Il fumo uccide

Vado a comprare le sigarette e mi mollano una pacchetto con scritto a lettere cubitali:

“IL  FUMO RENDE IMPOTENTI”.

Minca! Son tornato subito indietro a farmelo cambiare: “Mi dia quello dove c’è scritto “IL FUMO UCCIDE”. (l.s.2006)

LEONESSA  CHE  DIVENTERA’  PRESTO  SINGLE

leonessa single

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l’uomo è solo

Vibo, uccide a coltellate la moglie

che voleva chiedere il divorzio

Colpisce a morte la donna e scappa. Poi viene arrestato dai carabinieri: “Bravi mi avete preso”.

Ieri nel Varesotto un uomo ha ucciso la moglie che voleva separarsi e i due figli. Poi si è tolto la vita

°°° Insomma, amici, più questo regimetto di cocainomani, imbriaconi, e impotenti  fa il duro… e più l’ uomo della strada che vota per loro (e qui non si discute) si sente fragile, impotente, perduto. Ed ecco i risultati: stragi familiari. Però, tranquilli, Mafiolo è lì che si fa liposuzionare a spese nostre e prepara il , inutile per un’ennesima puntura di granito, ghedini abbaia, fede-vespa-minzolini-mimun e altri mille invertebrati leccano… TUTTO PROCEDE. E il debito pubblico è alle stelle come la disoccupazione, il mondo ci ride dietro e davanti. Basta non farlo sapere alle scimmiette che devono votare.

b-dream

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Maria Novella Oppo

Che digitale c’è stasera

Grandi servizi nei tg e nei programmi contenitore per illustrare l’arrivo del digitale terrestre in nuove zone d’Italia. Finché la cosa riguardava la Sardegna, nessuno si è scomodato troppo a informare, visto che l’isola è sempre considerata marginale. Al punto che, certe volte, viene dimenticata perfino dalle previsioni del tempo. E figurarsi dai giornalisti appaltati al capo supremo, i quali si sono ben guardati dall’illustrare i risultati elettorali delle europee, che dimostrano come siano bastati pochi mesi di Cappellacci per far capire ai sardi che cosa voglia Berlusconi dalla loro terra: una sorta di zona franca opportunamente isolata, dove allestire un allegro lupanare per sé e altri ricchi e potenti (o magari impotenti). E per il resto, che le fabbriche chiudano, i giovani siano costretti di nuovo a emigrare e le servitù militari ed economiche crescano, a Berlusconi non può interessare di meno. Mentre, per tornare al digitale, ora saranno spese e rotture di scatole continentali.

IL COMUNISMO E’ L’UNICO CHE GRIDA, IN UN’ITALIETTA DI ORECCHIE ADDORMENTATE

comunismo

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Idioti impotenti e pericolosi

EMERGENZA IMMIGRATI
L’Onu replica a La Russa

E Fini: no a scontri elettorali

14:55 POLITICA L’Alto commissariato per i rifugiati reagisce al ministro: «Attacchi inaccettabili. Fiducia nella Boldrini, andremo avanti». Ma il ministro non molla: «Sbagliano». Il Pd: «Ottusità». Nuovo richiamo del presidente della Camera

°°° E poi sono io che esagero… Questi dementi, ragazzi, sono pericolosi: si stanno mettendo e CI stanno mettendo contro tutto il mondo civile! Queste merdine inutili – CHE HANNO CREATO IL PROBLEMA CON QUELLA STRONZATA DELLA BOSSI-FINI – sono ancora al far west… “ARRIVANO I NOSTRI?!” MA QUALI? mA DOVE, se non hanno nemmeno le divise, le scarpe, e la benzina?!!! Queste sono quelle merde che ti aspettano fuori dal saloon e ti sparano al buio, alle spalle!

