Comunità montane, altra mangiatoia per inutili trombati.

Non esistono più, ma le paghiamo
lo spreco delle Comunità montane

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/inchiesta-italiana/2012/05/17/news/una_montagna_di_sprechi-34857827/

°°°Ho conosciuto un paio di presidenti di questi enti inutili, due cialtroni rubagalline dalle parti di Oristano. Dicevano “se avrei” e si facevano case nuove o compravano palazzetti antichi coi nostri soldi, sotto gli occhi di tutti. Quante posizioni sociali ed economiche di merdine inutili abbiamo foraggiato coi nostri soldi!

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cossu e zara, ora, a trecento metri da casa mia, ci sono due merdine che spacciano testi miei per roba loro.

Questa coppia patetica e ridicola veniva in ginocchio a casa mia, quando abitavo a Oristano, per chiedere una mano. GRATIS. L’ho sempre fatto, ma di mia sponte. Questi sono danarosi: hanno imbrogliato un sacco di gente per 20 anni! Però io sono un coglione generoso e quindi ho deciso di aiutarli. In 15 anni non riuscivano nemmeno a fare seratine nelle pizzerie. Scroccavanmo qualche marchetta estiva a due lire, ma la gente si infastidiva e non gli chiamavano più. Morale… scrivo dei testi, invento dei personaggi, gli faccio la regia (tutto documentato dalle date dei testi sul mio PC e da numerosi testimoni ache assistevano alle MIE  sedute di lavoro), insomma, ero alla fine dell’opera. Giusto per dimostrare a mia moglie che non ero proprio fesso del tutto…   Un giorno mi chiamano e mi chiedono se potevo riceverli di martedì. “Certo, faccio io, portatemi una stecca delle mie sigarette. “Notate che, oltre a lavorare per loro GRATIS, quando un testo e una regia non costano meno di 100 mila euro ANTICIPATI (dato che io metto a disposizione il mio nome, il mio talento, la mia esperienza, e tu col MIO lavoro ci campi decine di anni…), oltre a spendermi per questi due guittacci, dicevo, li invitavo sempre a pranzo e… a casa mia si mangia e si beve solo roba di eccellenza… queste merdine vengono con la stecca di sigarette, si scofanano con la mia cucina, si fottono il copione terminato e… spariscono. Io li dimentico subito: altri devastati mentali che si credono furbi e credono di avermi preso per il culo… i cimiteri sono pieni di questa marmaglia, da nord a sud. Dopo qualche mese, decido di depositare alcuni di copioni e… la Siae me ne respinge uno: quello che avevo scritto per queste due merdine! “L’ha già depositato a nome suo un certo cossu” mi dice la funzionaria. CAPITO?

PREFERISCO LE ALTRE MERDINE NAZIONALI E REGIONALI CHE MI COPIANO I TESTI, MA ALMENO NON CERCANO DI DEPOSITARLI A NOME LORO, SAPENDO BENISSIMO  DI RUBARE!

Un amico mi dice: denunciali immediatamente; un altro: pestali, altri due: li pesto io. Vado a Sant’Antioco (dove abitano e imbrogliano con scuole truffaldine e concorsi di ragazzini) e li piglio a calci per due giorni finché non cagano i TUOI SOLDI!

Ma lasciate perdere.  Grazie a me, hanno fatto centinaia di seratine, sono stati a Rai2, a Zelig off, in alcuni videocitofoni locali, ecc. Tutte cose che nemmeno sotto peyote si sarebbero mai immaginati. E ora sono qui a due passi, meno male che nemmeno qui se li caga nessuno…

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IL REGIME A UN PASSO DAL BARATRO

Il premier e i consigli per gli acquisti
di MASSIMO GIANNINI

“Non date pubblicità ai media che cantano ogni giorno la canzone del pessimismo”. Questa, dunque, è la “dottrina Berlusconi” sul libero mercato. Questi sono i “consigli per gli acquisti” che l’Imprenditore d’Italia impartisce ai suoi “colleghi”. L’uomo che sognava di essere la Thatcher, che si celebrava come “l’unico alfiere dell’economia liberale” nel ’94 e come “il vero missionario della tv commerciale in Europa” nel ’96, oggi concepisce così i rapporti tra produttori, clienti ed utenti. Non un contratto. Neanche un baratto. Piuttosto un ricatto.

Le parole pronunciate dal presidente del Consiglio dal palco confindustriale di Santa Margherita Ligure sono un ulteriore, drammatico esempio dei tanti “virus letali” che si stanno inoculando nelle vene di questo Paese. è un problema gigantesco, che chiama in causa sia chi produce quei virus (il presidente del Consiglio) sia chi li subisce (l’establishment politico-economico).
L’infezione promana direttamente dal capo del governo, dalla sua visione del potere, dalla concezione tecnicamente “totalitaria” delle sue funzioni. Proprio lui, che dovrebbe essere il primo a conoscere e difendere le ragioni del mercato, le umilia e le distrugge in nome di un interesse politico superiore: il suo. Il ragionamento fatto ai giovani industriali è agghiacciante: “Bisognerebbe non avere ogni giorno una sinistra e dei media che cantano la canzone del pessimismo. Anche voi dovreste fare di più: non dovreste dare pubblicità a chi adotta questi comportamenti”. Nell’ottica distorta del Cavaliere, la pubblicità non è più uno strumento da impiegare liberamente nella competizione economica: non si distribuisce più in base all’utilità del mezzo, all’efficacia del messaggio e alla profittabilità dell’investimento. Diventa invece un’arma da usare selettivamente nella battaglia politica: si distribuisce, a prescindere dall’efficacia del messaggio e dalla profittabilità dell’investimento, solo in base alla “fedeltà” del mezzo. Il presidente del Consiglio chiede agli imprenditori una sostanziale alterazione delle regole del mercato, con l’unico scopo di punire chi non è d’accordo con la politica del suo governo.

