IMMIGRATI in rivolta a Cagliari. Ma ci sarà un motivo se questa povera gente si ribella, o no?

Rivolta al Cpa, immigrati sulla pista
Riaperto l’aeroporto di CagliariLa polizia fa irruzione nel Centro di prima accoglienza, nell’area militare dello scalo. Nel primo pomeriggio un centinaio di clandestini aveva preso il controllo della struttura, una decina di nordafricani era scappata raggiungendo anche la pista. L’Enac aveva annunciato la chiusura fino alle 22, rientrata dopo la cattura di tutti i fuggiaschi.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/11/news/cagliari_cpa-7949234/?ref=HREA-1

°°° Ma ci sarà un motivo se questa povera gente si ribella, o no? Vengono da noi rischiando la vita e abbandonando la propria terra inospitale e le loro famiglie, in cerca di un po’ di luce e di un futuro migliore, invece si trovano trattati come delle bestie da un regime di malavitosi ignoranti e razzisti. Ma questa marmaglia al potere crede davvero di risolvere così i problemi dell’immigrazione? Scommetterei, sicuro di vincere, che se non arrivasse a breve un governo VERO e DEMOCRATICO, il nord Italia verrebbe presto occupato dai cosiddetti “clandestini” che la farebbero pagare cara a tutti i razzisti trogloditi di questa destra indecente.

LEGAIOLO DESTRONZO

Ascel-pour-Homme

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Italioti sempre più ignoranti, vigliacchi, e razzisti

maroni-gasparri

“Sporco negro”, e via al pestaggio
12enne cubano picchiato da ragazzi italiani

L’aggressione in un Comune del Milanese: ricoverato col naso rotto e lesioni agli occhi. L’episodio denunciato dalla madre

°°° Non ci vuole molto a capire che si tratta di poveri decerebrati di famiglie destronze.  Solo i destronzi sono così razzisti e vigliacchi. Quando facevo le manifestazioni a Milano, alla fine degli anni sessanta, non era raro venire aggredito da sette/otto  squadristi con le catene e i bastoni. Ma io sono cresciuto per strada ed ero agile e picchiavo come un fabbro: non ci mettevo molto ad atterrarne un paio e mettere in fuga gli altri. Peggio andava a compagni cresciuti nella bambagia. Ma conoscevamo quasi tutti i fasci milanesi e riuscivamo sempre a beccarli e a fargliela pagare. Ricordo che una sera reclutai una squadra di sardi in una pizzeria e andammo a cercare i nostri nemici in San Babila… non vi dico com’è finita. Oggi i tempi sono cambiati, ma  questi episodi ormai sono quotidiani e- anche se sono istigati e protetti dal regime mafiofascista – al posto loro non tirerei troppo la corda.

 

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ALLARMANTE! Italiani, i più ignoranti sul sesso

Italiani, i più ignoranti sul sesso

 

Una ragazza italiana su tre arriva al primo rapporto senza alcuna protezione

FLAVIA AMABILE

Che cosa sanno i giovani italiani sul sesso? Poco o nulla. In fatto di contraccettivi sono i più ignoranti d’Europa insieme con i turchi. E poi riescono a credere a decine di sciocchezze sulle gravidanze nonostante vivano nel 2010.

Oggi la Sigo, la società italiana che riunisce ginecologi e ostetrici darà il via a un convegno su ”Adolescenti, sessualità e media”. E renderà noti i risultati di indagini condotte dalla società fra giovani e giovanissime, dati che fanno capire molto su tutto quello che in Italia non si è fatto in questi anni in materia di educazione sessuale:

• le donne italiane non sono ‘fedeli’ ai metodi contraccettivi, passano dalla pillola al profilattico al coito interrotto

