Solo in Italia i delinquenti attaccano i magistrati e la stampa decente, da berlusconi e figlia a Forminchioni, da dell’Utri a Riina.

All’estero si beccherebbero 30 anni solo per un decimo delle minchiate calunniose espresse dal mafionano pubblicamente nei confronti dei magistrati che non si sono fatti comprare. Ditemi se possiamo andare avanti così. Ora si permette anche la figlia demente e cocainomane del nanerottolo di rincarare la dose. IN GALERAAAAAAAAAAAA!

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Crisi in Italia. La stampa estera “Tutta colpa di B.” °°°MALEDUCATI!

Crisi in Italia
La stampa estera
“Tutta colpa di B.”

Tutti i giornali stranieri dall’Inghilterra alla Francia, dalla Spagna agli Stati Uniti, fino in Pakistan sono unanimi nel criticare l’intervento del Cavaliere ieri in aula. Un discorso che l’Economist definisce “mediocre”

°°° Mediocre? Gli piacerebbe! Sarebbe il miglior complimento di tutta la sua vita. Anche a letto. Quando aveva 20 anni, naturalmente…

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La gratitudine dei compagni di merende: Alitalia, solo fogliacci di destra a bordo

Sui voli Alitalia la stampa
di famiglia gradita alla destra

di B. Di Giovanni e D. V. Rizzo

 Su alcune rotte in distribuzione Giornale, Libero e Riformista. L’Ad Sabelli: «Con la crisi dovevamo taglaire i costi».

http://www.unita.it/news/economia/102371/sui_voli_alitalia_la_stampa_di_famiglia_gradita_alla_destra

 

°°° E non potevate tagliare l’immondezza e lasciare i giornali VERI?!

stampa regime

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Ore 15 Piazza Navona OGGI!In piazza contro i tagli alla cultura e i bavagli alla libertà di stampa

In piazza contro i tagli alla cultura e i bavagli alla libertà di stampa

Doveva essere la manifestazione dei lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche contro il decreto Bondi ma l’iniziativa si è gonfiata fino a esondare trascinando con sé il mondo della cultura e dell’informazione. Oggi alle 15 a Piazza Navona, oltre ai lavoratori dei teatri d’opera ci saranno anche quelli di cinema, teatro di prosa, musica e danza in generale, insieme agli autori, gli istituti culturali, la Federazione nazionale stampa italiana, Articolo 21 e Usigrai. Lo slogan quindi si è ampliato «contro i tagli e contro i bavagli», e sempre oggi il Pd lancia una giornata di sensibilizzazione sui temi della cultura e dell’informazione in una decina di città italiane. Anche se le due iniziative sono diverse, che ci fanno teatranti, cinematografari, giornalisti, archeologi, musici, scrittori tutti assieme?

«Bisogna dire che purtroppo il governo ci ha dato una mano scoprendo le carte –spiega Silvano Conti della Slc-Cgil–: il disegno è scardinare tutta la cultura pubblica in Italia. Si colpiscono i teatri lirici, si chiudono o definanziano gli istituti di cultura, quelli di ricerca, i musei e nello stesso momento si tenta di oscurare i mezzi di informazione e si taglia scuola, università, ricerca». La Slc-Cgil, con gli altri sindacati di categoria, era stata tra le promotrici di questa manifestazione contro il decreto Bondi, che sta seguendo l’iter di conversione in legge e che vuole trasformare i grandi teatri lirici, come la Scala, il Maggio Fiorentino, il San Carlo di Napoli in teatri di provincia. Il decreto che dava la colpa dei deficit dei nostri teatri lirici ai lavoratori, paradossalmente ha evidenziato come a mettere in ginocchio non solo la lirica ma tutto il settore cultura siano proprio i tagli ai finanziamenti dello stato alle attività culturali, tra i più magri d’Europa: per il 2011 per tutto lo spettacolo, compresi circhi, spettacoli viaggianti, teatro, musica danza e cinema sono previsti 311 milioni, la Francia solo per l’Opéra de Paris stanzia oltre 100 milioni di euro. Tuttavia la primavera è stata teatro di una offensiva governativa a tutto campo: pochi giorni dopo il decreto sulle fondazioni è arrivata la legge sulle intercettazioni telefoniche, che colpisce sia la libertà di stampa che quella di indagine. Infine con la manovra firmata dal ministro Giulio Tremonti la scure è calata sugli istituti di cultura, da quelli intitolati a Gramsci e De Gasperi fino a quello intitolato a Craxi, per non parlare della Stazione biologica di Napoli, l’Eti o la Quadriennale di Arte Contemporanea di Roma il cui presidente Gino Agnese, intellettuale di destra, ha chiesto le dimissioni del ministro Bondi.

