Giustizia, il Pdl prepara il blitz
a due giorni dai ballottaggi
Venerdì 27 rapida sfilata dei capi della magistratura e delle polizie a Montecitorio per il parere sulla riforma. Rao (Udc): “Di epocale nel cambiamento voluto da Alfano c’è solo la fretta”
di LIANA MILELLA
Angelino Alfano
ROMA – Il segnale è preciso. Volutamente lanciato agli elettori che, come Berlusconi, odiano i giudici. Un ordine del giorno per venerdì 27 maggio, immediata vigilia del voto, per rassicurarli e dire loro che questo governo andrà avanti sulla riforma “epocale” della giustizia. La garanzia che si farà in fretta. E che fretta. Quella per cui dalle ore 9 alle 14, per non più di mezz’ora ciascuno, vengono convocati e richiesti del loro parere sulla riforma le massime autorità delle magistrature e della polizia.
Elenco da paura. Nell’ordine: i vertici della Cassazione Lupo ed Esposito, l’avvocato dello Stato Caramazza, il vice presidente del Csm Vietti, il procuratore antimafia Grasso, i presidenti della Corte dei conti Giampaolino e del Consiglio di Stato De Lise, i capi della polizia Manganelli, dei carabinieri Gallitelli, della Gdf Di Paolo. Tutto in cinque ore. Pausa panino e si riparte con i vertici degli avvocati, Camere penali, Consiglio nazionale forense, Oua. Tutti in coda, al quarto piano di Montecitorio, sala del Mappamondo. Di un venerdì pre-elettorale. In un palazzo dove, in ogni venerdì dell’anno, non c’è ombra di deputati.
Con uno sgarbo istituzionale e sostanziale del tutto gratuito ad alcuni dei protagonisti. Perché è fuori di dubbio che, mentre ci