Affaire (montato) Di Pietro: tanto tumore per nulla. Le case sono 11 non 56.

Di Pietro, ecco perché le case del leader (e famiglia) dell’Idv sono 11 e non 56

L’equivoco nasce dalla risposta ambigua di Massimo D’Andrea, il consulente (di parte) di Elio Veltri nella causa contro Antonio Di Pietro, all’inviata di Report. Poche visure catastali al costo di una decina di euro permettono di scoprire che le case intestate all’ex pm e a moglie e tre figli sono molte di meno.

Di Pietro, ecco perché le case del leader (e famiglia) dell’Idv sono 11 e non 56

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/03/di-pietro-ecco-perche-case-del-leader-e-famiglia-dellidv-sono-10-e-non-56/402290/

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Le porcate postume del nano: nuovi bavagli e minacce mafiose per legge.

Diffamazione a mezzo stampa: spunta emendamento “anti Gabanelli”

La norma presentata al Senato vuole togliere qualsiasi paracadute a giornalisti, dipendenti o freelance, e dichiarare nulle, ai sensi del codice civile, tutte le clausole che sollevano dalle conseguenze patrimoniali gli autori di eventuali reati a mezzo stampa

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/18/diffamazione-a-mezzo-stampa-in-senato-lemendamento-anti-gabanelli/386635/

Diffamazione a mezzo stampa: spunta emendamento “anti Gabanelli”

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IL NANO E LA FIGLIA IMPRESENTABILE SONO PURE BISCAZZIERI!

Fondi per il terremoto dal gioco online Mondadori querela «Report»

L’inchiesta sul «premier croupier» e sugli interessi di Berlusconi in una nuova società concessionaria

La conduttrice di
La conduttrice di

MILANO – Giochi online, fondi per la ricostruzione e dubbi sui meccanismi di concessione da parte dello Stato. Report svela gli interessi definiti «poco trasparenti» di una società in parte riconducibile a Silvio Berlusconi nel settore dei giochi online. Una società partecipata per il 70% dalla Mondadori, che immediatamente ha annunciato una querela.

L’INCHIESTA – L’inchiesta parte dal decreto legge sull’Abruzzo, che assegna alla ricostruzione post terremoto fondi provenienti dai giochi online. Attività che hanno avuto un grosso sviluppo anche per il ritorno d’immagine dovuto alla finalità benefica. Il servizio di Sigfrido Ranucci andato in onda domenica 30 ottobre ha però svelato che solo una parte dei fondi destinati allo Stato finisce ai terremotati e al commissariato per la ricostruzione. «Le entrate dai giochi sono 500 milioni l’anno – ha riassunto Ranucci – le uscite, circa la metà. Un gioco di parole e il risultato per L’Aquila, a distanza di due anni e mezzo dal sisma, è questo. E non dipende solo dalla carenza di fondi». Si capisce quindi che il business è redditizio. Inoltre anche un’azienda riconducibile alla famiglia del premier si è fatta avanti per conquistare un proprio spazio nel mercato. «L’ultima, è arrivata a giugno – prosegue l’inchiesta – si chiama Glaming. E di chi è la Glaming? Il 30% del Gruppo Bassetti, il 70 di Mondadori, società che è del Presidente del Consiglio». Ma Report parla anche di una fiduciaria, dai titolari ignoti: «Secondo una

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Troiate ad Alta Velocità (Travaglio)°°°Questa del Tav il Pd me (ce) la deve spiegare.

Troiate ad Alta Velocità

Spiace per i gufi e gli sciacalli dei partiti e dei giornali, ma alla manifestazione anti-Tav è filato tutto liscio: 10-15 mila persone a volto scoperto, armate soltanto delle proprie ragioni, come nella stragrande maggioranza dei cortei degli ultimi vent’anni in Val di Susa. Che non sono ideologici o emotivi: sono basati sui dati e non c’entrano nulla con la sindrome Nimby (non nel mio quartiere).

