Il fascismo dell’ “amico” Putin

Mosca, Gay Pride impedito
con la forza: 83 arresti

Anche quest’anno il sindaco vieta il corteo dell’«orgoglio omosessuale». Scontri tra teste di cuoio e manifestanti. I radicali sfidano Berlusconi, in visita nella capitale russa, a intervenire in difesa degli omosessuali.

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La religione fa malissimo!

Russia: prete stermina famiglia e si suicida

29 Aprile 2009 23:18 ESTERI

MOSCA – Un prete ortodosso, da tempo sofferente di disturbi psichici, ha ucciso a colpi d’arma da fuoco moglie e figlio e poi si e’ tolto la vita: e’ successo ieri notte a Rostov sul Don, nel sud-ovest della Russia. Due notti fa, nella capitale Mosca, un’episodio simile: un poliziotto ha ucciso tre persone con la pistola e poi si e’ suicidato. (Agr)

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Speriamo bene

D’Alia sarà cancellato. E nasce la lobby dei deputati digitali

Due appuntamenti internet per i deputati in questo martedì di diluvio romano. Prima con il voto che dovrebbe portare alla cancellazione dell’articolo 50 bis del decreto sicurezza, che ha avuto origine in senato all’inizio di Febbraio, con la presentazione dell’ormai famigerato “emendamento D’Alia” (Repressione di attività di apologia o istigazione a delinquere compiuta a mezzo internet). In secondo luogo con la costituzione di “Intergruppo Parlamentare 2.0″, associazione di deputati e senatori che, presentata a Monte Citorio, con tanto di dichiarazione dei promotori, ha lanciato ieri la sua intenzione di aumentare il tasso di cultura digitale del parlamento italiano.

“L’emendamento della censura”
In serata arrivano in votazione gli emendamenti soppressivi del testo D’Alia che, ad opera del senatore Udc, prevedeva la facolta per il governo di chiudere, su segnalazione della magistratura, i siti o le piattaforme che ospitino affermazioni o contenuti che integrino un ampio arco di fattispecie riconducibili all’apologia di reato. Un testo criticato da più parti per le sua vaghezza, le sue evidenti ricadute censorie oltre che per la totale ignoranza delle modalità tecniche implicate nell’operazione eventualmente disposta dal governo, modalità che creerebbero catene di responsabilità di tipo “cinese”.

Sebbene al senato sia stato approvato da una maggioranza schiacciante, formata da Pdl e Udc, ora gli emendamenti che chiedono l’eliminazione di quell’articolo sono due. Uno del Pdl (presentatori Cassinelli e Mannucci) e uno del Partito Democratico con la firma di un grande numero di deputati. In passato anche Antonio Di Pietro è stato durissimo su quel testo e c’è quindi da immaginare che l’Italia dei valori dia una mano ad eliminarlo. Secondo fonti della maggioranza, la proposta soppressiva potrebbe partire dallo stesso governo. Al meglio non c’è limite…

Un parlamento rinsavito?
Meglio non essere ottimisti, ma forse c’è anche la mano dei dodici che ieri hanno costituito Intergruppo 2.0, organismo che ha un blog e che ieri è stato presentato con grande enfasi alla Camera. L’elenco dei promotori è breve e doveroso (i link, collegati al nome, sono quelli forniti dai deputati in sede di presentazione). Per il Pd: Paola Concia, Sandro Gozi, Alessia Mosca , Vinicio Peluffo, Federica Mogherini Rebesani, il radicale eletto-pd Matteo Mecacci e il senatore Vincenzo Vita, fresco di presentazione del disegno di legge sulla neutralità delle rete. Per il Pdl: il benemerito Roberto Cassinelli, primo presentatore (nel tempo) di un testo anti-D’Alia, Nicola Formichella, Beatrice Lorenzin (un carnivoro tra vegetariani: è colei che ha chiesto “l’impedimento di accesso” ai siti contenenti istigazione alla bulimia e all’anoressia. E allora perché sta nell’Intergruppo?) , il leghista Massimiliano Fedriga. Infine Pierfelice Zazzera (Idv).

