Berlusconi: “La lista è giustizialismo. Nessuno mi può dare lezioni di morale”.

Berlusconi: “La lista è giustizialismo
Scajola e Verdini sono casi isolati”

Il premier per “appaltopoli” mette al riparo governo e Pdl: “La diffusione dei nomi è una isteria che i9nfanga persone come se fossero tutti colpevoli”. Ripete: “nessuna indulgenza”, e alle opposizioni dice: “Nessuno mi può dare lezioni di morale”. Intanto il ministro Matteoli difende Incalza: “Ho fiducia in lui e non lo rimuovo dal suo incarico”

°°° Ciccio, lezioni di morale a una merda di verme come te le possono dare anche Hitler, Hannibal Lecter, lo strangolatore di Boston e… persino quella troia di tua madre, complice di quel mafioso di tuo padre. Stai basso, nano. La resa dei conti sta arrivando.

b.aforas

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Silvio Hitler Mussolini Cesare

Stamattina mi son sollevato verso le 8,30, mi sono lavato questo bel faccino da impunito e  l’ambaradàn dopo i bisognini (come sempre. Lo faccio anche dopo la pipì, ma non tutti i maschietti lo fanno…), ho preso un caffettino macchiato e magnato una merendina di mia figlia, ho pulito, caricato dilegna e quindi acceso il camino, studiato, mandato affanculo mia suocera (solo mentalmente, dato che lei vive a Roma. Fosse stata qui, le avrei  spaccato qualche surgelato in testa, l’avrei gettata per strada e le sarei passato sopra un paio di volte con la BMW vintage; poi mi sarei fermato, imbrattato del suo sangue, l’avrei messa al posto di guida col capino vuoto reclinato sul volante, e mi sarei sdraiato per terra – davanti alla macchina – e avrei giurato che era stata LEI a investirmi!); ho mandato   a cagare la mia compagna petulante e mammona, ma poi ho cucinato delle penne alla pancetta – che solo io so fare (ricetta  su richiesta per comari e compari)- solo per lei e Melina, poi ho scritto qualche appunto.  Alle due, circa, mi so’  magnato due toast molto piccanti e li ho annegati col mio vino. E mi chiedo… ma se  quei due impotenti e malati di mente, e col braccio destro ingessato (troppe seghe spesso fanno malissimo: ti fanno diventare l’avambraccio e il polso CIECHI!  Ma anche la curva del gomito… questa è troppo criptata ;o) Specialmente se te le fai fisse fino ai 30 anni).  Ripeto: se quei due attrezzi mefitici come mussolini e hitler  non fossero mai nati… da chi avrebbe preso ispirazione silvio berlusconi? E poi mi chiedo, dopo due bei bicchieri di Cannonau autoctono (del mio pusher Tranquillo. Facciamo quattro, va’…), ma se silvio berlusconi (come impone a tutti gli zerbini dei similtg-spot di essere citato almeno tre volte per ogni notizia inesistente o per le solite minchiate-annuncio FALSE come i farisei di cui è circondato…) fosse passato per il senato di Roma nel 44 a.C.(alla faccia della padania o padanìa o pedonia o peonia o peronia… ecco PERONIA  mi sembra più adeguato: che sarebbe un po’ come Topolinia o Paperopoli, ma somiglia molto di più a Gotham city o alla Chicago degli anni ’30)… Ok. dicevo, (aspe’, un altro sorso)  SE SILVIO BERLUSCONI FOSSE PASSATO AL SENATO… nelle Idi di Marzo del 44 a.C.  (che A.C. non significa  A CAZZO) e avesse sparato una sola, UNA SOLTANTO, delle minchiate o delle barzellette vecchie e raccontate malissimo, che blatera oggi e da almeno 16 anni… Be’,  si  sarebbe cuccato almeno 33mila coltellate. Lui, silvio berlusconi.

 Fatte salve le 33  regolamentari a Cesare.

PREVITI, naturalmente.

Buon pro! Hic!

 

TU  QUOQUE  FILI MIIII…GNOTAE!

b.duce

 

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Hitler Vs Mussolini

«Roma? Quella marmaglia ci tradirà».

Così parlava il Führer

Nei verbali segreti di Hitler (che escono in italiano) gli ordini dopo la caduta di Mussolini

°°° Già allora i fascisti italiani, vedi bossi-la russa-gasparri e burlesquoni – erano considerati marmaglia e inaffidabili… Che ve lo dico a ffa’?