sicu_big

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Ma non è una cosa seria…

Da ieri la gara per la presentazione dei simboli, finora depositate 59 liste
Al Viminale è ingorgo di falci e martelli, scudocrociati e garofani
Dal Gabbiano all’Italia dei Malori
tutti in corsa per un posto in Europa
Raffica di proposte del dottor Cirillo: Preservativi gratis
Donne insoddisfatte e Partito degli impotenti

di ANTONELLO CAPORALE

ROMA – E’ sempre bellissima l’idea che chiunque voglia possa. Possa permettersi cioè di entrare al Viminale e depositare il suo simbolo, presentare il suo partito, chiamare il popolo al voto, e proprio per lui, senza chiedere a nessuno il permesso. E seppure sia un sogno di cartapesta, resta mirabile il disegno onirico del cittadino italiano dottor Cirillo, che ieri ha avanzato richiesta di partecipare con una sua lista alla competizione elettorale europea.

Nella giornata vissuta in altri momenti con presidi notturni e scontri verbali finiti a volte pure a spintoni per l’accaparramento del miglior posto sulla scheda (in alto a sinistra, in basso a destra) l’orizzonte si apre noiosamente su cinquantanove stemmi politici che, in teoria, dovrebbero affacciarsi al voto. Entro oggi infatti le quattro bacheche del corridoio al pianterreno del ministero dell’Interno si riempiranno tutte di colori e di segni. Tondini possibili e altri impossibili. La loro morte è annunciata, avverrà al momento in cui la commissione elettorale provvederà alla verifica delle firme necessarie per la presentazione. All’esame bisognerà vedere quante falci e martello ammettere tra quelle presentate (due per adesso), quanti partiti comunisti (ancora due), o partiti socialisti (ce ne sono già tre), e democrazie cristiane (le solite moltitudini). E’ un giudizio al quale, spesso, seguono conflitti giudiziari.

Si pensi che il detentore, ora sembrerebbe già ex, del simbolo di una delle Dc in circolazione, il signor Pino Pizza, è sottosegretario di questo governo all’Università e alla Ricerca, proprio in ragione del compenso, chiamiamolo così, che Silvio Berlusconi gli ha riconosciuto per aver evitato di posizionare nella scheda la sua Dc, conquistata dopo liti interminabili in tribunali.

Si ritiene infatti che esistano quantità significative di voti espressi per pura confusione o raccolti grazie a una evidente alterazione della identità politica. In pratica molte migliaia di italiani, soprattutto i più anziani, votano o per sbaglio sul simbolo più conosciuto o anche per pura e solitaria affezione, associandolo a volte erroneamente a protagonisti che concorrono invece in altri schieramenti. Questo errore produce vantaggi enormi per chi detiene il solo marchio di fabbrica: ruba voti. E i voti contano e costano.

Proprio per evitare i furti di identità i funzionari del Partito democratico hanno presentato anche il vecchio simbolo della Margherita e della Quercia diessina. Depositandoli evitano atti di pirateria. Così come è stata tutelata Forza Italia, oggi Popolo della libertà.
La realtà e la finzione viaggiano appaiate. Qualche gabbiano, oltre quello di Antonio Di Pietro, un filosofico partito “Spirito del Tempo”, lo zeitgeist, un’aquila, molte leghe (della Padania, della sola Lombardia, delle Venezie, del Meridione) e naturalmente parecchie Italie.

I soliti nomi tracciati nei simboli: di Berlusconi, Bossi, Casini, della coppia radicale Bonino-Pannella. E infine il citato dottor Cirillo. Salernitano 45enne ha esposto le sue idee sotto il suo nome in alcune varianti fantastiche: Italia dei Malori, la prima. Interrogativa la seconda: Italiani poca cosa?, poi il sesso naturalmente (vota la lista “Donne insoddisfatte e incomprese” o anche “Preservativi gratis”). Si è saputo che il titolare di questa fabbrica di marchi si è presentato altre quattro volte a consultazioni elettorali. L’anno scorso propose gli “Impotenti esistenziali” che divenne il titolo anche di un film in cui Tinto Brass non ha voluto far mancare un suo segno.