La gente della Valsusa, come ogni italiano sano di mente, non è contro le opere pubbliche. È contro quell’opera. Perché non serve a nulla, costa uno sproposito, devasta ambiente e paesaggio molto più dello smog causato dai tir. Chi avesse ancora dei dubbi si riveda su Internet la prima puntata di Report. Emanuele Bellano ha messo a confronto le ragioni dei Sì Tav e dei No Tav e, per i primi, è stato un bagno di sangue. Anzi di ridicolo. Il giornalista sbatteva i dati ufficiali in faccia allo sgovernatore del Piemonte, l’acuto Roberto Cota. Il quale, con lo sguardo penetrante tipico della triglia lessa, rispondeva con

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Tremonti presenta esposto contro Report Gabanelli: “Criticare è un nostro diritto”°°° Basta minacce mafiose!

Il ministro dell’Economia chiede l’intervento dell’Agcom per il contenuto di una puntata della trasmissione di Rai3 andata in onda il 24 ottobre.

La replica: “Chiama in causa l’authority, ma non ha mai risposto alle nostre domande”

°°° Ma che vuole questo losco evasore della cricca? Ha devastato l’Italia col suo amico berlusconi e ancora ciancia? A CASAAAAAAAAAAAAA!

TREMONTI-merdasecca

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Regime mafioso: Report, il premier e le ville ad Antigua. Ghedini: «Non vada in onda»

Milena Gabanelli: «Affari avvolti da un’opacità che il premier dovrebbe dissipare»

Gli investimenti di Berlusconi
Ad Antigua ville per 22 milioni

La ricostruzione di «Report»: acquistate da una società legata alla banca Arner
La smentita di Ghedini: «Accuse false e strumentali, Report non vada in onda»

Milena Gabanelli: «Affari avvolti da un’opacità che il premier dovrebbe dissipare»

Gli investimenti di Berlusconi
Ad Antigua ville per 22 milioni

Il posto è da sogno. Un tripudio di palme, sabbia bianchissima, acqua cristallina. Colore dello smeraldo, per l’esattezza. Non a caso l’hanno chiamato Emerald Cove. La Baia di Smeraldo si trova ad Antigua, isola caraibica considerata un paradiso, e non soltanto per lo spettacolare contesto naturale. Il piccolo stato è uno dei 38 inseriti dall’Ocse nella «lista grigia» dei paesi che pur avendo sottoscritto gli standard fiscali internazionali non li avrebbero «sostanzialmente» rispettati. Ma quel posto, la Baia di Smeraldo, potrebbe essere presto ribattezzata secondo le testimonianze raccolte da Paolo Mondani di Report, «President bay», ovvero Baia del Presidente. Perché lì è spuntata una bella villa dell’ex premier Bryan Lester Bird, o invece quel «Presidente» è riferito al capo del governo italiano Silvio Berlusconi, il quale, secondo un servizio che va in onda stasera durante la trasmissione condotta da Milena Gabanelli su Raitre, proprio in Emerald Cove ha investito una discreta somma? Report parla di

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Ricevo dall’amico Giovanni Panunzio

COMUNICATO STAMPA DI EUROPEAN CONSUMERS E OSSERVATORIO ANTIPLAGIO

Abbiamo il piacere di informarvi che, a seguito della decisione della
Rai di non provvedere alla tutela legale della trasmissione ”Report”,
le nostre associazioni – European Consumers e Osservatorio Antiplagio –
hanno deciso di fornirla gratuitamente.
European Consumers, associazione di associazioni e membro del CRUC
(Comitato Regionale Utenti e Consumatori), e’ presieduta dall’avvocato
Vittorio Amedeo Marinelli e ha sede a Roma, in viale G. Sirtori, 56. Il
vicepresidente e’ l’avvocato Arnaldo Maria Manfredi.
Osservatorio Antiplagio e’ un comitato di vigilanza sulla tv e sui
”media”, con sede a Cagliari, fondato dal prof. Giovanni Panunzio, che
nel 1994 ha fondato anche Telefono Antiplagio (in difesa delle vittime
di ciarlatani e santoni e contro gli abusi nelle telecomunicazioni e nei
confronti di minori). Il prof. Panunzio da otto anni e’ citato in
tribunale da Mediaset e Antonio Ricci, perche’ denuncia pubblicamente
che l’editore che guadagna piu’ denaro dalle pubblicita’ dei sedicenti
maghi e’ il Presidente del Consiglio, e ”Striscia la notizia” fa finta
di non vederli.