FESSI  ROMANI

fessi

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La merda di Berlusconi

L’officina dei veleni

di GIUSEPPE D’AVANZO  (Repubblica)

b-kriminal

DUNQUE la “nota informativa”, pubblicata dal Brighella che dirige il Giornale del capo del governo, non è né una “nota” né un'”informativa” né tanto meno un

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Berlusconi, gangster impunito

In arrivo la norma che cancella tutte le prove
di Claudia Fusani

Il delitto perfetto esiste. Basta avere molta fortuna. Oppure essere molto abili nel cancellare scientificamente ogni prova e ogni indizio. Non solo quelli lasciati sulla scena del delitto ma anche ogni collegamento o riferimento possibile. Ecco, la vicenda giudiziaria del premier Silvio Berlusconi assomiglia molto al tentativo lucido, costante, scientificio di cancellare ogni prova e indizio. Una bonifica a prova di Ris. O di Csi.

Fiction televisive a parte, la via maestra per il Presidente del Consiglio sarebbe sempre la stessa: farsi processare, accettare il giudizio dei giudici e poi sbandierare le sentenze. Quali che siano. Come ha fatto il senatore Giulio Andreotti, non l’ultimo nome nella storia della Repubblica. Lui invece fugge dai processi, impazzisce quando gli si parla di toghe e magistrati e continua a mettere la sua vita al riparo della giustizia grazie alle leggi ad personam, le norme studiate a tavolino proprio per blindarsi rispetto ad inchieste, sospetti e accuse.
Se la madre delle leggi ad personam è stato il lodo Alfano (impunibilità delle quattro più alte cariche dello Stato, luglio 2008) per cui Berlusconi è uscito dal processo dove era coimputato con l’avvocato inglese David Mills, l’inizio è stato nel 2001 quando, appena insediato a Palazzo Chigi fece approvare la norma che di fatto depenalizzò il falso in bilancio (all’epoca c’erano un paio di processi incardinati con questa ipotesi di reatoprocessi,incardinati,reato,rogatorie,internazionali,conti esteri,Previti,Squillante,dimezzò,termini,prescrizione,). Nel mezzo c’è una lunga lista: dalla legge che ha modificato le rogatorie internazionali (2001) per cui divennero inutilizzabili le dichiarazioni sui conti esteri di Previti e Squillante; alla ex Cirielli (o salva Previti, 2004) che dimezzò i termini di prescrizione del reato così che l’ex ministro della Difesa e avvocato del premier evitò la conferma in appello delle condanne a 16 anni per tre corruzioni giudiziarie (Imi-Sir, Lodo Mondadori, Squillante). L’operazione non è ancora conclusa.

Nell’obiettivo di bonificare, cancellare, ripulire – perché in fondo se il premier “cade” sul caso Mills e diventa corruttore è come tirare un filo e sciogliere tutto il gomitolo che imbozzola la sua purezza di leader nonché di vittima del sistema giudiziario – il governo ha approvato a dicembre un complesso di norme che modificano il codice penale e di procedura. «La riforma della giustizia per assicurare più velocità nei processi e più certezza della pena» fu l’obiettivo dichiarato. Bene. Ecco come l’articolo 4 di quel pacchetto di norme (32 in tutto) interviene nel nostro sistema giudiziario. Il secondo comma di quella norma prevede che una sentenza passata in giudicato «non possa più essere acquisita ai fini della prova». Significa che le sentenze passate in giudicato, e quindi definitive, non potranno più essere utilizzate come prova anche in processi diversi. Significa che ogni volta si dovrà ricominciare da capo e non avere mai nulla di acquisito, Neppure se ha il certificato massimo della Cassazione. Significa che quando, e se mai, Berlusconi dovesse essere processato con l’accusa di corruzione per le tangenti alla Fininvest, quando non avrà più lo scudo del lodo Alfano, la sentenza del suo ex coimputato Mills, quella che ci dice che l’avvocato inglese ha mentito per tutelare il premier e la sua azienda, non potrà essere utilizzata come prova.

Sfugge, francamente, come questa modifica possa accellerare i processi e i tempi della giustizia. Anzi, semmai avverrà il contrario.
La Commissione Giustizia del Senato sta valutando in questi giorni il disegno di legge. Luigi Li Gotti, penalista, ex sottosegretario alla Giustizia, ora senatore per l’Idv, non ha dubbi: «E’ un’altra legge vergogna, che serve al premier».