Come che sia, questo gruppo sembra perlomeno “digitalmente alfabetizzato”. Farà audizioni “on line”, non ha ancora un’agenda, ma sembra avere tutta l’intenzione di costruirsela. E’ ben consapevole che dovrà fare lavoro di missione all’interno delle sue stesse fila, visto che l’ignoranza digitale è patrimonio solido e diffuso della rappresentanza politica italiana. Infine, e non guasta, sono tutti abbastanza giovani.

Formichella (Pdl) si è spinto a dire che nel caso Down-YouTube (il video sull’abuso fisico ai danni di un minore disabile, filmato dai suoi stessi assalitori e messo on line), per i quali a Milano sono a processo dirigenti di Google, non ci sono responsabilità dei gestori.” L’unica responsabilità è di chi i contenuti li pubblica” ha detto. E’ un elementare principio da stato di diritto ma non pare avere molti consensi tra i politici italiani.

Ne viene a riprova l’aneddoto raccontato dalla democratica Mogherini Rebesani, che di recente è rimasta assente dalla camera per malattia. Sul suo blog qualcuno le ha contestato la mancata presenza in aula e lei ha potuto chiarire che era malata. “Una volta tornata in aula – racconta – i colleghi mi hanno dato solidarietà. Ma non per la malattia, bensì per l’inaudito attacco subito sul blog”. E va be’…

Era ora
Inutile dire “era ora”. Semmai la domanda da fare ai nuovi associati è “perché siete così pochi?” e cosa intendete fare anche al di fuori della camera. Le domande, per oggi, non gliele abbiamo fatte, ma ce ne sono alcune che urgono: la rete è sotto attacco, non solo da parte dei D’Alia, ma anche dei potenti “doganieri” delle Telco, che stanno per far passare una direttiva europea devastante per l’accesso paritario alle diverse applicazioni e dati. Ne parla Repubblica.it.

Gli effetti della direttiva Telecoms Package potrebbero essere devastanti. Il problema è sempre lo stesso: la cultura dell’establishment che, nell’interesse solido di aziende Telco, televisive, musicali e magari editoriali, sogna di far rientrare il dentrificio nell’astuccio o il genio nella bottiglia.Ma la bottiglia è rotta. Per sempre.

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Fatemi capire…

Non vanno più di moda i pitbull che sbranano i bambini, le rapine nelle ville, gli stupri dei rumeni e i furti dei Rom… Cosa va di moda ora? LA FEBBRE SUINA. Un terribile virus che si propaga dal Messico e che in Russia (sentito ora a Vesti, il Tg uno di Mosca) chiamano California. Ora… io sono un sempliciotto e non so niente, ma le case farmaceutiche che dominano il mondo e molti governi (a cominciare dal nostro pieno di corrotti e corruttori), hanno già pronti miliardi di vaccini da vendere ai governi stessi… Se silvio berlusconi compra i suoi voti anche a 50 euro, dalla stessa gentucola decerebrata che LUI STESSO ha messo in ginocchio… quanto costa un farabutto che inocula il virus in qualche maiale messicano?

