Una nuova scimmietta (ladra) legaiola. Sentite questa…

Galli: “Abolire le province? Sì, ma anche
il Molise e l’Umbria”

Provocazione del presidente leghista della Provincia di Varese: “Non possiamo avere province con 50 mila abitanti, ma nemmeno regioni che hanno la metà degli abitanti della nostra amministrazione.

°°° Peccato che non si possa abolire la padania, dato che nopn esiste. Però si possono abolire questi magnaccia trogloditi.

italietta

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Più delinquente che alto

Maria Novella Oppo

Il peggio del cavaliere con Vespa a fare il palo

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Berlusconi ha scagliato dentro lo studio di Porta a porta i suoi fulmini. E siccome era presente una signora, non gli è parso vero di tentare di incenerirla, via telefono, con la sua volgarità. Anche se Rosi Bindi non si è certo lasciata intimidire, l’aggressione è risultata offensiva per tutte le donne che da casa seguivano il dibattito.Intanto Bruno Vespa, manco a dirlo, faceva da palo. La banda dell’Ortica era composta dai soliti noti, tra i quali, da lontano, Vittorio Feltri, che è dipendente di Berlusconi. Anzi no, di suo fratello Paolo, al quale il premier ha dovuto vendere il Giornale per colpa della persecutoria legge Mammì che gli ha assegnato soltanto il dominio dell’etere. Ma questi sono particolari, nel quadro di un’offensiva che solo Bossi ha avuto il coraggio incivile di chiamare “guerra” e alla quale ha chiamato i suoi “Galli”, neanche fosse Vertingetorige (siccome Bossi non è forte in Storia, lo informiamo che i Galli furono sconfitti). Tornando al delirio di impotenza del premier, a Porta a porta si è replicato l’ennesimo delitto. Mancavano solo il plastico e il criminologo, mentre era presente il solito avvocato, nella persona del ministro Alfano, legislatore ad personam bocciato dalla Corte. In una serata invasa su varie reti dagli ultracorpi dei berluscloni (Belpietro addirittura doppio, a Exit e Matrix), il peggio lo ha dato Berlusconi stesso, quando si è rivolto all’onorevole Bindi definendola «più bella che intelligente». E se non voleva offenderla, allora non si offenderà neppure lui se gli diciamo che è di gran lunga più corruttore che corretto, più imputato che statista.

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Benefattore

In fila sulla Paullese al «Luna parking»
dove l’amore si fa nel box auto
Trecento coppie al mese. «All’alba suona la sirena». Il proprietario: «Sono stremato: vivo qui 24 ore»

Dal nostro inviato Andrea Galli
BAGNOLO CREMASCO (Cremona) — Il ragazzotto esce dalla macchina, barcolla. S’avvicina alla cassa, deve pagare, ha finito, è stato tre quarti d’ora nel box; c’è una ragazza, rimane a bordo. Il ragazzotto allunga la banconota. «Tutto bene?». «Sì. E faccio l’abbonamento». Forse le ha appena giurato amore eterno, fatto sta che alle due di notte dell’altro ieri la notte di Marco Donarini s’impenna. Con i soldi del ragazzotto timbra il primo incasso pesante di giornata, ma poi pesante si fa per dire. Al «Luna parking» il pienone è venerdì e sabato, «venti, trenta coppie». In un mese, sono «trecento ingressi totali». In un mese quanto incassa? Tremila? «Meno, meno».

Marco Donarini, il proprietario del «Luna Parking»: appartarsi in uno dei trentotto box costa 5 euro (Del Puppo)

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Donarini, 45 anni, separato, tre figli, aveva una ditta di calcestruzzi, e il passato ritorna nei pesantissimi colpi di tosse. Nel 2007 ha venduto, e ha voluto e realizzato un parcheggio dell’amore. Trentotto box, tre pareti, sulla quarta — l’ingresso — scende una tenda che copre. Niente soffitto: si vedono il cielo e le zanzare. Cinque euro l’ora la permanenza. Dice Donarini: «I motel costano troppo, devi dare i documenti. Da me, meno problemi. E meno rischi. Con tutti gli stupri in giro… I genitori mi ringraziano. Un carabiniere mi ha detto: “Bravo. Con mia figlia da te, io dormo più tranquillo”». Un po’ si vede, Donarini, come paladino. Difatti si è messo contro i poteri forti: il vecchio curato (oggi in pensione) organizzò veglie con salmi penitenziali inseguendolo all’urlo di «peccatore!». Il sindaco non lo ama. I bagnolesi non lo degnano di menzione, o forse è solo facciata. «Senta. Ci sono mamme che dopo aver accompagnato i figli a scuola si presentano con l’amichetto, ce ne sono altre che si presentano invece la domenica. Al marito dicono che vanno a messa… Ci sono anziani che anziché stare al circolino a far la briscola il pomeriggio fanno un salto». I vecchietti sono l’angoscia di Donarini. «Deve vedere che volti di color viola… E se con ‘sto caldo ci rimangono?».