• il 10% delle donne intervistate ricorre alla contraccezione di emergenza

• 8 donne su 100 dicono di non aver mai fatto uso di un metodo anticoncezionale

• la prima volta è senza precauzioni per il 37% delle ragazze

• l’età media della prima volta è 16 anni

• Il 72% vive attualmente un rapporto di coppia

• 6 su 10 considerano la loro “prima volta” soddisfacente e l’hanno vissuta nel 31% dei casi a casa del compagno, nel 26% nella propria, nel 19% in auto, nell’11% all’aperto e nel 10% a scuola

• il 43% delle under 26 ha cambiato 4 partner dopo il primo

• la mamma è la prima persona a cui si rivolgerebbero in caso di una gravidanza inattesa

• chi “attende” lo fa perché non si sente pronta (38%), perché non ha ancora incontrato il “ragazzo giusto” (29%) o perché contraria ai rapporti prematrimoniali (19%).

• il 34% crede che la pillola possa essere alleata di forma fisica e benessere, il 35% sa che esistono formulazioni in grado di contrastare la ritenzione idrica, il 63% considera l’impatto corporeo prioritario per la scelta del metodo

• l’Italia si conferma agli ultimi posti in Europa per l’utilizzo della contraccezione soprattutto per la mancata volontà di utilizzare metodi contraccettivi (53%), la mancata conoscenza (38%) o l’errato utilizzo (9%)

• è il fanalino di coda in Europa per utilizzo di pillola contraccettiva, con una media del 16,2%, a fronte del 50% in Olanda, del 40% in Francia e Portogallo o del 30% della Svezia. Dopo di noi, solo la Grecia.

• solo lo 0,3% delle under 19 italiane possiede una buona educazione sessuale, il 26,5%
sufficiente, il 72,9% insufficiente

• il 67% ritiene utile introdurre nelle scuole superiori la distribuzione diretta e controllata di anticoncezionali

• per il 46% i medici possono e devono promuovere maggiore counselling ed educazione in tema di sessualità

E a questo link sono raccolte le migliori ‘bufale’ in cui credono i giovani italiani che provano ad evitare una gravidanza

 

bebe

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Guasti su guasti

Effetto Gelmini, l’arte sacra sparisce
dalla scuola della periferia romana

di Paola Zanca

Tiburtino III, storica periferia di Roma. Qui sorge l’unico istituto statale specializzato in arte sacra della capitale. Che a settembre 2010 sparirà. L’aveva fondato nel 1969, Enzo Rossi, architetto, cattolico e padre di Paolo, ucciso dai fascisti negli scontri di Valle Giulia.

°°° Certo che a noi cittadini cadono le braccia. Abbiamo un regimetto –come viene riconosciuto da tutti i preoccupatissimi osservatori stranieri – di pregiudicati, ignoranti, malavitosi, maniaci sessuali, cocainomani, veline e però sono tutti allo stesso modo INCAPACI e IN MALAFEDE. Ci stanno devastando in ogni campo e stanno cancellando 60 anni di faticosissimo progresso…

beata-ignoranza3

babbuino1

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I conti a puttane: grazie, Mafiolo!


L’ECONOMIA ITALIANA DOPO LEHMAN BROTHERS

di Francesco Daveri 22.05.2009

I dati ora disponibili permettono di leggere con maggiore precisione quanto è successo in Italia e negli altri paesi nei sei mesi dopo il fallimento di Lehman Brothers, l’inizio ufficiale della crisi. Ma non ci dicono tanto che l’Italia sta facendo meglio o peggio degli altri. Più che altro ci ricordano che in difficoltà ci siamo entrati molto prima degli altri. Per questo, rinviare le riforme è un lusso che l’economia italiana non può permettersi.

