QUESTA LEGISLATURA DURERA’ IL TEMPO DI UN FIORE RECISO E PER L’ITALIA SARA’ UN PASSO INDIETRO DI 50 ANNI. UN VERO BAGNO DI SANGUE.

Governo Meloni. Allacciamoci le cinture, lei è Giorgia, donna, post fascista, prossima premier

Mario Lavia

La leader di FdI ha vinto le elezioni ma non ha esperienza di governo, non conosce la macchina dello Stato, non ha relazioni internazionali presentabili: la scommessa per lei (e purtroppo pure per noi) è enorme

Photo by Eyestetix Studio on Unsplash

Come previsto, Giorgia Meloni ha vinto le elezioni politiche, Fratelli d’Italia è il primo partito italiano. Solo due-tre anni fa nessuno lo avrebbe potuto prevedere. Il fatto storico di un partito post-fascista che diventa partito di maggioranza relativa c’è tutto. Vedremo con quale percentuale, ma le prime previsioni dicono intorno al 25 per cento, un risultato strabiliante per un partito che nel 2018 aveva preso il 4 ma forse inferiore a certe aspettative.

È evidente che la Meloni ha mangiato la Lega di Matteo Salvini (che è uno dei grandi sconfitti del 25 settembre) e anche Forza Italia del vecchio Silvio Berlusconi, dunque si assiste a una diversa distribuzione dei pesi interna alla destra ma non, a quanto pare, a una sua clamorosa espansione. Con questi numeri, l’incarico per formare il governo sarà affidato a lei, prima donna a ricevere questo onore e prima esponente post-fascista a essere indicata per Palazzo Chigi.

Bisognerà capire – ma qui il discorso è tutto da fare – come si organizzerà l’opposizione, vedremo se Salvini e Berlusconi le metteranno subito qualche bastone tra le ruote, a cominciare dai nomi dei ministri, ma quello che è certo è che, ove riuscisse a fare il governo, Giorgia Meloni si troverà tra le mani dossier bollenti come l’impegno italiano in una situazione internazionale che rischia di diventare un inferno, le difficoltà economiche, le emergenze ambientali e climatiche.

Lei non ha esperienza di governo (tranne che qualche anno di (PESSIMO, Nota di l.s.) ministero della Gioventù: cioè niente), non conosce la macchina dello Stato, non ha relazioni internazionali solide, a parte quelle con Viktor Orbán, con Vox e con Marine Le Pen, e nemmeno grandi frequentazioni con i poteri forti e meno che mai con il mondo della cultura e infine non può contare su un accettabile livello di preparazione dei suoi sodali di partito: è evidente che per tutto questo la sua scommessa è enorme.

Ovviamente, si è capito quanto questa donna sia determinata e abbia un’alta considerazione di sé: basterà? Ripetiamo: bisognerà vedere i reali rapporti parlamentari, ma da queste prime indicazioni si capisce che la prospettiva politica è complicata e che forse anche la legislatura che si sta per aprire sarà l’ennesima occasione perduta per la governabilità e il rilancio dell’Italia.

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