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A quei tempi…

A quei tempi, facevo il cameriere al Regina & Metropole di piazza della Scala a Milano. La padrona razzista mi faceva dormire coi suoi barboncini (tutto vero). Qualche tempo dopo, visto che i clienti – dagli artisti del Bolshoji di Mosca a Federico Fellini e Rudoph Nurejev – volevano essere serviti soltanto da me, mi trasferì in una suite di tre metri per due. Ma non ero solo: avevo un compagno di stanza piccolo come i barboncini, ma molto più vecchio, molto più stronzo e fastidioso, si chiamava silvio berlusconi. Lui non poteva fare il cameriere; ci aveva provato, ma sbatteva continuamente la fronte inutilmente spaziosa contro gli spigoli dei tavoli. E non li chiamava mai col loro nome: “spigolo”… macché, li chiamava nei modi più strani: porcoddio! porcaputtana! cribbio! ecc.
La padrona l’aveva messo a pelare patate e a vuotare le pattumiere (quest’ultima cosa gli è servita molto come esperienza per insozzare Napoli, molti anni dopo). Ma anche lì era una frana: si tagliava continuamente le dita e si affettava il petto col pelapatate o cadeva nel bidone, nel vicolo dietro le cucine, o si metteva a litigare coi gattacci randagi… che era tutti più alti, più forti, più bastardi e intelligenti di lui. E anche lì si sentivano le sue imprecazioni: porcoddio! porcaputtana! cribbio! ecc. La padrona decise di metterlo a guardare le pattane delle macchine dei clienti al parcheggio riservato. Dato che più in alto non arrivava. Ma si fece una grande esperienza in pattane, che più tardi gli è servita per riconoscerle subito e ne ha fatte addirittura alcune ministre e sottosegretarie. Una sera, arriva un bel signore molto distinto ed elegante: pieno di cicatrici e sgarri sul viso, tatuaggi anche sulla fronte e anelli, collane, e bracciali pesanti come incudini, che si affezionò all’omuncolo triste e lo invitò a casa sua per l’indomani. Naturalmente, la padrona, che era nobile ma non troppo ricca, ci teneva al buon nome e all’immagine dell’albergo a cinque stelle e quindi ordinò al maitre di accompagnare questo cliente indesiderato alla porta. Squalificava il Regina & Metropole. Quello, che si chiamava Stefano Bontade, sparò immediatamente al maitre e sciolse nell’acido la contessa. Poi si sedette e, mentre cenava, fece portare dai suoi picciotti il notaio della famiglia della defunta e si fece fare il passaggio di proprietà, in cambio di un limoncello. Ci sapeva fare con gli affari. Tutta la scena, venne seguita da un testone che appariva e scompariva dalla finestra accanto al tavolo del signor Bontade: era Silvio che saltellava, dato che non arrivava nemmeno al vetro. La nostra ultima notte insieme , nella cameretta di tre metri per due, fu una tragedia. Lui era preoccupatissimo per l’incontro della sua vita e non sapeva che parrucchino indossare l’indomani per andare da quesl signorone di Bontade. Dalle undici alle tre del mattino non fece che passeggiare nervosamente sotto il suo lettino. Avevamo chiuso prima il ristorante per via del fatto di sangue che era successo. Alle tre, Silvio, che aveva visto “la luce” e sapeva di non dover tornare più a guardare pattane, decise che ERA IL SUO MOMENTO e che si sarebbe potuto trombare l’Elvira, la guardarobiera del ristorante. Elvira dormiva a due porte da noi ed aveva una stanza molto più grande della nostra: quattro metri per tre… dato che era alta quasi un metro e ottanta e aveva un letto fatto su misura. Silvio si sputò sulle mani, si aggiustò il parrucchino, e partì. Per curiosità lo seguii, non visto: era già allora un gran cazzaro e non volevo che mi raccontasse storie, l’indomani mattina. L’Elvira era alta e ben fatta e piaceva anche a me, tant’è che avevo praticato un buco nella porta della sua camera… ehm, ebbene sì, ogni tanto la spiavo. Avevo quindici anni e spesso dovevo dare una mano a un disoccupato… anche se sapevo di rischiare la vista. In breve, Silvio entrò senza bussare e mormorò qualcosa che non riuscii a percepire. Vidi Elvira che si alzava e lo minacciava con un dito: “Va bene. Dormi pure qui, ma non sbirciare e non metterti delle idee in testa, o ti piglio per i piedi, ti metto a testa in giù, ti sbatto sul pavimento e ti scoppio come una lampadina. T’è capì?!” Detto questo, l’Elvirona allungò un braccio e liberò un lettino a scomparsa per metterlo a disposizione dell’ospite inatteso. La branda di truciolare pesantissimo si abbattè come un caterpillar sul testone del povero Silvio. Si accasciò immediatamente, ingoiando un “porcoddi…” e di lui si perse ogni traccia, fino a un ventinaio di anni fa. Riapparve più rintronato che mai, ma questa è un’altra storia.

b-cazzaro

L’OMUNCOLO CON L’ELVIRA:

grande-grande

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Cancellato Mafiolo dai comunisti!

Il settimanale russo The Moscow News ha applicato un metodo molto in voga ai tempi dell’Unione Sovietica: la censura fotografica. Nella foto pubblicata in prima pagina e’ stato cancellata l’immagine di Silvio Berlusconi che ha girato il mondo in versione originale e che ritraeva un sorridente Silvio tra Obama e Medvedev e sopra Hu Jintao.

°°° Ma porca zozza! Lo schifano persino i suoi amici comunisti!

moscow

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