Il 15 maggio sono usciti i dati sull’andamento del Pil nel primo trimestre 2009. Si può quindi parlare con maggiore precisione di cosa è successo in Italia (e negli altri paesi) nei sei mesi dopo il fallimento di Lehman Brothers, cioè da quando è ufficialmente cominciata la crisi. Lo si può fare distinguendo tra gli effetti immediati della crisi (nel quarto trimestre 2008) e quelli meno immediati (del primo trimestre 2009), effetti che incorporano già in misura parziale alcune delle reazioni di politica economica nei paesi più rapidi a rispondere alla crisi. Per ottenere una valutazione ancora più precisa vale anche la pena di considerare gli indicatori mensili sul settore industriale (produzione, fatturato e ordinativi) e sulle vendite al dettaglio che arrivano fino al marzo 2009 e appena pubblicati dall’Istat. Infine, questi dati per così dire oggettivi possono essere incrociati con quelli che risultano dall’andamento del “sentiment”, di ciò che pensano le famiglie e le imprese, per vedere se esiste una correlazione tra le variabili soggettive e quelle oggettive.

IL PIL ITALIANO DOPO LEHMAN BROTHERS

I dati Istat indicano che, da quando è fallita Lehman Brothers, il Pil italiano è sceso di 4,4 punti percentuali in sei mesi, nel quarto trimestre del 2008 e nel primo del 2009, rispetto al valore del Pil registrato in media nei tre mesi che compongono il terzo trimestre 2008. Èun dato peggiore di pochi decimi di punto percentuale rispetto a quello dell’area euro e peggiore di un punto percentuale e più di quello dell’economia americana. Rispetto agli altri grandi paesi dell’Europa, l’Italia ha fatto molto meglio dell’economia tedesca che, con il –5,8 per cento dei sei mesi considerati, sta pagando duramente il fatto di essere diventato negli precedenti alla crisi il primo paese esportatore del mondo. E sta facendo molto meglio praticamente di tutti i paesi dell’Europa dell’Est, così legati all’economia tedesca e all’economia russa. L’economia italiana sta invece facendo meno bene del Regno Unito (-3,5 per cento) e in modo ancora più evidente di Spagna (-2,8 per cento) e Francia (-2,4 per cento).
Se si distinguono gli effetti immediati della crisi da quelli meno immediati, viene fuori che l’Italia ha subito un effetto immediato molto più forte degli altri, uguale a quello patito della Germania, e più alto di mezzo punto rispetto al dato medio per l’area euro. Gli effetti meno immediati della crisi sul Pil italiano sono stati invece quasi del tutto in linea con il dato medio dell’area euro.

Tabella 1: In Italia la crisi è meno peggio che altrove?

Ita Eu27 Usa Ger Fra UK Spagna
q4 2008 vs q3 2008 -2.1 -1.6 -1.6 -2.1 -1.2 -1.6 -1.0
q1 2009 vs q4 2008 -2.4 -2.5 -1.6 -3.8 -1.2 -1.9 -1.8
Il Pil dopo Lehman -4.4 -4.1 -3.2 -5.8 -2.4 -3.5 -2.8
q1 2009 vs q1 2008 -5.9 -4.6 -2.6 -6.9 -3.2 -4.1 -2.9

Nota: Prime due righe: dati trimestrali. Terza riga: dati trimestrali cumulati.

Ultima riga: dati tendenziali (stesso trimestre, a distanza di 12 mesi)
I dati del Pil possono essere letti anche con riguardo al cosiddetto “andamento tendenziale” dell’economia (trimestre in corso rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente), che è spesso confuso con l’andamento “congiunturale” (trimestre attuale sul trimestre precedente) nel dibattito pubblico. Su questo occorre essere chiari: il meno 5,9 per cento di crescita tendenziale del Pil enfatizzato nei giorni scorsi ha a che vedere solo parzialmente con la crisi. Si tratta infatti di un dato spurio che riflette l’andamento cumulato dell’economia nei due trimestri discussi qui (il “dopo Lehman”) e dei due trimestri precedenti (il secondo e il terzo del 2008), in cui l’economia italiana – lo abbiamo appreso in novembre – era già in recessione e gli altri paesi no. Il dato tendenziale dice che l’Italia andava peggio della media euro e degli altri grandi paesi europei (tranne la Germania) ben prima che la crisi cominciasse. Come più volte sottolineato in passato, i problemi dell’Italia non derivano tanto dalla crisi, ma da quello che era venuto prima. A causa della crescita economica più lenta degli altri dopo il 1995 abbiamo perso circa venti punti di Pil rispetto alla media degli altri quattro grandi paesi europei.