Il paradosso è che a sostenere questa tesi sia il capo del governo, che è al tempo stesso proprietario di Mediaset (e dunque di una delle maggiori concessionarie italiane) e azionista (attraverso il Tesoro) delle principali aziende pubbliche o semi-pubbliche del Paese. Come si regoleranno i dirigenti di Publitalia, nel distribuire le campagne pubblicitarie sulle radio e le televisioni? E come si regoleranno i manager di Eni, Enel, Finmeccanica, Poste, nel distribuire le loro campagne pubblicitarie sui quotidiani e i settimanali? Sarà interessante verificarlo, di qui ai prossimi mesi.

L’infezione inquina progressivamente il corpo della società italiana, delle classi dirigenti, delle istituzioni di garanzia. Una parola sugli imprenditori, innanzi tutto. Ancora una volta, bisogna constatare con rammarico che quando il Cavaliere ha lanciato il suo ennesimo anatema, dai giovani e dagli “anziani” di Confindustria non solo non si sono levate proteste, ma viceversa sono arrivati addirittura gli applausi. Eppure, per chi fa impresa e combatte ogni giorno sui fronti più esposti della concorrenza, le aberrazioni berlusconiane non dovrebbero trovare diritto di cittadinanza, in un convegno della più importante associazione della cosiddetta “borghesia produttiva”.

Se esistesse davvero, una classe dirigente responsabile e consapevole del suo ruolo dovrebbe reagire, cacciando il mercante dal tempio. Invece tace, o addirittura condivide. E non solo nei saloni di Santa Margherita Ligure. Poche ore più tardi, nella notte di Portofino, il Cavaliere ha cenato con due alti esponenti del gotha confindustriale. Marco Tronchetti Provera (presidente di Pirelli ed ex azionista di riferimento di Telecom) e Roberto Poli (presidente dell’Eni) erano al suo fianco, mentre il premier smentiva la smentita dei suoi uffici di Palazzo Chigi, e confermava che con quell’intemerata sulla pubblicità ce l’aveva proprio con i giornali “nemici”, e in particolare con “Repubblica”.
Ebbene, anche in quella occasione nessun distinguo, nessuna presa di distanza da parte di chi dovrebbe preferire le leggi mercatiste di Schumpeter a quelle caudilliste di Berlusconi.

Ma una parola va spesa anche sulle cosiddette Autorità amministrative indipendenti, chiamate a tutelare la concorrenza, e sulla cosiddetta libera stampa, chiamata a difendere il diritto all’informazione. Solo in un Paese in cui si stanno pericolosamente snaturando i meccanismi di “check and balance” può accadere che di fronte a certe nefandezze ideologiche non ci siano organi di vigilanza capaci di fare semplicemente il proprio dovere. L’Antitrust non ha nulla da dire, sulla pretesa berlusconiana di riscrivere le regole del mercato pubblicitario con criteri di pura convenienza politica? E il giornale edito dalla Confindustria non ha nulla da dire, sul tentativo berlusconiano di condizionare le scelte commerciali dei suoi azionisti?
Domina il silenzio-assenso, nell’Italia berlusconizzata. Tutto si accetta, tutto si tollera. Anche un mercato schiaffeggiato dalla mano pesante del Cavaliere, invece che regolato dalla mano invisibile di Adam Smith.

°°° Orripilante. Abbiamo una classe industriale di incapaci, di servi, ladri ed evasori fiscali. A queste merdine va benissimo un bandito al potere: ruba lui, rubiamo tutti. Alè!

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LE PERICOLOSE EVOLUZIONI DI MAFIOLO

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Idioti impotenti e pericolosi

EMERGENZA IMMIGRATI
L’Onu replica a La Russa

E Fini: no a scontri elettorali

14:55 POLITICA L’Alto commissariato per i rifugiati reagisce al ministro: «Attacchi inaccettabili. Fiducia nella Boldrini, andremo avanti». Ma il ministro non molla: «Sbagliano». Il Pd: «Ottusità». Nuovo richiamo del presidente della Camera

°°° E poi sono io che esagero… Questi dementi, ragazzi, sono pericolosi: si stanno mettendo e CI stanno mettendo contro tutto il mondo civile! Queste merdine inutili – CHE HANNO CREATO IL PROBLEMA CON QUELLA STRONZATA DELLA BOSSI-FINI – sono ancora al far west… “ARRIVANO I NOSTRI?!” MA QUALI? mA DOVE, se non hanno nemmeno le divise, le scarpe, e la benzina?!!! Queste sono quelle merde che ti aspettano fuori dal saloon e ti sparano al buio, alle spalle!

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