Isolani? NO, ISOLATI SIAMO! Flotta sarda chiude, fino a quando? E vogliono il turismo!

Questo comportamento, avvallato dalla regione automa (fa tutto quello che vuole silvio), la dice lunga sulle “strategie” turistiche e di continuità territoriale di questi quattro cialtroni. Lo possono fare perché i sardi dormono. Si appassionano leggermente per la sorte di poche decine di lavoratori disperati, ma se ne fottono del danno incalcolabile sofferto da un milione e seicentomila cittadini. Isolani? NO, ISOLATI SIAMO! Lo ripeto da 45 anni, ma non è servito a molto.

L’ennesima presa per il culo

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Una presa per culo

L’Aquila riapre il suo centro storico (La Stampa)

I vigili del fuoco accompagnano
i cittadini fino a piazza Duomo.
Questa sera la città verrà richiusa
L’AQUILA
aquila_chiesa01g

A due mesi e mezzo dal terremoto, oggi per la prima volta, e solo per poche ore e un breve tratto, è aperto il centro storico dell’Aquila, nel corridoio dalla villa comunale a Piazza Duono. I cittadini, a gruppi di 50 ciascuno, vengono accompagnati dai vigili del fuoco fino alla piazza principale lungo il rettilineo di Corso Vittorio Emanuele. La riapertura – dalle 11 alle 22 – è avvenuta alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta.

Al suo arrivo, attorno al varco d’ingresso, vi erano circa duecento persone: alcune hanno applaudito, altre fischiato e si è sentito anche qualche imprecazione nei confronti della classe politica. Durante il tragitto Letta ha dichiarato: «Si tratta di una giornata importante. L’Aquila deve tornare a volare. Quello odierno è un segnale di rinascita per ridare fiducia e speranza».

Il prossimo obiettivo della Protezione civile è quello di riaprire una parte di via XX Settembre, in particolare quella che va dalla Casa dello Studente alla tendopoli di piazza d’Armi, mentre per il tratto di strada che va verso il centro storico, dove le lesioni sono maggiori, serviranno altri interventi di messa in sicurezza.


°°° Praticamente: la solita presa per culo di burlesquoni (che però si è guardato bene dal presentarsi). Guardate come siamo bravi, votate per noi. Poi… BLUFF! Tutto finito. Ma che senso ha questa patetica buffonata propagandistica? Che minchia hanno “inaugurato”? IL NULLA! Poi subito si richiude e tutto torna nel silenzio totale dei media. In un paese civile e normale, senza la mafia al potere, TUTTI I TG dedicherebbero almeno dieci minuti al giorno per seguire i cittadini delle tendopoli e l’andamento dei lavori. Qui no. Qui si dedicano i telegiornali alle cazzate del papa e alle minchiate volgari di Papi. Dei cittadiini e della loro tragedia non frega un cazzo al potere mafioso di palazzo Chigi.

berl-pagliaccio5

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

IL REGIME A UN PASSO DAL BARATRO

Il premier e i consigli per gli acquisti
di MASSIMO GIANNINI

“Non date pubblicità ai media che cantano ogni giorno la canzone del pessimismo”. Questa, dunque, è la “dottrina Berlusconi” sul libero mercato. Questi sono i “consigli per gli acquisti” che l’Imprenditore d’Italia impartisce ai suoi “colleghi”. L’uomo che sognava di essere la Thatcher, che si celebrava come “l’unico alfiere dell’economia liberale” nel ’94 e come “il vero missionario della tv commerciale in Europa” nel ’96, oggi concepisce così i rapporti tra produttori, clienti ed utenti. Non un contratto. Neanche un baratto. Piuttosto un ricatto.

