Abracadabra, ed ecco il bluff di Mafiolo

Pronto il set di Onna, le casette non sono quelle del governo

di Marco Bucciantini

b.provenzano

“Forza, forza». Quelli della protezione civile spronano gli operai, che hanno ancora mezza giornata di tempo per finire di costruire un paese. Turni da dodici ore di lavoro – dall’alba finché c’è luce – per allacciare i tubi dell’acqua, finire di asfaltare le strade, piantare il biancospino, l’alloro, l’acero. Oggi alle 15 arriverà Berlusconi e con lui

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I NODI AL PETTINE

La manifestazione fuori da Montecitorio
I comitati chiedono più trasparenza nelle scelte del governo
Roma, la protesta dei terremotati
In 1000 alla Camera gridano: “Buffoni”
Tanti gli slogan dei Comitati: “Forti e gentili sì, fessi no!”
I sindaci: “Vogliamo fatti, non promesse” E il Tg1 oscura la protesta

La tenda montata a
Montecitorio dagli studenti

berlusco

ROMA – E’ arrivata a Montecitorio per il sit-in dimostrativo, la marcia degli sfollati delle tendopoli dell’Aquila, che protestano proprio nel giorno in cui la Camera deve approvare il decreto legge sull Abruzzo.

Slogan e proteste. Senza bandiere di partito e scandendo vari slogan tra cui “forti e gentili sì, fessi no!“, “100% ricostruzione, partecipazione e trasparenza” e “Buffoni, buffoni”, 1000 aquiliani dei Comitati dei cittadini sono arrivati a Roma con 20 pullman partiti questa mattina alle 9 e 30 da Collemaggio. Presente anche un grande striscione con la scritta: “Case, scuole, Università. Subito. Contro la speculazione ricostruzione dal basso”. Ad imitazione delle tendopoli, alcuni ragazzi montano tende da campeggio sotto l’obelisco che domina la piazza. Sono scesi in piazza anche gli studenti dell’Onda che chiedono che a occuparsi della ricostruzione non sia Impregilo poiché fu proprio “la stessa azienda a costruire l’ospedale che poi crollarono”.

Le richieste. Gli organizzatori hanno chiesto garanzie sulla riparazione dei danni causati dal terremoto, la riapertura del centro storico, risorse adeguate per risarcire gli imprenditori che hanno avuto le imprese distrutte o danneggiate e un maggiore coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte della ricostruzione.

Il Pd presente. Alla manifestazione erano presenti alcuni parlamentari del Pd e dei radicali, Legambiente,il sindaco di L’Aquila, Massimo Cialente, il presidente della Provincia Stefania Pezzopane e molti dei sindaci delle città colpite dal terremoto, che hanno chiesto che le promesse vengano messe “nero su bianco”. La vicepresidente della Camera, Rosy Bindi ha raggiunto il sit-in dei terremotati per esprimere la sua solidarietà e ha detto: “Non sono più venuta perché in campagna elettorale non volevo strumentalizzare le vostre difficoltà. Ma, dopo i ballottaggi – ha detto la Bindi -, vi assicuro che verrò una volta alla settimana nelle tendopoli de L’Aquila e a Pescara dagli sfollati”. Poi ha aggiunto: “E’ finito il tempo delle passerelle e della false promesse. Il governo deve mettere risorse vere per la ricostruzione e dare certezze a tutti sul futuro delll’Aquila e di tutti gli altri centri colpiti dal terremoto. Avete pienamente ragione -ha concluso la vicepresidente della Camera -, e sarebbe una vergogna se anche in questo caso il Governo decidesse di porre la fiducia, rifiutando di accogliere le vostre richieste e di cambiare il decreto legge”. Critico anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini: “Abbiamo assistito ad una passerella di ministri a L’Aquila e in Abruzzo. Oggi in aula c’è solo il sottosegretario Menia. Avrei gradito che la presenza del governo fosse adeguata al dramma che abbiamo vissuto”.

