Aveva 15 anni, era un ragazzino tenero. E’ stato ucciso dalla volgarità e dall’ignoranza del berlusconismo legaiolo.

Rossetto e smalto: deriso, si uccide a 15 anni
La Procura di Roma apre un’inchiesta

Insultato anche su Facebook, si è impiccato a casa. L’allarme del Gay Center: vittima di stalking.


Se n’è andato all’improvviso, martedì pomeriggio, nel modo più atroce
. Si è ucciso nella sua casa a Roma Sud, impiccandosi con una sciarpa alla scala interna.

http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_novembre_22/rossetto-smalto-prendono-giro-suicida-2112833272136.shtml

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Lele Mora ha tentato il suicidio in carcere.°°° Porc! Questo merdaiolo non ci è riuscito.

Lele Mora ha tentato
il suicidio in carcere

Il manager dei vip è in cella dal 30 giugno, ha avuto problemi di salute: “Chiedo scusa, ma non ce la faccio più”. Gli agenti di sorveglianza parlano di un gesto dimostrativo. Protestano i legali: “Non ci hanno avvisato”

Lele Mora ha tentato il suicidio in carcere

MILANO – Nella tarda mattinata Lele Mora ha tentato il suicidio per asfissia. Lo riferisce Eugenio Sarno, segretario generale Uil Pa Penitenziari.”Lele Mora – spiega Sarno – è ristretto nel reparto ‘Nuovi Giunti’ del carcere milanese di Opera, ed era già sottoposto a particolare sorveglianza. Il tentativo è stato posto in essere con dei cerotti, regolarmente detenuti in cella, che Mora ha applicato su naso e bocca. Ovviamente l’intervento dell’agente di sorveglianza è stato efficace ed immediato. Considerate le modalità più che ad un reale tentato suicidio – sottolinea il sindacalista – è forse più appropriato riferirsi a

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L’Aquila, tenta il suicidio Piscicelli.°°° Ma perché i DELINQUENTI IN ITALIA LI CHIAMANO “IMPRENDITORI”?

L’Aquila, tenta il suicidio Piscicelli
l’imprenditore che rideva dopo il sisma

Era libero ed è fuori pericolo. In una telefonata con il cognato nella stessa notte del terremoto si scambiano battute pensando agli appalti per la ricostruzione. Alla base del gesto probabilmente le attuali difficoltà economiche di GIUSEPPE CAPORALE

L'Aquila, tenta il suicidio Piscicelli l'imprenditore che rideva dopo il sisma

L’AQUILA – Ha tentato il suicidio, due giorni fa,  Francesco Maria De Vito Piscicelli. L’imprenditore arrestato lo scorso anno per lo scandalo degli appalti “facili” legati alla Protezione Civile e noto alle cronache per l’intercettazione nella quale rivelava di aver riso al telefono di fronte alla notizia del sisma immaginando nuovi affari sulla ricostruzione (“io ridevo stammatina alle tre e mezza”), ha cercato la morte ingerendo un intero flacone di Tavor. La moglie lo ha ritrovato riverso sulla scrivania del suo ufficio, in via Margutta a Roma. A quel punto la donna ha dato l’allarme. I medici gli hanno salvato la vita con una lavanda gastrica e dopo una notte in osservazione Piscicelli è stato dimesso. Ora è a casa.

Ma non sarebbero stati tanto i guai giudiziari la causa scatenante del gesto. Il tutto sarebbe legato alle difficoltà economiche che l’azienda di Piscicelli sta attraversando dopo lo scandalo. Lavori al palo e pagamenti bloccati dopo lo scandalo. “Sono molto preoccupato  –  ammette il suo legale Marcello Melandri  –  e non tanto per l’aspetto penale in quanto ritengo che le nostre ragioni prevarranno in tribunale. Il processo procede spedito e sono davvero fiducioso”. “Il mio cliente però ha subito un’esposizione mediatica eccessiva, specie con la vicenda della telefonata sul terremoto dove è stato evidentemente frainteso… e vive un grande disagio”.

http://www.repubblica.it/cronaca/2011/04/01/news/piscicelli_suicidio-14348080/?ref=HREC1-4

°°°POVERINO LUI, VIVE UN GRANDE DISAGIO! INVECE  I TERREMOTATI SE LA SPASSANO ALLA GRANDE.