Crescita del Pil in Italia e nella media degli altri quattro grandi paesi europei, 1995-2008


INDUSTRIA E SERVIZI NEI DATI MENSILI

A partire dall’inizio del mese di marzo la Borsa italiana è ripartita, anche più velocemente delle altre borse europee, il che – a fianco di episodiche buone notizie provenienti da un certo recupero di dinamismo delle esportazioni dei distretti in qualche mercato di sbocco – ha spinto all’ottimismo molti commentatori ed esponenti politici. Dai dati mensili destagionalizzati sul settore industriale e sulle vendite al dettaglio non è però molto evidente da dove tragga origine tutto questo ottimismo. Èvero che, nel marzo 2009, il fatturato dell’industria è sceso solo dello 0,8 per cento, il dato migliore dal giugno 2008 dopo mesi di “meno tre” e “meno quattro” per cento. Un segno di rallentamento, non si sa quanto duraturo, dell’intensità della crisi. Èanche vero che le vendite al dettaglio hanno fatto registrare in marzo +0,1 per cento rispetto al mese di febbraio.
Ma il dato sulle vendite al dettaglio è un indicatore che risente sia dell’andamento dei prezzi che dei volumi venduti e quindi può anche rispecchiare una certa capacità dei distributori italiani di far pagare la crisi ai consumatori in presenza di una contrazione dei volumi venduti. Come emerge dalle interviste coni responsabili marketing di aziende del largo consumo, del terziario innovativo riportate in una recente ricerca di Carlo Erminero & Co., “vista dal lato del marketing, l’attuale crisi economica è un fenomeno ancora dai contorni sfuggenti”.
Il dato meno negativo che in passato del fatturato industriale si affianca poi a un dato inalterato per la produzione industriale che ha invece confermato in marzo il -4,6 per cento di febbraio 2009. E il dato degli ordinativi dell’industria (-2,7 per cento in marzo) è sostanzialmente in linea con la media di gennaio e febbraio 2009. (1) Semmai, i dati disponibili potrebbero indicare che la crisi economica si sta svolgendo come preventivato, avendo colpito più duramente nei primi quattro o cinque mesi i settori che producono beni durevoli – i cui acquisti sono i primi ad essere posposti nel tempo durante una recessione – per poi estendersi al settore dei beni non durevoli, i quali hanno fatto registrare una riduzione congiunturale del fatturato, della produzione, rispettivamente di circa due e tre punti percentuali, nel marzo 2009 – un calo ben più serio di quello sperimentato nei primi mesi della crisi. Se questi dati saranno confermati nel mese di aprile, saranno indice del fatto che la crisi del settore industriale si sta approfondendo e sta raggiungendo i settori non coperti dagli incentivi del governo.

PIÙ CORAGGIO CON LE RIFORME PER TORNARE A CRESCERE DAVVERO

Anche se le informazioni disponibili sul dopo Lehman sono ancora troppo scarse per trarre conclusioni definitive, i dati esistenti (fino al marzo 2009) non indicano un’attenuazione dell’entità della crisi che giustifichi l’ottimismo delle borse. In ogni caso, se anche i pochi segnali positivi si moltiplicassero, ciò non toglierebbe che, se il governo non vince la timidezza nel proseguire con le riforme (età pensionabile, università, mercato del lavoro), l’economia italiana potrà – al più – ritornare al tasso di crescita medio di cui ha goduto negli ultimi quindici anni: +1 per cento l’anno, troppo poco per ridare fiducia duratura alle famiglie e alle imprese.

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°°° E’ UNA PARTITA A DAMA CHE STIAMO PERDENDO PER COLPA DEL MAFIONANO E DELLA SUA ACCOLITA DI IGNORANTI, LADRI, E PASTICCIONI.