Pulire, bonificare, annullare. Togliere di mezzo ogni possibile indizio. O rischio. Nello stesso pacchetto di norme diventano molto più severi i motivi di ricusazione del giudice: basta che abbia, anche solo una volta, detto qualcosa, «formulato un giudizio sulle parti del processo», e sarà obbligato ad astenersi. Sacrosanto, ma la norma è talmente generica che sembra diventare possibile ogni tipo di ricusazione. In pratica, passa il principio che si possa essere giudicati solo da chi è gradito all’imputato. E se l’imputato è un boss di mafia?

Ecco perché sarebbe tanto più semplice per il nostro Presidente del Consiglio rinunciare agli scudi e accettare il processo. Sarà sicuramente innocente, come sostiene. E almeno non se ne parla più.

°°° Certo, innocente come hitler e lo squartatore di Boston. Stampatevi questo pezzo tenetelo in tasca, pronti a sputare in faccia qualunque scimmietta che si permetta di ripetere la solita, vecchia, balla: “E’ SEMPRE STATO ASSOLTO!” UN CAZZO, NON è stato MAI assolto… si è fatto fare le leggi per non finire in galera. Cosa che ripetiamo da 15 anni.

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Anche Hitler ha cominciato così

Un test per trovare il razzista che c’è in te
di ce.bu.

Facciamo un test: il tuo quartiere è lercio. A chi dai la colpa?
A chi ti governa ed è responsabile della pulizia e del decoro delle città oppure agli immigrati?

Nella tua città aumentano i reati. A chi dai la colpa?
A chi ti governa e non mette la polizia in condizione di controllare il territorio oppure agli immigrati?

Hai un lavoro precario e mal pagato, servizi pubblici inefficienti e paghi ogni centesimo delle tue tasse. A chi dai la colpa?
A chi ti governa e, pur avendoti raccontato un sacco di frottole in campagna elettorale, non fa niente (se si escludono le sue vicende private…) oppure agli immigrati?

Noi ci fermiamo a tre domande, ma potremmo andar avanti così fino a farne dieci, venti o una per ogni punto delle promesse elettorali di Berlusconi e della destra. Ma il concetto è chiaro. Il quotidiano Libero no, non si ferma. Il giornale diretto da Vittorio Feltri, quello che pubblica a puntate 15 fascicoli sulla vita di Berlusconi dal titolo “Vita, conquiste, battaglie e passioni di un uomo politico unico al mondo”, spinge sull’acceleratore del razzismo e pubblica un test in dieci domande “Chi è più razzista? La Lega o la Sinistra” (leggilo qui). Domande del tipo: “Un gruppo di clandestini ubriachi è solito pisciare proprio nell’aiuola dei giardinetti pubblici in cui tuo figlio gioca con i suoi amici. Come reagisci?”. E risposte che vorrebbero essere divertenti come: “A-Mi arrabbio come un serpente a sonagli. B-Non lo apprezzo ma lo giustifico, vista la difficile condizione in cui si trova a vivere questa povera gente. C-Non saprei, mio figlio e i suoi amichetti sono iscritti al Tennis Club e non vanno ai giardinetti”.

La teoria di Libero, spacciata con il test, è che il primo tipo di risposte appartengono al “borghese” che ha scelto di stare a destra, uno che lavora duro e che non vuole immigrati tra i piedi. Il secondo tipo di risposte è di quei “cattolici” che vivono nel mondo delle fiabe, hanno il parroco no global e amano la tolleranza e l’apertura verso il prossimo. E, infine, quelle del terzo tipo sono quelle della sinistra radical chic che ama gli immigrati, soprattutto dopo che hanno indossato la livrea. Insomma, tra deprimenti frizzi e lazzi la ricetta di Libero è semplice, come può apparire semplice il populismo: “Gli immigrati? Ributtiamoli a mare e staremo tutti meglio”. Chi glielo spiega al “borghese razzista”, come lo chiama Libero, che la sua condizione cambia poco anche così?
12 maggio 2009


°°° Questi pericolosi razzisti non hanno capito un paio di cosette:
a) anche Hitler e mussolini hanno cominciato così: fomentando i fessi con la propaganda.
b) Mentre la lega spara cazzate su fucili e fucilini, se la sinistra s’incazza si arma e spara davvero.Che vogliamo fare?

