Cappellacci *Berlusconi* spende la sua agonia per cementificare ancora le coste e le campagne.

Nuovo Ppr, meno vincoli al mare, condoni nell’agro

Ecco le «idee guida» che Cappellacci illustrerà venerdì al Consiglio regionale. Uras (Sel): «Pericoloso passo indietro»

http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2012/07/11/news/nuovo-ppr-meno-vincoli-al-mare-condoni-nell-agro-1.5386970

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Cappella, TI AVVERTO: NO AD ALTRO CEMENTO SULLE COSTE!

E BASTA CON QUESTA MINCHIATA DI “RILANCIARE L’EDILIZIA”!

ABBIAMO I PAESI PIU’ BRUTTI E SCALCINATI DEL MONDO, PER NON PARLARE DELLE CITTADINE… COMINCIATE A FARE MANUTENZIONE: LAVORERA’ L’EDILIZIA – POSSIBILMENTE LA BIO-EDILIZIA E NON QUESTE BESTIE DEL CEMENTO – ED AVREMO FINALMENTE UN ARREDO URBANO DECENTE!

cappella

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Ma dove vogliamo andare?!

Coste italiane assediate dal cemento
“Scoperto un reato ogni 500 metri”

Partita da Grado la nave di Legambiente per monitorare la qualità dell’acqua dei nostri mari. In attesa delle bandiere blu ecco quelle nere, ai nuovi “pirati” del mare.

°°° Ci vuole in fretta un governo VERO, onesto e capace, che governi almeno 15 anni e rimetta a posto questi sconquassi della cosca di Mafiolo.

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Leggi razziali di berlusconi

«Le leggi razziali ci sono già, anche se molti fingono di non sapere»
di Furio Colombo

“Leggi razziali” non è una frase eccessiva. È una descrizione letterale e corretta che Franceschini, segretario del Pd, ha detto con tragica esattezza per descrivere il “pacchetto sicurezza” della Lega.
La stella gialla che i Radicali indossano in questi giorni di una campagna elettorale dalla quale saranno esclusi con rigoroso rito mediatico, non è una trovata frivola o offensiva, come è stato detto. È la rappresentazione di un fatto. L’elenco delle illegalità, negazioni e sopraffazioni contro libertà fondamentali italiane, secondo i Radicali, è lungo e comincia subito, quando è ancora fresca la firma di Terracini in calce alla nostra Costituzione, nel 1948.

Si può convenire o no. Fin dalla rinascita, questo giornale ha detto e ripetuto ogni giorno che Berlusconi, con il peso immenso della ricchezza usata per comperare la politica, ha portato un peggioramento pauroso nella già oscura vita pubblica italiana, un peggioramento che a momenti pare irreversibile.

In un caso o nell’altro l’Italia è una sola. L’Italia che decide quali voci sono stonate e quali voci non si devono sentire, un anno dopo l’altro, un decennio dopo l’altro. L’Italia che perseguita senza tregua e senza vergogna gli immigrati proprio come al tempo delle leggi razziali. Fatti così profondamente illegali, e pure accettati, devono essere cominciati presto. Se questo è il peggio, c’è stato un prima.

Per esempio, la settimana è stata segnata da una notizia grave e squallida: il deputato Salvini della Lega esige che nei metrò di Milano i posti a sedere siano riservati ai lombardi. Come si riconosceranno i lombardi? Dagli insulti agli immigrati che hanno osato sedersi? Dalla violenza per farli alzare? Si fanno avanti squadre razziste come gli americani bianchi prima di Rosa Parks, di Martin Luther King e di Robert Kennedy. In un mondo normale una simile regola dovrebbe essere respinta con sdegno, come la peggiore offesa.

Ma questa è l’Italia in cui centinaia di naufraghi disperati, metà donne e bambini, e una di loro morta e putrefatta, sono stati lasciati in mare per giorni e notti al largo delle coste italiane. E’ la storia della nave turca “Pinar” , colpevole di averli salvati, tenuta ferma in mare dalla corvetta militare italiana “Lavinia”. Probabilmente è la prima volta, nella Repubblica italiana nata dalla Resistenza, che ai marinai italiani viene ordinato di non soccorrere i superstiti disperati del mare. Viene ordinato di tenerli fermi e lontani benché stremati.

