Bossi minaccia: “La Padania nascerà e per la violenza c’è sempre tempo”
°°° La successione è aperta, ragazzi! Se non l’aveste ancora capito, il mafionano è spirato e… quando cade l’albero, TUTTI A FARE LEGNA!
°°° La successione è aperta, ragazzi! Se non l’aveste ancora capito, il mafionano è spirato e… quando cade l’albero, TUTTI A FARE LEGNA!
Sia l'”Independent” che il “Times” tornano sulla vicenda del premier
“Segnali di pericolo sul suo futuro politico”. E fanno il nome di Draghi per la successione
“Ultimi giorni alla corte di re Silvio”
I giornali inglesi ipotizzano le dimissioni
Intervista a Barbara Montereale che parla di “aria quasi competitiva”
tra le ragazze alle feste del Cavaliere. E conferma il regalo da diecimila euro
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI (Repubblica)
LONDRA – “Gli ultimi giorni della corte di re Silvio” s’intitola il paginone dell’Independent di oggi. E il Times ricostruisce su due pagine la vicenda con un grafico della “ragnatela di connessioni nel mondo di Silvio”, ipotizzando che le pressioni per costringere il premier a dimettersi continueranno e indicando nel governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, un possibile primo ministro ad interim che ne prenda il posto.
Il caso Berlusconi continua dunque a rimanere al centro dell’attenzione dei media e dell’opinione pubblica mondiale, in particolare in Gran Bretagna, dove la stampa nazionale sembra particolarmente colpita da una vicenda a base di “sesso, bugie e videotape”, per parafrasare un noto film di alcuni anni or sono.
“Berlusconi sembrava immune dagli scandali, ma le sensazionali notizie di caroselli sessuali a base di feste, modelle e denaro stanno facendo sentire il loro peso sul premier”, scrive l’Independent. L’inchiesta dell’ex-corrispondente da Roma Peter Popham ricostruisce gli ultimi sviluppi della faccenda, notando in particolare le crescenti critiche della Chiesa cattolica, “che sta cominciando quietamente a tenere Berlusconi a distanza” e “l’accumularsi di segnali di pericolo” per il suo futuro politico. L’articolo sottolinea che perfino uno dei suoi più fidati consiglieri, Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, ha recentemente tracciato “un’analogia tra l’attuale situazione di Berlusconi e quella di Mussolini il 24 luglio 1943”, il giorno prima che il duce fu destituito dal re. “La defezione di Ferrara”, nel fronte dei critici di Berlusconi, scrive Popham, “fa parte degli effetti collaterali del divorzio chiesto da Veronica Lario”, poiché Il Foglio è parzialmente di proprietà della (ancora per poco, a quanto pare) moglie del leader del Pdl.
Anche il Times pubblica un paginone sul caso. Un articolo di Lucy Bannerman, inviata a Bari, ricostruisce la rete di amicizie dichiarate e sotterranee che portano dal capoluogo pugliese fino alla residenza romana di Berlusconi e alla sua villa di Porto Rotondo in Sardegna. L’articolo contiene tra l’altro una nuova intervista a una delle giovani donne che hanno fatto visita al premier in più occasioni, Barbara Montereale, la cui automobili è bruciata nei giorni scorsi per un misterioso incendio doloso, la quale dice al Times che quando fu invitata in Sardegna a metà gennaio “c’erano un sacco di ragazze che non si conoscevano tra loro” e parla di un’atmosfera “quasi competitiva”.
La Montereale conferma quando affermato in precedenti occasioni, cioè che per la sua presenza in Sardegna ricevette 11 mila euro, mille dall’uomo d’affari pugliese Giampaolo Tarantini, che l’aveva accompagnata, e 10 mila come “regalo” da Berlusconi.
Un secondo articolo, un commento del corrispondente da Roma Richard Owen, nota che, due mesi dopo l’inizio dello scandalo con la partecipazione al compleanno per i 18 anni di Noemi Letizia, Berlusconi cerca di mettere insieme una strategia, “mantenere la calma e andare avanti come niente fosse”. Ma è “troppo tardi”, la mancanza di una reazione convincente fino a questo momento hanno lasciato “la sua squadra in uno stato d’assedio”. Per di più, scrive Owen, l’economia continua a declinare, con Mario Draghi, il governatore della Banca d’Italia, “indicato da alcuni come possibile premier a interim” se Berlusconi dovesse dimettersi, che questa settimana ha accusato il governo di “non avere una credibile via d’uscita” dalla recessione. L’articolo sottolinea che Berlusconi ha dovuto posticipare la discussione di una legge che dovrebbe multare severamente i clienti delle prostitute a causa dell’imbarazzo che provocherebbe un dibattito sul tema in parlamento alla luce degli incontri tra il premier e le escort e per la definizione che di lui ha dato il suo avvocato come “utilizzatore finale” di tali servigi.
Il Times rileva che Berlusconi affida sempre più spesso il compito di apparire in pubblico in sua vece al “fidato luogotenente Gianni Letta”, dando la colpa all’artrite che lo affligge, per cui riceve iniezioni di cortisone. L’articolo si conclude ipotizzando che la salute “potrebbe essere una scusa” per rassegnare le dimissioni e prevede che le pressioni per dimettersi continueranno anche in autunno.