I tagli alle attività culturali sono mascherati dietro l’emergenza della crisi, ma in realtà fin dalla prima vittoria elettorale del 1994, i governi di Berlusconi hanno sempre e incondizionatamente fatto tagli al settore di cultura, scuola, università e ricerca. E lo hanno fatto al di là della congiuntura economica. «C’è un filo nero che collega questi tagli e decreti contro la cultura alla legge sulle intercettazioni –spiega Giuseppe Giulietti portavoce di Articolo 21 del gruppo misto della Camera–: è il tentativo di oscurare la coscienza e la conoscenza. Un oscuramento etico e culturale prelude alla vera macelleria sociale. Domani la Fnsi ha indetto una manifestazione davanti a Montecitorio con i comitati di redazione di tutte le testate italiane. A questa reazione degli oscurati, siano giornalisti o esponenti della cultura, deve seguire il coinvolgimento degli oscurandi, cioè di tutti i cittadini». Nasce così la proposta di una manifestazione nazionale lanciata ieri dallo stesso Giulietti e da Vincenzo Vita del Pd.

costituzione-Demolitori

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La scimmietta di oggi

Annozero, come al solito, non si smentisce e getta fango sul buon operato di questo governo. Il bello che poi si lamentano che in Italia non esiste
la libertà di stampa. Siete semplicemente ridicoli.
Un lettore

°°° Piccolo coglionazzo decerebrato, appena ti sarà passato l’effetto  della malaria fulminante, se guarirai, potrai constatare:

a) che questo governicchio, come dimostrato ampiamente dai servizi giornalistici SERI (che nulla hanno a che vedere con la propaganda falsa imperante del regime), NON HA FATTO UN BENEAMATO CAZZO per i cittadini e per l’Abruzzo, se non la devastazione che è sotto gli occhi di tutti.

b) che la libertà di stampa NON esiste in Italia, se non in dosi MINIME e non perché lo sosteniamo noi umani, ma perché lo dicono i Fatti CERTIFICATI da tutti gli osservatori internazionali, da Giornalisti senza frontiere, e da tutti i corrispondenti esteri di stanza in Italia.

Quindi, scimmietta del giorno, scappa velocemente  A CAGARE!

dalla cacca alla merda

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Ognuno ha i marrazzi suoi

Il video della spia imbarazza Alberto

Un ex giallista e giornalista americano chiede 360 mila dollari per le indagini sulle «gole profonde» nell’entourage

LONDRA (da la Stampa)

jungla

Il «Sunday Times» ha rivelato che l’ex giallista e giornalista americano Robert Eringer si è rivolto a un tribunale californiano per chiedere al sovrano del Principato 360 mila dollari per le attività di

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Maria Novella Oppo


Ne è uscito bene

Palpabile (anche se eterea) la soddisfazione che sprizza dai tg per l’esito del G8. Secondo loro, Berlusconi ne è uscito bene. Il fatto che il pianeta Terra sia ben avviato verso il soffocamento e che all’incirca un miliardo di persone soffra la fame non è tanto rilevante. Del resto, il summit è stato teletrasmesso solo per mostrare al mondo il miracolo di Berlusconi. Che è già tornato alla solita supponenza, sostenendo che non c’è stata nessuna tregua nei suoi confronti da parte della stampa; semplicemente i giornali nemici non sono riusciti ad affondarlo. Intanto, la tv continuava, esattamente come prima del G8, a oscurare le sue imprese da vecchio patetico utilizzatore finale di donne a pagamento. Il vertice lo ha riavvicinato a Gheddafi, con cui si batte per il titolo di leader più grottesco, tinto e carnescialesco. Entrambi si ispirano a Wanda Osiris, ma, mentre Gheddafi ha il coraggio di mettersi anche i copricapo da sciantosa, Berlusconi si è tappezzato il cervello di moquette.

berlusconi silvio

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E meno male!

