Fellini me ne parlò disgustato. Al nostro primo incontro mi chiese se ero parente di Sotero.

Esattamente 25 anni fa… Fellini vs Berlusconi

Tratto da LaRepubblica del 21 maggio 1985:

ROMA – Federico Fellini ha denunciato al pretore civile di Roma l’ emittente televisiva “Canale cinque” per via degli spot televisivi che interrompono i suoi film programmati dal canale di Berlusconi. Il regista, assistito dagli avvocati Adolfo Gatti e Sotero Salis, sostiene nel ricorso all’ autorità giudiziaria che gli inserti pubblicitari nelle opere cinematografiche violano le norme che tutelano il diritto d’ autore e portano a una deformazione del prodotto con grave lesione della qualità artistica del film e quindi della reputazione professionale dell’ autore. I difensori di Fellini chiedono perciò al pretore di ordinare a “Canale 5″ di mandare in onda i film del regista senza interruzioni pubblicitarie. Questa iniziativa, sottolineano gli avvocati del regista, servirà a tutelare i diritti degli autori contro i sistemi di pubblicità adottati dalle Tv private.

Tra il luglio e l’agosto di quell’anno la sentenza, che dà ragione “in teoria” a Fellini, ma “in pratica” a Silvio. Le prossime citazioni sono riprese da LaRepubblica del primo Agosto 1985:

Il livello artistico dei film di Fellini è fuori discussione ed è comprensibile la denuncia dell’ assoluta illegittimità di qualunque modificazione del ritmo narrativo delle opere universalmente riconosciute come capolavori, ma è anche vero che in questi ultimi tempi si è verificata da parte dei telespettatori una vera e propria assuefazione al fenomeno degli intervalli.

Insomma: “Ah Fellì, ormai la gente si è abituata”. Si dice che Berlusconi abbia anche commentato che in fondo in fondo le pubblicità che propone Canale5 sono anche più belle dei film di Fellini.

Ma il regista non ci sta e annuncia battaglia. Anche perché questa assuefazione agli intervalli lo preoccupa. Io evito di agigungere sterili commenti e vi lascio con la replica del buon F.F., senza interruzioni pubblicitarie:

Questa sentenza mi ha stupito. Non discuto. Giuridicamente sarà anche fondata. Ma, nella realtà, non lo è. Perchè non prende abbastanza in considerazione la violazione del diritto dell’ autore a veder rispettata l’ integrità dell’ opera. Un po’ come sancire un arbitrio. E poi: affermando che tanto ormai lo spettatore si è assuefatto al costume della pubblicità non vuol dire riconoscere ufficialmente il potere di plagio della televisione? Avanti di questo passo può darsi che inseriscano qualche spot anche nella lettura delle sentenze, nei momenti più drammatici. Insomma: ho intenzione di andare avanti. E non solo per me.

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