Il presidente della regione, Gianni Chiodi, ha invece invitato gli aquilani “ad avere piena fiducia nell’operato del governo, che sta cercando di venire incontro a tutte le esigenze e alle necessità legate alla fase della ricostruzione”.

Blackout del Tg1. Ma evidentemente i motivi della protesta non erano abbastanza importanti per il Tg1 che ha mostrato un servizio sulla ricostruzione della casa dello studente per opera della regione Lombardia del governatore Roberto Formigoni. Per il Pd ha protestato Lanfranco Tenaglia che ha detto: “Nel giorno in cui si sta svolgendo la marcia degli sfollati delle tendopoli dell’Aquila, conclusa con un sit-in a Montecitorio, il Tg1 sceglie di parlare del terremoto in Abruzzo con un servizio sulla ricostruzione della Casa dello studente, certamente una buona notizia ma riferita con stile celebrativo, e con tanto di intervista, al presidente della regione Lombardia Formigoni. Gli avvenimenti in corso a Roma sono stati invece del tutto ignorati”. Tenaglia ha poi aggiunto: “Ci avevano
raccontato che con un giornalista a tutto tondo come direttore il Tg1 aveva scelto la strada dell’informazione pura, scomoda e senza compromessi. Tutto ciò, invece, non sta avvenendo e avviene anzi il contrario”.

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Election day e ricatti

Election day, la confessione: «Bossi ha minacciato la crisi»
di Marco Bucciantini

Berlusconi ammette: «Utilizzare i soldi del referendum? Lega Irremovibile, rischiavamo brutto». La confessione è stata fatta a Poggio Piceno dove il premier ha inaugurato una scuola tra i bambini sfollati. Dopo il vertice del Pdl La Russa dice: il 21 giugno o rinvio al 2010.

°°° Questa è una nemesi, amici: il ricattatore di professione… ricattato da un coglionazzo che si è beccato un ictus, mentre riceveva del sesso orale da una cantantina da strapazzo. E mentre questi due vecchi impotenti e cocainati giocano a braccio di pastafrolla tra di loro… noi ce la pigliamo nel culo.

Con 460 milioni si dava casa a 15mila sfollati
di Claudia Fusani

Non è la «lista di nozze» di cui parla il premier Silvio Berlusconi per far sponsorizzare da benefattori e amici stranieri la ricostruzione delle opere d’arte. Piuttosto è la «lista dei sogni», quello che sarebbe stato possibile costruire subito, o quasi, con i 460 milioni di euro che lo Stato avrebbe potuto risparmiare con un unico election day per il voto amministrativo e quello referendario. Case, soprattutto, e poi strade, scuole, libri, giusto per fare qualche esempio. Cose concrete, il quotidiano che gli aquilani hanno perso nella notte tra il 5 e il 6 aprile. Una lista dei sogni, appunto, perché la Lega ha puntato i piedi e ha «convinto» il Pdl a dire no all’election day.

Quattrocento sessanta milioni sono, tanto per cominciare, il 4 per cento di una ricostruzione che è stata stimata dal ministro dell’Interno tra i 10-12 miliardi. Un buon modo per cominciare ad orientarsi in una terra che ancora trema duecento volte al giorno. Quattrocentosessanta milioni potrebbero essere la risposta abitativa per almeno i due terzi di quei 20 mila aquilani rimasti senza casa perché inagibile, distrutta o crollata. La Provincia ieri mattina si è riunita per un consiglio straordinario. Il presidente Stefania Pezzopane (Pd) ha tentato con tecnici e assessori una prima stima dei danni e ha concluso la riunione con la seguente certezza: «Con 460 milioni risolvo tutti i problemi della Provincia, dalle strade alle scuole».

Nel dettaglio la lista dei sogni della Provincia prevede: 25 milioni per rimettere a posto le strade; 60 milioni per le scuole superiori e professionali (quelle di competenza della Provincia) di cui 5 solo per il Conservatorio dove insegnano docenti che arrivano da tutta Italia; cento milioni per gli edifici di proprietà e le sedi storiche della Provincia; 15 milioni per recuperare il fondo librario andato perduto e restaurare la collezione di quadri di Patini, quotatissimo pittore abruzzese.