Le parole pronunciate dal presidente del Consiglio dal palco confindustriale di Santa Margherita Ligure sono un ulteriore, drammatico esempio dei tanti “virus letali” che si stanno inoculando nelle vene di questo Paese. è un problema gigantesco, che chiama in causa sia chi produce quei virus (il presidente del Consiglio) sia chi li subisce (l’establishment politico-economico).
L’infezione promana direttamente dal capo del governo, dalla sua visione del potere, dalla concezione tecnicamente “totalitaria” delle sue funzioni. Proprio lui, che dovrebbe essere il primo a conoscere e difendere le ragioni del mercato, le umilia e le distrugge in nome di un interesse politico superiore: il suo. Il ragionamento fatto ai giovani industriali è agghiacciante: “Bisognerebbe non avere ogni giorno una sinistra e dei media che cantano la canzone del pessimismo. Anche voi dovreste fare di più: non dovreste dare pubblicità a chi adotta questi comportamenti”. Nell’ottica distorta del Cavaliere, la pubblicità non è più uno strumento da impiegare liberamente nella competizione economica: non si distribuisce più in base all’utilità del mezzo, all’efficacia del messaggio e alla profittabilità dell’investimento. Diventa invece un’arma da usare selettivamente nella battaglia politica: si distribuisce, a prescindere dall’efficacia del messaggio e dalla profittabilità dell’investimento, solo in base alla “fedeltà” del mezzo. Il presidente del Consiglio chiede agli imprenditori una sostanziale alterazione delle regole del mercato, con l’unico scopo di punire chi non è d’accordo con la politica del suo governo.

Il paradosso è che a sostenere questa tesi sia il capo del governo, che è al tempo stesso proprietario di Mediaset (e dunque di una delle maggiori concessionarie italiane) e azionista (attraverso il Tesoro) delle principali aziende pubbliche o semi-pubbliche del Paese. Come si regoleranno i dirigenti di Publitalia, nel distribuire le campagne pubblicitarie sulle radio e le televisioni? E come si regoleranno i manager di Eni, Enel, Finmeccanica, Poste, nel distribuire le loro campagne pubblicitarie sui quotidiani e i settimanali? Sarà interessante verificarlo, di qui ai prossimi mesi.

L’infezione inquina progressivamente il corpo della società italiana, delle classi dirigenti, delle istituzioni di garanzia. Una parola sugli imprenditori, innanzi tutto. Ancora una volta, bisogna constatare con rammarico che quando il Cavaliere ha lanciato il suo ennesimo anatema, dai giovani e dagli “anziani” di Confindustria non solo non si sono levate proteste, ma viceversa sono arrivati addirittura gli applausi. Eppure, per chi fa impresa e combatte ogni giorno sui fronti più esposti della concorrenza, le aberrazioni berlusconiane non dovrebbero trovare diritto di cittadinanza, in un convegno della più importante associazione della cosiddetta “borghesia produttiva”.

Se esistesse davvero, una classe dirigente responsabile e consapevole del suo ruolo dovrebbe reagire, cacciando il mercante dal tempio. Invece tace, o addirittura condivide. E non solo nei saloni di Santa Margherita Ligure. Poche ore più tardi, nella notte di Portofino, il Cavaliere ha cenato con due alti esponenti del gotha confindustriale. Marco Tronchetti Provera (presidente di Pirelli ed ex azionista di riferimento di Telecom) e Roberto Poli (presidente dell’Eni) erano al suo fianco, mentre il premier smentiva la smentita dei suoi uffici di Palazzo Chigi, e confermava che con quell’intemerata sulla pubblicità ce l’aveva proprio con i giornali “nemici”, e in particolare con “Repubblica”.
Ebbene, anche in quella occasione nessun distinguo, nessuna presa di distanza da parte di chi dovrebbe preferire le leggi mercatiste di Schumpeter a quelle caudilliste di Berlusconi.

Ma una parola va spesa anche sulle cosiddette Autorità amministrative indipendenti, chiamate a tutelare la concorrenza, e sulla cosiddetta libera stampa, chiamata a difendere il diritto all’informazione. Solo in un Paese in cui si stanno pericolosamente snaturando i meccanismi di “check and balance” può accadere che di fronte a certe nefandezze ideologiche non ci siano organi di vigilanza capaci di fare semplicemente il proprio dovere. L’Antitrust non ha nulla da dire, sulla pretesa berlusconiana di riscrivere le regole del mercato pubblicitario con criteri di pura convenienza politica? E il giornale edito dalla Confindustria non ha nulla da dire, sul tentativo berlusconiano di condizionare le scelte commerciali dei suoi azionisti?
Domina il silenzio-assenso, nell’Italia berlusconizzata. Tutto si accetta, tutto si tollera. Anche un mercato schiaffeggiato dalla mano pesante del Cavaliere, invece che regolato dalla mano invisibile di Adam Smith.

