“Punire i corrotti oggi è più difficile”. Colpa di una legge ad personam per B.

La Corte dei conti: “Più difficile perseguire i corrotti”. Colpa di una legge ad personam

All’inaugurazione dell’anno giudiziario, il procuratore regionale della Lombardia Antonio Caruso sottolinea gli effetti del “lodo” presentato nel 2009 dal parlamentare del Pdl Maurizio Bernardo. Che limita drasticamente la possibilità di chiedere i danni d’immagine ai funzionari pubblici infedeli

Il deputato del Pdl Maurizio Bernardo

In tempi di crisi, riprendersi i soldi dei corrotti sarebbe ancora più utile al bilancio dello Stato. Invece “la tutela dei fenomeni corruttivi o concussivi è obiettivamente rallentata”. Lo scrive il Procuratore regionale della Corte dei conti per la
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Burlesquoni per i posteri sarà solo sfascio, devastazione, corruzione, ridicolo e leggi ad personam.

L’irresponsabilità genetica del Pdl

di Maria Novella Oppo

Singolare accoppiata a Ballarò: seduti entrambi alla destra rispetto agli spettatori, c’erano Maurizio Lupi e Anna Maria Bernini, tutti e due del Pdl. Si vede che nessun leghista era disponibile a metterci la faccia, nel giorno del tracollo. Lupi, all’inizio, appariva leggermente meno molesto del solito, ma poi si è messo a urlare contro l’ex presidente della Confindustria Luigi Abete, pretendendo di accollargli la responsabilità del debito pubblico italiano. Perché la caratteristica più singolare di questa generazione berlusconiana, è che non si attribuisce la responsabilità di niente: le colpe sono tutte degli altri, dei governi precedenti, del resto del mondo, se non addirittura della minoranza. Del resto, benché siano al potere da tempi insopportabili per il Paese, non hanno fatto niente, se non votare leggi ad personam, intrecciare politica e affari, dossieraggi e ricatti, festini e intrallazzi. Una irresponsabilità genetica da cui nasce pure il titolo del Giornale, «Maledettissima Grecia», rigurgito dell’infame «spezzeremo le reni alla Grecia».

b.cristo1

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Il delinquente insiste con le leggi ad personam. Ma chi gliele vota ora?

Palazzo Chigi punta sulla prescrizione breve
“Ma con il Colle ora c’è un’incognita in più”

Paniz guida i falchi: faremo anche la legge sulle intercettazioni. Berlusconi avrebbe confidato a Ghedini e Alfano: “Lo so d’ora in poi è tutto più difficile”

°°° E’ vomitevole sentire i suoi servi che si spacciano per parlamentari e senatori o ministri che insistono con la litania “Un capo di governo non può stare dietro ai processi”. GIUSTO! Nei paesi civili, in tutti, un capo di governo appena sfiorato da un sospetto anche minimo SI DIMETTE IMMEDIATAMENTE. E se è rinviato a giudizio, si dimette e affronta i processi. Poi, se assolto, può anche tornare a far politica. Non si è mai visto un delinquente che entra in politica coi soldi delle mafie, si compra un partito finto e i voti, solo per evitare la galera e per devastare lo Stato e le Istituzioni con una marea di leggi porcata a favore delle mafie e delle cricche.

b.gangster

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Le leggi ad personam per Berlusconi CI COSTANO 2,2 miliardi

Eduardo Di Blasi

Ecco il conto delle leggi ad personam
per Berlusconi: 2,2 miliardi

L’Italia dei valori ha calcolato la spesa di dieci anni di provvedimenti a favore del premier. Un’ora di lavoro al Senato? Fa un milione e 400 mila euro. Alla Camera un milione e 800mila euro

Quanto sono costate le leggi “ad personam” che il Parlamento ha cucito addosso al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in questi anni? Un calcolo complessivo è praticamente impossibile da fare. Ma per i soli lavori parlamentari, vale a dire per le sole ore impiegate da deputati e senatori in commissione e in aula per discutere di “ex Cirielli” o di “Lodo Alfano” lungo i tornanti del decennio 2001-2011, un calcolo si può fare.
Uno l’ha fatto l’Idv e l’ha presentato ieri alla Camera con Antonio Di Pietro, Felice Belisario e Antonio Borghesi. Lo studio ci informa che la spesa è stata esorbitante: due miliardi e 259 milioni di euro per i soli dieci provvedimenti che riguardano i guai di Berlusconi con la giustizia e il conflitto di interessi diretto.