Alle otto di ieri il portone del Viminale si è chiuso. Si riprende oggi, e alle quattro del pomeriggio, orario di chiusura, la parete del ministero sarà tappezzata di centinaia di segni in gara in questa Canzonissima della politica.

pulcinel

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Election day e ricatti

Election day, la confessione: «Bossi ha minacciato la crisi»
di Marco Bucciantini

Berlusconi ammette: «Utilizzare i soldi del referendum? Lega Irremovibile, rischiavamo brutto». La confessione è stata fatta a Poggio Piceno dove il premier ha inaugurato una scuola tra i bambini sfollati. Dopo il vertice del Pdl La Russa dice: il 21 giugno o rinvio al 2010.

°°° Questa è una nemesi, amici: il ricattatore di professione… ricattato da un coglionazzo che si è beccato un ictus, mentre riceveva del sesso orale da una cantantina da strapazzo. E mentre questi due vecchi impotenti e cocainati giocano a braccio di pastafrolla tra di loro… noi ce la pigliamo nel culo.

Con 460 milioni si dava casa a 15mila sfollati
di Claudia Fusani

Non è la «lista di nozze» di cui parla il premier Silvio Berlusconi per far sponsorizzare da benefattori e amici stranieri la ricostruzione delle opere d’arte. Piuttosto è la «lista dei sogni», quello che sarebbe stato possibile costruire subito, o quasi, con i 460 milioni di euro che lo Stato avrebbe potuto risparmiare con un unico election day per il voto amministrativo e quello referendario. Case, soprattutto, e poi strade, scuole, libri, giusto per fare qualche esempio. Cose concrete, il quotidiano che gli aquilani hanno perso nella notte tra il 5 e il 6 aprile. Una lista dei sogni, appunto, perché la Lega ha puntato i piedi e ha «convinto» il Pdl a dire no all’election day.

Quattrocento sessanta milioni sono, tanto per cominciare, il 4 per cento di una ricostruzione che è stata stimata dal ministro dell’Interno tra i 10-12 miliardi. Un buon modo per cominciare ad orientarsi in una terra che ancora trema duecento volte al giorno. Quattrocentosessanta milioni potrebbero essere la risposta abitativa per almeno i due terzi di quei 20 mila aquilani rimasti senza casa perché inagibile, distrutta o crollata. La Provincia ieri mattina si è riunita per un consiglio straordinario. Il presidente Stefania Pezzopane (Pd) ha tentato con tecnici e assessori una prima stima dei danni e ha concluso la riunione con la seguente certezza: «Con 460 milioni risolvo tutti i problemi della Provincia, dalle strade alle scuole».

Nel dettaglio la lista dei sogni della Provincia prevede: 25 milioni per rimettere a posto le strade; 60 milioni per le scuole superiori e professionali (quelle di competenza della Provincia) di cui 5 solo per il Conservatorio dove insegnano docenti che arrivano da tutta Italia; cento milioni per gli edifici di proprietà e le sedi storiche della Provincia; 15 milioni per recuperare il fondo librario andato perduto e restaurare la collezione di quadri di Patini, quotatissimo pittore abruzzese.

Ma sono le case il vero nodo della ricostruzione e l’emergenza per questa gente. L’ultima stima del sottosegretario alla Protezione Civile Guido Bertolaso parla di «20 mila persone senza casa», abitazioni distrutte, da ricostruire. È un terzo della popolazione della città di L’Aquila che conta 60 mila abitanti. Tabelle alla mano di ingegneri e architetti è possibile fare una botta di conti al metro quadrato. Speculazioni e bolle edilizie a parte, oggi una casa costa mille euro al metro quadrato al metro e può costarne anche 800 se si tratta di edilizia popolare. Con queste premesse si arriva a stimare che una casa di cento metri quadrati, ampiezza media per una famiglia di tre persone, può costare dagli 80 ai 100 mila euro.