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Cesare Previti: la vera storia

CESARE PREVITI

Quando nacque il piccolo Previti ne parlò persino Quark, e il National Geographic gli dedicò uno special. Era accaduto infatti che, suo padre stesso cercò di tirare giù, con un colpo ben assestato di doppietta, la cicogna che lo portava a casa. Sbagliò la mira ma, per la prima volta nella storia, le cicogne si ammutinarono. Ci fu un tentativo di sommossa nei cieli e, per non turbare l’ecosistema, si decise di far portare il fagotto col piccolo Cesare (ogni riferimento al gangster è puramente voluto. N.d.A.) ad un volatile adatto e poco schizzinoso. Così, anziché una cicogna, Previti lo portò un avvoltoio. Il quartiere dove nacque osservò lutto stretto per oltre un mese. Il piccolo Cesare cominciò subito a studiare legge. Studiò talmente bene tutte le leggi ed il modo migliore per aggirarle, che è diventato quello che è diventato. Nessuno comprerebbe nemmeno una macchina nuova da lui. Laureatosi in legge alla scuola Radio Elettra di Torino, cominciò subito a fare il praticone… pardon, il praticante, presso lo studio di famiglia. Il suo quartiere di residenza entrò in lutto stretto per oltre due mesi. Intorno ai trenta-trentaquattro anni, conobbe Silvio Berlusconi e fecero insieme vita di società. Diedero anche vita a tante di quelle società, con intrichi e trucchi tali, che nemmeno un esorcista sarebbe in grado di capirci qualcosa. Ma i giudici ci stanno lavorando… Il capolavoro del gatto e la volpe è stato: Arcore e tutte le altre proprietà della povera marchesina Casati Stampa. Le hanno fatto sparire tutto e così rapidamente, che David Copperfield gli fa due pippe! Molto colto, ma mai sul fatto, e simpatico come Hitler, Cesare Previti ha sempre avuto molto successo come affarista. Meno nelle aule di tribunale e nella vita di relazione. Lui non ha amici, ma soci. Il suo Dio è il denaro e per lui sarebbe disposto a vendere anche l’anima, se ce l’avesse. Oltre alle messe nere e ai riti satanici, ha l’hobby del calcetto. Ovviamente gioca con una squadra di picchiatori, la “ME TE MAGNO ER CORE”, e sono sempre in quindici contro cinque: come nelle migliori tradizioni squadriste. Hanno anche un fascio di supporters che fanno un casino del diavolo, fanno mulinare gioiosamente i manganelli, e minacciano fisicamente i bambini degli avversari. Nonostante questo non vincono mai una partita. Grazie al suo sodalizio con Berlusconi è stato candidato ed eletto alla Camera dei Deputati, nel tragico 27 Marzo del 94. Gli sono bastate poche apparizioni televisive per prendere i voti bastanti e per prendere ai coglioni il restante 97% degli italiani seri. Per sette-otto mesi è stato persino Ministro della Difesa… Ma ne vogliamo parlare?!

N.B. Spero che coli a picco con tutto il suo veliero, mi deve un pacco di soldi ed ho dovuto persino cambiare nome per colpa sua.
zia Lella

previti

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Maroni, bossi, haider, hitler, berlusconi…

Niente sanità, scuola, lavoro e pensione. Guerra della Lega ai senza fissa dimora
di Paola Zanca

Sono quelli che a Roma abitano in via Modesta Valenti, a Bologna in via Senzatetto, a Foggia in via della Casa comunale, a Firenze in via Libero Leandro Lastrucci. Sullo stradario, però, casa loro non la trovate. Perchè una casa non ce l’hanno. Sono i senza fissa dimora, quelli a cui ora la Lega vuole togliere perfino il loro tetto finto.

Nell’articolo 42 del pacchetto sicurezza che mercoledì arriverà all’esame della Camera, c’è infatti una nuova norma per ottenere la residenza in un Comune: «L’iscrizione e la richiesta di variazione anagrafica – si legge – sono subordinate alla verifica, da parte dei competenti uffici comunali, delle condizioni igienico-sanitarie dell’immobile in cui il richiedente intende fissare la propria residenza, ai sensi delle vigenti norme sanitarie».

