Maria Novella Oppo

Che digitale c’è stasera

Grandi servizi nei tg e nei programmi contenitore per illustrare l’arrivo del digitale terrestre in nuove zone d’Italia. Finché la cosa riguardava la Sardegna, nessuno si è scomodato troppo a informare, visto che l’isola è sempre considerata marginale. Al punto che, certe volte, viene dimenticata perfino dalle previsioni del tempo. E figurarsi dai giornalisti appaltati al capo supremo, i quali si sono ben guardati dall’illustrare i risultati elettorali delle europee, che dimostrano come siano bastati pochi mesi di Cappellacci per far capire ai sardi che cosa voglia Berlusconi dalla loro terra: una sorta di zona franca opportunamente isolata, dove allestire un allegro lupanare per sé e altri ricchi e potenti (o magari impotenti). E per il resto, che le fabbriche chiudano, i giovani siano costretti di nuovo a emigrare e le servitù militari ed economiche crescano, a Berlusconi non può interessare di meno. Mentre, per tornare al digitale, ora saranno spese e rotture di scatole continentali.

IL COMUNISMO E’ L’UNICO CHE GRIDA, IN UN’ITALIETTA DI ORECCHIE ADDORMENTATE

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Bill Emmott

Parla Emmott, storico direttore dell’Economist. “E’ stato Berlusconi a fondere vita pubblica e vita privata. E sul padre di Noemi non ha detto la verità”
“Informare è una missione
premier indifendibile se mente”

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA – “Porre domande a un leader politico, per un giornale, è non solo legittimo ma parte della missione di informare. E la distinzione tra vita pubblica e vita privata, nel caso Berlusconi, non si può fare, è stato lui per primo a fondere le due cose”. Bill Emmott, dal 1993 al 2006 direttore dell’Economist, il settimanale britannico che sotto la sua guida ha raddoppiato la tiratura fino a oltre un milione di copie e si è trasformato nel primo periodico globale del mondo, conosce bene Silvio Berlusconi.

L’Economist di Emmott gli dedicò una famosa copertina, in cui lo definiva “unfit to govern”, indegno di governare, a causa del conflitto d’interessi rappresentato dal suo impero mediatico e dei suoi numerosi problemi con la giustizia. Il premier italiano rispose definendo Emmott un comunista: sebbene del comunista, l’autorevole giornalista inglese, abbia soltanto una barbetta da Lenin. Adesso fa il columnist per il Guardian e scrivere libri best-seller: a proposito, rivela in questa intervista a Repubblica, il prossimo “sarà sull’Italia”.

Bill Emmott, dov’è il confine tra pubblico e privato, nell’informare sull’attività di un leader politico?
“La mia opinione è che il comportamento pubblico di un leader sia definibile dal suo ruolo di governo, dalle sue responsabilità, dalla consistenza delle sue azioni. Ritengo però che, quando sei un primo ministro che si atteggia a simbolo della nazione, come Berlusconi ha fatto fin dall’inizio della sua discesa in campo, con il suo presentare la sua vita come la ‘Storia di un italiano’, il confine tra pubblico e privato si confonde. Il privato non è più una faccenda riservata, quando lo usi per ottenere la tua affermazione pubblica. Berlusconi stesso ha incoraggiato i media a giudicarlo anche sotto la lente della sua vita privata”.

Il nostro giornale ha inoltrato all’ufficio del presidente del Consiglio dieci domande per fare chiarezza sulle contraddittorie dichiarazioni riguardo ai rapporti con la 18enne Noemi Letizia, con il padre della ragazza e alle parole usate da Veronica Lario nel chiedere il divorzio. Palazzo Chigi definisce le nostre domande una “campagna denigratoria”. E’ appropriato o meno, secondo lei, porre domande simili su una questione come questa?
“Assolutamente appropriato. Di più: è parte dei doveri di un giornale, della missione di informare l’opinione pubblica. E’ legittimo voler sapere che cosa lega il primo ministro a quella ragazza che ha appena compiuto 18 anni. Anche a me piacerebbe sapere la verità. E mi piacerebbe che la Chiesa ponesse a Berlusconi domande analoghe”.

Che lezione dovrebbe averci insegnato la vicenda di Bill Clinton e Monica Lewinski?
“Che i rapporti sessuali tra il presidente e la stagista erano affari loro, una faccenda privata tra due adulti consenzienti, ma il modo in cui il presidente li raccontava poteva costringerlo a dimettersi. Quando ero direttore dell’Economist, scrivemmo un editoriale in cui ci schieravamo per le dimissioni di Clinton. Non perché fossimo dei bacchettoni. Bensì perché era chiaro che il presidente aveva mentito, ripetutamente, parlando in televisione dei suoi rapporti con Monica e poi sotto giuramento in una corte di giustizia. Mentire alla nazione, sia pure su una vicenda privata, era a nostro avviso imperdonabile”.

E lo stesso principio si può applicare a Berlusconi?
“Per me sì. Non importa cosa c’è tra lui e la ragazza, tra lui e deputate o ministre che potrebbero avere ricevuto l’incarico come un premio: se anche così fosse, era uno scambio volontario tra adulti, anche se personalmente lo trovo disgustoso. Ma se il premier mente a proposito di quello scambio, e la sua menzogna viene provata, allora la sua colpa importa eccome e la ritengo indifendibile”.