Significa che con i famosi 460 milioni che lo Stato “sta per buttare giù dalla finestra dandola vinta alla Lega questa volta sì ladrona” come dice Pezzopane, potevano essere costruite 4.600 abitazioni da centomila euro o 5. 800 da ottantamila euro. Contando che in ognuna di queste case possono abitare fino a tre persone, all’incirca quindicimila aquilani avrebbero potuto risolvere il problema abitativo. Il più urgente.

Ma è un libro dei sogni, appunto. Perché quei soldi saranno invece spesi per allestire i seggi del referendum.
17 aprile 2009

oscenita1

stupido

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CAZZARI IMPOTENTI

LA POLEMICA.
Il deputato della Lega Caparini: “L’uso del medicinale
è tre volte superiore che nel Mezzogiorno. “Se ne usa tanto perché si lavora di più

“Viagra alle stelle al Nord
colpa di tasse e lavoro”
di PAOLO BERIZZI

“Viagra alle stelle al Nord colpa di tasse e lavoro”
MILANO –
E’ ufficiale: celodurismo addio. E anche ingloriosamente. A vergare l’epitaffio, forse senza accorgersi, o forse sì, magari quando era ormai troppo tardi, è stato il parlamentare leghista Davide Caparini, presidente della commissione bicamerale per le Questioni regionali. Intervenuto alla scuola quadri del Carroccio bresciano, il “Capa”, come lo chiamano i sostenitori, ha snocciolato in faccia al popolo padano, e per di più nella sua città, una statistica non esaltante: “Il consumo di Viagra è almeno triplo nelle regioni dove la gente è abituata a lavorare, pagare e tacere”.
Silenzio in sala. Iniziale lieve imbarazzo, poi amplificato dalle dettagliate argomentazioni di Caparini che, nell’ultimo passaggio della prolusione, sostenuto dalla proiezione di alcune slide che avevano per tema la “trasformazione dei costumi delle famiglie italiane” – in particolare di quelle che vivono sopra la linea del Po – proprio sulla distribuzione geografica della pillola blu ha dedicato un ulteriore sforzo di indagine.

L’esempio è dato dalle province di Brescia e Potenza: “Dal 1998 al 2005 in provincia di Brescia sono state consumate dalle 3 alle 4 mila pillole di Viagra ogni mille persone. Nello stesso periodo, nella provincia di Potenza, il consumo è stato di 991 pillole per lo stesso numero di persone”. Già, ma che significa? Elaborando il Caparini-pensiero: chi “lavora” – e “paga” e “sta zitto” – dedica più energie all’amore, e, viceversa, chi non lavora è pigro anche a letto? Oppure: chi lavora tanto è talmente stressato che deve ricorrere all’aiutino della farmacia?

In effetti va detto che, sulle prime, l’assioma può apparire di presa non immediata. Ma tant’è. Caparini è rimasto sul filo ancora per un po’. Ha concluso il suo intervento politico-sessual-sociologico nel più classico dei modi: e cioè facendo galleggiare tra il pubblico quella che deve essere la corretta interpretazione del ragionamento. “Lascio a voi la riflessione se lavorare, pagare e tacere…”, fa bene o meno all’intimità della coppia padana. Poi, però, ha precisato che le proiezioni sono da ritenersi frustranti per chi abita nelle regioni del Nord. “Questo nostro modo di vivere sempre di corsa, il doppio stipendio, uno lui e uno lei, porta a vedersi cinque minuti alla settimana… Il tasso di divorzi è nettamente più alto al Nord”.

°°° Ragazzi! A noi crolla un mito (eheheh) ai celoduristi (cazzari) è crollato l’obelisco. Loro, come il loro socio di maggioranza, parlano e straparlano di gnocca a tutte le ore… come fanno tutti i segaioli di 16 anni e gli IMPOTENTI. Parlano, parlano, parlano…
Sicuramente, al nord lavorano molto dipiù, questo è evidente: CON LA LINGUA PERO’.

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