Insomma, senza casa non esisti. Nel buco nero degli invisibili, così, non ci finirebbero solo gli immigrati per cui la norma è stata studiata ad hoc, ma anche i senza fissa dimora, gli emarginati, i poveri assoluti: due milioni e mezzo di persone, come ha certificato l’Istat, incapaci «di acquisire i beni e i servizi, necessari a raggiungere uno standard di vita “minimo accettabile” nel contesto di appartenenza». Probabilmente, casa compresa.

Ma nemmeno quattro mura basterebbero a placare la crociata leghista contro i poveri cristi. La casa, infatti, dovrebbe rispondere a determinati standard qualitativi. Per capirci, basti pensare che il certificato di abitabilità negli edifici italiani è obbligatorio solo dal 1934: tutte le abitazioni realizzate prima e mai ristrutturate sarebbero probabilmente prive di quei requisiti igienico-sanitari che il Comune dovrebbe verificare per concedere la residenza. Inoltre, un rapporto Istat relativo al 2005 fotografa un Paese dove una casa fatta come si deve per molti è ancora un miraggio: lo 0,7% delle famiglie non possiede il gabinetto interno all’abitazione, l’1,2% non ha una vasca da bagno o una doccia, l’1,3% non ha l’acqua calda. E ancora: il 17,5% di famiglie in affitto ed il 9,7% di famiglie in abitazione di proprietà vive in strutture danneggiate, il 25,2% di famiglie in locazione e il 18% di famiglie in abitazioni di proprietà è afflitto da consistenti problemi di umidità, mentre il 16,6% di famiglie in locazione ed 8,6% di famiglie in abitazione di proprietà vive in case scarsamente illuminate. Che la Lega voglia togliere la residenza anche a loro?

Non si tratta di una semplice formalità. La Fio.Psd, Federazione italiana degli organismi per i senza fissa dimora, ricorda che la residenza anagrafica è «cruciale nel determinare la possibilità o l’impossibilità di consentire percorsi di inclusione sociale». Senza iscrizione all’anagrafe, infatti, non si ha accesso al sistema sanitario nazionale, a parte per le cure di pronto soccorso, non si ha diritto di voto, non si ha accesso alle misure di protezione sociale, non si può avere la patente di guida, non si possono sottoscrivere contratti (anche un semplice affitto), non si può ricevere la pensione, non ci si può iscrivere alle liste di collocamento.

Chi ha scritto questi articoli del decreto è convinto che si risolverà tutto grazie ad un «apposito registro nazionale delle persone che non hanno fissa dimora» istituito presso il Ministero dell’Interno. Peccato che le vie fittizie siano state create apposta per dare diritti a chi effettivamente vive in quel Comune. La “centralizzazione” della residenza prevista dal decreto avrebbe così «effetti imprevedibili sulla praticabilità all’accesso dei diritti ed ai servizi della maggior parte delle persone coinvolte». In pratica, a quale Asl potrebbero rivolgersi? In che ufficio di collocamento potrebbero iscriversi? Dove gli spedirebbero la pensione?
Dodici anni fa, l’allora ministro dell’Interno Giorgio Napolitano chiedeva rassicurazioni sulla gestione dell’anagrafe, ricordando che «l’iscrizione nell’anagrafe della popolazione residente dei cittadini italiani non è sottoposta ad alcuna condizione». Qualsiasi tipo di impedimento all’iscrizione, scriveva ancora Napolitano, «è in contrasto con il principio di uguaglianza sancito dall’art. 3 della Carta costituzionale e con successivo art. 16 che prevede la libertà di movimento e, quindi, di stabilimento su tutto il territorio nazionale».

Perfino la residenza è diventato un diritto per cui lottare. Lo sanno bene i promotori della campagna Residente della Republica, che chiedono ai parlamentari di stralciare gli articoli 42 e 50 dal disegno di legge. La Rete europea contro la povertà, a cui partecipano i ministri delle Politiche sociali di 27 paesi membri, ha stabilito che nel 2009 la questione dei senza-tetto dovrà essere una delle priorità dell’Ue, in vista dell’appuntamento del 2010, anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Difficile sconfiggerle se agli esclusi non viene riconosciuta nemmeno la dignità di cittadino.


°°° Ecco l’ennesima porcata razzista di questo regime fascista e xenofobo. Fate girare!

bermuss4

bossi3

gasparri31

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