Per ottenere la cifra, si è partiti dalle ore che Camera e Senato hanno dedicato alla discussione di questi provvedimenti: a Montecitorio, tra aula e commissioni, se ne è parlato per 731 ore e mezza (praticamente un mese intero in dieci anni contando giorno e notte). A Palazzo Madama per 629,23. I numeri, tratti dalle banche dati delle due assemblee sono considerevoli. si pensi che in un anno l’aula di Montecitorio si riunisce approssimativamente per 760 ore e quella del Senato per circa 500. Ma come fare a sapere quanto “costa” un’ora di lavoro alla Camera o al Senato?

Il vicepresidente del gruppo Idv a Montecitorio Borghesi ha pensato di ricavarlo attraverso un calcolo. Ha diviso le ore complessive di seduta dell’ultimo biennio per il costo di ciascuna Camera. E ha ottenuto un dato (ripulito dai soldi dei rimborsi ai partiti che alla fine non ricadono sul funzionamento del lavoro d’aula o di commissione) che è di 1.859.447 euro per Montecitorio e di 1.428.045 per Palazzo Madama. La cifra, già di per sé sorprendente (oltre un milione di euro solo per un’ora di lavoro), è stata via via moltiplicata per i dieci provvedimenti presi in esame: quelli che servivano solo ed unicamente al premier.

Vediamone il dettaglio. Per la prima legge blocca rogatorie (la 367 del 2001) che provò a coprire i movimenti sui conti svizzeri tra Cesare Previti e il giudice Renato Squillante, Camera e Senato hanno lavorato 69,55 ore. La spesa calcolata è stata di 114 milioni di euro e spicci.

Sono stati invece di oltre 363 milioni i costi per approvare in 218 ore di lavoro il legittimo sospetto (la legge 248 del 2002) che permette di chiedere la ricusazione del giudice nel caso la difesa sollevi sospetti sull’imparzialità dello stesso.

Viene poi il tempo dei “lodi” per evitare che vadano a processo le cinque più alte cariche dello Stato. Il Lodo Schifani (legge 140 del 2003, che la Consulta dichiarò incostituzionale l’anno seguente) ha impegnato il parlamento per 103,58 ore, con una spesa di quasi 178 milioni investita in nulla. Alla serie della fuga dai processi per questa via, appartiene anche il Lodo Alfano (legge 124 del 2008). Il Parlamento ne discusse per 36,17 ore, buttando a mare circa 61 milioni di euro prima che la Consulta lo impallinasse nuovamente nel 2009. Stessa sorte per il Legittimo impedimento (legge 51 del 7 aprile 2010) che dopo 59,48 ore di lavoro e quasi cento milioni di spesa, è finito menomato sempre dai giudici costituzionali mesi dopo. Adesso al Senato si discute il Lodo Alfano Costituzionale: non è ancora legge, ma è già costato il lavoro di 30,35 ore per 43 milioni di spesa.

Sempre sul tema la ex Cirielli che riduce i termini della prescrizione (la 251 del 2005) è stata dibattuta per 149 ore: il conto è di 242 milioni di euro circa. La legge Pecorella, invece, che rendeva inappellabili le sentenze di proscioglimento (anche questa, la 46 del 2006, fu azzoppata dalla Corte Costituzionale nel 2007), contemplò un impiego di 107 ore: 178 milioni.