Il capo dello Stato convoca Alfano al Quirinale: senza modifiche niente firma

Il presidente preoccupato per i rischi di incostituzionalità. Esclusa la fiducia

Legge sulle intercettazioni
arriva lo stop di Napolitano

di LIANA MILELLA

ATTACCATEVI QUI!

rosa_nel_pugno
ROMA – Irragionevole, incostituzionale, gravemente dannosa per le indagini, foriera di scontri con una stampa già pronta allo sciopero del 13 luglio. La legge sulle intercettazioni, così com’è, non va. Napolitano poteva rinviarla alle Camere e dare uno schiaffo a Berlusconi. Ma fedele al motto che “gli strappi tra le istituzioni vanno sempre evitati” (almeno fin dove è possibile), il capo dello Stato l’ha fermata prima del suo ultimo passaggio al Senato.

Con un governo pronto a mettere la fiducia come aveva fatto alla Camera. Dopo un anno di ininterrotta moral suasion, dopo aver messo

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Ecco un altro “disfattista” come me

Roberto Cotroneo

Un paese senza niente

Un paese cupo. Da un po’ di giorni i maggiori giornali italiani pubblicano foto di Berlusconi piuttosto corrucciate, e non c’è da stupirsi, l’aria dei suoi collaboratori è da: si salvi chi può. E la stampa inglese continua a dire che siamo agli ultimi giorni dell’impero, e che sicuramente Silvio si ritirerà. Cose tutte da dimostrare, e al momento piuttosto lunari. O a Londra sanno cose che ai giornalisti italiani non vengono dette, o forse sta accadendo qualcosa di peggio. Fuori dall’Italia nessuno ci capisce più nulla. E il nostro sta diventando un paese indecifrabile, dove avvengono cose che in paese normali di solito non accadono. E non si tratta soltanto del premier, delle escort, delle feste e delle inchieste. Tutto si è sfaldato. Tutto ha perso di valore.
Se anziché utilizzare degli indici economici per dire in che posizione mondiale siamo utilizzassimo degli altri indici, scopriremmo che siamo forse al duecentesimo posto. Per le nostre università, che quasi non compaiono nelle prime cento del mondo, per i nostri autori e i nostri libri, che nessuno traduce più, per i nostri film, che arrancano nei festival e sono brutti e mosci, per i nostri istituti di cultura all’estero, ridotti a niente, gestiti per buona parte da incompetenti, o da gente che vuole passarsi una vacanza in qualche capitale europea a spese del ministero degli Esteri. Per i nostri musei, tornati a una consuetudinaria inefficienza. Per i nostri giornali, e va detto anche questo, sempre più in caduta libera, sempre più in crisi di idee e e di lettori. E non perché siamo un paese che non legge, ma perché siamo un paese che non si fa leggere. Siamo duecentesimi al mondo, perché non sappiamo generare classe dirigente, duecentesimi al mondo perché non abbiamo formato giovani in grado di sostituirsi nei ruoli chiave. E non solo perché i vecchi impediscono il ricambio, ma perché siamo riusciti a fare un miracolo: le nostre giovani generazioni hanno coltivato in vitro i peggiori difetti delle vecchie, e sono già inservibili. Siamo cupi, abbiamo paura di dire la verità, pensiamo che un congresso di partito non si possa convocare se gli accordi non sono stati fatti prima. Fingiamo di vedere il nuovo dove il nuovo non c’è. E continuiamo a farci de male. Ma soprattutto siamo un paese incompentente, incompetente in tutto. Un paese di dilettanti allo sbaraglio. Guidati dal più gigantesco tra i dilettanti. Lui, quel premier che incarna quello che siamo diventati, con la complicità di tutti. E allora, di cosa possiamo lamentarci?

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