Il paginone del Times è illustrato da un ampio grafico che ricostruisce “la ragnatela” dei rapporti fra tutti i personaggi che ruotano attorno a Berlusconi e che sono coinvolti in qualche modo nello scandalo, da Veronica Lario alla cosiddetta “ape regina” Sabine Began, da Noemi Letizia alla escort Patrizia D’Addario; e un riquadro a parte cerca di spiegare ai lettori inglesi il significato di termini come “velina”, “meteorina” e “valletta”, il nuovo vocabolario della politica italiana al tempo di re Silvio.
LA FINE DEL REGIME ACIDO
La donna starebbe vendendo il posto barca per pagare la successione
Lascia un palazzo alla badante
L’eredità di un vedovo (senza figli ma con nipoti) a una marocchina di 40 anni
L’ingresso del palazzo di cinque piani in via Borsieri a Milano
L’ingresso del palazzo di cinque piani in via Borsieri a Milano
MILANO — La sorella, con gentilezza, dice che, testuale, «l’importante è la salute» e che comunque «è fuori Milano». Il fratello, con meno gentilezza, conferma che «non c’è», premette che «se proprio deve essere, parlo io» e conclude: «È meglio se non parliamo. Niente pubblicità». La diretta interessata, una marocchina sui quarant’anni, ex badante e donna di servizio del signor Celso Canova che il 20 luglio avrebbe compiuto 83 anni e che è appena morto, in effetti non c’è. Si trova in Liguria. La accompagnano alcuni avvocati. Canova le ha donato un posto barca a Lavagna, sulla riviera di Levante: dicono lo stia vendendo per pagarsi la tassa di successione. Tassa onerosa: Canova era proprietario di un palazzo di cinque piani, in via Borsieri, gran bel palazzo, all’Isola, quartiere di slancio e rilancio della Milano di domani. Il palazzo, come recita il testamento—fotocopiato e attaccato a lungo nell’androne, sia mai qualcheduno, ossia tutti quanti, non ci credesse —, è stato lasciato in eredità alla signora marocchina. Lei. L’ex badante e donna delle pulizie. Per dieci anni.
È padrona di uno stabile da 10 milioni di euro. Dopo aver fatto arrivare dal Marocco i parenti fino all’ultimissimo grado e oltre, e aver dato una festa che raccontano sia durata giorni e notti, l’ex badante, che viveva, sempre in questo palazzo, in un normale bilocalino, si è trasferita all’ultimo piano. Nell’abitazione di Canova. Quasi trecento metri quadrati, con quattro bagni ed enormi vasche idromassaggio. L’Isola è stata terra di di operai, ladri, poveri. Oggi non si compra con meno di 3.500 euro al metro quadrato. Lo stabile di via Borsieri ha un cortile pieno di rose; nell’angolo, c’è un antico cartello che indicava il posto dov’era consentito tagliar la legna per alimentare le stufe. All’ingresso, il grande pannello delle buste per le lettere è anch’esso antico, e di legno. Non c’è angolo, salendo le scale, sostando sui ballatoi, che segnali incuria, mancata manutenzione, necessità di interventi. Niente. A questo punto, qualcuno domanderà: parenti ce ne sono? Canova era rimasto vedovo e non aveva figli. Aveva, sì, nipoti. In particolare, uno che vive nel palazzo. Ha avuto in eredità un hotel. Tre stelle, dalle parti della stazione Centrale. Nulla di pretenzioso, sempre meglio di niente: dipende dai punti di vista. Dicono che lui opti per la prima opzione, «con rancore».
Difatti un amico dei Canova consiglia vivamente di tendere l’orecchio, se si è in via Borsieri: «Lo sente il fruscio delle carte? Sarà battaglia legale». In verità, in via Borsieri, l’orecchio si allunga per captare aneddoti vari sulla scelta del Canova, aneddoti che scivolano nel piccante. Illazioni sul reale rapporto tra l’anziano e la domestica. Interpretazioni del verbo «accudire». Divagazioni a tratti fantascientifiche sul tema del sesso tra differenti età. Eventuali «plagi». Nessuno che s’immoli per sostenere la parabola dell’immigrato che sbanca, del vento che gira, del sudore che diventa oro. Ci sono solo uomini che invidiano le donne, e donne che invidiano certi (danarosi) uomini. E allora, che sia tutta invidia? Forse sotto sotto qualche inquilino aveva — invano — provato a ingraziarsi, lavorarsi, ammanicarsi l’anziano? Non conosceva Canova. Che «i soldi li tirava fuori in un’unica circostanza: mai». Canova era originario di Ponderano, quattromila abitanti in provincia di Biella, paese che ha dato i natali alla famiglia Pozzo, quella del mitico Vittorio, allenatore dell’Italia del calcio due volte campione del mondo. Un’amica della signora marocchina dice: «L’ha accudito con pazienza, costanza, impegno. È stata premiata». Nient’altro? «Vuol sapere se avevano una storia d’amore? Era solo lavoro ». Come finirà con il palazzo? Sarà venduto? Qualche italiano ha una paura: che diventi una casbah. Nello stabile vivono professionisti. C’è un medico. Gli affitti, allo scadere, verranno rinnovati? «Finché il contratto lo prevede, restiamo» dice una signora. Per adesso, non rischia nessuno. Anzi, no, uno c’è. Canova gli aveva dato un appartamentino. Gratis. Senza contratto. Dunque a rischio «sfratto». Sapete chi è? Il nipote. Certo, quello dell’hotel.
Andrea Galli
°°° Notate il razzismo nel titolo… Io sono molto contento dell’epilogo: proprio alla faccia dei bigotti razzisti e ipocriti. Gli ha fatto qualche coccola? E allora? Saranno fatti suoi. Mica è presidente del consiglio questa donna!