C’è poi il capitolo Gasparri. La legge che porta il suo nome (la 112 del 2004) serviva a “risistemare” il sistema radiotelevisivo: fu discussa per 542 ore, una spesa di 924 milioni. Lo stesso si cimentò poi sul processo breve. La norma deve ancora ripassare dal Senato, ma per adesso ha visto deputati e senatori discuterne per 143 ore (235 milioni di spesa). Il conto “di un’epoca che sta per finire”, per dirla con Di Pietro, buca i due miliardi di euro. E non sono state conteggiate, per scelta, altre leggi che hanno fatto bene a Berlusconi e al suo conflitto di interessi, come la cancellazione dell’imposta di successione, il decreto salva-calcio, il condono fiscale del 2003, la Salva Rete 4, le due finanziarie (2004 e 2005) che contenevano norme sul digitale terrestre in grado di favorire l’impresa di un decoder prodotto da una ditta che faceva capo a suo fratello, Paolo Berlusconi, l’estensione del condono edilizio, la previdenza integrativa individuale allargata al ramo assicurativo.

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Napolitano è pronto a dire basta alle stronzate e alle leggi di B. MEGLIO TARDI CHE MAI.

Napolitano pronto a intervenire
contro le leggi ad personam

Il premier continua la sua offensiva contro Fini e contro i giudici, ma il Colle potrebbe presto intervenire con qualcosa di più di un monito. Pdl preoccupato per la possibilità che il Quirinale agisca direttamente nel dibattito su “processo breve” e “processo lunghissimo”.

La misura è stata da tempo superata, ma questa continua escalation di attacchi di Berlusconi alla magistratura in una campagna elettorale sempre più infuocata, hanno convinto il Capo dello Stato del fatto che è venuto il momento d’intervenire. E dire basta. La doccia scozzese delle continue intemerate berlusconiane, una volta contro i magistrati, un’altra contro Fini, un’altra ancora contro la scuola pubblica, rischiano di far degenerare un clima già fin troppo pesante. Napolitano teme il peggio. Di qui la decisione di intervenire. E anche in tempi brevi, forse addirittura questa

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Pd, ecco una squadra a caccia di leggi ad personam°°° Ora che i buoi sono scappati?

Pd, ecco una squadra
a caccia di leggi ad personam

L’organismo dovrà scovare norme, atti governativi, progetti di legge o emendamenti che possano favorire la corruzione, conflitti d’interesse e altre nefandezze.

°°° Ecco, magari potevavo pensarci anche tre anni fa e magari qualcuna potevano anche non farla passare, col loro voto o con le loro assenze. Chiudere la stalla ora mi sembra una grande stronzata. Ma meglio tardi che mai.

MINISTRI  PUPAZZI

la_russa_stramilano

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Insomma, il delinquente Berlusconi Silvio -grazie alle leggi ad personam – continua a scappare dai processi…

Mediatrade: Berlusconi al G8, istanza legittimo impedimento

MILANO – Un’istanza di legittimo impedimento e’ stata depositata dai legali di Silvio Berlusconi per l’udienza preliminare relativa alla vicenda Mediatrade che si aprira’ giovedi’ prossimo a Milano. Il premier e’ infatti impegnato al G8 in Canada e dovrebbe rientrare in Italia il 4 luglio. (RCD)

b.manette

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Berlusconi continua a speculare con le leggi ad personam

Il piano-casa del Cavaliere
Nuovi bungalow a Villa Certosa

La richiesta, fatta una settimana fa dalla società immobiliare Idra, è tra le 22 pervenute alla regione Sardegna. Vuole costuire spazi abitabili lontani dal corpo centrale. Sfruttando le opportunità della normativa approvata dal governo.

°°° Come volevasi dimostrare, il malavitoso Silvio Berlusconi continua a farsi le leggi per cazzi suoi. Ora che stiamo per mandarlo a cagare vuole accumulare il più possibile. Spero che la sinistra dica chiaramente che TUTTE queste leggi PORCATA verranno cassate immediatamente e che vengano  fatte NUOVE  leggi occidentali retroattive: che permettano  anche di recuperare almeno una parte del maltolto, cominciando dalle frequenze tv.

Solo così avranno il mio voto.

b-croce

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