Atti indegni di questo tipo, come le aggressioni e i linciaggi, tendono a ripetersi in questa Italia. Nuovi immigrati alla deriva, al largo delle coste libiche sono stati avvistati da un mercantile italiano che si è guardato bene dal prestare soccorso dopo ciò che era toccato alla nave turca. Si trattava – ci ha detto il giornalista Viviano di Repubblica (7 maggio) – di 227 disperati tra cui 40 donne. Sono subito arrivate sul posto unità della Marina militare italiana con un ordine barbaro e disumano del ministro dell’Interno della Padania insediato a Roma: le centinaia di profughi disperati raccolti in mare sono stati riportati in Libia. Vuol dire condannati a morte, per esecuzione, per inedia nei campi profughi del deserto, per schiavitù (lavoro forzato senza paga), per l’abbandono in aree prive di tutto, in violazione della Costituzione italiana e della Carta dei Diritti dell’Uomo, come ha scritto con sdegno L’Osservatore Romano.

Ogni possibile richiesta di diritto d’asilo, per quanto urgente e legittima, viene in questo modo vietata da marinai italiani usati come poliziotti crudeli di una dittatura senza scrupoli.

Adesso scopriamo che, prima ancora che il Parlamento italiano affronti l’odioso “pacchetto sicurezza” della Lega e lo voti con l’espediente della “fiducia” in modo da bloccare ogni discussione, adesso scopriamo che le “leggi razziali” sono già in funzione, oggi, in questa Italia, mentre tanti, in politica o nella vita di tutti i giorni, fanno finta di non sapere, non vedere, di non essere disturbati. Proprio come nel 1938. Ma nel 1938 quelle schiene piegate di un popolo erano state preparate da quasi due decenni di fascismo.

Dicono i Radicali: anche oggi una simile rinuncia alla libertà, alla opposizione, alla critica non arriva tutta in una volta come una valanga. Ci vuole una lunga preparazione per cedere senza resistenza i propri diritti. Di fronte al diffuso silenzio per la paurosa epoca italiana che stiamo vivendo è inevitabile chiedersi: e se i Radicali, indossando la loro maleducata e impropria stella gialla, avessero ragione?
10 maggio 2009

berlusconi_dimettiti

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Complimenti!

La Sardegna, con noi, tornerà a sorridere” millantavano Cappellacci e Burlesquoni in campagna elettorale. Oggi tutti i giornalacci di destra annunciano trionfanti: “L’ASSEMBLEA REGIONALE FA PIAZZA PULITA DELL’ODIOSO BALZELLO DI SORU: SPAZZATA VIA LA TASSA SUL LUSSO!” Complimenti. Questo vuol dire che gli inquinatori e gli speculatori saranno di nuovo autorizzati a fare qualunque porcata in casa nostra. E senza pagare nemmeno un cent di ristoro.
Torneranno a deturpare le coste con le loro porcilaie intonacate, ad inquinare i mari coi motori fuoribordo, a gettare le reti a strascico uccidendo i fondali, a spaccare le sculture in pietra che hanno impiegato millenni a formarsi, a fottersi il corallo e la sabbia… una bella conquista, insomma. Cappellacci ci dovrebbe dire se stanno sorridendo di più i nuovi disoccupati del Sulcis o quelli della Maddalena. Ma non ce lo dirà: è troppo impegnato a leccare il culo del suo proprietario a Roma…

cappella1

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Dalla mia amica Paula Frasca