Il «Luna parking» sta sulla statale Paullese. La Paullese è un’infilata di Mcdonald’s, cantieri stradali, prostitute che la notte si mettono attorno ai fuochi, sexy-shop, motel con doppia vasca idromassaggio, balere che — raccontano — ci si va per un obiettivo soltanto, ponti sull’Adda, prostitute che di giorno aspettano nelle stradine di campagna in mezzo ai trattori, sotto ombrelloni con marche di gelato. Sulla Paullese comandano il traffico e gli aguzzini; incidenti, investimenti, e violenze e barbarie. Inutili gli allargamenti di corsia, e le retate. Di Crema, qui vicina, si ricordano due casalinghe protagoniste di film porno che sconvolsero la città. Dicono che questa sia una terra di provincia, vizio, sesso. E di lavoro. Bagnolo Cremasco, posto molto cattolico (fresca di stampa la storia ufficiale del paese scritta da un sacerdote) ha 5mila abitanti e 300 aziende. Quattrocento gli stranieri, per lo più indiani che lavorano nelle stalle. Il paese è raccolto attorno alla piazza, che ospita il monumento in memoria dei 36 caduti in guerra. Don Lorenzo Roncali, 37 anni, è il curato. Il sindaco è Carlo Peretti, 61 anni; guida una lista civica di centrodestra; è in pensione, lavorava con l’Eni. Don Lorenzo dice che «il parcheggio è in una zona isolata, non lo vede nessuno». Peretti dice che «è un postribolo, ci vanno le prostitute». Donarini s’arrabbia. «Le prostitute no. Questo posto è la sana e semplice celebrazione della camporella, dell’appartarsi. Le coppie stanno insieme, punto. Rischi? Ci sono mura di cinta. Di guardoni, nemmeno l’ombra». In paese si dice che voglia vendere. Che cerchi pubblicità. «Sto rilanciando. Metterò un sistema di pagamento automatizzato e di telecamere. Sono stremato: vivo qui 24 ore. All’alba qualcuno mi telefona, “vieni ad aprire”; certe notti resto fino alle 4, qualcuno si addormenta in macchina, sono costretto a far partire la sirena dell’allarme, per svegliarlo. È una vitaccia. E quel vecchio curato mi accusava di essere un peccatore… Oramai sono l’unico, che non pecca».

Andrea Galli

abbraccio

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Amici…

Ieri ho scritto non so dove che questo regimetto dei miei coglioni non sa una sega di comunicazione. Ed è vero, basti vedere e SENTIRE i suoi pappagallini in tv. Da gasparri a bondi a tutte le galline che si spacciano per avvocate o laureate in minchilogia applicata. Fateci caso: ripetono pedissequemente gli stessi tre slogan. Non hanno argomenti (e ne potrebbero avere), non hanno nulla di difendibile, non hanno progetti, non hanno cultura, e NON HANNO CULTURA POLITICA! Non a caso sono tutte scimmiette prese da alcove o da loro occulte agenzie di collocamento per fattorini e sguatteri. Portaborse e zoccole. Ora, voi non lo sapete, esiste dal 1992 una vera e propria “scuola” messa in piedi da dell’utri e previti… una scuola dove si addestrano i vari cicchitto, bonaiuti, capezzone e attrezzi similari. In questa “scuola” si prendono i FATTI, si travisano, si distorcono, poi antonio ricci e i suoi centoventi sedicenti autori traducono il tutto in quei tre slogan che i pappagallini DEVONO RIPETERE. Se la sinistra avesse avuto un pizzico di cervello, invece di dare miliardi a costanzo (che non sa nemmeno dov’è messo) avrebbe ascoltato queste cose quando siamo andati a dirgliele con Nanni Moretti. Invece ci ha sfanculati ed ha distrutto un elettorato sano e compatto. Ed ecco come stiamo messi: partitini in cerca di quorum e minestrone del PD, dove tutti i pulcini si credono galli. Così non ne usciamo.

FACCIAMOCI DEL MALE

idiota

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