Ma sono le case il vero nodo della ricostruzione e l’emergenza per questa gente. L’ultima stima del sottosegretario alla Protezione Civile Guido Bertolaso parla di «20 mila persone senza casa», abitazioni distrutte, da ricostruire. È un terzo della popolazione della città di L’Aquila che conta 60 mila abitanti. Tabelle alla mano di ingegneri e architetti è possibile fare una botta di conti al metro quadrato. Speculazioni e bolle edilizie a parte, oggi una casa costa mille euro al metro quadrato al metro e può costarne anche 800 se si tratta di edilizia popolare. Con queste premesse si arriva a stimare che una casa di cento metri quadrati, ampiezza media per una famiglia di tre persone, può costare dagli 80 ai 100 mila euro.

Significa che con i famosi 460 milioni che lo Stato “sta per buttare giù dalla finestra dandola vinta alla Lega questa volta sì ladrona” come dice Pezzopane, potevano essere costruite 4.600 abitazioni da centomila euro o 5. 800 da ottantamila euro. Contando che in ognuna di queste case possono abitare fino a tre persone, all’incirca quindicimila aquilani avrebbero potuto risolvere il problema abitativo. Il più urgente.

Ma è un libro dei sogni, appunto. Perché quei soldi saranno invece spesi per allestire i seggi del referendum.
17 aprile 2009

oscenita1

stupido

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Speciale terremoto

Speciale terremoto

Il j’accuse della Presidente della Provincia

«La situazione dei Comuni è stata sottovalutata». A sostenerlo è Stefania Pezzopane, Presidente della Provincia dell’Aquila, secondo quanto riporta il sito Anci. Pezzopane ha parlato dal Comune di Onna, uno tra i 26 Comuni più colpiti dal terremoto, piccola realtà di 350 abitanti dove finora si contano 8 vittime e circa 30 dispersi. Il presidente della Provincia è andata nelle aree interessate seriamente dal sisma per registrare il numero delle vittime e riscontrare i danni, «spesso incalcolabili. Intere
case sono cadute in pezzi – ha detto – innumerevoli abitazioni frantumate o compromesse. Molti edifici pubblici sono stati danneggiati. L’attività istituzionale pubblica attualmente è bloccata e resterà ferma per giorni. Le istituzioni sono occupate ad affrontare l’emergenza».

La situazione è molto grave, soprattutto nei Comuni del comprensorio dove, oltre alle vittime, sono numerosi i dispersi. La Pezzopane contesta in particolare l’operato di Bertolaso. “Da settimane – racconte – avvertivamo queste scosse. Ci è stato detto che dovevamo rimanere tranquilli. Così tranquilli che siamo rimasti nelle nostre case trasformate in trappole”.

Pezzopane racconta di una situazione tragica. «A Onna ci sono otto cadaveri avvolti in lenzuola, nel loro sudario, stesi su un
prato. Fa molto caldo. Sembra uno scenario di guerra. Mi dicono di moltissime persone sotto le macerie. Questo è un paese di anziani. Se non arrivano i figli a dire chi è scomparso, magari nemmeno lo si sa». «È una cosa impressionante – aggiunge la presidente della Provincia – anche perchè qui sono tutte case basse, quindi è stata una tragedia inaspettata. In piedi è rimasta qualche casa, ma poche. In piedi è rimasto l’asilo, ad esempio, ma la scuola, no. La scuola è crollata. Anche il cemento armato ha ceduto. Ora sono davanti a un palazzo in costruzione. È crollato anche questo».

«Anche all’Aquila – racconta Pezzopane – il cemento armato ha ceduto. Nel palazzo crollato in via XX Settembre, un palazzo in cemento armato, è morta mia cognata. Sotto le macerie c’è ancora una delle sue due figlie.

onna

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