Maldive.

Non solo: lo scioglimento dei ghiacciai alpini nell’Himalaya porterà la devastazione in diverse terre coltivate in Asia, aumentando le inondazioni e riducendo drasticamente le riserve di acqua a lungo termine. Un dato drammatico se si pensa che i bacini del Gange, del Brahmaputra, dell’Irawaddy, dello Yangtzee e del Fiume Giallo danno sostentamento a 1,4 miliardi di persone.

La maggior parte dei migranti, probabilmente rimarrà all’interno dei confini del proprio stato, rileva il rapporto, o si trasferirà nei Paesi confinanti, ma questo non sarà possibile in tutti i casi. Se i conflitti interni si esaspereranno, le conseguenze arriveranno lontano, fino ad interessare anche i Paesi più ricchi. Uno scenario sorprendente e molto serio, avverte Charles Ehrhart, coordinatore dei mutamenti climatici per l’organizzazione internazionale CARE, in cui le società colpite maggiormente dai cambiamenti ambientali potrebbero trovarsi invischiate “in una spirale negativa di degrado ecologico, che le trascina in basso, dove non esistono più reti di sicurezza sociali, mentre violenza e tensioni aumentano”.

Per questo, raccomandano i ricercatori, è vitale che i Paesi raggiungano un accordo per il taglio delle emissioni di gas serra all’incontro sul clima delle Nazioni Unite che si terrà a dicembre. Anche se il processo negativo è già innescato e le conseguenze rischiano di essere inevitabili. “I cambiamenti del clima stanno avvenendo con velocità ed intensità maggiori rispetto alle previsioni precedenti” si legge nelle conclusioni del rapporto. “I livelli di sicurezza per i gas serra atmosferici potrebbero essere molto inferiori rispetto a quanto non si pensasse prima e allo stesso tempo le emissioni di CO2 aumentano ad un tasso sempre più elevato”. Con ripercussioni senza precedenti per la popolazione: “Le migrazioni vanno riconosciute come un elemento importante dell’adattamento” ai mutamenti climatici, sottolinea ancora Ehrhart.

Prioritari, quindi, raccomandano gli esperti, sono gli investimenti per i Paesi più a rischio, ed un approccio della comunità internazionale pratico, con accorgimenti come lo sviluppo di tecniche di irrigazione che sfruttino una minore quantità di acqua, e la preparazione di sistemi specifici per affrontare meglio i disastri naturali. I Paesi devono inoltre trovare un accordo su come trovare una sistemazione per le popolazioni che abitano pianure a rischio. E occorre migliorare il sistema delle rimesse degli emigrati per i familiari che rimangono nelle regioni più vulnerabili.

°°° Tutto questo cataclisma epocale arriva proprio mentre, per stupidi e volgari FINI ELETTORALISTICI, quell’idiota del mafionano si scaglia contro gli immigrati di Milano. “Milano sembra Africa”… Se volete cercare la statura di questo “statista”, amici, dovrete scendere nelle fogne più sotterranee.

afp_15955319_34160

MA CHE MINCHIA DI MONDO E’?

mondo


°°° Ma dove cazzo sono capitato?

aquarium-of-the-exotic-aquatic

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Volete ridere?

ENERGIA NUCLEARE
Nucleare, Tesoro boccia il ddl
“Manca copertura finanziaria”

Allo stato attuale, l’intero provvedimento sul nucleare è “in contrasto con l’articolo 81 della Costituzione”. Ricadute anche per i consumatori. Bocciata anche la rottamazione delle auto

ROMA – Sonora bocciatura da parte del ministero del Tesoro su 34 novità introdotte nel ddl “sviluppo” durante il passaggio in Senato. Il ministero ha anche richiesto la soppressione di ben 18 norme “incriminate” che “metterebbero a rischio l’equilibrio economico dell’intero provvedimento sul nucleare e che allo stato attuale è in contrasto con l’articolo 81 della Costituzione”.

Per il Tesoro – si legge nella lettera indirizzata alla commissione Bilancio della Camera – le misure potrebbero determinare “incrementi delle tariffe a carico dei consumatori risultando pregiudizievoli a carico degli utenti finali”.

La lista dei rilievi del ministero dell’economia è articolata. Sono tre le norme del provvedimento (collegato alla finanziaria e in terza lettura alla camera) imputate di possibili ricadute negative sui consumatori. Il comma 3 dell’articolo 26 sul nucleare, che prevede di reperire 100 milioni dalla componente tariffaria a2 sul prezzo dell’energia elettrica, secondo via xx settembre è “in contrasto con l’orientamento del governo in tema di contenimento delle tariffe, in funzione anticrisi” e determina “oneri privi di adeguata copertura finanziaria”. Anche l’articolo 32, comma 6, prevedendo una possibile trasposizione di costi di terna sui clienti energivori, prefigura “un aumento di costi delle bollette” sul quale il ministero “esprime la propria contrarietà soprattutto alla luce dell’attuale contesto economico-finanziario”. “Non è in linea con l’attuale orientamento governativo” nemmeno il comma 4 dell’articolo 36 comma che autorizza lo sviluppo economico a utilizzare consulenti esterni.

Quanto alla ‘tenuta dei conti’, si inizia dall’articolo 1 sulle reti d’imprese: si contesta la titolarità al solo ministero dello sviluppo economico e non anche a via XX settembre dell’autorizzazione per le misure su ricerca e sviluppo già stabilite per i distretti. Sempre per motivi di onerosità si chiede la soppressione degli articoli 4 (attuazione di un regolamento Ue sull’accreditamento e vigilanza del mercato per la commercializzazione dei prodotti), 5 (delega per il riassetto normativo delle prescrizioni e degli adempimenti procedurali per le imprese), 31 (semplificazione di procedure) e 56 (contributi all’editoria coperti dall’incremento della robin tax). In particolare, l’articolo 31, alleggerendo la certificazione energetica degli edifici, può avere “effetti elusivi”, e l’articolo 56, incrementando l’aliquota della Robin tax, ha “copertura del tutto inadeguata, in quanto altera equilibri di operatori nei cui confronti le aliquote in esame non possono essere eccessivamente aggressive, posto che si producono effetti contrari”.

Bocciata anche la modifica alla rottamazione delle auto: estendere l’agevolazione prevista per il gpl “determina maggiori oneri” e allargare “la platea dei destinatari in modo talmente eccessivo rischia di vanificare del tutto l’efficacia di una disposizione diretta ad assicurare il rilancio dell’economia nazionale del settore automobilistico riducendone la portata positiva finora conseguita”.

°°° Hanno aumentato le sigarette e la benzina almeno sei volte in un anno e raddoppiato o triplicato le bollette Enel… e ancora non hanno un cent! CAZZARI! BUFFONI!!!

b-cazzaronucleare

ITALIANI STUPIDI CHE HANNO BEVUTO LE MINCHIATE DI MAFIOLO:

crisi-fisco

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter