Un’altra delle puttanate del parassita ignorante, scroccone e fallito che va di volata nel cesso.

Decreto sicurezza, bandi deserti e piccole strutture chiuse: così naufraga l’accoglienza

Decreto sicurezza, bandi deserti e piccole strutture chiuse: così naufraga l'accoglienza
(ansa)

Il terzo settore si ribella alla figura di mero controllore impostagli dal ‘Decreto Salvini’. A sparire sono le realtà più ridotte e diffuse specialmente nel centro e nord Italia. Il rapporto di ActionAid e Open Polis

di CHIARA NARDINOCCHI

ROMA – Bandi che vanno deserti, piccole realtà locali un tempo fiore all’occhiello e simbolo di integrazione chiuse, migranti spostati di città in città come pacchi postali. Sono queste alcune delle conseguenze dei decreti sicurezza, provvedimenti simbolo del governo giallo verde, fortemente criticati dall’opposizione, ma che ad oggi non sono stati né abrogati né modificati.

Così l’accoglienza diventa mero controllo. A finire sotto i riflettori dElla seconda parte del rapporto pubblicato da ActionAid e Openpolis dal titolo: “La sicurezza dell’esclusione”  è il corto circuito generato dai decreti sicurezza all’interno del sistema di accoglienza.  La drastica riduzione degli importi per la gestione dei centri ha portato al taglio dei servizi volti all’integrazione come gli insegnanti di italiano, i consulenti legali e i mediatori. I Cas dunque divangono strutture dove i migranti devono attendere la decisione sulle richieste di asilo, trasformando di conseguenza il ruolo del Terzo settore denigrato a mero controllore dei soggetti ‘accolti’. Un cambiamento non gradito alla maggior parte degli attori che hanno quindi disertato i bandi di gara.

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Le prefetture nel caos. Ad essere in difficoltà in primis sono le prefetture che vedono andare deserti i bandi e non possono far altro che ripeterli. Questo ha portato nel tempo alla perdita di decine di posti e messo le prefetture in una condizione di immobilità tra regole inapplicabili e l’obbligo di garantire il servizio.

IL RAPPORTO

“I dati – sottolinea Livia Zoli, responsabile Global inequality and migration di ActionAid – confermano come il nuovo capitolato svantaggi l’accoglienza diffusa. Non a caso il tema dei bandi deserti e delle gare riproposte emerge in maniera più decisa nel Centro e nel Nord Italia, dove prefetture e realtà del Terzo Settore avevano negli scorsi anni puntato su centri di dimensioni medio piccole, in un’ottica di inclusione dei migranti”.

LA PRIMA PARTE DEL RAPPORTO

Il caso Toscana. Tra i tre tipi di centro ora previsti (singole unità abitative, centri collettivi fino a 50 posti e centri fino a 300 posti) i tagli più consistenti coinvolgono proprio quelli che prevedono l’accoglienza diffusa in appartamenti. La Toscana è presa ad esempio in quanto una delle regioni più colpite: a Livorno su mille posti messi a bando dopo l’approvazione del dl sicurezza solo 564 sono stati effettivamente assegnati mentre a Firenze le nuove gare hanno portato alla firma di solo tre convenzioni per un totale di 285 posti sui 1.800 inizialmente offerti.

Per questo alcune regioni si stanno muovendo. A giugno la stessa Toscana ha stanziato 4 milioni di euro da destinare come cofinanziamento a favore di enti pubblici o del terzo settore per progetti destinati alle persone straniere rimaste prive di reti di inserimento sociale. Mentre la regione Lazio, che già lo scorso anno aveva stanziato 1,2 milioni di euro per sopperire ai tagli del decreto sicurezza,grazie a un emendamento al bilancio del consigliere Alessandro Capriccioli ha destinato 700mila euro per realizzare percorsi di autonomia, corsi di italiano, assistenza legale e formazione per richiedenti asilo, rifugiati e beneficiari di altre forme di protezione internazionale.

NON SI POSSONO FAR FARE LEGGI DELLO STATO A BESTIE DECEREBRATE, IGNORANTI, NAZISTE E PARANOICHE.

https://www.repubblica.it/solidarieta/immigrazione/2020/01/07/news/decreto_sicurezza_bandi_deserti_e_piccole_strutture_chiuse_cosi_naufraga_l_accoglienza-245176277/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P6-S1.8-T1

 

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