Ufficio stampa Antiplagio/Europeanconsumers
www.antiplagio.org – www.europeanconsumers.it
info@antiplagio.org – info@europeanconsumers.it
Tel. 338.8385999 – 348.1317487 – 06.55271046
16/09/
09

Emoticons_by_thuran

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E’ AL POTERE PER CONTINUARE A RUBARE

IL REGIME DI DESTRA (INDOVINA CHI?) HA INCREMENTATO DEL 237% LE CAMPAGNE ISTITUZIONALI SULLE RETI MEDIASET (LA RAI DEVE TRASMETTERLA GRATIS): 3.137 MLN € SU 3.288 MLN € – MENO 98% AI QUOTIDIANI CATASTROFISTI…

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

Investimenti più che triplicati per le tv e per quelle targate Mediaset in particolare. E rubinetti ormai chiusi, giusto poche gocce, qualche spicciolo, per la carta stampata. Palazzo Chigi ha già messo in pratica dall´inizio dell´anno l´indirizzo che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha «suggerito» agli imprenditori che lo ascoltavano sabato a Santa Margherita.

b-bandito

Il report della Nielsen Company sull´utilizzo dei fondi per pubblicità istituzionale a disposizione della Presidenza del Consiglio dei ministri conferma, numeri alla mano, l´andazzo che era ormai evidente agli addetti ai lavori. E intanto in Rai scoppia il caso Tg1, col Pd che accusa la nuova direzione di Augusto Minzolini di essere nuovo «organo di propaganda berlusconiana».

Il premier Berlusconi lo aveva detto ai giovani imprenditori: «Anche voi, non dovreste dare pubblicità ai media catastrofisti». Anche loro come lui, infatti: catastrofisti o no, i giornali ha deciso di punirli. La tabella della Nielsen, mette a confronto l´utilizzo fatto negli ultimi tre mesi di vita del governo Prodi dei 2 milioni di euro a disposizione del dipartimento Editoria, con il trend nello stesso periodo (gennaio-marzo 2009), quando con Berlusconi il dipartimento è stato guidato da Mauro Masi, oggi alla direzione generale Rai.

Ebbene, la presidenza di centrodestra ha incrementato del 237% gli investimenti a beneficio delle tv private, da 932 mila a 3 milioni 137 mila euro (la Rai deve mettere in onda gratuitamente i messaggi istituzionali). In pratica, quasi l´intero budget (3 milioni 288 mila euro) dirottato sulle emittenti tv.

Con azzeramento o quasi dell´investimento sulla carta stampata: da 369 mila euro del trimestre Prodi a 9 mila euro di quello berlusconiano, meno 98%. Flessione verticale anche per magazines e internet. Ma a balzare agli occhi è soprattutto l´impennata dello stanziamento in favore di Canale5 (da 440 mila a oltre 2 milioni di euro), Italia1 (da 230 mila a 536 mila euro) e Rete4 (da 163 a 253 mila).

«È in atto, da parte dei grandi investitori pubblicitari, uno spostamento dalla Rai e dalla stampa verso i canali Mediaset – spiega Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazioni del Pd – temo che non abbia a che fare con dinamiche di mercato. La cosa stupefacente è che lo spostamento viene anticipato dalla presidenza del Consiglio. Siamo ormai alla esibizione, al colmo del conflitto di interessi».