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Scimmietta della settimana

Sempre pronti a criticare Berlusconi, ora vi chiedo: ma
quando c’era Prodi le cose andavano meglio? Son convinto
che alla lunga questo Governo farà bene, lasciamoli lavorare
in pace.
Un lettore

°°° No, non meglio, cara scimmietta, quando c’ara Prodi – con entrambi i governi – le cose andavano SPUDORATAMENTE MEGLIO! Lavorare in pace?
Oh, ciccio, ma stanno facendo quel che cazzo gli pare e, di questo passo, tra sei mesi saremo colonia del BURKINA FASO…

L’ITALIETTA DI  BURLESQUONI  VICINA AL SUICIDIO

addio

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La devastazione di silvio berlusconi

Crisi, terzo suicidio in Veneto
ossessionati dal dover licenziare

L’ultimo episodio avvenuto nel Trevigiano: l’uomo, un manager d’azienda, si è lanciato sotto un treno. Stava per avviare la cassa integrazione e – riferiscono i conoscenti – ne era sconvolto. Le storie di artigiani e dirigenti travolti dall’incubo della crisi


°°° Mentre il pappagallino ammaestrato lupi spara le sue cazzate precotte e non tenta nemmeno di difendere l’orco contro la verginella, la gente si suicida. Rialzati, Italia!
(vomito)

berlusconi_ficco

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Esempio da seguire

La ricetta di Noceto: giochi, sport, teatro come alternative
Dopo il suicidio del 12enne che aveva visto un’esecuzione sul piccolo schermo
Nel paese che ha spento la tv
“Così salviamo i nostri bambini”

di STEFANIA PARMEGGIANI

Nel paese che ha spento la tv “Così salviamo i nostri bambini”

NOCETO (PARMA) – Lo decisero 13 anni fa. Quasi un passa parola, famiglia dopo famiglia, casa dopo casa. E così una sera, in quel borgo alle porte di Parma, improvvisamente tutti spensero la Tv. Centinaia, migliaia di televisori oscurati, muti, quasi partecipi dell’immenso dolore di una comunità.

Un gesto di rabbia, una rivolta civile contro le trasmissioni che mandavano in onda di tutto senza curarsi delle conseguenze. Che a Noceto furono imprevedibili e drammatiche. David, un bambino di 12 anni, dopo avere visto l’esecuzione di una sentenza capitale aveva deciso di imitare la scena per gioco. Morì impiccandosi. Non c’erano parole, nessuna spiegazione che alleviasse il senso di impotenza, solo la rabbia che doveva essere arginata. Come? Prendendo in mano il telecomando per cancellare modelli sbagliati e oscurare immagini troppo crude. Iniziò così la settimana della creatività, che dal ’96 cerca di evitare la deriva di una televisione babysitter e che ogni mese di maggio trasforma i 1.200 bambini di Noceto da spettatori a protagonisti.

All’inizio il messaggio era esplicito: “Spegni la tv, accendi la fantasia”. “La nostra è una battaglia pesantissima – spiega il parroco don Corrado Mazza – perché non vogliamo demonizzare un mezzo, ma solo evitare che rubi l’infanzia”. “Negli anni abbiamo spostato l’accento – continua il sindaco Fabio Fecci – e oggi non invitiamo più direttamente a spegnere la televisione, ma promuoviamo un’alternativa”. Corsi di teatro, laboratori di pittura, letture animate, giochi antichi, giornate dedicate allo sport, doposcuola della parrocchia, incontri con i genitori, cineforum, serate di riflessione, percorsi lunghi un anno per distogliere gli sguardi dal teleschermo, una miriade di attività coordinate che non tralasciano nulla, neppure il tragitto da casa a scuola. Qui, infatti, passa il piedibus, vigili urbani che accompagnano i bambini lungo le strade della città.

Nessuno si è sottratto al compito perché – è convinzione diffusa – gli influssi della televisione sui bambini sono chiarissimi: “Più chiacchierano senza dire niente – spiegano le insegnanti Enrica Alinovi e Gabriella Grisenti – più capiamo che sono stati troppo di fronte alla tv”. Per questo, osserva il dirigente scolastico Paola Bernazzoli, da anni i bambini partecipano a laboratori in cui fanno gli attori, i costumisti, gli sceneggiatori, i registi, i musicisti… E il risultato viene portato in piazza proprio nella settimana della creatività.

Antonio Caffarra, il pediatra del paese, ha cresciuto insieme alla moglie Daniela, quattro figli senza televisione: “Per anni non l’abbiamo avuta e quando ci è stata regalata l’abbiamo lasciata spenta”. Nel paese sono in molti a pensarla come lui, la creatività è diventata una strategia educativa condivisa. È servito tutto questo? I bambini a Noceto guardano la televisione meno che altrove? “E’ difficile dirlo – conclude il sindaco Fabio Fecci – ma sicuramente sono meno soli”. I più deboli, i più fragili, o semplicemente chi ha entrambi i genitori impegnati tutto il giorno, ha un’alternativa alla televisione come babysitter. “Proviamo a sottrarre il compito di educare alla televisione – conclude il parroco – ma anche se la battaglia continua a essere pesante, non ci arrendiamo, l’infanzia è tutto”. Rappresenta il futuro, che non può essere dettato dal palinsesto televisivo.

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