°°° Orripilante. Abbiamo una classe industriale di incapaci, di servi, ladri ed evasori fiscali. A queste merdine va benissimo un bandito al potere: ruba lui, rubiamo tutti. Alè!

berlusconi_dimettiti4

b-merda3

LE PERICOLOSE EVOLUZIONI DI MAFIOLO

sciocco-bici

berlusconi-ladro5

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Gasparri, the genius

Oggi mi ha chiamato Alessandro, il mio webmaster. E’ dovuto andare a casa di gasparri per risolvere un problema alla sua stampante. Arrivato a casa della mente più fertile della destra si è sentito fare questo discorso: “La stampante non funziona più! Cioè inizia a stampare qualche riga, poi si blocca per un po’ e quando riprende a scrivere, ricomincia da un punto successivo a dove era arrivata e così di seguito”.

“Da quando le fa questo difetto?”

“Da due settimane prima di Natale.”

“Ho capito tutto.” dice Alessandro e, staccata la stampante dalla presa per le lucette dell’albero di Natale la collega a una presa normale.

gasparrasino1

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter

Le bugie (solite) di Berlusconi

Fisco per fiasco

Marco Travaglio

“Durante il processo é stato spiegato chi aveva dato i soldi, é stato individuato il tragitto dei soldi e sono state individuate le azioni che Mills ha fatto con quei soldi e il fisco inglese ha costretto il signor Mills a pagare le imposte, considerando queste entrate come un compenso professionale. Se fosse stata una donazione Mills non avrebbe dovuto pagare alcuna imposta. Se questo non vi basta, non vi basta la presa di posizione di uno Stato a riguardo allora non so…” (Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio, dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza Mills, Agi, 19 maggio 2009)

“Sono l’avvocato di David Mills e, per suo conto, dichiaro quanto segue… Il mio cliente ha accettato il punto di vista degli Uffici del Fisco per i quali, in assenza di un atto di donazione scritto, il pagamento andava assoggettato a tassazione, indipendentemente dalle circostanze e dall’identità del donatore” (David Kirk, news.bbc.co.uk, 4 marzo 2006).

“In conclusione, il consenso all’accordo fiscale era stato prestato proprio perché era risultato chiaro che il fisco non avrebbero ‘accettato senza delle provè il fatto che il denaro proveniente dal Torrey Global Offshore Fund fosse un regalo. Ma, riferendosi agli ispettori, Mullins (Sue Mullins, la fiscalista dell’avvocato Mills, ndr) aggiungeva con qualche contraddizione logica che ‘in realtà l’identità di questa persona che aveva dato i soldi non era il vero problema per loro’, tanto che non le era stato chiesto di allegare documentazione” (dalle motivazioni della sentenza Mills, pag. 170).

“L’ufficio (del fisco, ndr) aveva sperato in una ‘solerte collaborazionè per giungere ad un accordo in tempi rapidi, aveva perciò ‘organizzato velocemente la riunione per il 22 luglio 2004’, ma ‘aveva passato la maggior parte del suo tempo ad ascoltare una storia raccontata dal sig. Mills che si era rivelata essenzialmente falsa’. Mullins, diceva l’ispettore, ‘aveva fatto del suo meglio per velocizzare l’analisì di una relazione che poi si era rivelata incompleta, inesatta, non documentata. Perciò ora doveva ‘pensarci molto bene prima di decidere quale fosse la via migliore da seguire’. Mullins rispondeva che ‘anche a lei era stata raccontata la stessa storia’, e che da quanto sapeva da Mills tutte le circostanze da questi riferite erano esatte, salvo ‘l’identità del donatore’. D’altronde ‘a volte il suo cliente faceva cose strane e lei non sempre riusciva a comprendere il perché. Comunque in questa occasione il motivo era chiaro: voleva proteggere la vera identità del donatore”
(dalle motivazioni della sentenza Mills, pag. 164).

mills

APTOPIX ITALY BERLUSCONI

Condividi
  • Facebook
  • Digg
  • Google Bookmarks
  • Live
  • YahooMyWeb
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Twitter