Gianni “Lecca” galantuomo?! Il consigliori del mafioso?!!! Ma che nido di vermi ricattati!!!

Destra, centro e anche sinistra
Politica fa quadrato attorno a Letta

gianni letta mezzobusto 304
«Io non metterei la mano sul fuoco su nessuno ma su Letta ce ne metto due»: il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini ha risposto così ad una domanda dei giornalisti sull’inchiesta sulla P4, a margine dell’inaugurazione della nuova aula nel Palazzo dei Gruppi parlamentari, scommettendo sulla assoluta estraneità del sottosegretario Gianni Letta ai fatti al centro delle indagini. «Gianni Letta – ha spiegato Casini – parla con tutto il mondo e tutto il mondo parla con Gianni Letta», ma detto questo «se c’è una persona emblema della correttezza e dell’onestà è Gianni Letta» che «ha sempre rifiutato di stare in Parlamento, dove è noto c’è l’immunità parlamentare» scegliendo di «servire il paese» senza «onori» o privilegi.

Sono solo le 11 del day after, dopo il clamoroso arresto di Gianni Bisignani. Ieri la

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La lega e i legaioli. nella scala sociale vengono dopo i mafiosi come berlusconi, i dentisti ladri e i vermi.

Amici, sto guardando un cocainomane, alcolizzato, ladrone della lega su La 7. Non vi descrivo lo schifo che provo ogni volta che vedo e SENTO uno di questi lavacessi miracolati e xenofobi… vi farei vomitare la cena. Ma in che paese di merda ci ha scaraventato quel mafioso di berlusconi?!

cosca

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Minculpop

Berlusconi, feste e ragazze per Minzolini «non è una notizia»

Dopo le polemiche del mondo politico e dei telespettatori che da giorni invocano lo “sciopero del canone”, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini è apparso questa sera in tv per «spiegare» l’oscuramento di quasi una settimana di tutte le notizie sulle inchieste di Bari e il giro di ragazze pagate per partecipare alle feste di Berlusconi.

«Ad urne chiuse voglio spiegare a voi telespettatori perché il Tg1, malgrado le polemiche, ha avuto una posizione prudente sull’ultimo gossip o pettegolezzo del momento: le famose cene, feste o chiamatele come vi pare, nelle dimore private di Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli o Villa Certosa. Il motivo è semplice: dentro questa storia piena di allusioni, testimoni più o meno attendibili e rancori personali non c’è ancora una notizia certa e tanto meno un’ipotesi di reato che coinvolga il premier e i suoi collaboratori». Così il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, sul quale si è scatenata la polemica dell’opposizione per lo scarso rilievo dato all’inchiesta della Procura di Bari sulle frequentazioni nelle residenze private del premier Silvio Berlusconi di Villa Certosa e Palazzo Grazioli, si è rivolto con un editoriale ai telespettatori nell’edizione delle 20.


°°° Capito che vermi hanno in mano il 99% dell’informazione in questa italietta? Tutti i giornali, le radio, e le televisioni del mondo parlano di questo scandalo vergognoso e miserabile e minzolini… tace, nasconde, ha una “posizione prudente”. Chissà come ci resterà anche lui quando il suo proprietario scapperà o schiatterà e il posto che occupa abusivamente verrà finalmente occupato da un GIORNALISTA.

MINZOLINI

verme-piccolo

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La classe

Previti illibato – Travaglio condannato
”Preoccupato? Per i 100 euro di multa…”
Parla Travaglio: ”Condannato per l’articolo in cui ho trattato meglio Previti. Ma credo nella giustizia”
di Nino De Luca – 15 ottobre 2008

Milano – «Quello che mi offende di più sono i cento euro di multa» dice ridendo Marco Travaglio. E continua con un’altra battuta: «Vista l’entità della pena mi conveniva fare un falso in bilancio». Così il giornalista collaboratore della trasmissione Annozero commenta la sentenza del tribunale di Roma che lo ha condannato a 8 mesi di reclusione e 100 euro di multa per diffamazione ai danni dell’ex ministro della Difesa e parlamentare di Forza Italia Cesare Previti. Il giudice ha emesso la sentenza in relazione ad un articolo pubblicato dal settimanale «L’Espresso» il 3 ottobre del 2002 dal titolo: «Patto scellerato tra mafia e Forza Italia».
Se l’aspettava Travaglio? Cos’è successo?
«In realtà non me l’aspettavo. Non ho sottomano l’articolo che feci ma ricordo bene. Riportai le dichiarazioni del colonnello Riccio del Ros, il quale a verbale aveva detto alla Procura di Palermo di avere partecipato ad una riunione, credo nello studio dell’avvocato Taormina, nella quale si doveva vedere come sistemare certe faccende che riguardavano Dell’Utri. E disse che quel giorno era presente nello studio anche l’avvocato Cesare Previti. Lo ha testimoniato anche in udienza, ribadendo che Previti non aveva fatto niente di male. Io registrai la cosa ma senza aggiungere nulla. Quindi non ho detto che Previti aveva fatto, quel giorno e in quella circostanza, qualcosa di male. Forse è il pezzo in cui, più che negli altri, mi sono occupato di Previti più di sfuggita. Il pezzo in cui sicuramente l’ho trattato meglio».
Non era preoccupato dunque per quella querela?
«Previti praticamente mi querela ogni volta che lo nomino. Quindi non mi preoccupavo. Ora è riuscito a trovare un giudice che gli ha dato ragione. Io continuo a ritenere di avere riportato semplicemente, da cronista, quello che ha raccontato un testimone oculare. Non sono abituato a parlare di complotti o di toghe azzurre o di sentenze politiche o di persecuzioni. Penso che quando non si condivide una sentenza, e io non la condivido, non si sta a parlarne tanto. La appelleremo e speriamo che in Corte d’Appello sei occhi vedano meglio di due».
Se la pena non fosse stata sospesa paradossalmente avrebbe potuto beneficiare dell’indulto …
«Io mi auguro, dato che è solo un primo grado, che arriverà l’assoluzione. Non voglio essere salvato dall’indulto anche se l’indulto a differenza della prescrizione è irrinunciabile. Credo, almeno… Non vedo perché devo prendere in considerazione l’indulto, al quale tra l’altro non credo. Mi fido della Giustizia. Sono convinto di non aver diffamato nessuno».
I suoi nemici stasera brindano…
«Mah, facciano un po’ quello che vogliono. Si accontentano di poco. Che cosa devo dire? Ho saputo che il Tg1 ha dato la notizia. Sono diventato addirittura più importante di Dell’Utri. Quando condannano Dell’Utri i telegiornali non lo dicono. Quando condannano me lo dicono. Evidentemente mi ritengono più importante di questi signori. D’altra parte come diceva Victor Hugo “C’è gente che pagherebbe per vendersi”».
Tratto da: Corriere della Sera 15 ottobre 2008

°°° Notate la classe e lo stile di uno dei (pochissimi) grandi giornalisti italiani, trattato da “presunto collega” da tutte quelle merde azzerbinate dei media padronali di regime.

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