Alcuni, in Italia, risponderebbero che un uomo che mente su un rapporto con una donna è sempre perdonabile.
“Ecco, se c’è una cosa che uno straniero fa fatica a capire dell’Italia è questa: il modo in cui Berlusconi può dire quello che vuole e nessuno si scandalizza. Per esempio, ormai sembra provato che ha mentito sul modo in cui ha conosciuto il padre di Noemi. Quell’uomo non è mai stato l’autista di Craxi, come ha detto Berlusconi. In un altro paese, basterebbe questo a suscitare una riprovazione generale. Da voi no. Non lo capisco”.

bill

°°° Si è capito che Bill Emmott non è vespa e neppure rossella, ma nemmeno belpietro, feltri, giordano o liguori? Purtroppo, in questa italietta delle banane, giornalisti veri ne abbiamo davvero pochini…

b-gnomo5

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La Rai della vergogna

Rai, nomine a casa del premier
il Pd attacca: “E’ indecente”

L’organigramma di viale Mazzini nel vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli. Berlusconi ha fretta, vuole il via libera al pacchetto nel Consiglio dei ministri di mercoledì prossimo. Tornano Mimun e Vigorelli di GOFFREDO DE MARCHIS

°°° Se c’è ancora qualche fessacchiotto che si scandalizza quando parliamo di REGIME, ecco l’ennesima prova che il caudillo alle vongole fa e disfa a piacimento anche nella Rai di tutti. Lo stesso omuncolo che si scandalizza per il Giornalismo fatto come si deve o per una vignetta di satira, ma plaude a tutte le volgarità e alle piaggerie delle zoccole di tutti i sessi di cui ha infarcito le tv italiote. Una bella parata di nomine di pappagallini ammaestrati, non c’è che dire. La Rai è morta e imbavagliata. Come dico sempre: hanno un cavallo fuori e troppi ASINI dentro! Ma per noi della Rete va benissimo così: per ora siamo liberi di parlare e di informare e cresciamo ogni giorno, proporzionalmente a quanti ogni giorno abbandonano questa tv di merda. Buon pro, Mafiolo!

rai

rai_bavaglio

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Da “Franco”

Amici… ho appena ricevuto una telefonata da un giovane amico, che chiameremo “Franco” e che mi ha chiesto di divulgare pure, ma di tenerlo anonimo. E’ giovane…
Franco mi ha tirato le orecchie, perché dice che sono molto incazzato con tutto e con tutti. Siccome qualche altro amico nei giorni scorsi mi ha fatto un’osservazione del genere; siccome son guarito a 15 anni da una delle malattie ataviche che rovina e attanaglia noi sardi: la permalosità; e siccome non si finisce mai di imparare… mi sento in dovere e in diritto di chiarire alcuni punti.
a) io NON sono incazzato con tutto e con tutti. Sono incazzato con le persone da poco che, con la loro stupidità e con la loro ignoranza, costringono TUTTI a sopportare le atrocità di questo regime.
b) sono incazzato coi caporioni della sinistra, sia regionale che nazionale, ché con la loro stupidità e con la loro arroganza, ci costringono TUTTI (tutti noi soprattutto – CHE SIAMO LA MAGGIORANZA DEL PAESE E DEI SARDI ) a sopportare le nefandezze di questo regime; la sua arretratezza liberale e culturale; la sua disonestà congenita e le sue porcate diffuse.
c) io sono un idealista e ormai, a 62 anni, non posso e NON VOGLIO cambiare. Non ho nemmeno una multa per divieto di sosta e ho perso miliardi su miliardi di lire per aiutare il prossimo, per aiutare i giovani sardi, per aver rifiutato film di merda o spettacolini-rapina nelle discoteche o programmi insulsi nelle tv, che non avrebbero portato nessun lustro all’immagine dei sardi né alla mia carriera, ma solo… soldi. Questo, secondo me, mi dà diritto di dire la mia sulle cose che reputo sbagliate e sulle persone disoneste e anche su quelle stupide.
d) Io amo la vita e il mio prossimo. Sorrido e strappo sorrisi a tutti coloro che mi incontrano (tranne agli stupidi, appunto). Non drammatizzo mai e NON faccio mai questioni personali: nemmeno con burlesquoni… che pure ha rovinato la mia vita, la vita della mia famiglia e dei miei amici, e mi deve oltre trecento milioni di euro. Semplicemente aborro quello che questo viscido verme sta facendo all’Italia e agli italiani. Soprattutto a coloro che credono alle sue minchiate e ai suoi stupidi slogan e LO VOTANO in buonafede! Mi fa schifo lui e quello che rappresenta.
e) Infine, cari amici, dato che non mi permettono di fare i miei mestieri (che ho impiegato quasi 50 anni ad imparare così bene e coi migliori Maestri del mondo), cerco di essere caparbiamente utile almeno alla mia Terra e alla mia gente. Anche contro la volontà dei presunti potenti e contro quella delle scimmiette che non si rendono conto di essere strumentalizzate. Come? Informando, divulgando, cazzeggiando (per non tediare). INFORMANDO. COMBATTENDO. INFORMANDO. INFORMANDO e INFORMANDO.

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