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(1) Il dato di gennaio – pari a -3,7 per cento – è stato particolarmente negativo “per colpa” dell’annuncio degli incentivi all’acquisto di beni durevoli (auto, elettrodomestici, eccetera) mentre il dato di febbraio (pari a -2,1 per cento) è stato migliore essenzialmente grazie all’entrata in funzione degli incentivi.

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La cosa si scalda

Cronaca
G8 Torino, scontri
tra studenti e polizia

Scontri tra studenti e polizia a Torino. La manifestazione con migliaia di studenti contro il G8 dell’Università è partita da Palazzo Nuovo, sede universitaria torinese delle Facoltà umanistiche, e si concluderà davanti al Castello del Valentino. Ad aprire il corteo due gigantesche onde di cartapesta e lo slogan: «G8 stiamo arrivando: parte l’Onda, parte una nuova mareggiata».

300 presidi scrivono ai genitori
«Le scuole non hanno più un soldo»
300 presidi scrivono ai genitori«Le scuole non hanno più un soldo»

Spedite 41.739 lettere alle famiglie del Lazio. Trecento presidi lanciano l’allarme: «A settembre non avremo i soldi per le supplenze, per il recupero, l’ora di religione e anche per l’ordinaria amministrazione». Gli istituti hanno anticipato 170 milioni di euro che lo Stato non sta rimborsando. «Sta per scoppiare la bolla».

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°°° A parte il fatto che trovo disdicevole e volgare che degli ignoranti senza mestiere come i poliziotti dell’antisommossa possano pestare degli studenti, che sono tutti molto più colti e intelligenti di loro e dei loro capi, per non parlare del ministro attuale… Ma perché non si picchiano tra loro (per aver creduto alle minchiate di questo regime) o non picchiano i veri colpevoili di questo statu quo: berlusconi, gelmini, tremonti e maroni?

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Il tonfo della propaganda

Bankitalia: debito pubblico record
e c’è il crollo delle entrate tributarie

Nuova crescita a marzo: 1.741,275 miliardi di euro. E intanto le entrate continuano a calare: sempre secondo via Nazionale si sono attestate, nel primo trimestre 2009, a 81,016 miliardi, circa 4 miliardi in meno


°°° Ecco come crollano miseramente le minchiate e i deliri di silvio berlusconi. L’Italia, finiti i miliardi e le cose buone fatte da Prodi, torna a precipitare nel baratro. Però questi delinquenti parlano e votano ancora di centrali nuclerari e fantomatici e pericolosi ponti sullo stretto. Dio ci scampi da questi gangster ignoranti e in malafede!

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Berluschitler

Immigrazione, il premier gela Fini:
“Sui barconi nessun diritto d’asilo”
Il presidente del Consiglio: «La verità è questa: la sinistra vuole che le porte del nostro paese siano spalancate a tutti, anche ai clandestini».
+ Fini: “Il diritto di asilo va garantito”. E il Consiglio d’Europa critica l’Italia
+ Il presidente di Amnesty International: il governo rispetti i diritti umani

°°° Stiamo precipitando a tutta velocità verso il nazismo, amici. Questo scarto di verme, con una propaganda razzista inaudita, ci bombarda da tutti i media nazionali – DA ANNI- aizzando all’odio verso il diverso. Le menti più deboli e gli ignoranti (che per colpa sua e della P2 ormai sono quasi la metà dei cittadini italiani) hanno dimenticato che i clandestini ERAVAMO NOI, fino a cinquant’anni fa. Ma hanno anche dimenticato di come Prodi risolse il problema CIVILMENTE ed umanamente, quando qui arrivavano le carrette del mare dall’Albania, con migliaia e migliaia di disperati. Ma… Berlusconi non vale nemmeno una scorreggia di Prodi.

UNO STATISTA

prodi

LA COSCA MAFIORAZZISTA

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