Good Bye Sardinia!
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Oggi alle 2.01
Indipendentemente dagli orientamenti politici, le recenti elezioni hanno posto al centro dell’attenzione una domanda ineludibile: che ne sarà della Sardegna? Dello sviluppo urbano e costiero, del suo paesaggio, del suo volto? Ognuno segue le proprie convinzioni politiche ed etiche, ma è sotto gli occhi di tutti il mutamento dell’isola, il cambiamento dei suoi connotati. Negli ultimi decenni assistiamo impotenti allo sviluppo delle periferie delle città, spesso agglomerati commercial-industriali informi e desolanti; all’assalto alle coste che ha già modificato la morfologia dei luoghi e la sua percezione, da parte di chi ci vive o ci trascorre le vacanze. Un posto incantevole come S. Teresa di Gallura ha gonfiato la sua superficie, negli ultimi anni, quasi in virtù di un lievito miracoloso. L’orrenda, mastodontica costruzione de La Marmorata grida vendetta ai cieli, lo sviluppo di un paesino come San Pasquale, sempre in Gallura, farebbe invidia a Las Vegas. Tutta la costa settentrionale – e mi fermo a questa, per brevità – è un ininterrotto susseguirsi di cantieri e di villaggi-fantasma, vuoti per 10 mesi, ma pieni per tutto l’anno di un’inutile ostentazione di se stessi, e per sempre, in futuro, dell’offesa arrecata al paesaggio. La prima obiezione che viene fatta, in genere, a questo tipo di considerazioni è che si tratta di creare lavoro e di sviluppare il turismo. Dunque, proprio su questo vorrei argomentare. Il fascino della Sardegna, quell’attrattiva che manca a luoghi anche ben più famosi, sta nel suo paesaggio: la macchia mediterranea, i profumi, il silenzio, le sparse vestigia del passato contornate da una natura spesso ancora intatta, la flora, la fauna. L’unicità del paesaggio che circonda i nostri paesi, le chiese campestri, le fonti, i luoghi di culto, è impresso nella nostra mente e nella memoria storica. Questo amiamo della nostra terra e questo i turisti, gli estimatori dell’isola cercano, assieme alla bellezza delle coste e alla limpidezza delle acque. Tutto questo sta paurosamente arretrando, a fronte di guadagni facili, ma temo effimeri. Se, infatti, l’assalto ambientale dovesse proseguire con questo ritmo, lungo tutto il perimetro dell’isola ci ritroveremo una ininterrotta sequela di seconde case alla Disneyland, versione finto-mediterranea, con qualche appendice a prato inglese fino al mare, per milionari. Presto diventeranno indispensabili i resorts di lusso, i campi da golf, i centri-benessere – tutte cose di cui ognuno di noi sente una necessità impellente. Come consolazione resteranno, negli alberghi, le foto della “Stintino di una volta”, della “Villasimius che fu”, di “Cala luna della nonna”. Avremo dunque uno stuolo di proprietari di seconde case e di villaggi, abitati per un paio di mesi all’anno. A quel punto, a chi mai interesserà spendere soldi e faticare per una traversata sulla famigerata Tirrenia, per ritrovarsi nella solita zuppa: folle maleducate in spiaggia, natanti a nugoli in un mare sempre più grigio-beige, chilometri di pizzoteche paninoteche gelatoteche nell’entroterra? Tanto vale andare in una spiaggia più vicina, più economica, con sdraio e ombrellone a modico prezzo, servizi garantiti sul serio dai Comuni (acqua, fogne, depuratori, manutenzione del territorio, negozi a prezzi non stellari). Per chi può, non ci sono problemi: andrà a Dubai, St. Tropez, nei Caraibi… In definitiva, dopo che ci saremo venduti la camicia e l’anima, avremo il danno e le beffe. Dunque, good-bye, Sardinia? Davvero mi piacerebbe capire cosa ne pensano i giovani e i meno giovani del nostro sgangherato “sviluppo”, anche nella prospettiva dell’ultima follia di stagione: le centrali nucleari.
Di Marisa Dodero

°°° Cara Paula, lo pubblico senz’altro. Non fa che ripetere parole che dico da quasi 40 anni. E sono anche riuscito a bloccare qualche scempio. Lascia stare i giornaletti sardi: non li legge nessuno. Solo il mio blog su myspace ha dieci volte più lettori dell’unione sarda. E tra poco, questo sito risorto ieri, ne avrà mille volte di più. Ti sei iscritta?
Un bacione e bel w/e a te e a tutti gli amici.

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