Intanto, sul Tg1 si scatena la polemica. Il Pd, con Piero Martino e Fabrizio Morri, mette sotto accusa la nuova gestione dopo i servizi di politica della sera: «Da ieri è ufficiale, con la direzione Minzolini il Tg1 diventa l´organo dell´offensiva di Berlusconi contro il Pd». Il Pdl fa quadrato: «Intimidite». La direzione del Tg1 si difende: «Reazione scomposta, sono illazioni».

crisi-fisco1

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REGIME ALL’AMATRICIANA

Quando Tremonti ordinò sanzionate la Gabanelli

«Con la presente il sottoscritto prof. avv. Giulio Tremonti chiede l’immediato esercizio dei poteri sanzionatori». Inizia così l’ultimo affondo del ministro dell’Economia contro l’informazione, avviato ai danni di Milena Gabanelli e la sua «pericolosa» trasmissione Report. Non è piaciuta al ministro la puntata su social card e Tremonti bond, nonostante fosse stato intervistato lui stesso.

Così ha scritto 5 cartelle di esposto-denuncia alla Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e alla Commissione parlamentare per l’Indirizzo generale e la Vigilanza dei servizi radiotelevisivi. L’intento è chiaro: dimostrare la poca obiettività del programma, e dunque la lesione del dovere di informazione imparziale e completa imposto dal servizio pubblico. Insomma, non è una rettifica, tantomeno una querela. Ma Tremonti vuole comunque farsi sentire, esercitare «il potere sanzionatorio».

In effetti il rapporto del ministro con giornali e mass media in generale è costellato di eventi leggendari. Rumors più disparati raccontano di telefonate infuocate, battibecchi nervosi, arrabbiature furibonde. Certo, tutti i politici si arrabbiano con la stampa. E tutti vorrebbero averla amica e, se possibile, asservita. Ma Tremonti è tra i pochi (non l’unico, nell’intero arco parlamentare) a prendere iniziative in prima persona, a guerreggiare all’arma bianca con chi si occupa di lui. È quasi un corpo a corpo che il ministro ingaggia a colpi di pressioni indebite e invettive. Anche perché – lo sanno bene anche i non addetti ai lavori – la verve non gli manca.

A scorrere le cinque cartelle anti-Gabanelli traspare un furore montante. Tremonti parla di «lesione dei principi di completezza, correttezza, – si legge – obiettività ed imparzialità dell’informazione». Poi procede per punti, elencandone sette. Nel primo parla di «sintesi deformata di alcuni delicati e rilevanti aspetti dell’attualità, che ha assunto i contorni della propaganda negativa». Si riferisce forse il ministro al fatto che la social card è stata fornita solo a pochi, e che molti l’hanno ricevuta scarica? O che rappresenta anche uno strumento su cui MasterCard riesce a fare un buon business grazie alle commissioni versate dai commercianti? Tremonti parla di «tesi preconfezionata», ma la realtà non è molto lontana da questa tesi. Anzi. Il ministro non dimentica di difendere, naturalmente, il «legittimo esercizio del diritto di critica». Peccato però che questo secondo lui non sia il caso: perché tutto il contesto sarebbe stato creato da Gabanelli attraverso una «capziosa estrapolazione di brani tratti da conferenze stampa».

Si arriva così all’accusa (terzo punto) di «utilizzo strumentale del mezzo televisivo». Tremonti rammenta come «tutte le trasmissioni di informazione devono rispettare la pluralità dei punti di vista e la necessità di contraddittorio». Peccato che (troppo) spesso molti esponenti di governo appaiono in video davanti a un microfono e senza neanche una «faccia» a porgere la domanda. A proposito di contraddittorio. Naturalmente meglio se all’ora di cena, e in una giornata in cui qualcun altro ha lanciato critiche all’operato dell’esecutivo.


°°° La sintesi è questa: la libertà di stampa e la democrazia reale questi cialtroni li disintegrerebbe in due settimane. Ecco perché a loro serve il regime e l’oscuramento delle notizie. BUFFONI!!!

tvemonti_sfiga


LA SEGRETARIA DI TVEMONTI

terrorista

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