Legge elettorale, la Corte costituzionale ha detto no al referendum voluto dalla Lega. Salvini: “Vergogna”
L’annuncio dopo una lunga camera di consiglio: la seduta era iniziata subito dopo le 9. Ira del leader leghista: “È il vecchio sistema che si difende” (
. Di Maio: “Ora seguiamo la strada del proporzionale”. Zingaretti. “Un altro bluff di Salvini è caduto”
di LIANA MILELLA
Ira del leader della Lega Matteo Salvini che dice: “È una vergogna, è il vecchio sistema che si difende: pd e 5stelle sono e restano attaccati alle poltrone. Ci dispiace che non si lasci decidere il popolo: così è il ritorno alla preistoria della peggiore politica italica”. Un referendum, quello sul maggioritario, fortemente voluto dal Carroccio tanto da intervenire in pressing nei consigli regionali su alcuni esponenti forzisti poco inclini al maggioritario puro.
Nel testo della consulta viene infatti definito “eccessivamente manipolativo” il quesito referendario. Ecco il passaggio della Corte: “Per garantire l’autoapplicatività della ‘normativa di risulta’ – richiesta dalla costante giurisprudenza costituzionale come condizione di ammissibilità dei referendum in materia elettorale – il quesito investiva anche la delega conferita al Governo con la legge n. 51/2019 per la ridefinizione dei collegi in attuazione della riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari. In attesa del deposito della sentenza entro il 10 febbraio, l’Ufficio stampa della Corte costituzionale fa sapere che a conclusione della discussione la richiesta è stata dichiarata inammissibile per l’assorbente ragione dell’eccessiva manipolatività del quesito referendario nella parte che riguarda la delega al Governo, ovvero proprio nella parte che, secondo le intenzioni dei promotori, avrebbe consentito l’autoapplicatività della normativa di risulta”.